APPENDICE


Questa sezione comprende i seguenti capitoli:

  1. VIDEO 

  2. MUSICHE

  3. CONTRIBUTI

  4. ESPERIENZE

  5. TESTIMONIANZE


 

 

CONTRIBUTI ED ESPERIENZE


Questa sezione comprende i seguenti capitoli:

  1. LA REPUBBLICA DELLE LETTERE

  2. SCIENZA SECONDO COSCIENZA - IL DOCUMENTO DEL COMITATO EUROPEO PER UNA NUOVA SCIENZA

 


 

LA REPUBBLICA DELLE LETTERE

Elementi per un Manifesto della Nuova Cultura
La denominazione di Repubblica delle Lettere
riecheggia il primo testo "utopistico" della cultura occidentale, la Repubblica di Platone.
Il termine è stato adottato con estrema modestia
da un gruppo di amici di varie discipline aperti all'Età dell'Aquario.

La frammentazione e lo sbriciolamento della cultura è stato un prezzo pagato al contesto storico in cui e avvenuto il grande sviluppo delle conoscenze tecniche nel nostro secolo. Si sono sviluppate tecnologie, tecniche, sono stati scritti innumerevoli libri, il numero delle discipline è aumentato enormemente, creando però una situazione di totale rottura dell’unità del sapere e di incomunicabilità tra le varie parti. Non solo, ma anche a livello della soggettività dei partecipanti alla intrapresa culturale, la preoccupazione di autoconservazione e di promozione sociale ha prevalso sulla preoccupazione di sviluppare e portare a compimento l’esplorazione a cui ognuno si era legato. L’interesse economico del "ricercatore della verità" ha scalzato l’interesse alla verità.

La Repubblica delle Lettere è una presa d’atto di questa situazione e un’anticipazione di un possibile diverso mondo futuro. La Repubblica delle Lettere è un gruppo al quale appartengono coloro che accettano una forma di espressione delle idee basata sulla coerenza, sulla verificabilità, sulla disponibilità al confronto e alla loro messa in discussione, al di là delle rigidità richieste dal bisogno di autoconservazione delle varie aziende culturali. La Repubblica delle Lettere nasce dunque con lo scopo di dare spazio alle domande, alle richieste e ogni risposta verificarla attraverso metodi coerenti, per trovare gli elementi di unicità, di "oneness" che hanno le diverse manifestazioni. Per aprire un nuovo campo di discussione e di conoscenza con la natura e con l’essere umano, con la consapevolezza di essere alle soglie di un salto storico verso una cultura, una coscienza planetaria, per essere parte integrante della nuova società globale, essendo completamente individuali.

L’essere umano, liberato dalle presenti catene della necessità economica, avrà come principale campo di estrinsecazione l’attività spirituale. Questa transizione implica un’evoluzione da un comportamento di individui ad un comportamento di specie, da una coscienza orientata ai bisogni personali ad una coscienza orientata alla globalità. La capacità spirituale diventerà allora la principale attività dell’essere umano libero. La società umana, una volta liberata dalla penuria energetica, va verso un’anima comune.

Quindi la Repubblica delle Lettere nasce in opposizione al mondo dell’autoconservazione e della frammentazione. Questo processo di frammentazione descritto finora è andato così avanti che ormai tutto il mondo culturale esistente è invischiato in questa situazione, in un marciume simile a quello della giungla, dove c’è un’estrema abbondanza di vegetazione, dove però ogni pianta toglie l’aria e la luce all’altra, per cui marciscono tutte insieme. Dobbiamo invece trasformare il marciume nella fonte di nuova vita. Emergono nuove piante, che inizialmente sono caratterizzate dal desiderio di riuscire a trovare risposta alle domande che, come membro della specie umana, come essere umano, ciascuno si pone.

Nel mondo precedente, che ci proponiamo di superare, il "supremum bonum" di vari gruppi di persone, è il "know how". Ognuna di queste persone è uno che sa fare, è uno che possiede un’arte, un know how. Il supremum bonum del cittadino della Repubblica delle Lettere è il "don’t know how", cioé "non lo so e non lo voglio sapere, "voglio sapere perché", cioè il "don’t know how" diventa la spinta a chiedere il perché. Oggi le persone non chiedono più perché... solo i bambini lo chiedono, perché non sono ancora corrotti. Noi ci leghiamo alla prospettiva del passaggio dalla società, dal mondo del "know how" all’Universo del "don’t know how", un Universo unito ma aperto. Attraverso il "don’t know how" vogliamo arrivare al "know why". L’obbiettivo del cittadino della Repubblica delle Lettere è il "don’t know how" come distruzione di un modo di conoscere e di sapere chiuso e mafioso, cioé gregario e corporativo, che crea una barriera tra coloro che posseggono questo "know how" e tutto il resto della gente. Noi invece vogliamo passare dal mondo chiuso del "know how"all’Universo del "don’t know how", che genera il "know why". E solamente nel "know why"c’è la vera conoscenza, perché in esso si trascende il mondo dell’erudizione enciclopedica nell’universo dei concetti, ossia dalla vasta complessità frammentata alla comprensione unitaria.

Ognuno di noi deve apportare qualcosa, ognuno per quello che può, che sa fare o che sente. Per riuscire a portare qualcosa che serva alle nuove generazioni in questa ottica, che serva ai bambini che sono il nostro più grande interesse.. speriamo di riuscire a fare qualcosa per loro. Ci auguriamo che tutto questo movimento di parole, di idee, di concetti, possa servire a creare una base educativa molto differente da quella tradizionale, una educazione globale che possa, invece che chiudere i bambini all’ interno di concetti, aprire ai bambini la possibilità di conoscere nuove cose attraverso strumenti accessibili. Perché siamo convinti che loro potenzialmente sanno fare molto di più di quello che noi pensiamo e crediamo che loro sappiano comprendere.

Campi quantistici, oneness e coerenza: le basi fisiche dell’unità vivente

La teoria quantistica dei campi e la risposta più profonda finora storicamente proposta al problema dell’"uno" e del "molteplice". L’Universo è descritto da un insieme di campi quantistici, ognuno dei quali si estende indefinitamente nello spazio e nel tempo. Mentre nella fisica classica il mondo fisico è concepito come un aggregato di oggetti, ognuno localizzato nello spazio e nel tempo, nella fisica quantistica ogni elemento fondamentale della realtà è coesteso con l’intero universo e possiede una "oneness" intrinseca che si manifesta tipicamente nell’aspetto ondulatorio del campo. Il campo quantistico ha infatti una duplice caratterizzazione; è un insieme di quanti, di granuli che forniscono l’"intensità" del campo, ma è anche governato da una "fase" (che, rozzamente, definisce il modo di oscillare del campo) che emerge spontaneamente dalla dinamica globale dell’insieme dei quanti.

Il numero preciso dei quanti e la fase non possono essere simultaneamente definiti (questa è la proprietà più peculiare della teoria quantistica), per cui la enucleazione di un numero ben definito di quanti (punto di vista atomistico-locale) distrugge la possibilità di definire una "fase" e con essa distrugge la connessione cosmica. Il punto di vista locale e quello globale sono perciò aspetti complementari nell’ambito della teoria quantistica dei campi.

L’universo, profondamente uno, può anche essere visto, in un limite, come insieme di realtà individuali separate. La rivoluzione atomistica - che è stata il tratto dominante del Novecento - ha messo al centro il punto di vista locale, con il correttivo di una introduzione "ad hoc" della fase dall’esterno, in un modo estrinseco. E’ appunto da questa estrinsecità che nascono i cosiddetti "paradossi", i cosiddetti "miracoli" della meccanica quantistica che nascono dal tentativo di attribuire aspetti ondulatori - figure di interferenza e diffrazione - a "palline" definite "qui ed ora". L’incapacità di comprendere questi "paradossi" ha incoraggiato degenerazioni soggettivistiche e convenzionalistite.

Gli stati fisici più vicini all’esistenza della "oneness" sono gli stati coerenti in cui un insieme indefinito di "particelle" è descritto da una fase ben definita nello spazio e nel tempo, che assicura un comportamento correlato e cooperativo (di qui il nome coerenza) di tutti i componenti che, nel processo, perdono la loro natura di individui separati. La coerenza è perciò quella realizzazione della teoria quantistica dei campi che privilegia gli aspetti unitari, è un "avatar" della "oneness".

La proprietà della coerenza è stata dapprima studiata nel campo di quelle interazioni tra atomi e campo

elettromagnetico che rendono possibile la realizzazione del laser; la "superradianza", cioè la produzione di un campo elettromagnetico eccezionalmente intenso e concentrato su un numero ristretto di modi di oscillazione, è una manifestazione della coerenza. Un altro aspetto è quello alla base della condensazione della materia nei liquidi e nei solidi a partire dai gas; in questo caso il nome dovrebbe essere "subradianza" poiché il campo elettromagnetico, invece di essere proiettato all’esterno è tenuto all’interno di reazioni - i "domini di coerenza" - in cui gli atomi si muovono collettivamente, governati da una "fase" da essi stessi generata; esempio di autoregolazione nella natura, in contrasto con l’intervento "dall’esterno" tipico della mentalità della fisica classica. Inoltre questi "domini di coerenza" non vanno visti come "monadi" nell’universo; essi hanno porte e finestre. Il campo elettromagnetico intrappolato ha con sé un compagno inseparabile, il "potenziale vettore", quantità totalmente non misurabile nell’ambito della fisica classica, ma che, nella teoria quantistica dei campi, influenza la fase di un sistema coerente. Il potenziale vettore, a differenza del campo, non è intrappolato, esso si estende ad una ampia regione circostante, senza trasportare energia, ma esercitando una sua "influenza sottile" modificando la fase dei sistemi coerenti presenti.

Tra i vari sistemi coerenti si apre perciò la possibilità di un "dialogo sottile", senza scambio di energia, che coinvolge solo le fasi, che sfugge perciò ad ogni misura di tipo parcellare e può essere percepita solo da chi si pone in un ambito ondulatorio.

Accanto all’ordine della coerenza si pone il disordine del mondo gassoso, degli atomi isolati, localizzati "qui ed ora", sottoposti al regime della collisione, della fluttuazione termica e, nel loro insieme, portatori di una temperatura e di una entropia.

La materia vivente è una sintesi tra coerenza e non coerenza. Negli interstizi dei domini di coerenza dell’acqua, le molecole disciolte, inizialmente non coerenti, si muovono seguendo il richiamo selettivo, secondo un codice di risonanza tra frequenza, dei domini di coerenza, fino a costruire membrane dotate di loro propria coerenza e perciò capaci di attirare, secondo le stesse leggi, altre molecole che con le loro interazioni chimiche mutano la natura dei protagonisti e, attraverso la proprietà generale della coerenza, le fasi e i modi di oscillazione dei campi coinvolti. L’"influenza sottile" del potenziale vettore si incarica poi di correlare tra loro tutte queste strutture coerenti nell’unità del vivente. Ricreando così ulteriore "oneness".


SCIENZA SECONDO COSCIENZA

IL DOCUMENTO DEL COMITATO EUROPEO PER UNA NUOVA SCIENZA

Per fare scienza secondo coscienza, nel rispetto dell'unità e della globalità del vivente. Un gruppo di scienziati, che comprende al suo interno biologi, fisici, matematici e medici, si è riunito ad Arco di Trento nei giorni 20 e 21 ottobre 1994, nell'ambito delle attività del XVII ° Convegno della rivista "Astra". A questo incontro, promosso dal Prof. Umberto Bartocci ordinario di scienze matematiche, fisiche e naturali presso l'Univ. di Perugia, hanno aderito i fisici Prof. Giuliano Preparata e Prof. Emilio del Giudice dell'Istituto di fisica nucleare delle alte energie dell'Università di Milano, il Prof. Friedbert Karger fisico del Max Planck Institut di Monaco, il Prof. Jacques Bienveniste, dell'università di Parigi, il Dott. Raffaele Marolda ricercatore oncologo, il Prof. Giuseppe Sermonti, genetista, il Prof. Pindaro Mattoli, omeopata, il Dott. Philippe Dudal e il Dott. Ezio Gallas, osteopati, il Prof. Luigi Baima Bollone, di medicina legale dell'Univ. di Torino e il Dott. Nitamo Federico Montecucco, medico esperto in psicosomatica e ricercatore in neuropsicologia. Dopo due intense giornate di dibattito e studio il nascente comitato europeo per la nuova scienza ha elaborato il seguente documento programmatico.

"Siamo preoccupati per una serie di fenomeni che sembrano occorrere sempre più frequentemente nel campo della scienza, quali lo scoraggiamento di ricerche autenticamente alternative, la presenza di censure non eque e non giustificate, la soppressione di informazione, che testimoniano l'allontanamento dai canoni di una corretta etica scientifica. Questa situazione, che si ritiene sia venuta consolidandosi anche a causa di una inopportuna subordinazione ad interessi di ordine politico ed economico, in grado quindi di far perdere sovente di vista che la ricerca della verità resta sempre comunque l'unico vero obiettivo di ogni scienza, ci legittima a reagire con la proposta di un Comitato Europeo per una Nuova Scienza. Vogliamo riportare nella scienza la critica, la tolleranza, la discussione aperta, senza favoritismi di scuola e senza clientelismi, vogliamo adoperarci per garantire una reale possibilità di verifica e di confronto con i risultati di ricerche che vengono delegittimati a priori dalla attuale organizzazione della scienza perché non conformi alle teorie oggi ufficialmente accettate; vogliamo offrire un punto di riferimento ed un aiuto a tutti quei ricercatori che stentano a far conoscere i loro lavori a causa dei pregiudizi di un establishment spesso arroccato su posizioni rigide e dogmatiche; siamo aperti alla considerazione di programmi di ricerca in campi attualmente considerati pseudo - scientifici, perché non riconducibili alle attuali capacità interpretative e metodologiche della scienza; vogliamo sostenere il pluralismo come valore, nella convinzione che due teorie siano sempre meglio di una, e che una scelta operata con consapevolezza sia migliore di una accettazione acritica e passiva in ossequio al principio di autorità.

Vogliamo insomma fare scienza secondo coscienza, nel rispetto dell'unità e della globalità vivente.

Intendiamo così percorrere insieme un cammino di conoscenza, e, per dirla con Gide, sostenerci nel tempo forse molto lungo da quando si e persa di vista la riva, fino all'apparire di nuove terre, se e quando ci sarà concesso di vederle."

Riportiamo a seguito alcune considerazioni sintetiche sulla scienza del Prof. Sermonti, del Prof Karger e un approfondimento al documento generale del Dott. Marolda.

 

Sulla scienza
di Giuseppe Sermonti

- Siamo preoccupati dell'atteggiamento di supponenza, di intolleranza e di soppressione della critica, nella scienza ufficiale.

- Questo ci sembra segno di debolezza di spirito scientifico e manifestazione di un eccessivo potere temporale, industriale e accademico, gestito dagli scienziati.

- La scienza non e quel che la gente crede: è una corporazione chiusa, faziosa, clientelare.

- Nei suoi ambienti è scoraggiata e censurata la ricerca "alternativa", è soppressa l'informazione che mette in forse i dogmi sanciti dall' 'establishment", e sono perduti di vista i canoni di una corretta etica di conoscenza, e del rispetto della vita e dell'ecosistema.

- Vogliamo riportare nella Scienza la critica, la tolleranza, l'humour, la discussione aperta. Non disconosciamo la necessità di una scienza "normale", ma quella "alternativa" deve essere tollerata e non soppressa, perché da essa possono sorgere le verità del futuro.

- Vogliamo conservare tuttavia il privilegio di restare una minoranza, di essere in disaccordo anche tra di noi, di essere una brigata di amici e non un'istituzione formale.

- Vogliamo aiutare gli "eretici" ad essere ascoltati e a farsi strada nella scienza nazionale e internazionale e non vogliamo fornire ad essi un canale di rifugio.

- Vogliamo che la "ricerca di frontiera " verso la realtà che non si può descrivere o non si può misurare non sia delegittimata a priori, benché siano convinti che un'area rimarrà sempre esclusa dalla scienza positiva e che questa stessa richieda una "legittimazione" di fronte alle altre sorgenti di verità. La scienza positiva non deve avere paura di fenomeni studiati dalla scienza "alternativa" ancorché, al di fuori di una corretta deontologia, essi possano generare inquietanti poteri.

 

Considerazioni sulla nuova scienza
di Raffaele Marolda

Ogni uomo ha la necessità di identificare un principio assoluto di ordine superiore che gli renda ragione della sua esistenza, gli spieghi la concatenazione degli eventi che egli osserva nel mondo, gli fornisca i mezzi per conoscere la realtà in tutte le sue forme e lo aiuti a districare i dubbi sul suo destino come essere umano e come collettività.

Il mezzo per eccellenza che è concesso a tutti gli uomini per raggiungere questi scopi è la conoscenza, cioè quella facoltà che è fatta della stessa natura della verità assoluta che l'uomo tenta di raggiungere.

La scienza moderna invece, anche se in origine era nata con l'intento di raggiungere questa verità da tutti cercata, ha smentito in pochi secoli i suoi migliori propositi ed ha ottenuto di allontanare l'uomo dalla stessa idea che la verità potesse esistere. Questo è avvenuto perché la scienza, quando si è costituita, ha ritagliato dall'intera realtà un piccolo frammento, cioè quello che si prestava ad essere studiato con strumenti fisici, e gli ha attribuito la patente di realtà scientificamente dimostrabile, mentre tutta quella parte che non era misurabile con tali strumenti è stata definita irreale, perciò non scientifica, e quindi esclusa.

Questa esclusione tuttavia non significa che quella realtà abbia cessato di esistere, visto che ne è la parte più importante e qualificante, ma significa al contrario che la scienza ha posto a se stessa, e quindi all'umanità intera, dei limiti talmente ristretti che la conoscenza ne risulta fortemente ostacolata se non spesso impedita. Si può affermare senza possibilità di smentita che una scienza così concepita potrebbe anche evitare di porre domande alla natura perché le risposte che ottiene sono già contenute nel modo stesso in cui essa pone le domande. Ne consegue perciò che la scienza è solo un punto di vista da cui si ottiene un'impressione molto limitata della realtà.

Questo modo di procedere ha prodotto quattro conseguenze principali: la prima e più importante, è la scomparsa della verità che viene perciò sostituita da verità particolari e transitorie che ogni teoria, ma persino il singolo individuo, si sentono in dovere di proporre.

La seconda è la nascita delle eresie scientifiche e di ricerche alternative che altro non sono che il tentativo, giustificato o maldestro, di sondare quella parte di realtà che la scienza ha posto oltre i suoi confini.

La terza è la creazione di un sistema di censura rigidissimo il cui compito non è quello di favorire la ricerca della verità, ma solo quello di assicurarsi che non trapeli alcuna ipotesi esterna all'opinione della scienza, motivo per cui essa bandisce la critica e la tolleranza mentre alimenta il clientelismo.

La quarta è l'accanimento tecnologico che la scienza favorisce, anche per la sua subordinazione agli interessi economici, nel tentativo di arginare lo smarrimento esistenziale dell'uomo contemporaneo, un essere che va rapidamente incontro alla estinzione intellettuale o spirituale, poiché questi termini sono sinonimi, mentre raggiunge un apparente benessere materiale.

Per tali ragioni riteniamo che la scienza debba adeguarsi a osservare tutta la realtà, nel rispetto dell'unità e della globalità del vivente, sebbene siamo ben consci che tale trasformazione comporterà una profonda revisione dei suoi dogmi e dei suoi metodi. Vogliamo riportare nella scienza la più ampia tolleranza di critica, senza favoritismi di scuola e clientelismi di potere, per ricondurla al suo compito iniziale di sforzo comune verso la conoscenza della verità.

Vogliamo garantire una effettiva possibilità di verifica delle ipotesi e delle ricerche che oggi vengono delegittimate a priori dalla attuale organizzazione della scienza perché non conformi alle teorie oggi ufficialmente accettate, teorie accettare del resto solo in via transitoria.

Vogliamo offrire un punto di riferimento ed aiuto a tutti quei ricercatori che stentano a far conoscere il proprio lavoro a causa della censura di un establishment arroccato su posizioni dogmatiche e persecutorie.

Vogliamo sfatare la falsa concezione che la scienza sia una attività indirizzata solamente a scopi pratici perché nulla di pratico e di utile può essere basato su una conoscenza parziale e fondata sull'errore di visuale.

Vogliamo infine ridare alla scienza la dignità di chiamarsi umana perché finalmente non rinneghi quelle manifestazioni della natura umana che non solo ne costituiscono l'essenza e la realtà più profonda, ma che ogni uomo avverte come la parte fondamentale della propria esistenza.

 

Sui fenomeni non ancora spiegati
di Friedbert Karger

Ci sono dei fenomeni, la cui esistenza è nota e dimostrata, che però non possono essere spiegati con i mezzi a disposizione della scienza.

Esigiamo che la Science Community non ostacoli l'occuparsi di questi fenomeni, in quanto questi argomenti interessano veramente gli uomini, perché sono importanti per la vita di ognuno


 

 

La fisica quantistica e l’essere vivente

 

DI EMILIO DEL GIUDICE

 

Un luogo comune della cultura degli ultimi secoli è stato la credenza che la materia sia inerte, cioè sia incapace di mettersi in moto da sola. Siccome l’esperienza reale mostra che la materia diviene, bisogna allora ammettere l’esistenza di cause esterne del movimento. Si introduce nella realtà fisica un dualismo: la materia e le cause esterne del movimento.

L’introduzione di questo dualismo ha in parte sovvertito e tradito i fondamenti dell’attitudine rinascimentale. La filosofia del rinascimento con Nicola Cusano, Pico della Mirandola, Paracelso, Giordano Bruno, ecc.. aveva introdotto una concezione gioiosa della materia, materia dotata d’automovimento, capace di esprimere dal suo seno la totalità delle cose. Disse in seguito Carlo Marx: la materia sorride agli uomini – non è la materia arcigna, severa, grigia. Però nel ‘600 purtroppo la concezione della materia si affermò come una concezione grigia, misantropa, per usare un’altra espressione di Carlo Marx, cioè una concezione in cui la materia era caratterizzata unicamente dal luogo dove stava e dall’istante in cui stava in quel luogo, in una concezione geometrica della materia. Questa materia aveva perso ogni possibilità di auto movimento. Ma allora, per spiegare il movimento della materia, bisogna introdurre da qualche parte un motore e questo motore diventa lo spirito. E dove lo andiamo a trovare lo spirito? Questo campo si sottraeva alla scienza e andava a costituire il patrimonio residuo del pensiero religioso.

In ogni modo su queste basi si sviluppa la fisica classica che ancora oggi è insegnata nelle scuole. Questa fisica raccoglie un certo numero di successi, per esempio è capace di spiegare in modo soddisfacente il sistema planetario. A metà dell’800 raggiunse addirittura un trionfo; sulla base di una piccola discrepanza tra l’orbita di URANO calcolata e quella osservata riuscì a dedurre che essa doveva essere prodotta da un altro pianeta responsabile con la sua attrazione del fenomeno e questo pianeta doveva esistere, anche se non era stato ancora osservato.  Si calcolarono sulla base della differenza tra osservazione e teoria le caratteristiche di questo pianeta, si andò a guardare nel punto giusto e così fu scoperto NETTUNO. Fu il trionfo della ragione, perché per la prima volta nella storia umana un corpo celeste era stato visto prima con l’occhio della mente poi con gli occhi normali.

Secondo trionfo: nella seconda metà dell’800 le leggi dei gas furono capite sulla base del comportamento microscopico degli atomi. La legge macroscopica dei gas era nota, il prodotto della pressione per il volume è proporzionale alla temperatura assoluta. Ma come emerge questa legge? Io ho una manciata di atomi, voglio vedere come emerge la legge dei gas. Ebbene questa deduzione fu fatta secondo le leggi basilari della fisica classica; almeno limitatamente ai gas i primi due principi della termodinamica furono spiegati. Arriviamo alla fine del secolo, quando il chimico tedesco Walter Nernst scoprì il terzo principio della termodinamica: l’entropia di qualunque sistema fisico tende a zero al tendere a zero della temperatura assoluta. La temperatura assoluta è la temperatura centigrada più 273: la temperatura assoluta è proporzionale all’energia cinetica degli atomi; quando gli atomi stanno fermi la temperatura assoluta è zero; questo nella scala centigrada succede a 273 gradi sotto zero. Perciò si rinormalizza la temperatura e si fissa l’origine della scala assoluta a –273. L’entropia è una funzione del numero di possibilità che hanno gli atomi di aggregarsi insieme per formare un certo corpo macroscopico. Per esempio questo microfono è fatto di atomi: in quanti modi gli atomi componenti si possono disporre in modo da dare luogo a questo microfono? Tanti. Si prende una funzione matematica di questo numero che si chiama logaritmo e quella è l’entropia. Intuitivamente l’entropia è l’indice di quanto caotico sia il sistema.

Se il sistema è molto ben ordinato l’entropia è zero; infatti, siccome il logaritmo di uno è zero, se c’è un’unica possibilità di mettere insieme gli atomi per dare luogo a quel sistema l’entropia di quel sistema è zero. Questo accade nei sistemi ordinati di cui i sistemi viventi sono un esempio; l’entropia dei sistemi viventi è estremamente bassa.

Come si capisce il principio di Nernst nel quadro concettuale della fisica classica, cioè come si capisce il fatto che l’entropia di un oggetto fisico qualsiasi tenda a zero al tendere a zero della temperatura? Si fecero i calcoli in base alla fisica classica e si dedusse un valore infinito dell’entropia. Era stata trovata un’inconsistenza, ma se la teoria è in disaccordo con l’esperimento, siccome l’esperimento non può sbagliare, è la teoria che si sbaglia, quindi dov’è l’errore? Questa fu la crisi che fece emergere finalmente la sciocchezza iniziale di aver concepito la materia come inerte. Quale fu la soluzione?

Questa grande rivoluzione accadeva esattamente un secolo fa; nell’estate del 1900 Max Planck fornì la soluzione, cioè disse: immaginiamo che i componenti del sistema anziché essere rigorosamente definiti nella loro posizione e nella loro velocità, per qualche motivo fluttuino. Per chiarire questa affermazione usiamo una metafora: l’oggetto della fisica classica è come un alpino sobrio il quale è solido sulle sue gambe e quando si muove, si muove lungo una traiettoria ben definita. L’oggetto quantistico che fluttua, è l’alpino che ha bevuto due litri di grappa: costui barcolla, sbanda, oscilla, fluttua, se c’è una buca ci cade dentro. Ecco: questo è l’oggetto quantistico. Un oggetto intrinsecamente fluttuante. Allora se uno considera come configurazioni degli atomi che formano un sistema non solo le enumerazioni degli atomi componenti con le loro traiettorie, ma anche le fluttuazioni spontanee, ogni configurazione quantistica corrisponde a tantissime configurazioni classiche, una per ogni particolare fluttuazione. Quindi concepire la materia come inerte, trascurando i movimenti spontanei della materia, fa diventare infinita una grandezza che invece, nella realtà, è zero.

Ecco il punto dove la realtà ha punito l’errore teorico. I nodi dell’errore, diciamo del tradimento dello spirito rinascimentale, sono venuti al pettine all’inizio del ‘900 quando è stata calcolata l’entropia di un sistema fisico. Perché la crisi è emersa alla temperatura dello zero assoluto? Perché a temperatura diversa da zero vi sono altre fluttuazioni, quelle termiche: i movimenti non sono solo quelli spontanei, esistono pure quelli forzati e quando questi sono presenti è difficile distinguere tra i due.

Se io urto un’altra persona la sposto e la faccio sbandare, questo è un moto dall’esterno, non è un moto dall’interno. Vi sono i moti che vengono da fuori e quelli che vengono da dentro, e sono questi secondi che erano stati trascurati dalla fisica classica e che sono invece rimessi sul proscenio dalla fisica quantistica.

Questa è un’interpretazione del tutto eterodossa della fisica quantistica moderna. Infatti non la trovate sui libri. Perché? Questa interpretazione tendeva a farsi strada all’inizio, però poi è stata abbandonata nel corso del secolo. Permettetemi di fare alcune considerazioni storiche. Questa grande rivoluzione nella scienza avvenne all’inizio del secolo in un’epoca storica marcata da rivoluzioni di ogni genere. Con la prima guerra mondiale crollarono molti imperi, vi furono movimenti di masse, si sviluppò una lotta per la vita e la morte tra differenti classi sociali. Quando nella storia accadono queste grandi crisi gli occhi di tutti i partecipanti si aprono, sia quelli di uno schieramento sia quelli dell’altro, perché entrambi lottano per la loro vita, ed allora non c’è più spazio per le menzogne, bisogna vedere la realtà così com’è. Tutte le spiegazioni ideologiche vengono meno e si guarda la realtà, poi il momento di crisi passa e ritorna di nuovo l’ideologia.

La storia della fisica quantistica ha avuto due tappe. La prima, durata circa vent’anni, è stata rivoluzionaria; la principale scoperta fu il riconoscimento della presenza di automovimento nella materia, il riconoscimento dell’esistenza delle fluttuazioni spontanee di ogni componente della realtà fisica, le fluttuazioni quantistiche. Nel 1916 Walter Nernst propose che nella materia condensata (liquidi e solidi) le fluttuazioni degli atomi si correlino mutuamente; mentre nel gas (parola derivante dalla parola greca kaos) gli atomi fluttuano in modo indipendente.

Quando un gruppo di molecole riesce ad agganciare le proprie fluttuazioni spontanee, cioè quando si trasforma da folla caotica in un corpo di ballo e i vari alpini quantistici, anziché oscillare ognuno per conto proprio, fanno il ballo degli ubriachi, nasce la materia condensata, prima i liquidi, poi i solidi. Nei liquidi si mettono in fase gli elettroni mentre nei solidi si mettono in fase pure i nuclei. I due sistemi della materia condensata nascono quando le fluttuazioni termiche, a causa della bassa temperatura, non sono così violente da impedire ai partecipanti di mettere in fase le loro fluttuazioni spontanee.

Quando questo accade – questa era la premonizione di Nernst – la fluttuazione collettiva di quel dato aggregato di atomi diventa la sua identità, l’insieme di atomi che forma questo microfono può stare insieme, non dissolversi in un gas; tutti i partecipanti ballano insieme ma su un ritmo ben definito, con una certa frequenza. Per esempio nel caso dell’acqua questa frequenza è di 0,26 elettronvolt in unità atomiche, (l’elettronvolt è l’unità di energia nel mondo atomico, corrisponde a una oscillazione avente una frequenza di duecentoquarantamila miliardi di Hertz). Questo modo d’essere è il modo d’essere di quella materia, la quale non potrebbe esistere se l’oscillazione non fosse quella. Questa oscillazione ora ben definita, non più caotica, diventa – se mi permettete l’ardire – l’anima di quel pezzo di materia.

A questo livello si tratta di un’anima miserella, in effetti molto povera: una sola oscillazione, un’unica nota, una sinfonia formata da un’unica nota, quindi niente. Questo accade nella materia inorganica che è sempre uguale a se stessa.

Supponete invece di avere un insieme di molecole che varia nel tempo perché capaci di eseguire reazioni chimiche. Queste molecole in un certo momento sono A poi diventano B ecc.., queste molecole non solo ballano insieme, ma ballando hanno reazioni chimiche. Le loro frequenze variano nel tempo; non saranno più un’unica nota, è un insieme di note che si svolge nel tempo, è una sinfonia o se preferite un LOGOS, un discorso.

Un discorso è un insieme di frequenze. Non ogni insieme di frequenze è un discorso, può essere anche un rumore. E un rumore se non è alla base di niente, ma se qualcuno risponde, se un dato insieme di frequenze realizza un pezzo di materia, il pezzo di materia è la risposta a quell’insieme di frequenze, quell’insieme di frequenze diventa significativo. È qualcosa che trova risposta nella realtà, che la realtà comprende. Non appena accendo un campo elettromagnetico che ha le frequenze volute gli atomi si aggregano insieme, se invece alle frequenze del campo non risponde nessun atomo, dopo un po’ quel segnale si estingue senza che alcunché sia accaduto.

Il pensiero scientifico successivo al 1920 cambia radicalmente. Accade una controrivoluzione intellettuale, per cui questa che potenzialmente è una delle più grandi rivoluzioni avvenute nel pensiero umano è stata falsificata. La fluttuazione spontanea della materia è stata falsificata ed è presentata come l’incapacità nostra di comprendere la materia. Quella che è chiamata nei libri di testo l’interpretazione di Copenaghen della fisica quantistica afferma: noi non possiamo sapere con precisione la posizione e la velocità di un oggetto materiale, perché la realtà è inconoscibile, è connessa con la limitazione della capacità di conoscenza umana, non è connessa invece con il fatto oggettivo vero, perché io non posso dire dove sta e che velocità ha l’oggetto perché quello fluttua. Invece di cogliere il cambiamento ontologico della realtà percepita, diciamo che l’oggetto diventa parzialmente inconoscibile nei limiti di queste incertezze. Noi anziché godere, soffriamo, rassegnati al fatto che la nostra conoscenza della natura è limitata. Invece no, è l’opposto. Se noi chiamiamo determinismo la nostra capacità di prevedere i fatti del mondo, paradossalmente è la fisica quantistica a essere deterministica, invece è la fisica classica ad essere indeterministica.

Qual è il fondamento della fisica classica? È il seguente: se io do la posizione e la velocità iniziale di un oggetto ed in più dico da quale forza è sollecitato, allora tutta l’evoluzione successiva di quest’oggetto è perfettamente determinata. Ma, scusate, questa è una finzione, il problema è che la posizione e la velocità iniziale di quell’oggetto sono del tutto indeterminate. E’ tutto determinato purché all’inizio ci sia stato qualcuno che ha fissato posizione e velocità iniziale, può essere solo il Padreterno, ma noi non siamo il Padreterno e non lo possiamo sapere, quindi solo il Padreterno, se esiste, saprà qual è l’evoluzione successiva del sistema, noi certamente no, a parte il fatto che qualcuno ci deve dire anche qual è la forza, quindi in questo senso la fisica classica è formalmente deterministica, in realtà è profondamente indeterministica perché tutto risale allo stato iniziale che nessuno conosce.

Invece la fisica quantistica è una fisica di stato finale: supponete che io abbia un manipolo dei famosi alpini di cui ho parlato e supponiamo che siano alpini classici, ne metto uno sul davanzale della finestra del quarto piano, altri tre sul cornicione del secondo piano, uno lo metto appeso con le dita al terrazzo e così via, non dico a nessuno che ho fatto questa distribuzione, mi rivolgo con arroganza agli astanti e chiedo: dove stanno i miei alpini? La risposta è: che ne so? Dipende da dove li hai messi stamattina. Ora, supponete che nelle stesse posizioni io metta un manipolo di alpini quantistici, è evidente, dato che quelli sono ubriachi, che in un tempo brevissimo cadranno tutti sul marciapiede, per cui alla domanda: dove sono i miei alpini quantistici? La risposta è: tutti sul marciapiede, previsione assolutamente deterministica, e in effetti è così. Tutti gli atomi di idrogeno che esistono nell’universo sono tutti uguali, tutti hanno un raggio di o,53 Angstrom (l’Angstrom è il centomilionesimo di centimetro ed è l’unità di misura del mondo atomico). Quindi alla faccia dell’indeterminismo, tutti gli atomi di idrogeno sono uguali. Se fossero oggetti classici, poiché in ogni sistema planetario ogni pianeta ha la sua orbita, non ve ne saranno due che hanno la stessa orbita, perché la loro orbita dipende dalla velocità iniziale con cui sono partiti. Invece che orbita ha l’elettrone che ruota nell’atomo di idrogeno? 0,53 Angstrom, tutti, quelli che stanno sulla Terra, quelli che stanno su Sirio. Questo ce lo assicura l’astrofisica perché siccome le frequenze dei vari atomi hanno un valore che dipende dalle loro orbite noi vediamo nella radiazione che ci arriva dalle stelle le stesse righe che abbiamo nella radiazione che ha origine sulla terra. Quindi il sodio per esempio, sulla Terra, ha la riga 5.890 Angstrom, però la stessa riga appare nella radiazione emessa qualche milione di anni fa su un’altra stella. Più deterministico di così!

Chiudo questa parentesi filosofica volta a rovesciare quello che è il pregiudizio corrente che è un pregiudizio antiscientifico, perché ha impedito per cento anni di capire la biologia.

La materia vivente è un capitolo della materia condensata, cioè la materia non gassosa, la materia in cui gli atomi perdono la loro libertà individuale. Possiamo affermare che il gas è l’archetipo della società liberale, ognuno per se, ognuno conosce l’altro soltanto quando gli sbatte contro, il fondamentale modo di interazione è la collisione, un atomo sta da solo – come un cane – fino a che non sbatte – con violenza possibilmente – contro un altro e quindi il mondo delle relazioni individuali è governato dalla violenza, maggiore è la violenza, più alta è la temperatura, maggiore è il numero degli urti che si hanno; la prospettiva dopo un urto è un altro urto, un altro ancora, non c’è possibilità di evoluzione in questo mondo governato dalla libertà individuale.

Notate che sotto le mentite spoglie di scienziato sto facendo propaganda politica.

Passiamo al liquido, dove gli atomi muovono una danza collettiva, perché si agganciano l’uno all’altro attraverso una mediazione che è il campo elettromagnetico. Da dove viene questo campo elettromagnetico? Anche lui dalle fluttuazioni spontanee della materia. Non solo gli atomi ma anche i campi di forza fluttuano nel mondo quantistico, quindi anche il campo elettromagnetico fluttua. Una notte nera, una notte senza luce, l’assenza totale di campo elettromagnetico è la notte nera. Ma quanto nera è la notte nera? Nel mondo classico è assolutamente nera, perché il campo elettromagnetico zero vuol dire proprio campo elettromagnetico assolutamente zero.

La notte nera quantistica invece è una notte punteggiata da lampi, da lucette, perché vi sono le fluttuazioni, è fisicamente impossibile nel mondo quantistico avere un oggetto non fluttuante, quindi anche quando una grandezza è zero, è zero in media ma ogni tanto c’è una fluttuazione. Immaginate quindi non una notte nera buia e orribile ma una notte magica, la notte in cui ogni tanto arriva un elfo, arriva una fata, accende la luce e poi la spegne….questa è la notte quantistica.

Il vuoto diventa un oggetto reale perché è l’insieme di tutte le fluttuazioni. Facendo una metafora teologica si può affermare che se il mondo fosse stato classico Dio non avrebbe avuto bisogno di creare il vuoto, il nulla c’era già, preesisteva, invece nel mondo quantistico Dio deve creare anche il nulla perché il nulla è qualcosa. C’era un teologo del ‘200, Efegizio da Tours, che già affermava che il nulla è qualcosa. Il vuoto quantistico è un oggetto, è l’insieme di tutte le possibilità, è il futuro nel presente, le cose che fluttuano sono potenzialità che sono però state create nel passato, il futuro è stato creato nel passato e ci si manifesta nel presente attraverso le fluttuazioni.

Vediamo ora come nasce l’acqua, facciamo una visita guidata in un bicchier d’acqua. All’inizio c’era il vapore (sto parafrasando la Genesi) il caos, mettiamo a 100 gradi ed un’atmosfera, quando sta per succedere la transizione di fase. Abbiamo queste molecole solitarie, ognuna delle quali sta nella sua configurazione di minima energia, non ha l’energia per accedere alle altre configurazioni, quindi questa molecola ignora fondamentali parti di se, tutte le altre configurazioni che avrebbe potuto assumere se avesse avuto l’energia necessaria che non ha. Quindi il suo io empirico (supponiamo di dare autoconsapevolezza alla molecola) è soltanto una parte delle sue potenzialità. Quest’insieme di molecole nel caso dell’acqua ha una velocità media di alcune centinaia di metri al secondo e ha una collisione ogni millesimo di miliardesimo di secondo che per le molecole è un tempo lunghissimo, perché le scale dei tempi dipendono dai vari oggetti, l’anno della molecola è il tempo impiegato dall’atomo a fare una completa rotazione. Questo tempo è brevissimo, è la decima parte di un milionesimo di miliardesimo di secondo, l’intervallo tra due collisioni corrisponde a diecimila anni atomici. Non possiamo paragonare i tempi degli atomi con i nostri tempi. Quindi l’intervallo tra due collisioni è estremamente lungo, perlopiù nel corso della sua vita l’atomo non vede niente e la distanza media tra due molecole è 36 Angstrom; tenete conto che la molecola d’acqua ha un diametro di un Angstrom e mezzo, quindi la folla delle molecole distanti fra di loro 36 Angstrom, è una folla rada. Questo è il vapore. A cento gradi all’improvviso senza motivo apparente queste molecole cadono una sull’altra, la loro densità si moltiplica per un valore 1600, la distanza media scende da 36 a 3 Angstrom. Dato che il raggio della molecola è un Angstrom e mezzo, tre Angstrom di distanza significano che le molecole stanno in intimo contatto, si toccano.

In una previsione fatta sulla base della ragionevolezza uno potrebbe dire: abbassando la temperatura queste molecole si urtano con sempre minor violenza fino a che succede che dopo un urto due di esse restano attaccate, si agganciano con le forze di tipo chimico, come se avessero dei ganci; ovviamente se si urtano con gran violenza non riescono ad agganciarsi, se la violenza diminuisce può essere che due restino agganciate, allora formano un dimero, cioè una coppia, dopo di che - diminuendo ancora la temperatura - si formerà il trimero, il tetramero, ecc.. fino ad arrivare, perdonatemi il neologismo, all’Avogadromero, le molecole sono tutte agganciate insieme.

È questa l’evoluzione dal vapore al liquido? No, non è così, a 100 gradi ed un’atmosfera come ci mostra l’analisi spettroscopica le molecole sono essenzialmente solitarie, il numero di dimeri è meno dell’1% del totale, quindi poco. All’improvviso le molecole senza gradi intermedi si abbracciano tutte, si passa dall’estrema solitudine all’estrema collettivizzazione senza tappe intermedie, e senza evoluzione, quindi vuol dire che qualcosa di nuovo è accaduto, è apparso un nuovo attore ed è il campo elettromagnetico. Il campo elettromagnetico oscillava per proprio conto; si era in un mondo di eccitazioni solitarie, gli atomi si facevano le loro fluttuazioni da soli, e il campo elettromagnetico si faceva le sue fluttuazioni da solo. Le condizioni che esistono a 100 gradi e un’atmosfera consentono l’accoppiamento di queste oscillazioni solitarie, cioè la fluttuazione elettromagnetica fa passare la molecola dalla sua configurazione fondamentale a un’altra sua configurazione. L’individuo scopre una parte di se, la rivoluzione collettiva da luogo ad un evento individuale, il partecipante alla rivoluzione scopre una parte di se che fino a quel momento aveva ignorato, egli scopre che può avere un’altra configurazione, dopo di che questa molecola fluttua tra queste due configurazioni spinta dalla fluttuazione del campo elettromagnetico. Ma, potreste obiettare, quella è una fluttuazione, poi verrà meno. In effetti una fluttuazione quantistica ha vita effimera, perché la sua esistenza viola il principio di conservazione dell’energia, che in fisica quantistica vale soltanto su intervalli di tempo abbastanza lunghi. Su piccoli intervalli di tempo l’oggetto fisico (particella o campo) può – mi si perdoni la metafora bancaria – prendere in prestito dal vuoto una quantità di energia “E” da restituire tassativamente entro un tempo h/E, dove h è la costante di PlancK. Se però, durante questo tempo, l’oggetto fisico è capace di produrre e cedere all’ambiente (in particolare al vuoto) un’energia almeno uguale a E, il prestito è estinto e il sistema fisico può mantenere, in via permanente, la configurazione assunta durante la fluttuazione. Nel caso di N molecole capaci di assumere due diverse configurazioni, separate da un’energia E, una fluttuazione del campo elettromagnetico avente una frequenza uguale a E/h ed una lunghezza d’onda uguale al valore della velocità della luce nel vuoto diviso per la frequenza, induce all’interno della regione avente la dimensione della lunghezza d’onda (dominio di coerenza) la transizione simultanea delle molecole dalla configurazione di minore energia a quelle di maggiore energia e così via, su e giù, al ritmo della fluttuazione del campo elettromagnetico, che perciò produce una corrispondente fluttuazione delle molecole i cui componenti carichi (nuclei ed elettroni), muovendosi producono una corrente elettrica. Questa corrente, interagendo con il campo elettromagnetico della fluttuazione, produce un’energia attrattiva che si sottrae all’energia data in prestito dal vuoto per generare la fluttuazione. Quest’ultima energia è proporzionale al numero N di molecole, mentre l’energia attrattiva prodotta è proporzionale al prodotto di N per la radice quadrata di N, cioè cresce più velocemente al crescere di N.. Esisterà perciò sempre un valore critico di N, per cui le due energie diventano uguali e la configurazione fluttuante del sistema complessivo molecole più campo si stabilizza. Si ha allora la transizione da una situazione di eccitazioni solitarie ad un’altra, ugualmente peccaminosa, di orgia collettiva, in cui tutte le molecole oscillano al ritmo del campo elettromagnetico.

Queste fluttuazioni hanno una certa taglia spaziale limitata che è la lunghezza d’onda della fluttuazione; nel caso dell’acqua questa taglia è un decimo di micron, cioè un centomillesimo di centimetro, e questa zona noi la chiamiamo dominio di coerenza – coerenza vuol dire che tutti si muovono al ritmo – Differenti domini di coerenza poi si aggregano insieme con lo stesso meccanismo e abbiamo l’oceano Pacifico.

Fin qui la materia condensata, adesso passiamo alla materia vivente dove il 99% delle molecole sono molecole d’acqua e l’1% residuo sono proteine, grassi, zuccheri, ecc…

Siccome oggi alcuni pensano che la storia è fatta dalle minoranze illuminate, la biologia ha studiato l’1% ed ha trascurato il 99% che è la massa d’acqua.

In realtà l’1% riesce a lavorare perché c’è il 99%. I biologi hanno fatto un eccellente lavoro riuscendo ad enumerare tutte le catene di reazioni chimiche che corrispondono a un dato accadimento biologico. Ad esempio io mi gratto la guancia sinistra e questo è un accadimento biologico; a partire dal momento in cui il mio cervello ha detto “sarebbe tanto bello se io mi grattassi la guancia sinistra” al momento in cui me la gratto, c’è una catena di reazioni chimiche perfettamente scoperta e numerata, la molecola A deve incontrare la molecola B ecc..una serie di reazioni chimiche che debbono avvenire in luoghi precisi e momenti precisi. Ma come è possibile questa precisione? Immaginate la scena, sembra una scena fantozziana: la molecola A riceve l’ordine da qualcuno, non stiamo a indagare chi: vai dalla molecola B perché quello si deve grattare la guancia. A si guarda intorno e dice: dov’è B? lo deve trovare in primo luogo, ci sono miliardi di molecole, figuriamoci se ha B a portata di mano. Le forze molecolari hanno la portata di qualche Angstrom, quindi questa molecola A comincia a dare di matto, urta a destra e a manca le altre molecole fino a che non trova B e fa la sua reazione.

Ci vuole l’età dell’universo prima che io mi gratti la guancia sinistra.

Inoltre le molecole non sono così monogame; se mentre cerca la molecola B arriva un’altra molecola la quale con aria seduttiva dice ad A: la faresti una reazione chimica con me? – e quella se la fa, la catena prende tutta un’altra direzione, così finirà che invece di grattarmi la guancia sinistra mi metto a leggere la Bibbia, faccio tutta un’altra cosa.

Invece no, quando decidiamo di fare una cosa la facciamo, gli errori biochimici sono rarissimi, allora significa che l’incontro delle molecole non avviene in modo gassoso, non avviene sulla base delle leggi del caso, ma sono guidate, nel nostro organismo abbiamo i semafori.

Qual è il meccanismo? È il meccanismo elettromagnetico, la radio, ogni molecola via radio riceve l’ordine di fare una cosa e riceve anche l’indicazione di dove deve andare e ci va, se abbiamo l’organizzazione del traffico tutto si velocizza e tutto rientra nella ragionevolezza. Quindi capite la strada che deve fare la biologia prima di arrivare a capire la vita.

I biologi finora hanno chiarito il livello chimico, cioè la composizione molecolare e le catene di reazioni necessarie perché i vari accadimenti biologici abbiano luogo, ma non la dinamica, come accadono. Per questo occorre un secondo livello, l’elettromagnetico, il quale è prodotto spontaneamente dalla materia, cioè i campi elettromagnetici che le molecole sfruttano sono i campi elettromagnetici che stanno nei domini di coerenza dell’acqua, ecco quindi il ruolo dell’acqua. Il ruolo dell’acqua è quello di fornire la struttura dei cavi, la struttura elettromagnetica di base che trasmette i vari ordini, i vari segnali. Quindi noi abbiamo un insieme di molecole, il soma, e un insieme di segnali elettromagnetici, chiamatela psiche se volete. Questo insieme cambia col tempo, perché anche le molecole cambiano col tempo, attraverso le reazioni chimiche; noi siamo un incastro di due strutture: una struttura chimica e una struttura elettromagnetica. C’è anche una struttura sonora la quale emerge dal fatto che le molecole sono tenute insieme dal campo elettromagnetico. Se io tento di deviare una molecola dal ballo, la distraggo, la molecola è mantenuta nella sua situazione di ballo dal legame con le vicine che ballano per cui da quest'’eccitazione esce un suono. Cerco di spostare una molecola dalla sua situazione d’equilibrio, questa si ribella allora si trasmette un’oscillazione, quindi il fatto che c’è un campo elettromagnetico che tiene insieme le molecole si traduce nel fatto che appare anche un livello sonoro. La coerenza delle molecole svolge un ruolo fondamentale, ruolo che è stato chiarito dai nostri medici e biologi alternativi, nel mantenimento dell’organismo, coerenza significa che l’organismo fatto di infinite parti si comporta come uno.

Concludo col fatto che moltissime cose che vengono considerate parte della stregoneria potrebbero trovare a questo punto una spiegazione scientifica e ve ne cito due.

Una è l’omeopatia e l’altra è l’astrologia (mi voglio rovinare, tanto mi mancano due anni alla pensione, mi possono pure licenziare, mi dispiace per i giovani ma la fase di rivoluzione intellettuale che avviene nella nostra epoca è alla portata soltanto delle persone che abbiano un posto di ruolo, mentre i giovani – se osano provarci - non troveranno lavoro).

Vi racconto un fenomeno fondamentale per il mantenimento delle funzioni del corpo umano. Voi sapete che il nostro corpo umano ha strutture pluricellulari, sono fatte da molte cellule e però c’è un sistema extracellulare di controllo su tutto. La quasi totalità delle molecole che noi abbiamo sono elettroliti, sono spezzabili in ioni. Il sale, cloruro di sodio, si scinde nell’atomo di sodio con un elettrone in meno e nell’atomo di cloro con un elettrone in più. Uno è lo ione positivo sodio - positivo perché c’è un elettrone in meno - l’altro è lo ione negativo cloro – negativo perché ha un elettrone in più -. Essendo particelle cariche possono essere messe in moto sia dai campi elettrici che dai campi magnetici. Nella pratica industriale si usano prevalentemente i campi elettrici che sono i più violenti. Ogni movimento degli oggetti reali può avvenire in due modi: o con le buone maniere o con la violenza. Dato che la nostra società premia la violenza, si sceglie perciò il metodo più violento di tutti, il campo elettrico, invece la materia vivente sceglie il metodo più dolce, il campo magnetico, cioè se noi vogliamo stuprare le molecole si usa il campo elettrico, se invece vogliamo sedurle si usa il campo magnetico. La materia vivente sceglie il campo magnetico. Tutti si chiedono come fanno gli IONI a entrare e uscire dalle cellule sormontando la barriera di potenziale sita nella membrana cellulare, che normalmente difende l’individualità della cellula, cioè blocca gli ingressi. Questo è possibile grazie ad un fenomeno scoperto 20 anni fa che recentemente abbiamo interpretato. Prima che lo interpretassimo veniva negato come una truffa. Mentre nella scienza antica, quando si scopriva un fenomeno nuovo si diceva: “come siamo ignoranti!”, adesso di fronte ad un fenomeno nuovo si dice: “questi truffatori!” perché sono accettate solo le scoperte che si capiscono. Allora qual è la scoperta? Una corrente di IONI è sottoposta ad una combinazione di due campi magnetici paralleli, uno statico e uno alternato, applicati perpendicolarmente alla corrente. L’intensità del campo alternato deve essere piccolissima, diciamo un millesimo di quella del campo statico. Quando la frequenza del campo alternato diventa uguale a una frequenza caratteristica di ogni IONE che si chiama frequenza di ciclotrone ed è uguale al numero di giri che quello IONE percorre in un secondo, sotto l’azione del campo magnetico applicato, gli IONI ricevono un extracalcio, cioè la corrente ha un picco che dura 10-15 secondi in cui la corrente si raddoppia. Perciò quando questa combinazione di campi magnetici è applicata presso la membrana cellulare, gli IONI fanno un agile salto sulla barriera di potenziale della membrana  ed entrano dentro.

Quindi nelle cellule gli IONI non entrano con continuità; entrano solo quando c’è bisogno. Chi dice che c’è bisogno? L’accensione della combinazione dei campi magnetici, questo è il funzionamento fisiologico. Però ci può essere la patologia, cioè questo valore caratteristico per determinati motivi si può spostare, oppure l’organismo non ha più a disposizione la sorgente di campo magnetico alternato che fa produrre il salto.  Quando questo succede nasce la patologia, cioè gli IONI non arrivano più al posto giusto ed al tempo giusto. Per esempio il morbo di Parkinson si sviluppa quando un certo aminoacido che si chiama dopamina non è presente nei neuroni per far scattare le sinapsi. Come è successa questa disgrazia? I superficiali pensano che per qualche motivo l’organismo non produca più dopamina e prescrivono dosi massicce di dopamina all’infelice il quale continua a tremare, perché la dopamina anche se fornita dall’esterno non riesce a sormontare la barriera. Il problema è fargli sormontare la barriera. Allora il mio amico padovano, che alcuni hanno conosciuto ieri, purtroppo non è qui, ha fatto una macchina in cui questi campi magnetici sono dati dall’esterno. Il problema – come fa l’omeopatia – è convincere l’organismo a tornare a produrre. Però se uno non sa come fare glieli da dall’esterno, si mette sotto la macchina il parkinsoniano e smette di tremare, poi spegnete la macchina e lui trema di nuovo. Se uno elabora una strategia accurata perché chiaramente quella patologia è la conseguenza di altre patologie, allora affronta le varie patologie in ordine logico, prima quella più fondamentale e poi le altre. Alla fine il poveretto guarisce.

La natura invece,  come realizza questa macchina portentosa? La realizza così: vi ricordate che vi ho detto che nel dominio di coerenza dell’acqua noi abbiamo gli elettroni e le molecole che oscillano in su e in giù producendo il campo elettromagnetico al ritmo del quale esse ballano. L’oscillazione è tale che l’elettrone oscilla da una configurazione in cui è molto legato e in cui quindi l’acqua è isolante a un’altra configurazione in cui sta alle soglie della libertà, per cui è come se un dominio di coerenza diventasse un conduttore (solo al suo interno). Allora quando sta in questa posizione se il dominio di coerenza  riceve una piccola energia – e pensate che gli omeopati astuti scuotono l’acqua quando preparano il farmaco – questo scuotimento fa si che questi elettroni una volta arrivati all’estremo dell’oscillazione fanno un saltino e siccome è un insieme coerente se lo fa uno lo fanno tutti. Ognuno salta nell’orbita della molecola a fianco, producendo spontaneamente una corrente elettrica e questa corrente elettrica produce un campo magnetico. Noi così creiamo una sorgente artificiale di campo magnetico. Se per avventura i campi magnetici sulla membrana cellulare sono sballati noi gli mandiamo un po’ di goccioline d’acqua opportunamente preparata, ovviamente la velocità di rotazione dipende dal particolare procedimento per cui quella che si chiama la potenza del farmaco risponde alla velocità di rotazione con cui gli elettroni girano dentro questo dominio di coerenza. Il poveraccio è malato, noi gli diamo le goccioline d’acqua, le goccioline d’acqua vanno vicino alla membrana (la sto facendo facile….) e variano il valore sbagliato della magnetizzazione e lo fanno tornare giusto. A questo punto la famosa dopamina entra di nuovo, ecco le guarigioni miracolose. Che succede se io lo stesso farmaco lo do a una persona sana, costui aveva i campi magnetici in ordine, dandogli questo in più lo sballo e allora lui mostra i sintomi della patologia. Siccome però era sano queste goccioline d’acqua non trovano il terreno su cui attaccarsi, dopo un po’ la circolazione extracellulare li porta via e sparisce. E questo è proprio il primo principio dell’omeopatia, cioè il farmaco omeopatico è quella cosa che data al sano produce in via transitoria gli stessi sintomi che cura nel malato.

Adesso se volete vi parlo dell’astrologia. Abbiamo capito – per così dire – l’omeopatia – e adesso l’astrologia. Parliamo del sole, il sole non ci manda soltanto la luce, ci manda anche particelle cariche che vengono emesse dalle macchie solari, quindi il flusso di queste particelle ha un ritmo, le macchie solari hanno un ritmo di oscillazione di 11 anni. Le particelle cariche arrivano sulla terra, la terra ha un campo magnetico, le particelle vengono deviate dal campo magnetico terrestre, vengono deviate di un angolo che dipende dalla velocità di queste particelle, inoltre l’angolo dipende dalla direzione del campo magnetico terrestre, che varia nel giorno con la rotazione della terra, perché l’asse magnetico non è allineato, formano un angolo, per cui il valore del campo magnetico oscilla durante la giornata, e quindi il campo magnetico prodotto dalle particelle varia nel corso del giorno, nel corso dell’anno e nel corso dell’attività delle macch2ie solari, quindi varia anche col sole.

Ciò è complicato, viene chiamato in gergo vento solare e viene mappato dagli osservatori astronomici perché danno il valore delle frequenze del vento solare nel corso della giornata, nel corso dell’anno, dei decenni, ecc..sono vari cicli che si incastrano tra di loro. Naturalmente questo vento solare può essere schermato in parte dalla luna quando la luna si mette in mezzo tra il sole e la terra, oppure ci sono anche i raggi cosmici, che vengono dalle stelle, quindi c’è una dipendenza dal cielo molto elevata.

Alla fin fine quello che ci arriva sulla terra sono campi magnetici debolissimi variabili di bassa frequenza, proprio quelli che servono per l’esperimento detto prima.  Perciò in aggiunta alle nostre sorgenti interne di campi magnetici, che sono essenzialmente il sistema nervoso, abbassano sorgenti esterne. Prendiamo un bambino che sta nel corpo della mamma: i segnali magnetici li riceve dalla mamma e quindi lui non ha bisogno di una centrale sua, il problema nasce quando esce fuori. Nel momento in cui è stato tagliato il cordone ombelicale, chi gli da i campi magnetici per organizzare il traffico attraverso le cellule? Ovviamente lui si deve fare la sua rete, però occorrono alcune ore prima che la sua rete si attivi, nel frattempo chi lo cura? Lo curano le stelle, cioè egli userà, come campi magnetici che servono per dare ai vari IONI le spinte per passare attraverso le membrane, i campi magnetici ambientali che vengono dal sole e che variano di momento in momento e di giorno in giorno. Ogni campo magnetico attiva una particolare funzione. Per esempio, se alla nascita è  attiva la frequenza del campo magnetico che fa passare l’adrenalina, passerà l’adrenalina e quindi la prima reazione biochimica che capiterà a quel poveretto saranno le reazioni chimiche attivate dall’adrenalina, quindi la prima funzione biologica attivata sarà quella dell’aggressività, se invece gli si attiva il gaba verrà un meditativo, perché il gaba tende a bloccare la risposta immediata allo stimolo e a mandare in memoria i sintomi, diciamo le stimolazioni che ha avuto, quindi anziché agire riflette su quello che è accaduto, e così via. Tutto dipende da quale ambiente il bambino trova al momento della nascita, dopo di che le varie funzioni gli si attivano.

Io ho promesso all’editrice di ASTRA di scrivere un articolo dove dirò che, se questa teoria è vera, anziché fare le clonazioni si possono far nascere i bambini con l’oroscopo controllato. Supponete che il bambino sta per nascere il 27 luglio e io invece voglio un figlio Capricorno; allora nella stanza dove nasce io gli simulo con mezzi artificiali  i campi magnetici che esistono secondo il vento solare come compare dalla mappa di osservatori astronomici del 28 dicembre, quindi lui per gli effetti astrologici è nato il 28 dicembre e non il 27 luglio.

Se l’esperimento riesce vuol dire che l’astrologia non è una fesseria e se fallisce vuol dire che mi metterò il cappello con le orecchie d’asino.

 

 

 

 

 

La tela che si tesse da sé – olismo è libertà e rispetto
di Carlo Moiraghi

Mi piace rassomigliare l'evoluzione di un qualsiasi individuo al primo sviluppo della società umana, che individuo è, appunto.

Agli albori dell'umanità, i primi rari nostri predecessori si mossero in vigili esplorazioni di raggio dapprima limitato e poi via via maggiore. Alcuni cammini si fecero più frequentati, quelli che si erano rivelati in qualche modo vantaggiosi o anche solo piacevoli. Così il percorso per raggiungere l'acqua del fiume si trasformò in sentiero sotto i passi quotidiani delle donne con le anfore. E si formò il sentiero, dapprima lieve segno nell'erba, poi via via più evidente, per giungere al boschetto ove i ragazzi facevano legna per il fuoco, e un sentiero si formò per raggiungere gli alberi da frutta e fare provvista.

Fu il camminare stesso degli uomini che segnò i cammini e formò i sentieri. Poi i vari clan umani, venuti nel tempo a conoscenza dell'esistenza di altri raggruppamenti umani in altri luoghi, iniziarono reciprocamente a visitarsi e a scambiarsi doni ed esperienze e manufatti. Iniziarono gli scambi e sempre più battute e quindi più precise furono e strade che riunivano i villaggi e i mercati. Se i villaggi erano distanti e le strade impegnative, lungo queste si formarono bivacchi, luoghi di sosta e di ristoro, spesso nei crocevia di più cammini, e negli anni queste stesse stazioni divennero villaggi.

Si formò così una rete di percorsi e stazioni sulla terra, dove e come percorsi e mete si erano rivelati validi e interessanti.

Furono le impronte delle generazioni che segnarono cammini e sentieri, come in Abruzzo i tratturi.

Fu la funzione, il camminare, l'incontrarsi, il raggiungere, che creò la struttura, il sentiero. Nello stesso modo, ove era la fonte, pietre squadrate segnarono pozzo e lavatoio e nel luogo degli incontri altre pietre furono poste come scanni e come banchi e le piante da frutta furono coltivate, e precisando le strutture, si precisarono le funzioni e viceversa.

Così, funzione e struttura si precisarono reciprocamente insieme, proprio come è più agevole camminare sulle orme altrui ed il farlo peraltro rende più profonde le impronte sull'erba.

E l'inscindibile relazione fra la funzione e la struttura è evidente nei termini stessi, percorso, cammino, via, strada, indicano infatti sia l'azione la funzione, che l'oggetto, la struttura.

Così funzione e struttura furono e sono trama e ordito di una rete di rapporti e connessioni che da sé si è andata più determinando e strutturando. La tela che si tesse da sé.

E comunque i cammini e le relazioni dipesero dall'esistere di quegli iniziali nuclei di uomini e dell'ambiente intorno a loro.

E tutta la successiva formazione di quella complessa rete di rapporti e di connessioni quale è oggi la nostra società, dipesero dall'intenzione intima in quegli uomini, e dal loro desiderio e bisogno di entrare in relazione con ciò che li circondava, per alimentarsi, per riscaldarsi, per comunicare con altri, o anche solo per godere del panorama di una vetta.

Fu ed è questa primaria tensione alla relazione con ciò che ci circonda, come con ciò che è dentro di noi, questa ricerca di connessione insita fino nel primo indifferenziato nucleo energetico, che via via struttura gli apparati che concepisce più idonei.

Qualsiasi centro, qualsiasi fenomeno esistente, qualsiasi individuo, è centro di connessioni infinite con altri centri, con altri individui, e sono queste connessioni che ne segnano l'evoluzione della funzione e della struttura. La connessione è la porta della funzione e della struttura. E' la connessione che struttura.

In realtà, nell'esempio precedente, la causa della grave attuale perturbazione dell'ecosistema terrestre, è stata proprio la precisazione delle funzioni e delle strutture, le richieste di sempre maggiori funzioni che l'uomo ha attuato ed attua nella natura.

Certo, ogni strutturazione è comunque trasformazione da una minore ad una maggiore differenziazione e innesta processi difficili da valutare.

Ma se le conseguenze dell'attività dell'uomo sul pianeta si mostrano così violente, è in gran parte per errore nella scelta del modello, e del modo di questa stessa attività.

La connessione che struttura l'esistenza ha infatti un modello e un modo costanti: la libertà e il rispetto. Libertà e rispetto è ciò che è mancato all'atteggiamento dell'uomo nei confronti della natura in ogni suo aspetto, minerali, vegetali, animali, altri uomini.

Ogni capitolo della storia dell'uomo è storia della mancanza di libertà e rispetto. E le sopraffazioni, le violenze le guerre da ciò derivate, sono sempre state limite allo sviluppo della trama culturale e sociale.

La tela che si tesse da sé ha per trama ed ordito libertà e rispetto, ed è tela di cui l'uomo spesso fatica a cogliere il disegno dato che è filata secondo l'ordine della natura, che sempre anche quando significa morte, avviene nella libertà e nel rispetto, là dove l'ordine umano anche quando non significa morte, le più volte non avviene nella libertà e nel rispetto.

 

Rupert Sheldrake: un candidato al rogo

Nel 1981 veniva pubblicato in Inghilterra "A New Science of Life" (Una Nuova Scienza della Vita) di Rupert Sheldrake. Tra le numerose recensioni di questo controverso libro si faceva notare quella dell'autorevole rivista scientifica "Nature" che lo giudicava il miglior candidato al rogo degli ultimi anni. Fortunatamente, a questa rigida posizione ufficiale, si contrapponeva quella più moderata, ma non meno autorevole, della rivista "New Scientist", che scriveva: "è abbastanza chiaro che abbiamo a che fare con una importante indagine scientifica sulla natura della realtà biologica e fisica."

L’importanza e l'impatto delle tesi di Rupert Sheldrake dipendono dalla sua profonda conoscenza del campo trattato; Sheldrake non è uno scienziato improvvisato ma un ricercatore con un background impeccabile; studia a Cambridge, membro della Frank Knox è stato direttore degli studi di biologia cellulare e biochimica presso la Harward University, membro della Rosenheim Research della Royal Society, lavora come ricercatore sulla fisiologia delle piante tropicali presso l'International Research Institute in India. Autore di pubblicazioni scientifiche su "Nature" (250, 381-385), "Biological Review" (48, 509-559).

Nel suo libro Sheldrake attacca due principali e tuttora irrisolti problemi della biologia: qual è la natura delle strutture viventi? Come sono determinate le forme e gli istinti degli organismi viventi? La risposta è nell'ipotesi della ‘formazione causativa’ che considera forma, sviluppo e comportamento degli organismi viventi modellati e mantenuti da 'campi morfogenetici'. Questi campi morfogenetici sarebbero connessi ad altri campi simili dalla ‘risonanza morfica’ che, come una forma di comunicazione di informazioni, connette le stesse forme e gli stessi comportamenti al di là dei limiti conosciuti del tempo e dello spazio. L’ipotesi di Sheldrake non si contrappone alla visione scientifica ufficiale ma ne espande i confini. La concezione dei campi morfogenetici sembra essere la risposta scientifica all’intuizione della sincronicità di C.G.Jung, una via privilegiata che connette eventi simili e che sembra superare i conosciuti limiti dello spazio e del tempo, creando ‘memorie’ della forma e del comportamento psichico che sembrano essere il nocciolo degli archetipi.

Non ci stupisce la risposta reattiva che larga parte della scienza ufficiale ha riservato a questa ipotesi, che inizia a tessere una sottile rete di relazioni osservabili e di interpretazione di fenomeni (fino ad ora non indagati) senza quella drastica e assurda dicotomia tra eventi fisici ed eventi psichici, che ha fino ad ora rigidamente caratterizzato la visione scientifica meccanicista e riduzionista.

 

SCI.90.210 - L’ipotesi della causazione formativa
di Rupert Sheldrake

da "New Science of Live"

L’ipotesi della ‘causazione formativa’ propone che i campi morfogenetici giochino un ruolo causale nello sviluppo e nella conservazione delle forme dei sistemi, a tutti i livelli di complessità. In questo contesto, la parola ‘forma’ non abbraccia solamente il significato di ‘forma della superficie esterna’ o di ‘contorno di un sistema’, ma anche la sua struttura interna. Questa causazione della forma, tramite i campi morfogenetici, è chiamata "causazione forrnativa" per distinguerla dalla "causazione energetica" con cui la fisica è già così profondamente connessa. Benché i campi morfogenetici possano evidenziare i loro effetti esclusivamente in congiunzione con i processi energetici, essi non sono di per sé energetici.

L’idea di una causazione formativa non- energetica è facile da intuire con l'aiuto di una analogia con l'architettura. Per costruire una casa sono necessari mattoni e altri materiali edili, così come sono necessari i muratori che dispongono i materiali al loro posto e il progetto che determina la forma della casa. Gli stessi muratori, con la stessa quantità complessiva di lavoro, usando la stessa quantità di materiali edili, possono costruire una casa di differenti forme sulla base di differenti progetti. Il progetto può quindi essere considerato come causa della particolare forma della casa, benché, certamente, non sia l'unica causa della casa, che non può essere realizzata senza materiali edili e l'attività dei muratori. Similmente, un campo morfogenetico è causa della specifica forma presa da un sistema, benché non possa agire senza appropriati ‘mattoni’ e senza l'energia necessaria per muoverli.

Questa analogia non intende suggerire che il ruolo causativo dei campi morfogenetici dipenda da un progetto cosciente, semplicemente enfatizza che non tutte le cause debbono essere energetiche, sebbene tutti i processi di cambiamento implichino energia. Il progetto di una casa non è, in sé, un tipo di energia. Anche quando è disegnato sulla carta o realizzato nella forma della casa, esso stesso non possiede nessun peso né ha energia sua propria. Se il progetto venisse bruciato o se la casa fosse demolita, non vi sarebbe nessun cambiamento nella complessiva quantità di energia e di massa, il progetto semplicemente svanisce. Similmente, secondo l'ipotesi della causazione formativa, i campi morfogenetici non sono in se stessi energetici, nondimeno giocano ruolo di causa nella determinazione della forma del sistema a cui sono associati. Se un sistema è associato a un differente campo morfogenetico, si svilupperà differentemente e questa ipotesi è sperimentabile empiricamente.

 

L’Acqua alla luce della fisica quantistica
di Emilio Del Giudice

Questo secolo è nato con grandi speranze, e poi ha attraversato vicissitudini turbolente. Le rivoluzioni dell'inizio secolo danno proprio l'impressione di dar luogo all'opposto di quello per cui erano nate.

La rivoluzione quantistica era nata per ricondurre a un comportamento unitario il comportamento a priori del tutto sconclusionato degli insiemi di atomi. Un atomo ha il senso d'identità, di appartenenza a un oggetto, o è un modo antropomorfico di porre la questione? Cosa fa uscire l'atomo dalla sua solitudine, rotta solo da scontri con altri atomi? Un mondo di atomi isolati che si urtano periodicamente, assomiglia a certi incubi delle società contemporanee, dove spesso gli individui si incontrano solo entrando in contrasto. La legge per cui gli atomi operano collettivamente, coerentemente, non avviene a causa di urti estrinseci casuali... ma viene dallo spazio in cui questi atomi sono inseriti, in cui navigano. E' il mezzo che fornisce loro un'identità collettiva. Questo spazio era inesistente nella fisica classica, era un puro recipiente vuoto, mentre nel vuoto quantistico le cose cambiano. Anche nella fisica classica si dice che il vuoto viene poi riempito dai campi, gravitazionale, elettromagnetico, e così via. Questi campi però richiedono energia per essere accesi, altrimenti hanno valore zero. Nella fisica quantistica, niente può avere valore permanente zero, altrimenti sarebbe perfettamente determinato. Qui vediamo come l'incontrollabile flluttuabilità elementare è la base per la costruzione di qualcosa di permanente. Siccome niente può essere permanentemente zero, abbiamo delle fluttuazioni: immaginate lo spazio vuoto come buio in cui ogni tanto si accende una luce, che è la fluttuazione del campo magnetico. Heisenberg ci insegna che questo fenomeno può esistere solo per un tempo molto limitato, perché i valori medi devono essere quelli classici, si devono conservare, e possono essere violati solo per un breve istante di pazzia. Però lo spazio è riempito da queste fluttuazioni, gli atomi che si trovano in tale spazio le avvertono e, se sono particolarmente densi, l'interazione tra la fluttuazione del campo e la corrispondente fluttuazione dell'atomo può diventare, in condizioni opportune, così elevata da diventare un fatto permanente, perché dà luogo a un'energia attrattiva che abbassa il livello energetico del sistema fisico, il sistema fisico per una legge fondamentale adotta la configurazione che richiede il minor livello di energia.

Il diametro medio di una molecola d'acqua è di un armstrong, la distanza media nel vapore sono 36 armstrong, una folla molto rada, come se delle persone stessero a 40 metri l'una dall'altra; nei liquidi stanno a 3 armstrong, praticamente a contatto, e questo accade in un momento di transizione, in cui il vantaggio energetico di muoversi tutti in fase diventa rilevante rispetto al vantaggio di stare separati. Le due configurazioni, quella gassosa e quella condensata, prevalgono a seconda di qual è la situazione più economica, una volta fatto il calcolo dell'energia. Esistono delle situazioni che corrispondono a quelle di esistenza ordinaria, in cui gli atomi si riposano di più danzando insieme che da soli: diventa un principio di costruzione estrinseca ed intrinseca, perché gli atomi si muovono non solo di per sé stessi, ma sulla base di una sollecitazione che ricevono da un campo generato da tutti gli altri, e anche da sé stessi, quindi abbiamo un principio di automovimento.

Nella fisica classica l'atomo si muove solo per sollecitazione esterna: nel sistema non coerente l'altro atomo è un ostacolo, un nemico contro cui sbatto, nel sistema coerente l'altro è la condizione del mio moto, ed io sono la condizione del suo, e ci si muove non a dispetto l'uno dell'altro, ma proprio perché c'è l'altro. E' un automovimento e non un eteromovimento, quindi la modifica avviene dall'interno, cioè l'esterno può modificare il sistema solo se ne modifica l'interno e passa attraverso la modifica della relazione di fase che li avvolge tutti. A meno che la sollecitazione esterna non sia così grande, un urto così violento, da superare le barriere energetiche che proteggono il sistema coerente e quindi buttare a viva forza alcune particelle fuori dalla loro danza, creando così una parte non coerente.

Nella vita esiste la coerenza ma anche la non coerenza. L'acqua è un insieme di due fluidi, c'è una parte dello spazio con queste molecole che si muovono in fase, ma esistono anche regioni in cui si addensano "gli esuli", cacciati da fluttuazioni termiche particolarmente forti: la frazione non coerente cresce con l'aumento di temperatura, in essa le molecole si muovono come un gas, dando luogo all'entropia, ossia la temperatura osservata del liquido. Il sistema coerente ha entropia e temperatura zero. Però l'esistenza di queste frequenze non coerenti è importante anche per la vita: nel sistema coerente possono infiltrarsi degli "ospiti", cioè molecole non di acqua; ma in un sistema coerente tutte le molecole si devono muovere con lo stesso ritmo... per cui vengono cacciati, e una coerenza locale diventa nemica di una coerenza universale.

Come possono insiemi coerenti di frequenze diverse dar luogo a un sistema aggregato come l'organismo vivente, in cui ci sono tantissimi tipi di coerenza? E' un problema che deve essere ancora risolto. Le molecole diverse, non potendo entrare nel sistema coerente, entrano negli interstizi di non coerenza, ecco perché la vita ha una temperatura minima al di sotto della quale non si può scendere; calando la temperatura, la parte non coerente sparisce, e gli interstizi, divenuti troppo piccoli, non possono far entrare le molecole diverse sufficienti a dare luogo all'organismo vivente.

Si calcola che la dimensione della grandezza di quegli interstizi nell'acqua è più o meno quella delle macromolecole biologiche; a temperature più basse non avrebbero lo spazio per entrare. Con l'aiuto del campo elettromagnetico dell'acqua, che non è strettamente intrappolato ma trapela fuori, le molecole entrano e danno luogo a forme di coerenza diverse, si organizzano anche loro. A un certo punto, hanno anche la possibilità di svolgere reazioni chimiche che producono energia, cambiando così la loro natura, quindi tutto il gioco delle frequenze elettromagnetiche del campo deve evolversi in corrispondenza del cambiamento dei protagonisti del sistema.

L'energia prodotta da queste reazioni, ai bordi della regione coerente, non se ne va in forma di calore, ma in forma di onde, e può dar luogo a una forma di coerenza. La chimica e l'elettromagnetismo si incastrano l'una nell'altro, nel senso che le molecole non interagiscono casualmente, ma si incontrano per un principio di risonanza elettromagnetica, se le loro frequenze di oscillazione rispetto al campo si accordano. Per cui ci sono attrazioni privilegiate che daranno luogo a reazioni chimiche favorite rispetto ad altre.

L'energia emessa da queste reazioni chimiche può trasformarsi in alimentazione di eccitazioni elettromagnetiche, che a loro volta portano il gioco più lontano.

Nell'acqua liquida semplice, la frequenza oscillatoria del campo responsabile della coesione delle molecole è una sola; quando abbiamo a che fare con più sistemi, ognuno con la sua frequenza, tenendo presente anche che cambiano nel tempo, cominciamo ad avere un insieme di "note" che variano nel tempo e non sono più note singole, ma voci, messaggi. Questa può essere una delle strade per capire come emerge la coscienza dalla materia.

 

L’Acqua, la Coerenza Elettrodinamica Quantistica e l’Origine della Vita
di Giuliano Preparata

Ho avuto l'onore di partecipare alla grande ricerca che ci ha dato agli inizi degli anni '70 quello che si chiama il modello standard, e che ha avuto all'inizio degli anni '80 una conferma clamorosa, con la scoperta al CEM di Ginevra di particelle pesanti chiamate W Z zero, i mediatori delle cosiddette interazioni deboli, un processo fondamentale che permette alle stelle di poter smaltire la loro energia senza scoppiare, e bruciare per miliardi di anni, in modo estremamente regolare, come il nostro Sole.

Questo programma di ricerca ci ha consegnato una visione del mondo basata su interazioni fondamentali che hanno una struttura semplice, dette anche "teoria di Gauge". Esistono forme di interazione generale con strutture molto simili, anche se danno luogo a processi diversi. Ad esempio, si è scoperto che la dinamica tra le particelle subatomiche protoni, neutroni, eccetera, si basa sulla quantum cromo dynamic, cioè la teoria quantistica del colore, di Gauge anch'essa, che ha una certa struttura, e anche le interazioni elettromagnetiche da cui dipendono le leggi di interazione di tutta la materia vivente e no, hanno una struttura molto simile alla teoria quantistica del colore. Poi si è scoperto che le interazioni deboli sono un altro aspetto dell'elettrodinamica quantistica.

Per cui si può dire che tutte le leggi della natura, tutte le interazioni si basano su leggi generali di forza con strutture molto simili; questo programma di ricerca si basa appunto su un sistema di interazioni in cui entra la teoria quantistica dei campi e vale fino a distanze che sono un decimillesimo della taglia del protone che è un centomillesimo della dimensione atomica, la quale è un centomilionesimo di centimetro. Fino a 10 elevato alla -17 centimetri sappiamo cosa succede nel fondamentale, ed è una verità acquisita con un grande dispendio economico ed intellettuale, un insieme di verità la cui perdita sarebbe gravissima.

E' un punto fisso da cui partire, per andare dove? Questo secolo è stato dominato dal programma di scomporre la materia esistente in natura e non, perché la materia che si osserva negli acceleratori di particelle esisteva forse nei primi istanti del Big Bang, ma non c'è più perché decade, scompare, e rimane solo un mondo, il nostro, della materia, dell'anima, eccetera, fatto solo di protoni, neutroni ed elettroni, ossia i componenti del nucleo atomico e le particelle che vi girano attorno. Questa è una visione del mondo dilapidata, è come uno scatolone in cui ci sono le particelle elementari; ma a cosa ci servono i protoni, i neutroni, gli elettroni? E' il problema cruciale di chi vuol mettere in relazione la fisica subnucleare, della seconda metà del secolo, con l'infinita meraviglia dei processi e degli accadimenti della vita e della coscienza.

Allora il problema è passare da un sistema elementare di leggi a sistemi complessi, passare dalla scomposizione della materia a ricostruire la materia condensata sia vivente che no. Da questo tipo di fisica iper-atomistica, mi sono accorto che c'erano grandi speranze di ricomporre la materia e arrivare a gradi sempre superiori. Di fatto, in questo programma di scomposizione della materia, ci siamo arrestati su un concetto nuovo, un costituente che è inseparabile dai costituiti... il famoso Quark, il segno della nuova scienza. E' l'oggetto meno compreso che sia stato scoperto in natura. "Radiografando" un protone, vediamo tre puntini, con cariche strane, frazionarie, che si muovono, come del resto nell'atomo, che ha un nucleo compatto e gli elettroni attorno. Abbiamo provato a bombardare i protoni come si fa con gli atomi, con raggi gamma o con altre particelle ad altissima velocità, per poi raccoglierne i pezzi, i quark...siamo arrivati a energie dell'ordine di migliaia di volte la massa del protone: invece di rompersi, si costituiscono altri protoni, ancora composti da quark e antiquark, ma mai siamo riusciti a separare i costituenti del protone. Con grandi energie, mediante l'equazione di Einstein, l'energia si converte in altra massa, ma mai nelle particelle fondamentali che abbiamo visto nella radiografia. E' un paradosso che la comunità scientifica non ha capito, e in maniera aristotelica gli ha dato un nome e lo ha classificato come "il confinamento dei quark", senza spiegare perché sono confinati.

Io, che sono rimasto uno dei non aristotelici, ho deciso di trovare la spiegazione: si passa attraverso il fatto che i quark non sono solo loro la realtà delle particelle, ma vivono su un vuoto quantistico. Lo spazio vuoto che noi vediamo, in base alla teoria quantistica dei campi, è pieno di campi, che i quark con le loro cariche forti, vedono. Ho cercato di mettere a frutto ciò che avevo imparato; il campo quantistico è un campo come quello elettromagnetico, che in più ha l'aspetto quantistico, nato dal principio di Heisenberg.

La fisica quantistica non possiede più l'horror vacui, ma l'horror quietis, nel senso che nulla può stare fermo: sia la posizione che l'impulso che la velocità, è determinata. Questo è un mondo assurdo, infatti il principio di Heisenberg viola le nostre esperienze... vediamo delle cose ferme! Ma gli atomi sono in movimento.

Nella meccanica quantistica, questo è il punto fondamentale, il vuoto sta al di qua della creazione, non al di là; la creazione deve costituire innanzitutto il vuoto, e le proprietà del vuoto determinano il comportamento dinamico della materia che noi vediamo come uno stato eccitato del vuoto. Come un atomo che nel suo stato eccitato si vede perché irraggia, e va nel cosiddetto groundstate, lo stato fondamentale.

Quelli che vogliono fare la fusione calda, devono mettere protoni, Deuterio, Trizio in una bottiglia magnetica in modo che non tocchino le pareti, perché arrivano a temperature enormi; se noi prendiamo un campo magnetico abbastanza forte, i protoni girano su questo campo e non riescono ad andare alle pareti...la soluzione del confinamento dei quark è che i quark vedono dei campi cromomagnetici impotenti, e l'unica maniera per uscire da questi domini magnetici del vuoto è neutralizzarsi, infatti solo le particelle neutre escono fuori dal vuoto. Mettersi sotto la forma di adroni è l'unico modo per neutralizzare la loro carica, per cui loro in gruppi, se ne vanno e si propagano sul vuoto. Perché alcune particelle hanno tre quark, altre hanno un quark e un antiquark, eccetera? Tutte le scoperte degli anni '60 vengono finalmente razionalizzate in questa visione del mondo: c'è uno stato fondamentale con enormi elementi di coerenza in questi domini dove i quark possono propagarsi solo se sono accompagnati, non da soli. E' impossibile isolare un quark, perché bisognerebbe dargli un'energia infinita. E' un fatto interessante perché fa vedere un cambiamento di visione: il protone ha uno stato legato non per delle interazioni mutue fra i quark, ma perché i quark viaggiano su un vuoto che noi vediamo come tale, ma di fatto non è vuoto, e i quark lo sanno bene; se non ci fosse questo, si propagherebbero.

La soluzione del confinamento non è stata accettata, perché è venuta troppo tardi, quando ormai la comunità aristotelica della fisica aveva fatto una lunga strada nella direzione opposta... la scienza ufficiale ha come referenti i grandi gruppi di potere economico.

Io però ho imparato che anche nella fisica delle particelle ci sono in gioco elementi di coerenza globale, olistica, di grande interesse, che non devono rimanere confinati nel mondo delle particelle, ma arrivare al mondo della vita e dell'anima.

Ho così applicato queste idee alla fisica della materia condensata, con l'enorme densità di 10 elevato a 23 per centimetro cubo. Sono andato a vedere cosa succede nel vuoto, cioè nel sistema nello stato fondamentale, di energia più bassa. La visione tradizionale a proposito dell'acqua, dice che è una molecola stupidissima, non complessa come ad esempio il DNA; le molecole d'acqua stanno insieme perché delle forze elettrostatiche le tengono insieme.

C'è un problema: le forze dell'acqua sono diverse quando sono nel vapore, ma non si spiega perché. Perché bolle proprio a 100 gradi? Dal mio studio venne fuori un'acqua completamente diversa: l'horror quietis porta le molecole dell'acqua ad oscillare nel loro stato più basso, con frequenze caratteristiche: la singola molecola è come una radio che manda una radiazione elettromagnetica di frequenza ben precisa... proprio quella su cui oscillano tutte! Abbiamo 10 elevato a 23 oggetti per centimetro cubo che oscillano tutti alla stessa frequenza! Le molecole danzano in fase, si crea un campo elettromagnetico che le tiene insieme, per cui le molecole si conoscono le une con le altre, proprio come radio che comunicano la loro musica a distanza, provocando una grande armonia. Anche nel laser c'è, ma c'è perché una grande energia viene confinata con delle cavità ottiche, senza le quali non funzionerebbe. Nell'acqua invece avviene spontaneamente, in virtù delle variabili termodinamiche, temperatura e densità.

Un mondo caotico quindi diventa un mondo di armonia, in cui l'interazione fondamentale è a lungo raggio, e condensa un campo elettromagnetico potentissimo che mantiene questo ordine infinitamente. Mi sembra l'archetipo della vita: da un insieme slegato di oggetti individuali, a un oggetto che è un tutto... questo avviene spontaneamente ed è infinitamente stabile, pensate alla vita eucariota che è diventata procariota. Questi tipi di comportamenti coerenti ci permettono di chiarire una serie di cose mai capite, come l'esistenza dei superconduttori, o dei superfluidi, o addirittura della calamita, che ancora oggi non aveva una spiegazione.

 

LIBERTA’, INDETERMINAZIONE E CAOS DETERMINISTICO

Di Emilio Del Giudice

Dagli atti del convegno "verso la nascita di una coscienza planetaria" dell’Associazione Amaranto

 

Per molti decenni la percezione comune che è nata dalle riflessioni della scuola di Copenaghen ha trovato il dissenso di Einstein – il quale però non fu capace di contro argomentare perché gli mancavano un certo numero di elementi. Einstein condivideva con Bohr la concezione che la realtà fosse fatta di palline, cioè di atomi, il che è vero in prima approssimazione, soltanto nell’approssimazione del gas. In realtà la natura non è fatta di atomi ma è fatta di onde, cioè quella realtà chiamata atomi fluttua e quindi è un’onda. Questa fluttuazione è stata male interpretata considerandola come un’impossibilità di conoscere la posizione del supposto oggetto materiale. Ma il punto materiale non esiste, è solo un’approssimazione di un’onda. La realtà vera della natura, condivisa anche da Cartesio, non è quella dei punti materiali ma è quella delle onde. Infatti la concezione che la natura sia fatta di punti materiali trovò il suo fallimento nella crisi dell’entropia, che accadde un secolo fa, all’inizio del secolo e che fu correttamente interpretata da Max Planck, il quale riteneva che la natura fosse fatta appunto di onde. Vi porto i due esempi, uno ve l’ho già fatto e quindi ve lo ricordo, quello del raggio dell’atomo di idrogeno, e l’altro è quello ormai molto noto del cosi detto CAOS DETERMINISTICO che se volete è una contraddizione in termini. Che vuol dire CAOS DETERMINISTICO? Se leggete ormai qualunque testo di divulgazione trovate questa parola. Come Può il determinismo dar luogo al CAOS? Prendiamo un punto materiale, questo punto materiale è localizzato ad un certo istante in una certa posizione, quindi la condizione iniziale è data. E’ precisata anche la forza che agisce su questo punto materiale, dopo di che è costruita con l’apparato matematico della fisica classica la traiettoria; la traiettoria è perfettamente definita. Adesso variamo di pochissimo la condizione iniziale, cioè prendiamo un altro punto materiale e nello stesso istante in cui abbiamo fatto partire il primo moto facciamo partire il secondo da una posizione infinitamente vicina a quella del primo, cioè tale che la distanza tra le due posizioni iniziali sia piccolissima. Allora sviluppiamo la seconda traiettoria. Le due traiettorie scorreranno nel corso del tempo parallele, per cui essendo vicine in un istante rimarranno molto vicine in tutti gli istanti successivi, oppure divergeranno? Sfortunatamente per le sorti successive della fisica classica H. Poincaré dimostrò alla fine dell’800 che le due traiettorie di solito divergono, tranne un numero esiguo di casi molto semplici e anche non fisici.

In generale in un sistema fisico qualsiasi, soggetto alle leggi della fisica classica, due traiettorie che partono molto vicine poi, nel corso del tempo, si allontanano quanto si vuole;ciò vuol dire che se una particella si trova sulla luna, l’altra si troverà su Sirio. Adesso, dato che lo spazio varia con continuità nella fisica classica, avviciniamo il più possibile le due posizioni iniziali, facendole andare al di sotto del nostro limite di precisione sperimentale, per cui i due punti appaiono come un unico punto. Siccome la divergenza permane noi che cosa abbiamo? Abbiamo che due traiettorie, che apparentemente partono dallo stesso punto, dopo un po’ di tempo diventano due traiettorie completamente diverse. Questo è il CAOS DETERMINISTICO. Ciò significa che, a tutti gli effetti pratici, il sistema diventa impredicibile. È vero che se io preciso la condizione iniziale la traiettoria è univocamente definita, siccome questa precisazione è sempre connessa con un errore, piccolo quanto si vuole, però non zero, allora vuol dire che a tutti gli effetti pratici siccome ogni mia misura sarà affetta da un errore, vuol dire che , in pratica, in ogni sistema fisico io non posso prevedere il futuro, data l’esistenza di questo fenomeno. Da quando poi hanno introdotto i computer, ai fisici piace moltissimo giocare e quindi ne è giunta ogni sorta di conclusioni, il CAOS DETERMINISTICO è diventata la giustificazione dell’impredicibilità, alcuni sciagurati hanno anche detto che la vita si spiegava così, con il caos deterministico, perché essi pensano che l’essenza della vita sia che non si possa predire niente. Il caos deterministico è solo il prezzo che la fisica classica paga al fatto di essere sbagliata. Infatti questo fenomeno non esiste nel caso della fisica quantistica, non esiste perché il sistema già oscilla di suo. Il teorema di Poincaré per i sistemi quantistici non è vero, è vero solo per i sistemi classici e ciò che lo rende invalido per i sistemi quantistici è proprio il fatto che il sistema fluttua e compensa quelle piccole differenze iniziali). Nitamo Montecucco mi potrà capire perfettamente quando gli porto l’esempio preso dall’esperienza della bio-energetica. Mettete una persona dritta in piedi qui sul proscenio, supponete che questa persona sia estremamente rigida, allora voi vi avvicinate, con un dito gli fate una piccola pressione, e lui cade lungo disteso. Se invece questa persona, come di solito fanno gli africani, è molto molleggiata sulle ginocchia, quindi fluttua un po’, voi non lo mandate al suolo neppure con una grande spinta, lui rimarrà sempre in piedi.

Grazie al fatto che il sistema oscilla, esso scopre automaticamente e da solo quali sono le configurazioni di minima energia e le va ad occupare. La metafora dell’alpino che cade sul marciapiede. Alla fin fine, il determinismo esiste in natura, che diamine! L’acqua, alla pressione di una atmosfera, bolle sempre a 100 gradi mai a 101 o 98, l’atomo di idrogeno ha sempre il raggio di 0,53 Angstrom, e per nessuna ragione al mondo 0,54 e neanche 0,52. Determinismo non significa povertà di possibilità anzi ricchezza di possibilità, perché siccome ci sono infiniti fattori nel mondo la combinazione di questi infiniti fattori crea infinite possibilità. Quindi l’esistenza del determinismo non è ostacolo per niente alla ricchezza del reale, anzi la ricchezza del reale trova alimento proprio nell’esistenza di regole deterministiche di combinazione, e infatti la fisica classica il sistema vivente non lo spiegherà mai, la fisica quantistica si, proprio grazie al fatto che si fonda su elementi fluttuanti.

Per ultimo vi citerò la tesi di laurea di una persona che passa per essere nella concezione comune come l’eroe del determinismo più assoluto, cioè Carlo Marx.

Egli svolse la tesi di laurea sulla differenza tra le concezioni della natura di Democrito e di Epicuro.

Qual era il contenuto di questa tesi di laurea?

Democrito ed Epicuro dicono tutti e due che la concezione generale della realtà dipende dalla concezione della natura, tutti e due dicono che la natura è fatta di atomi e che tutto ciò che esiste sono aggregati di atomi. Dopodichè vanno avanti e le due concezioni della realtà di Democrito e di Epicuro non potrebbero essere più diverse. Democrito crede nella virtù, Epicuro nel piacere, Democrito crede nella legge, l’altro crede nell’autodeterminazione e così via… eppure tutti e due sono d’accordo che tutto discende dalla concezione della natura e la concezione della natura sembra essere la stessa.

Allora, o è sbagliata la prima o è sbagliata la seconda affermazione. Dice Marx che è sbagliata la seconda, perché in effetti le concezioni della natura di Democrito ed Epicuro sono diverse, anche se non sembra a prima vista.

Nella concezione di Democrito, che è un fisico classico, gli atomi si muovono lungo traiettorie perfettamente definite, quindi per incontrarsi hanno bisogno che chi ha generato queste traiettorie abbia preso la mira, cioè ci vuole il Creatore evidentemente. Per Epicuro invece, che è un fisico quantistico, le traiettorie fluttuano, cioè gli atomi fluttuano e quindi gli atomi si incontrano sulla base dell’improvviso scatto d’amore che un atomo ha provato per un altro, gli vola incontro e si uniscono. Solo su questa seconda base si costruisce un mondo macroscopico, retto da leggi determinate. Conclude Marx: è assolutamente impossibile avere un mondo macroscopico deterministico fondato su elementi microscopici egualmente deterministici. O uno rende deterministici gli elementi microscopici e si condanna al CAOS dal punto di vista macroscopico, o uno vuole, com’è giusto volere, il determinismo nel mondo macroscopico e allora deve concedere libertà agli elementi microscopici, in altre parole può costruire un mondo macroscopico deterministico sulla base di elementi microscopici fluttuanti.

Bene, questa tesi di laurea è del 1835, dopo più di un secolo, questa è una previsione di Carlo Marx che non è sbagliata.

 

Commento sul caso Bienveniste
di Emanuele De Benedetti

L’ambiente della scienza ortodossa è stato scosso recentemente dal caso Bienveniste. Bienveniste, uno scienziato francese e i suoi colleghi dell'Università di Parigi Sud hanno pubblicato (Nature 333, p. 816- 818, 30 giugno ‘88) l’evidenza sperimentale che una soluzione di anticorpi (anti-lgE), diluita in successione e agitata più volte vigorosamente, può ancora evocare una risposta nei basofili umani, anche se a diluizioni così elevate che il liquido non contiene più alcuna molecola di anticorpo. Il risultato sembra essere analogo all'effetto positivo dei farrnaci omeopatici e in contrasto con quello che la scienza ortodossa ritiene normalmente possibile: una soluzione che non contiene alcuna molecola di una sostanza non può avere gli stessi effetti della sostanza stessa.

L’articolo è stato pubblicato su ‘Nature’ dopo quasi due anni dalla prima stesura, previa richiesta di verifica dei risultati da parte di altri laboratori indipendenti e l'accordo che ‘Nature’ avrebbe potuto inviare una commissione per esaminare le procedere sperimentali usate nel laboratorio di Benveniste.

Subito dopo la pubblicazione dell'articolo, probabilmente dietro pressione di scienziati ortodossi scandalizzati e, molto probabilmente, delle industrie farmaceutiche, la commissione di inchiesta è approdata al laboratorio di Benveniste, composta da uno scienziato esperto in frodi scientifiche, un curatore di ‘Nature’ che aveva accettato l'articolo, e da un mago professionista esperto in giuochi di mano.

Dopo aver passato una settimana ad esaminare le note di laboratorio ed a ripetere alcuni esperimenti, in particolare con controlli a doppio cieco che evitano errori intenzionali o inconsci, la commissione ha concluso che i risultati di Benveniste non erano ripetibili e che i dati pubblicati non erano stati elaborati correttamente, ma scelti per massimizzare il risultato voluto (Nature 334, 287- 290, 28 luglio ‘88).

Noi non vogliamo entrare nel merito della bravura scientifica di Benveniste e dei suoi collaboratori, ma commentare il metodo con cui Nature e, con essa, l’establishment internazionale hanno affrontato (aggredito?) il caso. Troviamo ridicolo l'infantilismo difensivo (o forse dovremmo dire arroganza del potere?) e umiliante la sua sfiducia 'a priori' dell'atteggiamento di Nature e di altri scienziati (vedi lettere a Nature sul caso), nei confronti di uno scienziato né meglio né peggio di tanti altri che nessuno si sogna di mettere sotto inchiesta. Chi si sogna di mettere sotto inchiesta gli scienziati che provano la non dannosità dei farmaci, di altre sostanze chimiche che vengono messe in commercio con l'avvallo dei governi di tutto il mondo? Solo quando muoiono centinaia di persone si comincia a preoccuparsi!

Io che, personalmente, ho fatto lo scienziato di laboratorio (enzimologia e fotosintesi) per 11 anni presso le università italiane e americane, non penso potrei fare un esperimento ripetibile se controllato continuamente da un investigatore sospettoso. Il materiale biologico è già, di per sé, un materiale molto più delicato della materia non vivente. Indipendentemente dalla validità degli esperimenti di Benveniste, non ritengo validi i risultati ottenuti in un canna di intimidazione e sospetto. Risulta inoltre cattiva e in malafede l'osservazione di uno degli investigatori, secondo cui due ricercatori del gruppo di Benveniste erano sovvenzionati da un’industria di medicine omeopatiche per compiere le ricerche. Da quando ci si sorprende che la ricerca venga sovvenzionata dall'industria? Dove non lo è? Sembra che si sia voluto usare il caso Benveniste per fare un processo all’omeopatia e a quella parte della scienza che tende ad allargare i confini ristretti e riduzionisti della scienza ortodossa.

La vera scienza progredisce soltanto ad opera di scienziati coraggiosi, aperti al nuovo, disponibili a rivedere continuamente le proprie idee e a mettere in giuoco la propria visione del monda. Che scienza è quella che guarda con sospetto al nuovo, all'inspiegabile? Si vuole fare una scienza del conosciuto, del già spiegabile? Per questo bastano i tecnici, come d'altronde in realtà sono la maggior parte dei cosiddetti scienziati.

Comunque, senza cercare spiegazioni ’fantascientifiche’, ritengo sia possibile spiegare parte dell'omeopatia con fenomeni già noti alla scienza tradizionale, come sta facendo il Prof. Friz Popp dell'Università di Köln in Germania.

Se l'evidenza in favore dell'omeopatia non è ancora soverchiante bisogna pensare che, proprio per l'ostilità della scienza tradizionale e dell'industria farmaceutica, pochi scienziati hanno ricevuto sovvenzioni per fare ricerche nel campo. La ricerca scientifica non è possibile senza fondi. Lo stesso si è verificato nella ricerca delle energie alternative (solare, eolica etc.), nella ricerca di un nucleare sicuro e pulito: risultati insoddisfacenti fino ad ora, certo, ma quanti soldi sono stati stanziati per le ricerche in questi campi?

Per concludere qualunque siano le ragioni profonde dei successi dell'omeopatia, gli esperimenti esemplificati nel dossier mostrano che questa scienza sta acquistando autorità come ogni altra scienza e come tale può essere accettata.

Riportiamo integralmente qui di seguito, l'articolo apparso su New Scientist del 4 agosto 1988 sul caso Benveniste come esempio di una visione più inclusiva e impersonale di giudizio.

 

Rapporto dei "Ghost busters" da Parigi
di Gail Vines

da "New Scientist"

Che cosa risponde l'establishment scientifico di fronte a risultati inspiegabili? Il giornale Nature invia una squadra antifrode.

Le speranze di un riscatto scientifico dell'omeopatia sono svanite, quando Nature ha giudicato gli esperimenti di Jacques Benveniste 'una delusione'. Due settimane prima, Nature aveva stupito la comunità scientifica pubblicando i sorprendenti insultati dello scienziato francese.

Benveniste e i suoi colleghi all'INSERM dell'Università Parigi Sud riferirono che una soluzione di anticorpi, diluita più volte e agitata vigorosamente, con il vecchio sistema omeopatico, poteva provocare una risposta nelle cellule immunitarie - anche a diluizioni così elevate che il liquido non conteneva alcuna molecola dell'anticorpo.

Che Nature dichiari questi risultati non validi, non sorprende il mondo scientifico; scoperte che contravvengono leggi fisico-chimiche note si rivelano spesso risultato di esperimenti condotti in modo inesatto.

L’affare Benveniste, tuttavia, fa luce sul dibattito presente, particolarmente importante in tempi in cui c'è una crescente sfiducia nella scienza: come deve comportarsi l'establishment scientifico e, in particolare, i suoi giornali, di fronte a risultati anomali?

Nature si è comportata in modo inconsueto coi risultati di Benveniste: dietro suo invito, ha mandato un team di investigatori nel laboratorio, per controllarne le tecniche sperimentali. La composizione del team era piuttosto inconsueta: John Maddox, uno dei curatori di Nature e fisico di formazione culturale, James Randi, mago professionista, noto per le denunce contro Yuri Geller, e Walter Stewart, chimico organico e investigatore di frodi scientifiche del National Institute of Health di Bethesda, Maryland.

Questo team ha trascorso una settimana con Benveniste e i suoi colleghi, trovando difetti nei procedimenti sperimentali e senza riuscire a riprodurre i risultati in condizioni di doppio cieco. Il rapporto, che riempie quattro pagine di Nature, seguito da una replica di Benveniste, sembra più una farsa francese che un resoconto serio su una controversia scientifica.

Scosso dall'esperienza, Benveniste dice: E’ stato come la caccia alle streghe di Salem; c'era clima di terrore ed enorme pressione psicologica, mentre esaminavano le nostre note di laboratorio e ci interrogavano ininterrottamente. L’intera faccenda puzza.

Stewart si è concentrato sulle note, la sua specialità. Il suo nome appare spesso sui giornali U.S.A. per il suo ruolo in dispute su un preteso ‘errore’- risultati apparentemente inconsistenti coi dati delle registrazioni di laboratorio - contenuto in un articolo che ha, tra i suoi autori, il vincitore del premio Nobel David Baltimore dell'MIT (Science, vol. 240, 1720; 241, 18). Stewart e il collega Ned Feder si incaricarono del caso e, secondo il giornale americano Science, lo trasformarono in un famoso dibattito al Congresso, sfociato in udienze congressuali sul tema ‘Frode e cattiva condotta scientifica’.

Nel laboratorio di Benveniste, Steward ha trovato prova di errori di campionamento: "I risultati erano troppo buoni per essere veri. Le note dimostrano che i risultati ripetuti erano migliori di quanto consentisse la teoria matematica. E’ un fenomeno noto dei conteggi, si tratta di effetti soggettivi in conteggi ripetuti."

L’investigazione non è finita con l'esame delle note di laboratorio e l'osservazione di Benveniste al lavoro. Il team di Nature decise di programmare una procedura che fosse a prova di fuoco. L’esperirmento di Benveniste consiste nell'aggiungere soluzioni di anticorpi, contro le molecole IgE, ai globuli bianchi del sangue umano Alcune di queste cellule, chiamate basofile, rispondono quando un anticorpo si lega ai ricettori della loro superficie: le cellule rilasciano istamina, dai granuli di immagazzinamento, dentro la cellula. Questa reazione, nelle cellule del corpo, dà luogo a una risposta allergica.

Nel laboratorio di Benveniste i ricercatori mescolarono un volume noto di sangue con una delle diluizione di anticorpo, quindi colorarono le cellule con un colorante che rende i basofili intatti rossi. Un ricercatore conta le cellule intatte con il microscopio, per calcolare la proporzione delle cellule reagenti, 'degranulate'.

Nell'esperimento in doppio cieco del team di Nature, Stewart pipettò le soluzioni nei recipienti contenenti i basofili, mentre Elisabeth Davenas e i colleghi contarono i vetrini 'ciechi'- senza sapere quale diluizione rappresentassero. Gli investigatori fecero un disegno molto elaborato per codificare le provette contenenti le varie diluizioni, così che nessuno sapesse quali fossero. Maddox e i suoi colleghi scrivono su Nature: 'La procedura di codificazione è stata monitorizzata da una videocamera operata da Randi, a cui (poiché ha una reputazione di destrezza di mano) era stato proibito di toccare qualunque altra cosa. (Abbiamo una registrazione dell'intera procedura su una bobina vergine).

La farsa si fa sempre più grave. Il codice stesso venne infine ripiegato in un foglio di alluminio, chiuso in busta sigillata in modo speciale da Randi, e quindi attaccata con un nastro adesivo al soffitto del laboratorio per la durata dell'esperimento. Quando giunse il momento di aprire il codice, Randi trovò che il lembo sigillato della busta era staccato ad angolo rispetto allo scotch che teneva attaccata la busta al soffitto. In ogni caso, l'ispezione del foglio di alluminio gli permise di dichiarare con soddisfazione che il codice non era stato letto.

Benveniste è sconvolto: "il benvenuto a qualunque spiegazione dei nostri risultati, ma non a questo genere di giochi; questa gente si è comportata in modo senz'altro non professionale!"

Benveniste sente di essere stato privato con l'inganno di un giudizio equo e di essere stato sottoposto a una critica prevenuta. La dimostrazione negativa - la prova a doppio cieco che non ‘funziona’ - non costituisce prova decisiva contro i risultati di Benveniste. Dopo tutto, i sistemi biologici sono, notoriamente, inaffidabili. "Maddox non è capace di afferrare i fenomeni biologici, dice Benveniste, si sono lamentati che noi fermavamo gli esperimenti se il sangue non degranulava a concentrazioni normali, non posso capirlo. Porteresti una macchina senza motore a una gara?"

Un approccio più convincente sarebbe trovare una spiegazione ai risultati di Benveniste - svelare gli artefatti che hanno apparentemente creato una risposta a diluizioni incredibilmente alte e allo strano salire e scendere periodico della risposta, a diluizione crescente (New Scientist, 14 luglio, p. 39). L’aver trovato prova di errori statistici e di errori dell'osservatore non spiega in modo soddisfacente tutti i risultati di Benveniste. Jacques Ninio dell'Istituto Jacques Monod di Parigi dice: "se le persone del laboratorio dicono che l'esperimento non funziona sempre, non penso spingano i dati nel modo che desiderano, hanno forse dati reali, qualunque ne sia la causa!"

Parecchi corrispondenti di Nature suggeriscono investigazioni possibili. Antoine Danchin dell'Istituto Pasteur di Parigi, per esempio, suggerisce che l'affermazione di Benveniste secondo cui l'agitazione violenta delle diluizioni è essenziale affinché il fenomeno avvenga, può indicare la presenza di impurità nel vetro. Il team di Nature ha invece respinto tale approccio. Stewart dice: "siamo andati con la convinzione ci fosse qualche spiegazione convenzionale, e abbiamo trovato che gli esperimenti non sono una base adeguata alle affermazioni pubblicate. Non abbiamo cercato una spiegazione!

E’ anche in discussione il ruolo delle ripetizioni. Nature aveva risposto alla prima stesura di Benveniste, chiedendogli di organizzarsi in modo che altri laboratori tentassero di riprodurre i risultati, cosa che Benveniste fece. Laboratori in Israele, Italia e Canada riferirono che anche loro avevano trovato che i basofili rispondevano a diluizioni senza anticorpi, con lo stesso tipo di risposta periodica.

A questo punto Nature decise di pubblicare l'articola Ma la riproducibilità, sebbene giustamente considerata una delle chiavi del metodo scientifico, non stabilisce di per sé, la realtà di un fenomeno.

Lo stesso artefatto può creare gli risultati sbagliati più e più volte. Nasce un’altra domanda: chi dovrebbe scegliere

chi fa le ripetizioni? Benveniste ha indebolito la sua posizione mettendosi in contatto con laboratori con qualche entusiasmo per l'omeopatia. Molti critici della faccenda dicono che Nature avrebbe dovuto incaricare laboratori totalmente indipendenti in grado di portare avanti la ricerca Benveniste.

Henry Metzger, un ricercatore dell'Istituto Nazionale della Sanità, specializzato nella risposta IgE, suggerì molto prima a Nature questa decisione di valutazione dell'articolo, prima della pubblicazione. Questa settimana Nature propone di ripetere l'esperimento. In un caso come questo, con dati che contrastano un paio di secoli di dati chimici, il criterio più importante è se essi sono , in genere, riproducibili. E questo avrebbe dovuto essere fatto prima che l'articolo fosse pubblicato, dice Metzger. Il direttore del giornale dovrebbe scegliere quali laboratori dovrebbero riprodurre i risultati.

Molti ricercatori condannano la pubblicità creata dall'arrivo del team investigativo al laboratorio di Benveniste. "Non si dovrebbero coinvolgere personalità pubbliche in un affare del genere, uno può essere perfettamente competente e, malgrado questo, non essere bravo nel compiere il lavoro particolare di ricerca. Nel modo in cui è stato fatto, l'intera persona Benveniste viene messa sotto processo" - così dice un immunologo.

Forse Nature avrebbe dovuto stare completamente fuori dalla investigazione. Stewart dice che erano ansiosi di controbattere i risultati di Benveniste al più presto.

Molti ricercatori vedono la scienza come un processo che si autocorregge: gli errori in articoli pubblicati vengono messi in discussione gradualmente e denunciati nella normale prassi scientifica. Nature avrebbe potuto scegliere di pubblicare, con i commenti dei revisori. Avrebbe così lasciato alla comunità scientifica il compito di cercare i difetti nel piano degli esperimenti.

Nel pubblicare l’articolo, "Nature ha fatto la cosa giusta – dice Steward. Dobbiamo assicurarci che i risultati originali vengano pubblicati e dobbiamo stare attenti a non porre criteri troppo rigidi per la pubblicazione". Coinvolto personalmente come uno dei revisori dell’articolo originale, dichiarava: "avevo messo in dubbio l’accordo molto buono dei dati, ma solo quando ha esaminato i dati grezzi divenne chiaro che l’accordo era migliore di quanto permettesse la teoria matematica".

Steward approva il seguito di Nature: "Sono contento di vedere questo lavoro fatto da scienziati; se non ci nominiamo poliziotti noi stessi è probabile che questo ruolo ci venga tolto".

Benveniste non è d’accordo: "Perché hanno fatto tanto chiasso – pubblicando l’articolo dopo due anni – se due settimane dopo avevano intenzione di demolirlo? Continueremo a lavorare come al solito. La scienza deve avere una risposta dalla scienza e non dai maghi".

Altri ricercatori di omeopatia condividono il disappunto di Benveniste sull’inchiesta. David Reilly, del Royal Infirmary di Glasgow, le cui ricerche cliniche sui trattamenti omeopatici sono sovvenzionate in parte dal Medical Research Council, dice: "Avevo sperato in qualcosa di concreto e di utile da aggiungere al dibattito; non penso sia accaduto".

"Il problema nel demolire il lavoro di Benveniste semplicemente sulla base della sua irriproducibilità, egli dice, tralascia la possibilità che ci siano variabili attive che non conosciamo e che quindi non possiamo controllare. Per es. ritmi diurni, o qualche contaminazione elettrica nel laboratorio potrebbero avere degli effetti sul fenomeno. Stiamo cercando di esaminare obbiettivamente le prove." Reilly e i suoi colleghi stanno ora impiantando il test di degranulazione basofila nel loro laboratorio. Se anche loro troveranno fluttuazioni periodiche in attività ad alte diluizioni, Reilly vuole tentare di legarle ad effetti clinici. "Speriamo di esaminare una diluizione particolare e vedere se allevia o aggrava i sintomi e, quindi, vedere se il cambiamento nella diluizione cambia i risultati clinici e se il trattamento cambia gli effetti."

Reilly si aspetta ci voglia molto tempo; gli ci vollero quattro anni e mezzo per stabilire, attraverso molte prove cliniche, che un trattamento omeopatico per la febbre del fieno era più efficace di un placebo.

Questo importante risultato venne pubblicato su The Lancet due anni fa. L' editore, lan Munro, ricorda la decisione: "Ho pubblicato commenti editoriali su articoli, ma non ho mai inviato una commissione investigativa. Una volta arrivato al punto di decidere che qualcosa vale la pubblicazione, lo pubblico e aspetto gli sviluppi."

Perché Nature ha pubblicato prima di investigare? Nature sostiene che decise di pubblicare anche perché resoconti parziali del lavoro di Benveniste stavano uscendo sulla stampa popolare. Questa spiegazione, tuttavia, è in conflitto con la posizione di Nature contraria 'alla scienza diffusa dai media popolari'. Alcuni anni fa il giornale minacciò di rifiutare la pubblicazione di qualunque autore permettesse la fuga di notizie su suoi risultati sulla stampa prima che l'articolo fosse pubblicato da loro. Maddox non è stato disponibile a commenti!

Un immunologo inglese dice che l'affare Benveniste lascia un cattivo sapore in bocca. Dietro il rimpianto personale di uno scienziato c'è un problema molto più vasto: chi sono i guardiani della purezza e della verità scientifica? I giornali e i loro revisori, una piccola parte del sistema, con miriadi di meeting informali, conferenze e collaborazioni? Qualcuno dice che è il momento per un nuovo approccio, cioè bande di ispettori scientifici che entrano nei laboratori di tutto il mondo!

Altri non sono così sicuri. Alcuni scienziati temono che la regolamentazione della scienza passi attraverso qualche tipo di organismo antifrode governativa, con effetti disastrosi per la libertà intellettuale e lo scambio delle idee.

Avrion Mitchison, professore di immunologia all'University College di Londra, non ha queste paure. Sull'affare Benveniste dice: "E’ un cumulo di stupidaggini. Innanzitutto, non avrebbe dovuto mai essere pubblicato. Un chiaro esempio che esclude la preoccupazione che la controversia abbia potuto fare danno. Chiunque pensi, come coi ministri Tori, che la grande nave della scienza possa essere stata danneggiata sbaglia di grosso, siamo troppo forti per loro."

 

Quando credere all’incredibile?

In quale modo la scienza cambia idea? Riportiamo diversi rilevamenti tecnologici e sperimentali che, se riconfermati autentici, potrebbero rimodellare il nostro modo di pensare la realtà.

La ricerca, iniziata da Jacques Benveniste dell'Università Parigi-Sud, è stai verificata da più di 70 esperimenti separati. Ricercatori di altri cinque laboratori, in quattro paesi diversi, hanno replicato i risultati rilevati. Benveniste, aveva dichiarato al Los Angeles Times: "A volte io stesso faccio fatica a crederci", a proposito dei risultati ottenuti.

La sperimentazione, alla base del suo lavoro, si è articolata nel modo seguente:

Test allergico. Sono state misurate, per mezzo di una tecnologia simile a quella usata per diagnosticare le allergie, risposte ad almeno 10 antigeni. Gli anticorpi più esaminati, su pazienti allergici, includevano veleno d'api e altri antigeni specifici.

I risultati erano evidenti: i leucociti umani potevano essere attivati da diluizioni della grandezza di 1 goccia di antigene in 10 alla 120a potenza di soluzione acquosa (10 seguito da 120 zeri). A questa concentrazione la possibilità è minima che una molecola dell'anticorpo originario sia ancora presente nella soluzione.

Schema ritmico. Le reazioni biologiche sono state misurate attraverso una gamma di diluizioni. L’attività non diminuiva con le diluizioni più elevate, i ricercatori hanno scoperto invece una sorprendente fluttuazione ritmica ... A certe diluizioni, l'attività cessava, a un’ulteriore diluizione, si ripresentava.

L’effetto risonante si ripeteva in tutti gli esperimenti.

L’acqua conserva la ‘sagoma’. I ricercatori non sanno dare alcuna spiegazione a questa variazione di risposta, ma propongono l'ipotesi che l'attività biologica osservata a diluizioni elevate, venga stimolata non dalla presenza delle iniziali molecole di antigene ma da cambiamenti nell'organizzazione molecolare dell'acqua stessa. L’acqua potrebbe conservare l'impronta dell'antigene come un campo elettromagnetico ‘sagoma’ come una rete vincolata di idrogeno.

Questa teoria è sorretta da molteplici esperimenti:

- Misurazioni che utilizzavano sei differenti tipi di indagine, biochimiche o fisiche, hanno dimostrato che non vi erano molecole presenti nelle soluzioni ad elevata diluizione.

- Esposizioni a caldo, freddo e ultrasuoni eliminavano l'attività nelle soluzioni ad elevata diluizione, interrompendo la trasmissione di informazione, ma queste esposizioni non interrompevano l'attività, in diluizioni più basse in cui erano presenti molecole di antigene.

- L’effetto era presente soltanto quando il processo includeva un minimo di 10 secondi di forte sbattimento a ciascun livello di diluizione. Lo sbattimento, sospettano i ricercatori, è il processo che impartisce l'informazione all'acqua (altri metodi di missaggio non hanno funzionato nelle diluizioni elevate).

 

SCI.90.130 - L’acqua come un laser? Secondo una ricerca di fisica teorica l'acqua potrebbe conservare informazioni
di Emilio Del Giudice

E’ pregiudizio diffuso per molti biologi che l'acqua (che pur rappresenta il 70-80% del peso totale della materia biologica) svolga un ruolo di mero contenitore passivo dei soluti biologici (acidi nucleici, proteici e così via). Solo queste ultime molecole sono considerate degne di interesse e di studio; quando si parla, in biologia, di fattori molecolari si intende sempre riferirsi a molecole diverse dall'acqua. Ma forse questa presenza muta, questo osservatore passivo, può svolgere un ruolo attivo nella dinamica complessiva dei sistemi biologici.

In un articolo apparso sul numero del 29 agosto 1988 della Physical Review Letters, G. Preparata, G. Vitiello ed io abbiano mostrato, sulla base della teoria quantistica, che nell'acqua liquida ordinaria è presente un meccanismo dinamico collettivo delle molecole che ricorda il meccanismo del laser.

Le molecole che ruotano sulla base della normale agitazione termica sviluppano un moto d’insieme coerente, per cui si generano microdomini della dimensione di qualche centinaio di micron (il micron è un millesimo di millimetro) all'interno dei quali un gran numero di molecole oscilla in modo coerente. Grazie a queste proprietà, segnali elettrici esterni, anche piuttosto piccoli, acquistano la capacità di generare nell'acqua una polarizzazione elettrica permanente, cioè uno stato ordinato della materia, sul quale ulteriori meccanismi molecolari hanno la possibilità di generare oscillazioni coerenti di frequenza, dipendente dal particolare meccanismo. Questi processi sono descritti in un capitolo scritto da G. Doglia, M. Milani, G. Vitiello e me, contenuto nel volume "Coherence in Biology" edito da Springer-Verlag, a cura di Herbert Fröhlich, di recente pubblicazione.

Sulla base di questi risultati non è inconcepibile che peculiari meccanismi di memorie possano prodursi nell'acqua e svolgere un ruolo significativo in biologia. Comunque è presto per suonare le trombe, la ricerca continua...

 

La "controversa" Omeopatia, vecchia di 150 anni, è ampiamente rispettata in molti Paesi

Le scoperte di Bienveniste e la nuova fisica dell’acqua sembrano sostenere certi principi omeopatici, un approccio medico sviluppato da Samuel Hanemann, medico e chimico, all'inizio dell'800, tuttora in vasta applicazione, specialmente in Europa, in India, in Pakistan e nello Sri Lanka.

Il 42% dei medici britannici, sottoposti a inchiesta dalla British Medical Assn. nel 1986, arnmettevano di inviare pazienti ai medici omeopatici. In India esistono 120 scuole di omeopatia con corsi quinquennali. La famiglia reale britannica si è curata con l'omeopatia per generazioni. Nel 1986, su incarico del Principe Charles per lo studio degli effetti delle ‘terapie complementari’, il BMA ha riportato che i trattamento alternativi erano inefficienti tanto quanto un placebo. D'altra parte il numero del 18 ottobre di Lancet, una rivista medica britannica, ha riportato che in una ricerca a doppio cieco svolta alla Glasgow U., i ricercatoti hanno dimostrato che i rimedi omeopatici sono significativamente più efficaci, nella cura delle allergie, che un placebo.

Dato che l'omeopatia è all'onore della cronaca, pubblichiamo una breve spiegazione del medico Archimedes Concon: "gran parte dei preparati medici agisce a livello fisiologico o dei tessuti. I preparati omeopatici, notoriamente, agiscono a livello cellulare, in armonia con la legge farmacologica: uno stimolo debole eccita processi vitali nel protoplasma, uno stimolo moderato li impedisce, uno stimolo moderatamente forte li deprime e uno stimolo molto forte li ferma o li distrugge.

Con diluizione seriale, la sostanza tende ad espandersi omogeneamente nel solvente. Più è elevata la diluizione e

Più grande sarà la risonanza o la potenza. Maggior 'spazio dove muoversi' in cui la molecola medicinale può risuonare e, quando risuona, genera emanazioni onde elettromagnetiche a bassissima frequenza: quanto grande sarà la risonanza tanto grande sarà l'intensità della frequenza generata.

Oltre la 30a diluizione, è improbabile, che nelle gocce estratte, sia presente una qualche molecola originaria; in teoria le molecole originarie, agendo da sagoma, hanno impresso le loro caratteristiche nelle molecole di acqua ‘omeopatica’.

 

Balene e delfini si muovono nei mari della terra utilizzando reti magnetiche.

Le balene e i delfini si spostano nei mari grazie ad un sofisticato sistema di onde magnetiche. Sembra che questi animali nei loro spostamenti seguano delle 'autostrade oceaniche' usando come indicazioni le oscillazioni del campo magnetico terrestre.

Queste nuove scoperte possono spiegare come mai si possono trovare frequentemente questi cetacei arenati in certe aree costiere. Joseph Kirschvink, un geobiologo del California Institute of Thecnology, ha osservato che quando le balene e i delfini devono percorrere lunghe distanze probabilmente utilizzano gli abbassamenti del campo magnetico.

Questi abbassamenti sembrano essere più continui dei picchi e sembrano formare lunghe strisce in direzione nord-sud lungo il fondo oceanico. Comunque, quando questi animali vogliono fermarsi in una determinata area, devono utilizzare come punti di riferimento i picchi magnetici, poiché queste zone devono essere distinte, ben definite entro determinati limiti.

Kirschvink ha condotto le sue ricerche insieme al biologo Andrew Dizon dei National Marine Fisheries Service e con lo scienziato James Westphal. Essi hanno condotto una ricerca nella zona fra Cape Canaveral e Cape Cod, utilizzando dati geomagnetici digitali, e hanno confrontato le informazioni raccolte con altri dati che indicavano l'avvistamento in quella zona di 212 balene e delfini. Da questo studio emerse che esisteva una correlazione tra gli arenamenti di questi animali e gli abbassamenti magnetici locali.

Kirschvink ha precisato che le scoperte fatte con i suoi studi erano ancora lontane dalla spiegazione di questo fenomeno, ma d'altra parte nessuna altra caratteristica dell'oceano, inclusa la profondità, la temperatura delle correnti, poteva riferirsi a questo fenomeno altrettanto bene quanto l'abbassamento del campo magnetico. Secondo le sue ipotesi, nelle zone costiere dove vi sono degli abbassamenti magnetici, si potrebbero trovare molti resti di balene fossili; mentre la concentrazione dei resti dovrebbe diminuire bruscamente nei punti in cui questi abbassamenti si trasformano in picchi.

Dopo aver portato a termine le sue ricerche oceaniche, egli ha incominciato a studiare questo singolare 'senso magnetico' proprio dei cetacei. Gli altri animali che lo posseggono, come i batteri, le api, i piccioni viaggiatori, hanno nelle loro teste dei minerali di ossido di ferro. Secondo Michael Fuller dell'università californiana di Santa Barbara, le balene e i delfini hanno nei loro corpi materiali magnetici sia raffinati che grezzi. E' possibile che abbiano una specie di bussola interna, oppure è possibile che, nuotando, inducano le correnti nell'oceano. In un recente studio di un particolare tipo di pesce, la razza, Fuller ha rilevato nell'apparato uditivo un gran numero di particelle magnetiche.

Le scoperte di Kirschvink e della sua équipe sono state riferite al convegno annuale della American Geophisical Union di San Francisco.

 

La danza del cosmo - verso una astrologia come scienza delle relazioni
a cura di Emanuele De Benedetti

L'intero cosmo era un'unica unità al momento del Big Bang, gli astrofisici l'hanno chiamata singolarity. Ora l'intera unità si è espansa, si è inflazionata come se l'infinita energia creativa di quell'uno avesse soffiato dall'interno di ogni atomo, gonfiandolo e dandogli complessità. E l'intero cosmo rimane unito in questa danza cosmica nella sua totalità e nelle sue inscindibili relazioni, che legano ogni atomo a tutti gli altri atomi dell'esistenza: per questo lo chiamiamo uni-verso.

Questi legami, queste relazioni possono avere dei nomi come influssi elettromagnetici o gravitazionali, come campi di forza, legami e repulsioni, simpatie e incompatibilità: molte di queste interrelazioni, che formano 'la struttura che connette' dell'universo, certamente attendono ancora di essere scoperte o documentate, a volte sono state solo intuite.

I campi elettromagnetici comunque esistono già e i loro profondi effetti sul vivente e sui processi neuropsichici sono ben conosciuti.

II nostro sistema solare è una piccola galassia, un unico campo di energia elettromagnetica dinamica in particolare equilibrio, alla sua armonia di movimenti collaborano tutti i pianeti e il sole stesso. Tutto quanto avviene all'interno del sistema solare non può essere separato o isolato dal suo contesto di gigantesche forze di interrelazione tra masse ed energie planetarie. La mente dell'uomo così si ritrova a nascere e ad esistere entro questo vasto campo di energia: quali saranno gli effetti su di essa? Per dare una prima possibile nuova risposta a questo antico quesito sugli effetti dell'interrelazione micro-macro cosmica, riportiamo alcuni brani tratti da un articolo apparso su Omni, nel numero di dicembre 1989.

L'articolo parla del libro 'Astrology: The Evidence of Science' (L'astrologia, le prove della scienza), scritto da Percy Seymour, un astronomo inglese.

I commenti della stampa inglese sul libro sono stati: 'Potrebbe essere uno dei più importanti libri del secolo.' Yorkshire Post. 'E' un libro vergognoso.' - Weekend Telegraph, 'Un libro coraggioso, scritto con uno spirito pionieristico.' -The Scotsman

'...speculazioni senza prove, non fondate su fatti noti o su calcoli fisici.' - New Scientist.

Nessuna delle recensioni, sia contro che a favore, sembra fondarsi su una chiara comprensione della teoria di Seymour. Il libro di Seymour è diventato così un campo di battaglia per un vecchio dibattito. Perché, malgrado astronomia e astrologia prendano entrambe il nome dalle stelle, non hanno niente in comune. L'astronomia è interessata a scoprire la natura degli oggetti celesti, l'astrologia esplora la loro influenza sul nostro pianeta in senso globale e sulla psiche e i comportamenti della gente in particolare. L'astronomia moderna vede il genere umano come un evento accidentale nella catena della vita di un pianeta di una stella ordinaria, ai bordi di una galassia a spirale. L'astrologia moderna, al contrario, considera ancora ciascun individuo come il centro dell'universo.

Mentre in passato, da Tolomeo a Keplero, astronomia e astrologia andavano di mano in mano, da quando Galileo ha rivolto il suo telescopio al cielo, la scienza dell'astronomia e l'arte dell'astrologia sono andate sempre più separandosi. Invertire la tendenza storica, come ha fatto oggi Seymour, usando le scoperte dell'astronomia per rivendicare gli insegnamenti dell'astrologia, sconvolge tutto quello che sappiamo sui progressi della scienza.

'Naturalmente mi aspettavo che la gente facesse delle obiezioni alla mia teoria', ammette Seymour, 'ma non mi aspettavo che la reazione sarebbe stata così veemente e irrazionale. Alcuni dei miei colleghi, qui al politecnico e alla società reale di astronomia, hanno scartato l'idea senza nemmeno leggere il libro o guardare le prove. Alcuni di loro reagiscono a quello che hanno letto sui giornali.

'Nel frattempo', continua, 'molti altri scienziati hanno evocato il cosmo, in teorie che sono poco consistenti o quantomeno bizzarre, per spiegare l'estinzione dei dinosauri o simili. Va bene. Ma prova a proporre una teoria dell'astrologia e la gente pensa che sei matto'. Fortunatamente per la sua reputazione professionale, il testo accademico 'Cosmic Magnetism' (Adam Hilger, 1986) è stato accolto con tanto favore quanto si è accanita la polemica sul suo lavoro astrologico.

L'ironia è che Seymour era altrettanto scettico sull'astrologia quanto i suoi colleghi astronomi e, fino a poco tempo fa, non era per niente interessato. Il suo cambiamento di interessi è avvenuto per caso nell'estate del 1984. Un gruppo della BBC, quell'estate, stava usando la città di Plymouth per le riprese cinematografiche di un programma sull'astrologia. La troupe, dopo aver condotto delle interviste per le strade, lasciò l'ultima parola a Seymour, in virtù della sua posizione di autorità locale di astronomia.

Malgrado avesse risposto alle stesse domande sull'astrologia centinaia di volte, Seymour, dopo che la troupe televisiva se ne fu andata, cominciò a ripensarci seriamente. Riguardò dei materiali che aveva letto anni prima e alcuni nuovi e nella sua mente cominciò a prendere forma un meccanismo che poteva rendere l'impossibile plausibile. In breve, la teoria di Seymour sostiene che l'astrologia non è mistica o magica, ma magnetica. Lo scienziato dice che può essere spiegata per mezzo dell'oceanica e tumultuosa attività magnetica del sole agitata come la schiuma dell'onda dai movimenti dei pianeti, portata verso la terra dal vento solare e percepita da noi attraverso il campo magnetico terrestre, che influenza costantemente tutto ciò che vive e anche il nostro delicatissimo sistema neuropsichico globale mentre cresciamo dentro il grembo materno.

La prima prova in favore dell'astrologia che Seymour ha incontrato è stato il lavoro dello psicologo francese Gauquelin che ha iniziato a scrivere di astrologia più di 30 anni fa. Poiché Gauquelin è uno scienziato e un esperto di statistica, il mondo ha dovuto prendere in considerazione le sue asserzioni che nell'astrologia c'è più di quanto possa essere attribuito dal caso. Ma poiché è uno psicologo invece che un astronomo, il mondo non è rimasto molto scioccato dalle sue dichiarazioni.

Gauquelin ha dimostrato che le posizioni planetarie sono più importanti dei cosiddetti segni zodiacali. In altre parole, se esamini parecchie centinaia di importanti uomini politici, nessuna percentuale significativa risulterà nata sotto il segno dell'Ariete, che si dice favorisca i leader, ma la maggior parte delle carte natali dei politici mostrerebbe il pianeta Giove o ascendente o vicino allo zenit nel momento della loro nascita. Se si sceglie un numero eguale di persone a caso tra diverse professioni non ci sarebbe nessuna corrispondenza così significativa con queste posizioni di Giove.

Gauquelin era cresciuto con l'astrologia ed era in grado di fare un oroscopo all'età di dodici anni. Più tardi, quando era all'università Sorbona, dove ha preso il dottorato in psicologia, si è interessato alle tecniche delle dimostrazioni scientifiche e ha cominciato quello che poi doveva essere il lavoro della sua vita: sottoporre quello che sapeva di astrologia ai rigori dell'analisi statistica. In un suo studio tipico vengono prese in analisi un gran numero di date di nascita di individui con un certo orientamento nella vita, per esempio, scrittori, o medici famosi, poi viene fatto il loro oroscopo e si confrontano le predizioni coi fatti della loro vita, ricavate dalle loro biografie.

Molta dell'astrologia tradizionale è caduta in pezzi sotto l'analisi critica di Gauquelin, inclusa la nozione dello zodiaco. Si pensa che i segni zodiacali al momento della nascita dotino la persona di certi tratti della personalità, per esempio inclinazione a una vita familiare e introversione per i cancri, auto affermazione e grande generosità per i leoni, diligenza e perfezionismo per i vergini. La pagina di astrologia nei giornali è completamente basata su questa visione semplicistica dell'astrologia e della vita, l'idea che tutti i membri di uno stesso segno hanno un patrimonio comune e quindi un futuro comune.

Molti astrologi seri concordano che l'astrologia dei quotidiani non è che un cumulo di sciocchezze. Per un astrologo professionista il segno zodiacale non è che il punto di partenza per tracciare e interpretare la carta natale che si basa sulla conoscenza della data, l'ora esatta e il luogo della nascita. Anche la posizione della luna al momento della nascita è deciso, come lo è la costellazione dello zodiaco che stava sorgendo a est (chiamato segno ascendente), e l'influenza dei pianeti, determinata dalla loro posizione nel cielo e dagli angoli che formano tra di loro.

L'importanza delle posizioni planetarie al momento della nascita è una delle aree dell'astrologia che Gauqueljn ha verificato ripetutamente nel suo lavoro. Non solo re e capi religiosi, ma anche persone di qualunque estrazione, possono essere guidati dalla influenza specifica del pianeta o dei pianeti (inclusa la luna) che occupano una posizione particolarmente forte al momento della loro nascita. Così Marte viene associato con una personalità che potrebbe venire descritta come coraggiosa, aggressiva, dinamica e spontanea, mentre le personalità governate da Venere sono affabili, attraenti, benevole, eleganti, poetiche e seducenti. Come risultato di queste inclinazioni, determinate, o quanto meno associate con certe posizioni planetarie alla nascita, le persone scelgono le loro professioni. E infatti Gauquelin ha messo in evidenza che Marte era appena sorto o stava passando allo zenit nel momento della nascita di migliaia di condottieri militari, atleti campioni e uomini di affari di prestigio, di cui ha preso i nomi e data di nascita da varie guide ed elenchi Le date di nascita di persone provenienti da altri campi di attività non hanno rivelato una correlazione del genere. Gauquelin ha ripetuto i suoi studi con diversi gruppi di nomi e date di nascita. Tra i risultati: Saturno figura tra i pianeti statisticamente significativi nella carta natale di famosi medici e scienziati; Giove in quella di attori, scrittori e politici. Detto in altre parole, sembra che i pianeti abbiano una corrispondenza ed è la. stessa corrispondenza predetta dall'astrologia tradizionale.

Gauquelin ha inoltre trovato che mentre le date di nascita dei padri e figli e madri e figlie variano a caso, ci sono buone probabilità che i pianeti occupino le stesse posizioni in diverse generazioni della stessa famiglia. Sia Tolomeo che Keplero avevano parlato di questa ripetizione che Gauquelin chiama eredità planetaria.

Al proposito Seymour ha detto: 'Per quanto riguarda la mia teoria questi particolari risultati di Gauquelin sono i più importanti di tutte le sue scoperte. Ed è perché sono basati su quantità oggettivamente misurabili, come le posizioni planetarie e l'ora di nascita, che possono essere confrontati con tratti della personalità. Inoltre dimostrano chiaramente che c'è anche coinvolto un agente fisico'.

Tra gli altri autori a cui Seymour dà credito per le origini della sua idea ci sono gli psicologi inglesi Hans J. Eysenck e D.K.B. Nias, che hanno scritto 'Astrology: Science or Supertitioun (St. Martin Press, 1982), dove pongono la domanda: 'Quali Sono i candidati più probabili per il ruolo di legame tra gli eventi extraterrestri e gli eventi biologici e altri eventi che avvengono sulla terra? Naturalmente le più promettenti sono le macchie solari e altri disturbi solari e le varie emissioni di onde e particelle causate da questi; la possibilità che queste a loro volta vengano influenzate dai pianeti chiama in causa l'intero sistema planetario. L'impresa di trasformare queste ipotesi vaghe e non specifiche in una predizione verificabile non è facile ma... La scienza non deve rinunciare al suo scopo solo perché ha paura del ridicolo di essere associata con l'astrologia'.

Questa è la sfida che Seymour si è trovato ad affrontare: 'Sapevo che Gauquelin aveva trovato che gli effetti che aveva visto erano particolarmente ingranditi nei giorni con molti disturbi magnetici e questo mi è sembrato molto importante, così mi ci sono buttato sopra'.

La causa fisica che Seymour ha dedotto è un segnale magnetico dal cosmo che verrebbe amplificato nei giorni con disturbi magnetici. Il feto nel grembo materno potrebbe ricevere dei segnali magnetici attraverso le cellule del suo sistema nervoso che agisce come un antenna. Nello stesso modo che un bambino assomiglia ai suoi genitori nell'aspetto, dice Seymour, la sua antenna magnetica è avvolta in modo simile alla loro, sensibile alle stesse frequenze e risonanze. Quindi quando il bambino è pronto per nascere, aspetta un segnale magnetico dal pianeta decisivo per innescare il processo della nascita.

Quindi non è per caso che questo o quel bambino sono nati con certi pianeti nelle posizioni importanti. Secondo Seymour, le posizioni dei pianeti modulano i segnali magnetici che i bambini attendono di sentire mentre aspettano di entrare nel mondo. E ogni bambino risponde al segnale che il suo patrimonio genetico lo ha programmato a ricevere.

In questa visione, l'astrologia ha messo il carro davanti ai buoi dando ai pianeti il potere di predire la personalità. Per Seymour è certo che sono i geni che determinano la personalità e che sono i geni a determinare quale segnale planetario verrà assodato col momento della nascita. L'astrologia non fa che dare un nome a quello che la natura ha già predisposto, ma gli effetti che l'astrologia descrive non sono per niente banali né sono limitati ai primi momenti di vita.

Dopo la nascita, il sistema nervoso del neonato viene sommerso da così tanti altri stimoli dai suoi sensi 'ordinari' che la maggior parte dei messaggi magnetici vengono soffocati. Tuttavia, in certi momenti degli anni successivi, se i pianeti si allineano di nuovo nella stessa posizione che occupavano alla nascita dell'individuo, la ripetizione può diventare forte e chiara e coincidere con momenti di importante crescita personale o di particolari cambiamenti della sorte.

Di questo concetto Seymour dice: 'In realtà sono tre teorie in una. E' una teoria di come i pianeti possano influenzare l'attività solare, di come 1'attività solare influenza il campo magnetico terrestre e di come i cambiamenti del campo magnetico terrestre possano influenzare il feto per determinarne il momento della nascita.'

I primi due legami di questa catena teorica sono nel campo dell'astronomia e della geofisica e quindi rientrano nel campo di esperienza di Seymour. Il terzo legame fa sorgere una nuova domanda su come gli esseri umani possano rispondere al magnetismo. Tutte e tre sono idee scientifiche di per sé importanti e interessanti, ma sono state quasi eclissate dall'ombra dell'astrologia che incombe sulla teoria nel suo complesso.

Ogni parte della teoria di Seymour si basa sul magnetismo che pervade tutto l'universo, come lo fa la gravità, e ha effetti molto diffusi. La terra è un magnete con un polo nord e un polo sud, circondato da un campo magnetico che è 20 - 30 volte più grande del pianeta stesso. Il campo magnetico di Giove è il più grande noto del sistema solare. E il campo magnetico della Via Lattea, malgrado sia molto debole, si estende per milioni di anni luce nello spazio.

Il sole è un brulicare di magnetismo che si manifesta in macchie solari, protuberanze e altri fenomeni.

Molti esseri viventi terrestri sentono e rispondono a segnali magnetici, dai batteri che vivono nell'oceano che usano il magnetismo per farsi guidare verso il cibo, agli uccelli che navigano seguendo il campo magnetico. Anche gli esseri umani hanno qualche sensibilità innata al magnetismo e degli esperimenti hanno dimostrato che molti individui possono trovare il nord senza bussola o senza ogni altra indicazione apparente. Il magnetismo è il segnale che chiama il feto dal grembo materno? E' questo uno dei grandi fattori all'origine dell'astrologia? E se è così come funziona?

Per spiegare questa teoria Seymour potrebbe chiedervi di mettervi fuori sopra il sistema solare, e di guardare il movimento dei pianeti implicati. Mentre vanno per quelle che sembrano delle strade separate, i pianeti si attirano tutti gli uni con gli altri, sollevando maree e distorcendo le loro orbite in modo indiscriminato. Alcuni, come Mercurio, vanno velocemente lungo la loro orbita, mentre altri, come Giove, sono dei giganti lenti.

Ogni tanto i pianeti assumono delle configurazioni geometriche particolarmente significative, tutti in una linea, ad angolo retto gli uni con gli altri, tutti raggruppati da un lato solo del sole. Se ritornate sulla terra potete ancora osservare queste configurazioni nel cielo. Gli astrologi dell'antichità le hanno viste anche loro e hanno riconosciuto il loro strano potere e dato un nome al loro aspetto. .

Seymour dice che le forze generate dei pianeti in certe configurazioni sono responsabili dell'inversione del campo magnetico solare che avviene ogni undici anni e fa esplodere l'inizio di ogni nuovo ciclo di attività delle macchie solari. Come parte di un progetto di tesi, uno degli studenti di Seymour ha dimostrato che i cambiamenti nel campo magnetico solare corrispondono a certi aspetti, o angoli tra i pianeti, che gli astrologi ritengono significativi: opposizione (180 gradi tra i pianeti, visti dalla terra), quadratura (90 gradi) e congiunzione (0 gradi o quasi).

Seymour pensa che con un po' più di lavoro sarà in grado di predire il prossimo periodo di picco dell'attività solare magnetica, chiamato il massimo delle macchie solari. L'autore ha detto: 'Nessuno fino ad ora è stato in grado di predire con successo un massimo di attività solare. Se posso farlo, allora una parte della mia teoria avrà un valore predittivo anche in astronomia'.

Le macchie solari tipicamente: compaiono in coppie con le linee di forza magnetiche che si inarcano tra loro come un arcobaleno. Ogni coppia di macchie è il sintomo di una eruzione di linee magnetiche di forza da sotto la superficie visibile della nostra stella. Le linee di forza si avviluppano tutt'intorno al sole marcando i suoi intensi campi magnetici. E poiché l'equatore ruota più veloce dei poli, le linee di forza possono essere anche stirate lateralmente e avvolte in canali magnetici attorno all'equatore. Seymour crede che certi allineamenti dei pianeti possono sollevare enormi maree in questi canali. Quindi 'gli allineamenti planetari sono una spinta per una forte attività solare. E l'attività solare, a sua volta, aumenta il flusso di particelle elettricamente cariche che il sole irradia verso la terra, in una corrente continua che viene chiamata vento solare.

Oggi gli intensi bombardamenti di particelle superenergetiche da parte del sole vengono riconosciuti come tempeste geomagnetiche. Sebbene il campo magnetico terrestre defletta la maggior parte di queste particelle, possono ancora eccitare l'atmosfera e generare un improvviso cambiamento nell'intensità del campo magnetico sulla superficie della terra. Le tempeste possono anche causare le aurore polari vicino ai poli, interrompere comunicazioni radio, telefoniche e telegrafiche e possono far deviare l'ago delle bussole rendendo possibili disastri aerei e navali.

Anche nell'antichità queste tempeste avrebbero avuto degli effetti multipli sugli aspetti della vita sulla terra, alcuni dei quali sarebbero stati avvertiti subito mentre altri si sarebbero sviluppati in anni o decenni. Per esempio, le tempeste potrebbero aver interferito con la capacità innata della gente di trovare una direzione o di trovare dell'acqua con la rabdomanzia e potrebbero aver creato cambiamenti a lungo termine del, tempo, che poi avrebbe distrutto le sorgenti di cibo, dalle piante al pesce, alla selvaggina.

Senza aver idea dei campi magnetici nello spazio, i primi astrologi osservano che certi aspetti planetari nei cieli coincidevano con momenti particolarmente carichi sulla terra. Cominciarono a interpretare quelle posizioni planetarie come segni e meraviglie. Ed avevano ragione, malgrado non avrebbero potuto capire perché Seymour, con la sua esperienza specialistica in campi magnetici cosmici, stia semplicemente modificando le loro spiegazioni. 'Quello che ora devo fare', aggiunge lo scienziato 'è di prendere i dati di Gauquelin e di sposarli con l'analisi spettrale delle registrazioni degli osservatori magnetici. Secondo Seymour ci dovrebbero essere delle correlazioni rilevabili tra le date di nascita associate con certi pianeti e i costanti cambiamenti del campo magnetico terrestre. il problema è che non ha ancora il tipo giusto di osservazioni magnetiche, che dovrebbero essere dei misuramenti continui. I pochi osservatori che raccolgono le informazioni in questo modo hanno mandato a Seymour i loro dati nella forma di media su tre ore, che eliminano gli effetti fini che lo scienziato sta cercando. Diversamente da altre teorie cosmiche controverse sviluppate negli ultimi anni l'idea di Seymour è spiegabile e verificabile nei limiti della nostra conoscenza attuale. Non si appella a una razza di padroni, visitatori da un altro pianeta, né a una collisione di mondi, né a una nuova forza fisica. Sotto questo punto di vista è un buona immagine dello stesso Seymour, un uomo risoluto, diretto, che predica un'astronomia semplice da fai da te, dal pulpito del suo planetario.

Ecco dei commenti di alcuni scienziati sui libro di Seymour.

Derek McNally, vicedirettore dell'osservatorio dell'università di Londra e segretario generale dell'unione internazionale di astronomia ha detto: 'Non è un'area in cui molti di noi astronomi ci preoccupiamo di addentrarci, perché pensiamo che sia più probabile che l'astrologia sia maliziosa piuttosto che utile. Da quello che Seymour mi ha detto del libro, non penso di essere pronto a seguirlo, nemmeno fin dove si è addentrato nel suo sostegno limitato dell'astrologia'.

Archie Ray, professore di astronomia all'università di Glasgow, in Scozia, ha avuto una reazione totalmente differente ascoltando un riassunto della teoria di Seymour 'Malgrado non possa fare commenti sull'intera teoria senza prima aver letto il libro accuratamente, la teoria mi ha colpito perché è proprio buona, essendo verificabile scientificamente. Secondo Ray un vero scienziato va dove le prove lo portano, anche se è un posto dove non vuole andare particolarmente e aggiunge: 'Seymour, al proposito, ha una filosofia ragionevole. Se le sue osservazioni future non sosterranno la sua ipotesi, allora, come un buon scienziato, la scarterà. Il problema è che adesso la gente non prende in considerazione la teoria e scarta l'astrologia come superstizione medioevale'. il presidente della società reale astronomica, Rodney Davies, dell'osservatorio astronomico di Jodrell Bank, non ha né sentito parlare del libro né lo ha letto, ma ci ha fatto un resoconto della sua posizione di astronomo: 'Quando stava facendo il dottorato di ricerca, Seymour ha aiutato a dimostrare che i campi magnetici si allacciano attraverso le braccia a spirale della Via Lattea. Quel lavoro è stato confermato dalle osservazioni. Poi ha dato degli ulteriori contributi nel campo del magnetismo della nostra galassia. Si è fatto una buona reputazione nel mondo dell'astronomia'. Il mondo astrologico, d'altro canto, ne ha sentito parlare ma non ha accettato le sue idee.

Charles Harvey, presidente dell'associazione di astrologia inglese ha detto: 'Penso che sia splendido che Seymour abbia pubblicato una teoria che può essere provata. E' uno scienziato genuino disponibile a farsi dimostrare che la sua teoria è sbagliata. Gli interessa il perseguimento della verità, non gli importa dove possa condurlo. Questa attitudine è molto rara. il suo modello di astrologia è un nobile tentativo, ma troppo limitato per quanto riguarda gli astrologi." Harvey, astrologo da 25 anni, crede che l'astrologia sia così radicale nelle sue implicazioni da non poter rientrare nel modello che Seymour propone, o in nessun altro modello strettamente scientifico. E nella prefazione al libro di Seymour ha aggiunto: "che un modello alla Seymour possa prima o poi essere esteso ad abbracciare tutte le sottigliezze dell'esperienza, astrologica, rimane da vedersi. Ma, come Einstein ha sottolineato, le teorie non sono né giuste né sbagliate: sono o fertili o sterili."

Come Seymour, il fisico Peter Roberts, un professore associato alla City University di Londra, ha investigato il caso dell'astrologia. Ha dedicato diverse pagine del suo prossimo libro, The message of astrology', a un resoconto della teoria di Seymour: 'Seymour ha trovato una parte della verità. La sua teoria certamente spiega alcune delle scoperte di Gauquelin che divergono dall'astrologia tradizionale'. Per esempio Roberts cita il fatto che gli astrologi considerano l'attuale momento della nascita come il momento 'giusto' della nascita, anche se quel momento viene accelerato dalle medicine che accelerano le doglie o dal parto cesareo. Gauquelin, tuttavia, ha dimostrato che le medicine o l'intervento chirurgico cancellerebbero l'effetto di 'eredità planetaria" come se il bambino non fosse nato al momento giusto. La teoria di Seymour spiega questi risultati in termini del segnale magnetico: il bambino non ha potuto decidere il momento della sua nascita, sintonizzandosi sulle posizioni planetarie, a causa dell'interferenza medica, e quindi è nato in un momento astrologicamente 'sbagliato". Roberts si chiede se la teoria di Seymour va abbastanza in là e aggiunge: 'Nel libro sostengo che non si può spiegare l'astrologia solo con argomenti dalla fisica ordinaria.

Bisogna muoversi anche nel paranormale'.

Seymour si limita a rimanere con la scienza: 'Il metodo scientifico è molto, molto potente per investigare il mondo. C'è un corpo di conoscenze che oggi gli scienziati considerano vero, ma sarebbe ridicolo confonderlo con la verità assoluta'. Gli scienziati esaminano le prove, fanno dei modelli per spiegare l'evidenza sperimentale e devono essere disponibili a gettare i loro modelli, se non funzionano.

Siamo limitati dal fatto che siamo esseri umani che percepiamo le cose attraverso i nostri sensi. Il mondo fisico viene filtrato attraverso i nostri sensi e filtrato ulteriormente dall'educazione. "Forse la gente aveva osservato le macchie solari prima di Galilei, dice Seymour, ma gli era stato insegnato che non ci potevano essere delle imperfezioni sul sole". Anche la credenza di Aristotele che i cieli fossero perfetti ha impedito a generazioni di occidentali di riconoscere l'esistenza delle stelle nova, mentre i cinesi le osservavano e ne scrivevano resoconti.

Aggiunge Seymour: 'Credo che sia possibile modificare la metodologia della scienza per investigare il paranormale. Sono ancora critico riguardo all'astrologia nel suo complesso, specialmente per i segni zodiacali, ma ho molto più rispetto per gli antichi astrologi che erano dei grandi osservatori e pensatori'.

Se questa teoria risulterà corretta fornirà una nuova teoria dell'attività solare, una nuova comprensione delle relazioni terra sole e una nuova area per investigare come i campi magnetici influenzino la vita umana. Aggiunge lo scienziato: 'Scrivere questo libro mi ha liberato intellettualmente. Ora tutti sanno quale è il mio credo, contro ogni dogma di qualunque forma, religioso, politico, scientifico. Ora posso pensate più chiaramente a cose che stanno al di là dell'area normalmente accettata dalla scienza'.

 

Le fasi lunari influenzano gli stati d'animo

Molti scienziati hanno raccolto un gran numero di dati per verificare l'antico mito secondo cui i cicli del sole e della luna influenzano profondamente i nostri stati d'animo.

E' noto che i pazienti psicotici manifestano la loro malattia sotto l'influenza della luna piena durante l'estate e l'autunno. I loro sintomi si accentuano anche durante il periodo di luna crescente in primavera e in inverno.

Paul Mirabile dell'Institute of Living ad Hartford, nel Conneticut, ha utilizzato i dati raccolti in diciotto anni, riguardanti quattromila pazienti, per confermare questa leggendaria credenza. Egli ha inoltre messo in evidenza che la predisposizione a contrarre malattie può essere legata a sintomi psicotici. Nel tentativo di esplorare gli aspetti nascosti della personalità e le basi fisiologiche della malattia mentale, Mirabile si è chiesto quale tipo di persone potrebbe manifestare determinati sintomi piuttosto che altri; e ancora, perchè i cambiamenti di umore di una persona sono legati alle stagioni. Perché, ad esempio, la maggior parte dei suicidi si verifica in primavera e in autunno. Nei suoi studi Mirabile ha rilevato che anche la predisposizione a contrarre malattie cambia col cambiare delle stagioni. E' noto che questa predisposizione dipende dalla relazione che una persona ha con la gravità; Mirabile sostiene che può dipendere anche da mutamenti del light cycle.

Le persone più vulnerabili, come si è detto, tendono ad avere delle crisi depressive in primavera e in autunno; lo stesso però succede alle persone che non sono affatto soggette a questo tipo di crisi. I cambiamenti di umore sono causati, secondo Mirabile, da una combinazione tra il mutamento del light cycle e il mutamento della relazione che ognuno di noi ha con la gravità. Quindi Mirabile conclude che la malattia mentale si può manifestare quando il delicato equilibrio di questi due sistemi viene a mancare.