TEORIA DEI CYBER


Questo campo rappresenta il cuore teorico del paradigma olistico nella scienza, offrendo i parametri per comprendere l'unità dell'essere vivente nella sua estrema complessità neurofisiologica, psichica e cognitiva.  La teoria dei Cyber è una concezione scientifica unitaria che permette una comprensione non-divisa degli aspetti materiali e spirituali dell'essere umano e dell'esistenza. Il modello Cyber è il primo modello olistico di coscienza, che utilizza una concezione informatica, e permette di leggere ogni processo biochimico, biologico, neurofisiologico e mentale in termini nuovi e altamente significativi rispetto alla visione dicotomica tradizionale. La teoria dei Cyber è il primo tentativo di integrare fluidamente le moderne concezioni scientifiche neuro-cibernetiche con le antiche tradizioni filosofiche e spirituali, creando un ponte per una comprensione unitaria della vita e dell'essere umano su questo pianeta e della sua continua evoluzione.

Questa sezione comprende i seguenti capitoli:

  1. LA CIBERNETICA OLISTICA: come unificare materia e spirito, cervello e coscienza? Dalle antiche concezioni spirituali alla moderna termodinamica, le basi per comprendere l'unità psicosomatica tra res extensa e res cogitans. L'epistemologia unitaria dalla rivoluzione informatica alla cibernetica sacra.
  2. L’IPOTESI COSCIENZA E I "PRINCIPIA CYBERNETICA": le basi scientifiche, filosofiche e spirituali della concezione cibernetica unitaria. Le leggi che regolano l'essere vivente e l'esistenza come processo di coscienza in divenire. 
  3. TEORIA DEI CYBER:  il modello olistico-cibernetico dell'unità della coscienza, dalle antiche tradizioni alla moderna neurofisiologia.

LA CIBERNETICA OLISTICA

dalla tecnologia informatica alla scienza della coscienza

 

Unificare le dimensioni

La consapevolezza della profonda dicotomia tra scienza e spiritualità, ha motivato la tendenza filosofica e scientifica più avanzata degli ultimi decenni a riformulare i termini della ricerca e, in alcuni limitati casi, del metodo sperimentale secondo una concezione scientifica olistica, in modo tale che il campo di conoscenza scientifica potesse abbracciare e comprendere ogni fenomeno dell’esistenza in modo unitario, ricucendo la frattura tra scienze fisiche e scienze umane e psicologiche, e, più in generale, tra scienza e natura, frattura che sta alla base della gravissima crisi ecosistemica globale. Riunire queste due dimensioni (che di fatto non sono mai state separate se non nella nostra mente) dovrebbe diventare nell'immediato futuro l'impegno primario dell’intelligenza internazionale.

Un contributo a questa sfida emergente è rappresentato dalla cibernetica olistica e dalla teoria dei Cyber. Ma perché proprio la cibernetica? Cosa c’è di tanto particolare e profondo in questa branca della scienza che ha dato vita all’esplosione informatica dei computer e delle comunicazioni digitali?

 

 La rivoluzione cibernetica

La cibernetica nasce negli anni Quaranta grazie al matematico Norbert Wiener del Massachussetts Institute of Tecnology. La cibernetica, nonostante sia stata quasi totalmente utilizzata in modo materialista, può essere considerata una scienza di confine in quanto, come specifica il premio Nobel Manfred Eigen, la natura delle informazioni è "immateriale". Sin dagli inizi della cibernetica, l'"informazione" è stata dichiarata concettualmente priva di energia e di massa. Potremmo quindi dire che la cibernetica è la più sacra tra le scienze: essendo basata su un concetto immateriale, può avvicinarsi alla comprensione e quantificazione della coscienza, la più immateriale delle cose esistenti.

Grazie alla cibernetica, scienza delle informazioni, la grande divisione tra corpo e mente, tra materia e coscienza sta per cadere, così come è caduto il muro tre le due Germanie. Una monumentale sintesi è alle porte, scrive il fisico Michael Talbot nel libro Beyond the Quantum asserendo, come molti altri ricercatori e pensatori, l'indubbia preminenza delle informazioni sull'energia.

I fisici John Wheeler della Texas University e Edward Fredkin del M.I.T. propongono, in due separati lavori, che dovremmo iniziare a percepire e interpretare l'universo come se fosse costituito, in ultima analisi, non da materia o energia, ma da pura informazione. Il linguaggio cibernetico permette, infatti, di comprendere in modo unitario l'intera gamma dei fenomeni naturali e mentali.

  

Vita e coscienza come processi informatici

Come già accadde a Gregory Bateson, quando osserviamo e descriviamo il mondo in termini di informazioni diventiamo consapevoli che praticamente tutto può essere spiegato con questo codice e, in particolare, vi possono essere spiegati i fenomeni più affascinanti: la comunicazione tra delfini, le incredibili architetture dei cristalli, dei termitai o dei cervelli, le capacità di apprendimento, di riconoscimento, di memoria e di comunicazione dei globuli bianchi, le complesse strutture unicellulari, la vita delle api, fino all'intera organica rete di relazioni che è l'intelligenza inesplicabile del nostro pianeta: la Terra Gaia.

Utilizzando i codici dell’informazione, Manfred Eigen ha dato una nuova e affascinante luce al fenomeno dell’origine della vita sulla Terra e all’intero processo dell’evoluzione. Secondo Eigen l’informazione rappresenta l’essenza stessa della vita e, pur essendo sempre coerente alle leggi di natura, costituisce un codice d'interpretazione che apre una dimensione evolutiva totalmente nuova.

Siamo alle soglie di una possibile rivoluzione scientifica globale: la coscienza e i fenomeni dell'intelligenza naturale, fino ad ora non considerati dalla scienza, iniziano ora ad essere misurati in termini di informazione e, quindi, analizzati e compresi come processi reali.

Il concetto stesso di vita, che è sfuggito fino ad ora ad ogni tentativo di definizione, è stato ripreso dal fisico della Columbia University Gerald Feinberg e dal biochimico della New York University Robert Shapiro nel loro libro Life Beyond Earth. Secondo i due ricercatori, l’ordine diventa un altro modo di esprimere quante informazioni sono codificate in un sistema; per cui ciò che è vivo (sistema vivente) dovrebbe essere misurato in termini di informazione.

"Bisogna parlare di mente-corpo come di un’unica entità integrata", propone Candace Pert, la famosa ricercatrice del NIMH (National Institute for Mental Health); le sue ricerche hanno permesso la scoperta delle endorfine e dei neuropeptidi, molecole che trasmettono le informazioni emozionali e mentali, ed hanno evidenziato che queste molecole non si trovano solo nel cervello e nel sistema nervoso, ma in tutto il corpo umano. La Pert ha quindi proposto di considerare l'intero corpo una rete di informazioni, un complesso circuito pensante che abbraccia ogni cellula dell'organismo.

 

Logica della cibernetica olistica

Per la cibernetica olistica l’esistenza è un’organica e indivisibile totalità, un'unica energia intelligente che si manifesta a noi in due aspetti polari: la dimensione esteriore, oggettiva o esplicata costituita da materia-energia, e la dimensione interiore, soggettiva o implicata costituita da informazione-coscienza.

La cultura scientifica materialista si è manifestata in modi distruttivi verso l’ecosistema naturale ed umano. La visione unitaria nasce quando comprendiamo che la coscienza è la matrice che unifica la vita in ognuna delle sue infinite dimensioni.

E’ necessario rifondare la scienza, cercando di percepire in ogni essere e fenomeno l'unità tra materia e coscienza, tra energia e informazione, ossia tra la forma oggettiva del corpo e il contenuto soggettivo di informazioni della psiche.

Come propone Francis Crick, una scienza olistica può esistere solo accettando che la dimensione della coscienza e i fenomeni ad essa connessi, siano un legittimo e essenziale campo di ricerca e conoscenza scientifica. La cibernetica rappresenta lo strumento tecnico e cognitivo per comprendere i processi di coscienza e l'unità in essi "implicata", quantificandoli, analizzandoli e studiandoli come informazioni.

Tuttavia, per giungere ad una reale comprensione cibernetica e olistica della realtà, occorrono - oltre che l'esperienza profonda della propria coscienza - precise ipotesi e basi concettuali. Le intuizioni devono essere supportate da un ordine logico formalizzato che possa guidare ogni ricercatore con princìpi universali.

Questo insieme di considerazioni, definizioni, princìpi e logiche prende il nome di Teoria dei Cyber.

 

Umiltà epistemologica

La bellezza e la globalità di una nuova scienza olistica devono essere presenti sin dalla sua nascita. Così come già nelle sue radici deve trasparire la consapevolezza della non conoscenza.

Indagando la coscienza del vivente, ci ritroviamo innanzi alla coscienza del Tutto e, spontaneamente, si manifesta in noi un infinito senso di reverenza e una profonda consapevolezza della nostra limitazione intellettiva, il saggio confine dell’ignoranza.

Sappiamo che esistiamo, che siamo coscienti, Cartesio ha evidenziato come questa affermazione sia basilare e certa, ma non sappiamo, né probabilmente mai sapremo, penetrare il mistero della coscienza stessa. E' già una rivoluzione, però, aprire una porta su questa dimensione insondabile e osservare, cercare di comprendere, di conoscere, con la nostra infinitesima coscienza, frammenti di logiche universali della infinita coscienza cosmica, della bellezza illimitata che alcuni ancora chiamano il Corpo di Dio.

Questa consapevolezza della non conoscenza, e forse dell'inconoscibilità, è l’unica via per avere equanimità e umiltà epistemologica.

  

Definizioni cibernetiche di coscienza

Per maggiore chiarezza riportiamo le definizioni operative dei principali termini che utilizzeremo nell’esposizione della Teoria dei Cyber.

 Coscienza: capacità autonoma* di percepire o conoscere il senso o significato di un'informazione. Sinonimi: la soggettività, il testimone, l’osservatore, il Sé.

 Mente: capacità autonoma* di elaborare informazioni, come: ricezione, analisi, associazione, separazione, categorizzazione, selezione, trasmissione ecc. Sinonimi: psiche, pensiero, intelletto.

La mente entra in gioco molto più tardi della coscienza, è una sua derivazione evolutiva, una sua complessificazione che nasce dalla divisione dell’Uno originario in infiniti frammenti auto-coscienti.

 Intelligenza: capacità di utilizzare informazioni per risolvere un problema o per realizzare progetti secondo uno scopo o finalità (teleologia).

 Memoria: capacità di conservare informazioni.

 Informazione: un bit, o quanto di informazione, una minima differenza percepibile o rilevabile.

*L’aggettivo "autonoma" viene usato perché esistono macchine - non autonome - come i computer, che sono create dagli uomini per elaborare informazioni o percepirne un certo significato. Un computer elabora informazioni più o meno come un cervello, ma non possiede (né mai possederà) né autonomia, né coscienza del loro significato, caratteristica peculiare dei soli esseri viventi.

Passiamo ora dalla definizione dei termini agli strumenti logici. Per una conoscenza unitaria occorrono strumenti unitari. Inizieremo con l’esposizione dell’ipotesi coscienza e dei princìpi cibernetici che rappresentano le fondamenta logiche della Teoria dei Cyber.

 


L’IPOTESI COSCIENZA E I "PRINCIPIA CYBERNETICA"

 

L'idea di una Mente universale o Logos sarebbe, a mio avviso, una considerazione plausibile dall'attuale stato della teoria scientifica; o per lo meno in armonia con esso. Sir Arthur Eddington

La mente è per sua natura un tantum singolare: dovrei dire: il numero complessivo delle menti è soltanto uno. Erwin Schrödinger

La natura propria del Signore è la Coscienza. Abinavagupta - dal "Tantrasara"

 

L’Ipotesi Coscienza

La Teoria dei Cyber si basa sull’Ipotesi Coscienza. L’Ipotesi Coscienza afferma che l'intera esistenza è Una Infinita Coscienza: un multidimensionale universo composto e animato da un'unica energia intelligente.

L'esistenza Una e Sacra si manifesta in infiniti aspetti e dimensioni, coscienti e intelligenti; il suolo su cui poggiamo i piedi, la nostra mente, il nostro stesso corpo e gli atomi di cui è composto, questo pianeta rotante, come le altre stelle, sono terra sacra!

Questa infinita coscienza, come un continuum vuoto oltre lo spazio.tempo che si insinua nelle pieghe frattali delle meccaniche quantistiche, costituisce la matrice "implicata" di ogni ordine, intelligenza e bellezza.

Pervadendo l'intimo cuore di ogni frammento di realtà, questo oceano di coscienza rimane tuttavia immoto e incontaminato, è il motore immobile, il perno vuoto delle mastodontiche ruote cosmiche in perpetuo movimento. E, pur sfrangiato nella complessità delle sue molteplici dimensioni, esso rimane uno, come un possente albero celato dalle sue stesse foglie.

Coscienza è un termine che rappresenta la dimensione unitaria e sacra dello spirito e la natura essenziale di Dio, chiamato appunto la Coscienza del Tutto. La coscienza è stata raffigurata da sempre come luce e simboleggiata da un occhio, ad indicare la sua principale caratteristica di osservare e conoscere. La natura della coscienza è non-duale, allo stesso tempo immanente e trascendente, continua, intelligente, indipendente dallo spazio e dal tempo e, quindi, senza estensione o età.

 Non nasce e non muore, non s’accresce e non diminuisce è assoluta, in Sé, unica, senza tempo e tutte le cose belle partecipano in lei. Platone

L’Ipotesi Coscienza rappresenta l'archetipo di ogni spiritualità, ed è quindi sostenuta da innumerevoli miti e cosmologie, antiche e moderne.

 

I Princìpi Cibernetici

I princìpi cibernetici sono le leggi logico-analogiche che sostengono la Teoria dei Cyber, sono degli aforismi, delle affermazioni sintetiche espresse in linguaggio cibernetico-informatico che possono essere rintracciate e riconosciute nella maggior parte delle tradizioni spirituali, filosofiche e scientifiche. Lo scopo dei princìpi cibernetici è quello di costituire una semplice e chiara base logico - filosofica per comprendere in modo olistico le leggi della coscienza e del suo sviluppo. La loro matrice universale fornisce una concreta e profonda base comune per una comprensione unitaria e globale della realtà, un primo inizio di scienza olistica, su cui è fondata la Teoria dei Cyber.

I primi tre princìpi cibernetici, chiamati princìpi archetipici, sono la rilettura cibernetica delle tre Matrici Archetipiche, una ricodificazione dei pilastri che reggono la coscienza collettiva dell'umanità.

  

Principio del Campo Vuoto Primordiale della Coscienza: il primo principio archetipico

All’inizio era il nulla, e il nulla non aveva nome. Chuang Tzu

 Questo è il racconto di quando tutto era fermo, tutto calmo, in silenzio; tutto senza movimento, tranquillo e la distesa del cielo era vuota... Nulla esisteva. Dal "Popol Vuh"

 Prima sorse il vuoto Caos. Esiodo

 All’inizio vi era Quello, fatto di tenebre, indistinto, senza caratteristiche, inconoscibile e come totalmente assopito. Dalla "Chandogya Upanishad"

Prima dell'inizio della nuova creazione, Awonawilona - il Creatore e Contenitore-del-Tutto, e Padre di Tutti i Padri - se ne stava solo. Non c'era nulla altro nel grande spazio delle ere che profonda oscurità e vuoto. Mito della creazione dei Nativi Americani Zuni

Lo Zero è l’elemento-numero del Vuoto-Nulla- Indifferenziato originario.

La Matrice Zero in termini cibernetici può essere definita come un "campo zero" o "campo vuoto" caratterizzato da totale assenza di informazioni. Definendo l'informazione come la minima differenza comunicabile e, ipotizzando l'inizio come totale stasi, abbiamo di conseguenza un infinito "campo informatico" privo di differenze e, quindi, a "zero" informazioni. La coscienza vuota deve essere considerata, quindi, lo stato di base dell'esistenza.

L'assenza totale di movimento del campo zero, V=0, dove il movimento è definito matematicamente come V=S.T (dove V è la velocità, S lo spazio e T il tempo), porta alla conclusione che lo stato iniziale era senza spazio e senza tempo, non vi era possibile divisione negli eventi (zero informazioni): l'intero campo era necessariamente indiviso e quindi unitario, ma non essendoci informazioni, sulla base dell'ipotesi di partenza, la coscienza esisteva senza contenuto e quindi era non-consapevole, non-cosciente.

All’inizio era il Buio assoluto, l’Indifferenziato, il Grande Vuoto, la nera notte, senza spazio, senza tempo né consapevolezza. L’inizio dei miti corrisponde ad una coscienza profondamente addormentata, un oceano di potenzialità senza movimento, senza differenze. Solo infinito Vuoto. Vishnu giace profondamente addormentato su un infinito oceano di Nulla, senza sogni, appoggiato sul serpente Ananta, l’Eterno, arrotolato su se stesso. Nella scienza questo primo livello corrisponde al concetto di vuoto. La rappresentazione del Vuoto nelle varie tradizioni è schematizzata nella tavola ** .

 

Principio dell'Unità della Coscienza

L’essere è generato dal non-essere. Lao Tzu

All’inizio era il Caos, poi venne l’Intelletto che diede ordine a tutte le cose. Anassagora

 All’origine c’era solo l’Atman, sotto forma di Purusha. Guardandosi attorno egli non vide altro che se stesso. E in primo luogo pronunciò le parole: So Ham, Io Sono Questo. Dalla "Brihad Aranyaka Upanishad"

 All’inizio vi era Quello, fatto di tenebre, indistinto, senza caratteristiche, inconoscibile e come totalmente assopito. Apparve allora il Signore Svaysbhu, l’Autonomo, Colui che non evolve e che fa evolvere la totalità di Quello, a partire dagli elementi ordinari. E’ lui che spiegando la sua energia dissipa le tenebre. Egli meditò, desideroso di creare ogni genere di creatura. In principio creò le acque, poi in esse egli mise il suo seme. E divenne un Uovo d’Oro, rivestito dallo splendore di mille raggi, e in questo Uovo nacque da se stesso Brahma, l’antenato di tutti i mondi. Dalla "Chandogya Upanishad"

 Non vi era l'essere, non vi era il non essere in questo tempo. L'Uno respirava senza soffio, animato da se stesso: nient'altro esisteva. Dal "Rig Veda"

Il secondo principio archetipico evidenzia la trasformazione del Campo Zero di coscienza vuota che si autopercepisce e diventa un Campo Unitario, una Oneness. Dal primitivo stato di coscienza vuota, dormiente e indifferenziata si ha l'emergere della coscienza, della consapevolezza di esistere. Dallo Zero emerge l’Uno. La Coscienza si risveglia e, non essendoci divisioni o limiti, realizza di essere Una, potenzialmente Infinita e Intelligente. Dallo stato di Zero informazione (e quindi di non-coscienza) si passa all'informazione Uno (o auto-coscienza). E' il primo processo cibernetico autoreferente, il primo auto-feedback, l'informazione ritorna, o meglio (non essendoci spazio e tempo) "riverbera", "risuona" in se stessa. Gli antichi indiani l'hanno chiamata Swaiambur, "colei che si sostiene da sola".

Il grande mistero da cui nasce la sacralità dell'esistenza è proprio questo risveglio della coscienza cosmica addormentata, che diventa "consapevole di esistere" come infinità vuota, come "campo di informazione-coscienza unitaria". E' questa coscienza che da vita e intelligenza al Tutto, senza questa coscienza risvegliata l'intero universo sarebbe materia senza vita e senza la benché minima coscienza, in nessuna forma. Mitologicamente questo "campo unitario di coscienza" è raffigurato come un Uovo d'Oro, rivestito dallo splendore di mille raggi, dalla cui fecondazione e successiva "rottura" nascono i mondi.

La Coscienza risvegliata è universalmente rappresentata come Luce, e con la qualità intrinseca dell'Amore (Eros). Da questa Coscienza, Una, Luminosa e Amorevole nasce la creazione.

Nella scienza questo livello di Infinito Vuoto Cosciente ancora immanifesto, e quindi ancora senza spazio-tempo, corrisponde al concetto di ordine implicato di Bohm e di Vuoto Sub-Quantistico di Laszlo, in astrofisica corrisponde all'istante che immediatamente precede la singolarity, da cui origina il Big Bang.

Per questo tornando al vuoto e al silenzio ci si ritrova nella coscienza originaria.

La rappresentazione dell'Unità nelle varie tradizioni è schematizzata nella tavola ** e nella tavola ** .

 

 Fecondazione e Rottura dell'Uovo della Coscienza Cosmica

Ma come avviene la "fecondazione" e la successiva "rottura della simmetria"? Come può, da questo "campo di coscienza unitaria" assolutamente indivisa e immobile, scatenarsi un così drammatico processo di creazione fisica che porta alla formazione del nostro Cosmo, in cui, per ora, sono state osservate circa cento miliardi di galassie, ognuna delle quali è formata da circa cento miliardi di stelle?

Teoricamente questo evento accade in una dimensione ancora indivisa e quindi aspaziale e atemporale, e può essere "durato", come sostengono molti miti, per molte eternità; ma è tuttavia evidente che da questo stato nasce successivamente la più grande instabilità immaginabile che dalla completa immobilità porterà alla creazione dinamica del cosmo. Anticipiamo che non siamo purtroppo in grado di immaginare eventi al di fuori dallo spazio e dal tempo, le nostre metafore della dimensione "implicata" quindi saranno condizionate da immagini mentali spazio-temporali; se le metafore saranno corrette porteranno comunque un'espansione della comprensione.

L'evento più significativo dal punto di vista cibernetico è proprio la transizione di fase dal "campo di coscienza unitaria", che immediatamente precedette e provocò la singolarity, all'esplosione del Big Bang e alla sua successiva frammentazione. Seguendo le tracce dei miti possiamo ipotizzare che nell’oceano immobile della coscienza dormiente nasca la prima "differenza" che stimola la coscienza dell’essere. Questa presa di coscienza - che viene comunemente tradotta come: so ham, "io esisto" - è da interpretarsi come un evento critico, una minima, impercettibile variazione del campo, l'onda della prima informazione. E' la "scossa" con cui Ta'aroa uscì dalla sua conchiglia che sembrava un uovo. Questo "io" è come l'informazione, senza corpo, di uno spermatozoo che feconda l'immenso corpo di un uovo, che da solo non può suddividersi. Questo evento è catalitico: in un oceano di silenzio infinito e statico, un sussurro, la prima informazione "rompe" l'equilibrio perfetto e crea una cascata di eventi cibernetici. Una prima differenza genera una reazione a catena di differenze, come uno specchio che riflette il nulla e si rompe generando infinite immagini di nulla. Siamo così alla creazione del molteplice, che gli antichi a volte chiamavano Maya, l'Illusione. Dall’ombelico di Vishnu Dormiente sorge un fiore di loto da cui nasce Brahma, che crea, sognandoli, infiniti universi e dimensioni.

 

Principio dell'Energia Intelligente Creativa

All’inizio era il nulla, e il nulla non aveva nome. Di là si produsse l’uno, l’uno fu, senza che avesse una forma materiale. Ne nacquero gli esseri: è ciò che viene chiamata la sua virtù. In ciò che non aveva forma si ebbe una distribuzione, alla quale seguì un movimento perpetuo, che ha nome Destino; nel corso delle sue trasformazioni sono nati gli esseri. Chuang Tzu

 Prima dell'inizio della nuova creazione, Awonawilona - il Creatore e Contenitore-del-Tutto, e Padre di Tutti i Padri - se ne stava solo. Non c'era nulla altro nel grande spazio delle ere che profonda oscurità e vuoto. All'inizio della nuova creazione, Awonawilona concepì in Se stesso e il suo pensiero si proiettò fuori nello spazio, dove nebbie generatrici e potenti vapori di crescita crebbero e si svilupparono. Così, grazie alla sua innata conoscenza, il Contenitore-del-Tutto si fece persona e forma del Sole, che noi sentiamo essere nostro padre e che così venne in esistenza e manifestazione. Questa apparizione creò la luce che illuminò lo spazio. Mito della creazione dei Nativi Americani Zuni

 Il Cielo e la Terra e le Diecimila Creature sono generate dall’Essere. L’Essere è generato dal Non Essere. Lao Tzu

 Prima sorse il vuoto Caos, poi Gea dal rigoglioso seno. Dal Caos discendono Erebo, il buio senza luce e Nyx, la notte, che, unitasi a Erebo, partorì Etere, la luce del cielo, ed Emera, il giorno. Gea invece partorì Urano, il cielo stellato, e da lui venne abbracciata e fecondata e partorì Ponto, il mare, e le infinite creature viventi che nascondeva nelle sue cavità. Esiodo

Tutto è in tutto. Anassagora

 Nel Timeo Platone descrive il caos come il "ricettacolo" della materia informe che è all'origine del mondo e che successivamente viene ordinata e organizzata in un Cosmo dalla coscienza e dall'intelligenza del Demiurgo.

Dallo Zero-Uno si creano infiniti numeri e dimensioni. Nella Coscienza Vuota, Una e Infinita, ancora implicata e immota, si produce una fertile e amorevole "rottura" dell'equilibrio-simmetria che produce un movimento di informazione-energia vivente-intelligente, una divisione-moltiplicazione dell'Uno negli Uno, che crea sincronicamente-olograficamente le infinite Unità-Creature e le infinite Dimensioni-Livelli che compongono l’esistenza.

La cascata cibernetica di eventi di moltiplicazione-divisione che seguono l'iniziale rottura della simmetria è infinita come la matrice da cui essa stessa deriva. Il numero delle unità cibernetiche che ne derivano è potenzialmente infinito anche se, da un punto di vista atomistico, alcuni fisici hanno "calcolato" il numero approssimativo degli atomi dell'intero universo.

La rottura dell'equilibrio altera lo stato di stasi, si genera un movimento; V (la Velocità), non più uguale a zero, crea un valore discreto di S-T: il movimento produce lo spazio-tempo. Questo movimento è perfettamente rappresentato dal fotone, araldo di ogni particella elementare, che si muove alla massima velocità possibile nella nostra dimensione, ma, dato V=S.T, non potrebbe quindi essere, al contrario, che l'intero spazio-tempo è relativo in quanto creato proprio dal movimento degli infiniti fotoni?

Il fotone è un "quanto" di energia ma noi possiamo osservarlo come un "quanto" di informazioni che si muovono alla velocità di trecentomila chilometri al secondo.

L'energia è informazione in movimento! La sua raffigurazione mitologica è il simbolo della spirale o del serpente, emblema dell'energia intelligente e creativa.

La rappresentazione della Creazione nelle varie tradizioni è schematizzata nella tavola ** .

 

Ologrammi cibernetici

La Coscienza Una, Vuota e Infinita si suddivide, moltiplica olograficamente e sincronicamente in infinite energie-parti. Ogni parte è una unità di energia-coscienza che riflette olograficamente il Tutto e ad esso rimane sincronicamente connessa. In ogni singola unità dell'esistenza sono quindi presenti gli stati di coscienza corrispondenti all’Unità e al Vuoto: la coscienza di Sé e lo stato di sonno senza sogni, ossia lo stato di attività e di inerzia.

La Creazione è il processo di infinita divisione-moltiplicazione delle parti all’interno dell'Unità stessa che crea differenze e quindi moltiplica le informazioni. Maggiore è la divisione delle parti, maggiore è la moltiplicazione delle informazioni e la possibilità che l’esistenza ha di conoscere Se stessa. L'Infinita Unità di Luce-Coscienza si frammenta in infinite unità di luce: dal Big Bang emergono infiniti fotoni e particelle subatomiche, quanti di luce-energia. L’Uno si è frammentato in infinite parti, si è diviso in infinite dimensioni e tuttavia l’Uno rimane, come affermano le Isa Upanishad: Questo è il Tutto, quello è il Tutto. Dal Tutto emerge il Tutto ed il Tutto ancora rimane.

Ritroviamo questo concetto di unità all’interno dell’unità praticamente in tutte le cosmologie, sintetizzato nell'aforisma di Ermete Trismegisto: Come in alto, Così in basso, così come nella poesia di William Blake Vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un fiore selvaggio, sostieni l’infinito nel palmo della tua mano e l’eternità in un’ora. Ciò che appare diviso in realtà è profondamente connesso con il sottostante ordine implicato della coscienza. Come le onde sono connesse al profondo abissale oceano, così ogni parte-energia è intimamente connessa all’intelligenza infinita che l’ha generata e che la sostiene.

Nella scienza questo principio dell'unità originaria si trova alla base dell'idea della singolarity, del Big Bang e della Teoria del Campo Unificato, ossia di un unico principio e di un'unica energia da cui tutto deriva per successive rotture della simmetria originaria.

La coscienza originaria non solo si è frammentata in infinite unità olografiche e sincroniche, ma anche in infinite dimensioni e piani di realtà. Anche nella scienza esiste da tempo il concetto di multidimensionalità, nella fisica quantistica sono infatti teoricamente possibili infinite dimensioni di esistenza. Tuttavia, noi esseri umani, a cavallo tra il secondo e il terzo millennio, percepiamo solo due dimensioni dell’esistenza: la realtà materiale e la realtà spirituale, poiché abbiamo un punto di vista limitato, che corrisponde al nostro attuale stato di coscienza duale.

 

Ogni Unità è un Tutto

Ogni essere contiene in sé l'intero mondo intelligibile. Il suo Tutto è dovunque. Ciascuno è il suo Tutto, e Tutto è ciascuno. Plotino

 La coscienza individuale è il microcosmo della legge dell’Uno. Ra

 Tat tvam asi: Tu sei "Quello". Dai "Veda"

 Aham Brahmasmi: Io sono il Brahman. Dai "Veda"

Se formuliamo il principio creativo dal punto di vista dell’Unità-Creatura come individualità, abbiamo che ogni Unità-Creatura è parte inscindibile e fondamentale del Tutto, un frammento olografico della Coscienza Vuota del Tutto, che contiene le stesse informazioni della sua matrice e che è ad essa sincronicamente unita. Essendo la Totalità in ogni parte, ogni parte è sacra. Ogni parte riflette, nella sua limitazione, la coscienza, l'informazione e la creatività del Tutto. Questo legame cibernetico che connette ogni unità microcosmica all’infinita unità macrocosmica è la base più significativa della teoria dei Cyber.

Per questo, quando si realizza lo stato interiore di coscienza vuota e splendente, l’Atman, ci si ritrova sincronicamente uniti alla divinità, il Brahman.

Ogni singola unità di coscienza dell'esistenza ha quindi una sua propria individualità, memoria e grado di libertà. Per quanto la sua coscienza e la sua libertà le permettono, essa può decidere della sua vita sia orientandosi in senso involutivo, degradandosi, sia in senso evolutivo, arrivando alla riunificazione con la coscienza del Tutto. La tendenza all’unità, intrinsecamente presente nell’esistenza, porta alla creazione di unità viventi di differenti livelli di complessità e coscienza, che chiamiamo Cyber. Ogni Cyber in quanto parte dell’unità del Tutto esprime in Sé, come un seme, in modo sincronico e olografico, l’unità stessa su differenti ordini di complessità.

 

Le implicazioni dell’ipotesi coscienza: energia-informazione-coscienza

La coscienza è intessuta implicitamente in tutta la materia e la materia è intessuta dalla coscienza. David Bohm

Dopo i princìpi cibernetici archetipici legati alle antiche tradizioni sacre, esponiamo i princìpi cibernetici che nascono dalle implicazioni dell’Ipotesi Coscienza con la scienza fisica, chimica e biologica.

Il punto centrale dell’ipotesi coscienza, come di ogni filosofia olistica, è che le due maggiori dimensioni dell’esistenza, quella oggettiva-esteriore e quella soggettiva-interiore, ovviamente coesistono, sono in profonda, costante interazione e possono essere indagate e conosciute con metodo scientifico: è l’unità tra il Cielo e la Terra. Se dal punto di vista olistico questa unità non presenta particolari problemi, è necessario creare delle basi logiche affinché questa logica unitaria sia accettata anche dalla scienza. Iniziamo con il primo concetto unificante, che ci permette di comprendere in modo più razionale e scientifico come la dimensione materiale sia intimamente connessa con quella spirituale.

Questa interazione, già categorizzata da Eccles e Popper, può essere sintetizzata nei due concetti: energia implica informazione, informazione implica coscienza. Queste due affermazioni di principio, che possiamo chiamare principio di implicazione informatica e principio di implicazione noetica, rappresentano dei formidabili strumenti operativi per trasformare le conoscenze della scienza classica in conoscenze olistiche.

Il termine "implica" è necessariamente indeterminato, non sottintende una totale uguaglianza tra energia e informazione. Questa indeterminazione è peraltro alla base della nostra conoscenza scientifica (principio di indeterminazione di Heisenberg) e come tale deve essere compresa e rispettata. Essa rappresenta l’evidenza dell’impossibilità di una quantificazione-comprensione assoluta della realtà e quindi richiede un atteggiamento elastico, aperto, che costituisce la base di una nuova epistemologia flessibile e olistica.

Le parole, qui, devono essere utilizzate come il dito che punta alla luna: il dito non c’entra, la parola è solo uno strumento per aprire nuove dimensioni alla nostra conoscenza e comprensione. I due atteggiamenti, dicotomico e olistico, nei confronti della dimensione ‘materiale-esplicata’ e ‘spirituale-implicata’ vengono ben espressi graficamente dalla differenza tra un semplice anello, in cui esiste un lato interno e uno esterno ben separati, e il nastro di Möbius, creato nel 1800 dal matematico tedesco August Ferdinand Möbius, in cui non vi è separazione tra il lato interno ed esterno, che in realtà sono una sola cosa (fig.* ).

Analizziamo ora i due princìpi di implicazione, che sono consecutivi e specificamente formulati per facilitare alla scienza il passaggio logico verso una visione unitaria.

 

 Principio di implicazione informatica (o dell’energia intelligente): Energia implica informazione.

Tutto il mondo vivente è pervaso dalla coscienza. Ho la sensazione che coscienza ed energia siano in fondo la stessa cosa. Joseph Campbell

L’energia è solo informazione congelata. Timothy Leary

Ricordiamo che l’intera esistenza materiale è energia. Andando a cercare il cuore atomico della grande madre natura, l’Atom Heart Mother della materia, la scienza ha scoperto che le particelle subatomiche hanno una natura energetica.

Prendiamo il fotone come esempio. Einstein stabilì che il fotone è un "quanto di luce", la più piccola unità di energia luminosa. Applicando il primo principio dell’ipotesi coscienza, il fotone diventa un "quanto di informazioni", una minuscola unità di energia che possiamo interpretare come un insieme di informazioni. Di un fotone ci sono noti lo spin, la frequenza, la posizione, la velocità, eccetera, ovvero le informazioni che lo caratterizzano, rappresentano la sua stessa vita e permettono alla nostra coscienza di conoscere questa piccola unità vivente. Nessun fotone è uguale ad un altro.

 

Quanti di informazione

Se al mondo esiste la mente allora deve pervadere ogni cosa, sia pure manifestandosi in modo vario. Una montagna, un albero, un fiume, il pesce che nuota nel fiume, la rugiada e la pioggia, il pianeta, il fuoco debbono possedere ciascuno per conto suo una propria psiche. P.D. Ouspensky

Quindi, ogni forma di energia, sia a livello subatomico che fisico, può essere tradotta in termini informatici in quanto la base stessa dell’energia è costituita da unità discrete o "quanti" di energia che di fatto sono "quanti" di informazione.

Di un elettrone, di una cellula, di un essere umano o di una lontana galassia conosciamo esattamente soltanto le loro informazioni, ossia la parte di informazione che riusciamo a percepire e interpretare, e comunque rimane una conoscenza parziale: è impossibile conoscere la totalità delle informazioni di un’entità, perché la totalità delle informazioni è un'unità che presuppone autocoscienza e questa, ovviamente, può essere conosciuta solo dal e non può essere trasmessa all'esterno.

Rigirando l’ottica di osservazione, possiamo dire che ogni entità vivente è espressione (forma) della propria informazione, ossia "incarna" la sua specifica informazione. Ogni bit o quanto di informazione che proviene da un’entità vivente ha con essa una relazione tendenzialmente sincronica e olografica, per questo l’informazione tende ad essere globale: ogni frammento è un ologramma dell'entità di cui fa parte.

Questo può avere infiniti risvolti. Il lavoro di qualsiasi scienziato, come di ogni polizia scientifica, è quello di ritrovare informazioni dai particolari più minuti che possano permetterci di risalire al soggetto e ricostruire l’intero evento. Poche righe scritte possono darci precise informazioni su chi le ha scritte e sul suo stato psichico, così come dall’analisi di laboratorio di una goccia di sangue possiamo avere un quadro dettagliato della salute di una persona, o analizzando la luce proveniente da una stella possiamo conoscere la sua composizione chimica e altri preziosi particolari.

 

Energia in-formata e intelligente

L’ordine e la connessione delle cose, è l’ordine e la connessione delle idee. Baruch Spinoza

Ogni energia è informata. Questo principio evidenzia l’intima e inscindibile interconnessione che lega la forma all’in-formazione, la forma esterna e interna di una qualsiasi struttura fisica all’informazione che ne codifica senso, funzione e relazione tra le parti.

È importante anche comprendere che ogni corpo solido è rappresentabile come una complessa rete di atomi in precise relazioni dinamiche tra loro, e che questa relazione è un'informazione di estrema importanza.

Il nostro corpo, ad esempio, si ciba più di proteine che di atomi liberi. La proteina è il prodotto di un processo di aggregazione intelligente svolto dagli esseri viventi, un complesso di aminoacidi composti, a loro volta, da idrogeno, ossigeno, carbonio e idrogeno più tracce di altri elementi, ma delle loro infinite configurazioni possibili, solo 20 sono utili alla nostra vita e solo di questi 20 aminoacidi possiamo nutrirci. Non serve dare al corpo gli atomi senza quella precisa in-formazione di struttura. E per costruire queste strutture sono stati impiegati milioni di anni di evoluzione intelligente. Un semplice forno a microonde in un solo minuto può spezzare questi delicati legami vanificando 2 miliardi di anni di intelligenza evolutiva.

Forma e informazione, significante e significato, soma e psiche, espressione e contenuto sono alcune delle coppie di termini che evidenziano l’unità tra dimensione esterna-sensoriale e interna-conoscitiva.

  

Il principio di implicazione noetica: Informazione implica coscienza

L’informazione... implica la coscienza. Henry Margenau

Nous in greco significa anima, mente, coscienza. Il secondo principio cibernetico sostiene che ogni informazione implica coscienza. Le informazioni sono la porta della coscienza e sono esse stesse coscienza.

Il principio di implicazione noetica può essere utilizzato in differenti modi.

Nella sua accezione più semplice, afferma che l’informazione presuppone necessariamente l’esistenza della coscienza, ossia che l'informazione, in quanto messaggio, presuppone necessariamente una coscienza che la conosca. Il valore intrinseco di un’informazione è rappresentato dal suo "senso" o "significato" e la coscienza è "ciò che comprende il senso-significato delle informazioni", e quindi, più in generale, il senso della vita.

Nel libro Il miracolo dell’esistenza, giudicato dal premio Nobel Sir John Eccles come uno dei grandi libri della nostra epoca, l’autore, Henry Margenau, fisico e filosofo della scienza alla Yale University, scrive: "La coscienza, benché la teoria dell’informazione non dica niente su di essa, non avrebbe significato senza l’informazione. Quest’ultima implica la coscienza, apre una porta verso di essa, misura ciò che vi entra - ma si ferma, in qualche modo, alla sua soglia... Possiamo dunque osservare che l’informazione, detta anche nega-entropia, la quale cresce ovviamente con il crescere del tempo, presenta la stessa tendenza alla vita".

Mentre le informazioni, pur essendo immateriali, possono essere quantificate e quindi conosciute da un punto di vista scientifico e logico, la coscienza, essendo pura soggettività, per sua intrinseca natura non può essere oggettivata. In altre parole, la coscienza non possiede dimensione, peso o tempo, e quindi non la si può conoscere in modo razionale (da ratio: misura); si può arrivarvi indirettamente, attraverso la conoscenza delle informazioni, o direttamente, "diventando" la coscienza stessa con la meditazione o con un processo spirituale di "riconoscimento" o "identificazione".

 

Quanti di coscienza: il campo olistico di Bohm

L’informazione fa e anima l’essere vivente. Pierre Grassé in "L’evoluzione del vivente".

Nella sua accezione più forte il principio di implicazione noetica afferma che l’informazione è coscienza, ossia che ogni quanto di informazione è un quanto di coscienza. Quindi l’energia fisica di un qualunque fenomeno di natura è intimamente permeata dalla coscienza, che la anima attraverso codici e logiche informatiche. La coscienza è informazione viva. Ogni informazione è un punto di coscienza di Sé. Riportando questo concetto all'essere umano possiamo dire che noi siamo le nostre informazioni ossia la coscienza di tutte le informazioni della nostra unità vivente.

Questo concetto chiave per comprendere e spiegare l'interazione tra energia e coscienza nel mondo fisico era stato anticipato da Bohm secondo cui a livello quantistico, un elettrone, come ogni particella, oltre al normale campo elettromagnetico possiede un "campo olistico".

 Quello che è nuovo riguardo alla meccanica quantistica - dice Bohm - è che implica un nuovo genere di campo olistico. L'elettrone ha questo campo sottile, che è veramente un campo di informazione attiva, che lo guida. Il termine "sottile" significa "elusivo", "intangibile" ma anche "finemente interconnesso". Il campo dell'elettrone è finemente interconnesso all'ambiente circostante. Potremmo dire che questo campo sottile dell'elettrone ha una sua qualità mentale rudimentale... Questo suggerisce come non ci sia una divisione così netta tra materia e mente... Il campo dell'elettrone è influenzato da tutto quello che lo circonda. Se hai parecchie particelle allora hai, secondo il mio modello, un singolo campo interconnesso, ossia un pool di informazioni comuni per tutti. Tutto è in contatto istantaneo attraverso il campo di informazione. Questo è quanto succede anche agli esseri umani... Gli esseri umani, per mezzo delle loro menti, esistono in un campo di informazione.

Questo concetto di campo olistico rappresenta la descrizione scientifica più precisa e vicina al modello Cyber, sia nella forma che nello spirito.

 

Scopi e funzioni dell’ipotesi coscienza e dei princìpi da essa derivati

Riassumendo, l’ipotesi coscienza e, in particolare, i due princìpi di implicazione sono elementari assunzioni di principio che offrono una concreta possibilità alla scienza contemporanea di unificare la dimensione oggettiva alla soggettiva e trasformare così l'attuale paradigma dicotomico in un paradigma olistico e unitario. Questa trasformazione peraltro non comporta alcuna perdita di dati, al contrario, apporta profondità di comprensione e apertura di orizzonti.

L'applicazione dell'ipotesi coscienza e dei princìpi cibernetici da essa derivati rappresenta un efficace strumento per riconsiderare ogni fenomeno fisico-energetico come manifestazione-espressione di un'informazione-coscienza sottostante e comprendere l'intera realtà come costituita da energia vivente e intelligente organizzata in unità di coscienza. Questa ipotesi verrà dimostrata e avvalorata dai risultati sperimentali e dal senso globale delle comprensioni che da essa derivano.

Questa ipotesi può essere applicata ad ogni processo, fenomeno o legge fisica, permettendoci di intuirne lati fino ad ora nascosti.

Consideriamo, ora, le prime due leggi di termodinamica: il principio di conservazione dell’energia e della massa e il principio di entropia o tendenza al disordine, che sono fra i pilastri della scienza moderna. L’applicazione dell'ipotesi coscienza a questi due fondamentali princìpi ne trasformerà il senso e la possibilità di applicazione, creando le basi scientifiche per comprendere il modello Cyber e l’intero processo di evoluzione fisico-biologica come evoluzione della coscienza.

 

Il principio di conservazione dell’informazione e della coscienza: L’informazione-coscienza non può annullarsi o annichilirsi ma solo trasformarsi.

Nulla si crea, nulla si distrugge. Anassagora

Il principio di conservazione dell’energia e della massa sostanzialmente afferma l’impossibilità che qualsiasi energia e massa venga distrutta o si annichilisca, riproponendo l'antica massima che "nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma". All’inizio e alla fine di un processo, la quantità totale di energia e massa è assolutamente uguale. Dal punto di vista fisico, l’energia e la massa di una persona in vita o dopo la morte sono identiche, anche se il corpo si è totalmente decomposto: l’energia fisica e atomica del suo corpo si trasformerà in calore, sostanze di decomposizione, gas, liquidi e altri residui che, sommati, bilanceranno perfettamente la quantità iniziale.

Se integriamo questo principio con l’ipotesi coscienza, avremo il principio di conservazione dell’informazione e della coscienza: "nessuna informazione e coscienza può andare distrutta o annientata ma può certamente cambiare di stato o livello". Lo chiameremo principio di conservazione cibernetica.

 

 Memoria: la conservazione delle informazioni e della coscienza di Sé

Conservazione delle informazioni significa memoria, ossia coscienza delle esperienze vissute e sperimentate nel passato e nel presente, che costituiscono la base della propria individualità. Siamo la coscienza delle nostre esperienze in toto, chi dovesse perdere totalmente le sue memorie sarebbe un individuo senza identità storica. La conservazione delle informazioni è quindi connessa con la conservazione della coscienza di Sé. L’unica certezza della nostra vita è che siamo sempre la stessa coscienza; anche se il nostro corpo cambia, anche se le nostre idee si modificano... la nostra identità profonda rimane immutata, come unico punto fermo nella grande giostra dell’esistenza.

Ritorniamo all’esempio precedente. Se consideriamo le informazioni e la coscienza di una persona viva e le paragoniamo a ciò che resta dopo la sua morte, dobbiamo convenire che apparentemente ben poco è rimasto. Ma se la correttezza del principio viene rispettata, dobbiamo fare un salto di consapevolezza e di intuizione per comprendere le varie trasformazioni dell’intera massa di informazioni e, soprattutto, della sua unità di coscienza. Conservazione della coscienza significa che il nucleo, l’essenza della nostra identità deve continuare ad esistere con il pool di informazioni essenziale, le memorie delle esperienze scritte in noi in maniera indelebile, che letteralmente ci hanno formato, mentre quelle più periferiche, non fondamentali, che già in vita a volte dimentichiamo, si trasformano o si degradano in gruppi di informazioni più semplici. Così accade alle informazioni genetiche e biologiche: con la disgregazione del DNA e degli organi fisici, si riducono a molecole sempre meno complesse e infine ad atomi che conserveranno un’informazione globale estremamente più "densa" rispetto agli atomi che non hanno avuto l’esperienza di essere stati parte di un essere umano.

Per rispondere a questa questione in modo esauriente ci occorrono, tuttavia, ancora una serie di informazioni relative al secondo principio, alla struttura dei Cyber e alle loro differenti evoluzioni.

 

 Entropia: la legge del Caos

Fino ad oggi, la scienza ha assunto un atteggiamento eccessivamente materialista cercando di interpretare i fenomeni viventi come processi meccanici complessi: un’interpretazione dove si esalta il Caos come principio, dove la casualità diventa l’unica spinta evolutiva e la degradazione la sola legge di realtà.

Una delle ragioni che hanno indotto la scienza a queste posizioni dipende dal grande rispetto per una delle sue leggi basilari, una formidabile affermazione conosciuta come seconda legge di termodinamica o legge di entropia. Nella più semplice terminologia questa legge dichiara che ogni sistema chiuso tende, nel tempo, ad uno stato di maggiore disordine; pensate alla dispersione di una goccia di inchiostro in un secchio d’acqua, la stanza che tende al progressivo caos (e mai all’ordine), alle montagne che lentamente vengono consumate dal vento e si disgregano in sabbia, alla progressiva tendenza dell'intero universo a perdere calore e quindi alla morte.

La prima formulazione della seconda legge di termodinamica fu opera del fisico francese Sadi Carnot nel 1824. Egli basò la sua conclusione sull'osservazione dei motori termici, in cui il processo fisico di dispersione del calore e dell'energia è evidente, così come la constatazione che ogni motore tende verso una rottura. Carnot e la successiva generazione di scienziati si convinsero che la seconda legge di termodinamica doveva essere applicabile anche al resto dell’universo.

C'era un solo evidente problema: gli organismi viventi non sono macchine e non si conformano così precisamente alla legge di Carnot.

Il problema dell'origine e evoluzione del DNA, con le sue mirabili complessità, pose in evidenza l'inadeguatezza della seconda legge di termodinamica; tuttavia, con la consueta mancanza di sensibilità e di apertura, la comunità scientifica reagì irrigidendosi e considerando la vita sul pianeta una sorta di aberrazione, di caso, un temporaneo fenomeno che sarebbe stato distrutto dal flusso delle leggi dell'universo verso il disordine.

 

Prigogine: ordine e caos per l’evoluzione

Negli ultimi decenni, numerosi scienziati, consapevoli dell'eccessiva ristrettezza dell’attuale interpretazione scientifica della termodinamica, hanno cercato un approccio alternativo. La pubblicazione del libro del fisico austriaco Erwing Schrödinger, What is life?, mostrò la possibilità di una successiva riconciliazione tra la seconda legge e l’evidente spinta dei sistemi viventi verso la complessità.

Ma il ricercatore che più di ogni altro ha rivoluzionato la termodinamica è Ilya Prigogine, premio Nobel nel 1977. Prigogine era convinto della necessità di rivedere profondamente l’interpretazione e la logica stessa della seconda legge di termodinamica applicata alle strutture viventi. Secondo lui era necessario scoprire le leggi di come la vita si evolve dal caos. Per anni lavorò alla formulazione matematica di leggi che chiarissero la comprensione dei processi di auto-organizzazione, una delle caratteristiche fondamentali degli organismi viventi. Prigogine offrì una comprensione totalmente nuova dei processi termodinamici che possono essere così riassunte. La maggior parte dei sistemi che conosciamo (viventi e non) sono sistemi aperti ossia in continuo scambio di materia (energia) e informazioni con l’ambiente. Prigogine descrive tali sistemi come strutture dissipative, e li paragona ai vortici nella corrente di un fiume, perché hanno la caratteristica di essere sistemi fluttuanti, e quindi instabili, lontani dell’equilibrio termodinamico: per vivere, devono consumare continuamente energia.

I sistemi aperti, ricevendo forti stimoli dall'esterno, possono arrivare ad ampie fluttuazioni che pongono l'intero sistema in situazione di crisi. Quando la fluttuazione è così potente da rendere instabile l'intera struttura, il sistema si trova ad un punto di crisi che Prigogine chiama punto di biforcazione, in cui il sistema si auto-organizza ad un livello di ordine superiore, oppure si disgrega verso il caos. Uno degli aspetti più interessanti delle strutture dissipative - scrive Prigogine nel testo La nuova Alleanza - è certamente la coerenza del sistema nel suo insieme. Al di là del punto di biforcazione, il sistema sembra comportarsi come un tutto. Contrariamente al fatto che le forze di interazione tra molecole non sorpassano una portata dell'ordine di 10 alla -8 cm., il sistema si struttura come se ogni molecola fosse "informata" dello stato complessivo del sistema stesso. Per dirla in termini antropomorfi: lontano dall’equilibrio la materia comincia a "percepire" il suo ambiente. "Comunicazione" e "percezione" sono le parole chiave del nuovo comportamento della materia lontano dall’equilibrio.

 

Materia viva che conosce

Secondo questa concezione l’ordine di un sistema deve passare attraverso un processo di aumento del caos, di crescita del disordine, per evolversi ad un ordine più elevato e complesso. Questo nuovo concetto rispecchia la concezione presocratica di un Caos creatore, foriero di nuove potenzialità ed esperienze. Le strutture che riescono a superare il punto critico di biforcazione si riorganizzano in una struttura nuova; vengono chiamate strutture dissipative proprio per la capacità di dissipare il nuovo flusso di energia o di informazione. Per questa teoria Prigogine vinse il Premio Nobel nel 1977.

Questa visione ha delle implicazioni molto interessanti: la prima è che vi sono molte reazioni, come quella di Zhabotinski, a metà strada tra la vita e la non-vita; la seconda è che i sistemi aperti auto-organizzanti sono la norma nell’universo, mentre i sistemi chiusi, come quelli descritti dalla seconda legge di termodinamica, sono una sorta di eccezione; terzo aspetto, il caos non è solo il fine a cui tende l’intero universo, ma uno stato progenitore dell’ordine. Così facendo, Prigogine ha rovesciato le implicazioni delle equazioni matematiche della termodinamica classica, ed ha aperto dimensioni di ricerca e speculazione totalmente nuove in cui la materia ha enormi potenzialità evolutive, sconosciute prima d'ora. Questo è il cuore del messaggio - scrive Prigogine - la materia non è inerte, essa è viva e attiva. Le ricerche di questo studioso sono state utilizzate in numerosi campi come la sociologia, la meteorologia, la biologia e la cosmologia.

In un'intervista sulla rivista americana "Omni", del Maggio '83, Prigogine sottolineava come questi fenomeni che tendono ad un livello di ordine sempre più elevato, benché sempre coerenti con le leggi fisiche, ribaltano la concezione classica della seconda legge di termodinamica come tendenza al disordine. Egli esprimeva il suo stupore nel riconoscere che non solo gli uomini ma anche i protozoi mostrano di partecipare a questa danza evolutiva delle informazioni: La cosa più affascinante è che, in qualche modo, ogni molecola conosce ciò che le altre molecole stanno facendo nello stesso tempo, ad una distanza relativamente macroscopica. Questi esperimenti, continua Prigogine, ci danno esempi di come le molecole comunicano... Questa è certamente una proprietà da sempre accettata nei sistemi viventi, ma nei sistemi non-viventi è stata del tutto inaspettata.

 

Il principio di sintropia o di tendenza all’ordine: L’informazione-coscienza ha la tendenza a generare coerenza, ordine e unità.

Entropia e informazione sono intimamente correlate, e in effetti l'entropia può essere considerata una misura di ignoranza. Quando si sa soltanto che un sistema si trova in un dato macrostato, l'entropia del macrostato misura il grado di ignoranza circa il microstato in cui il sistema si trova dal numero di bit di informazione necessari per specificarlo. Murray Gell-Mann

Se il principio di entropia può essere considerato come la misura dell'ignoranza, il suo opposto, il principio di sintropia (da sun: insieme, nello stesso tempo e tropos: direzione) può a ragione essere considerato la misura della conoscenza. La sintropia, termine che si ritiene coniato dal matematico italiano Fantappié, afferma che l'informazione-coscienza, essendo implicitamente intelligente, ha la tendenza a generare ordine e unità attraverso la formazione di strutture dotate di coerenza. La sintropia, come opposto dell'entropia, implica coerenza, bellezza, armonia, cooperazione, significato.

Riassumendo quanto esposto relativamente al secondo principio di termodinamica abbiamo in realtà due aspetti della stessa legge, che si può manifestare nel suo aspetto entropico, riduttivo e tendente al disordine, in particolare quando la si applica ai sistemi chiusi come le macchine a motore; se viene applicata ai sistemi aperti, come gli esseri viventi, può manifestare il suo aspetto nega-entropico, unitivo e tendente all'ordine.

Ad una simile conclusione erano giunti i primi cibernetici studiando le leggi dell'informazione. La formula dell'entropia può essere scritta come: K Log. 1.D, mentre i cibernetici si trovarono a lavorare con una formula identica, ma di segno opposto: -K Log.1.D. Un segno evidente che l'informazione intrinsecamente significa comunicare, mettere in comune, unire, e questa è la natura, la potenzialità dell'ordine e del Logos. I cibernetici, di fatto, avevano inconsciamente interpretato il secondo principio di termodinamica sulla base del primo principio dell’ipotesi coscienza, ribaltando del tutto il senso del principio stesso.

Possiamo quindi osservare che attraverso differenti vie di ricerca, studiando i sistemi viventi o le informazioni, si arriva a risultati analoghi. Si manifesta così la nega-entropia o più propriamente il principio di sintropia, secondo cui l’informazione-coscienza ha la tendenza a generare ordine e unità attraverso processi di coerenza e coevoluzione.

 

Caos e Logos: i due grandi princìpi dell’esistenza

Nell’esistenza le leggi di entropia e di sintropia coesistono, si alternano e si bilanciano: rappresentano i grandi princìpi di creazione e distruzione, di ordine e disordine. Questa comprensione è di fatto sempre esistita nelle antiche culture. In Egitto Horus e Seth, dei dell’Ordine e del Disordine, erano considerati, insieme, gli artefici del processo evolutivo. In Grecia questa stessa relazione polare era rappresentata dai concetti di Caos e Logos. Come Pitagora, anche l’Oriente ha compreso la sacralità delle leggi scientifiche interpretate olisticamente; ad esempio, in India, i primi due princìpi di termodinamica vengono venerati. Il principio creativo (sintropico) è rappresentato da Brahma e quello distruttivo (entropico) da Shiva; ad essi si aggiunge il principio della conservazione e dell’equilibrio rappresentato da Vishnu. Vita e morte si equilibrano e si completano armonicamente nel grande gioco del Tutto.

Così scrive il premio Nobel Henri Bergson:  

Come il più minuscolo granello di polvere è solidale con l’intero sistema solare e viene da esso trascinato dall’indiviso moto di discesa che costituisce la materialità, così tutti gli esseri organici, dal più umile al più perfetto, dalle prime origini della vita fino ai tempi nostri, come in tutti i luoghi e i tempi, non fanno che rilevare ai nostri occhi un’unica spinta, inversa al movimento della materia e, in sé, indivisibile... Tutto avviene come se un’ampia corrente di coscienza fosse penetrata nella materia.

Mentre l’intero universo, dal punto di vista fisico, in accordo con la legge di entropia tende alla "morte termica" ossia ad un progressivo raffreddamento e disordine, sincronicamente, dal punto di vista cibernetico, esso continua a vivere, organizzandosi ed evolvendo. La perdita di calore viene bilanciata dall'aumento di informazione; così mentre la curva della temperatura globale si abbassa, la curva della coscienza si alza. Vi sono intere zone dell'universo dove il principio entropico è prevalente, come nelle aree esterne delle galassie, in cui si toccano temperature estremamente basse e altre zone, come la Terra, in cui il principio sintropico si manifesta in modo preponderante.

Continuando ad utilizzare l'ipotesi coscienza come strumento di rilettura dei dati scientifici, ci rendiamo conto che le stesse leggi della fisica possono essere applicate in maniera diversa o comprese più profondamente, senza per questo che gli ingegneri debbano cambiare la loro conoscenza sui motori a scoppio, ma certamente fornendo a biologi, zoologi, ecologi, medici e psicologi degli strumenti di conoscenza scientifica assai più adatti a comprendere la reale materia dei loro studi: la vita e la coscienza. Nulla viene tolto alla concezione scientifica attuale ma qualcosa di molto significativo viene aggiunto. Dall’inizio della creazione e in particolare dell’evoluzione della vita sulla Terra la "materia" mostra una costante tendenza all’ordine e all’organizzazione. L’intera vita su questo pianeta evidenzia una progressiva unificazione e organizzazione evolvendosi in strutture sempre più complesse.

Seguendo la logica dell'ipotesi coscienza, anche queste ultime considerazioni sul significato nega-entropico della comunicazione e unificazione delle informazioni assumono altri e più profondi risvolti: l'aumento dell'informazione comunicata-ricevuta-conservata implica una coscienza che conosce, si connette maggiormente, si espande e genera un'estensione della sua conoscenza.

 

Il principio di auto-coscienza-conoscenza: La coscienza dell’informazione è l'essenza del processo del conoscere

Ogni unità di coscienza è un campo di informazioni aperto che conosce se stesso e può conoscere altre unità. La coscienza, definita come capacità di percepire il senso o significato di un'informazione, è il fondamento dell'atto del conoscere; per questo ogni unità di coscienza si autoconosce - attraverso circolazioni di informazioni retroattive o flussi informatici a feedback - e si identifica con le sue stesse informazioni. (Fig. *, immagine del flusso di un campo E.M). Sulla base dei princìpi di implicazione energetica e implicazione noetica, ogni reazione tra particelle, atomi, cellule e così via, implica uno scambio di informazioni, una coscienza del loro significato e quindi un continuo processo di aumento e memorizzazione della conoscenza. L’intera esistenza, che si manifesta in ogni singola forma di vita, è un continuo globale processo di autoconoscenza. Questa tendenza alla conservazione e all’aumento delle informazioni-conoscenze è la base del più generale principio di evoluzione.

 

Il principio di evoluzione intelligente: L’informazione-coscienza - sulla base del principio di conservazione e sintropia - tende ad evolvere in densità, complessità e ordine.

L’unità di coscienza tende ad espandere il proprio campo di informazioni. I processi di pensiero e di evoluzione seguono entrambi le stesse regole. L’evoluzione è il processo per mezzo del quale l’essere vivente modifica la sua informazione e ne acquista di nuova. Pierre Grassé

Ogni unità di coscienza, sulla base del principio di conservazione e di sintropia, manifesta la tendenza ad aumentare ed espandere il proprio campo di informazioni e di coscienza, aumentando la conoscenza di sé e delle altre unità nello spazio-tempo e nella complessità. Questo principio verrà esposto dettagliatamente nel capitolo sull'evoluzione dei Cyber.

 

Il principio di autotrascendenza o del Buddhafield: Le unità di coscienza tendono all’autotrascendenza fondendosi in unità più vaste.

Un’altra definizione di coscienza potremmo cercarla nel modo in cui i sottosistemi sono agganciati tra loro per formare un tutto più grande. Gregory Bateson

Le unità di coscienza si evolvono e trascendono la propria identità individuale, fondendosi in unità di coscienza più vaste: l’unità di coscienza umana si fonde nella coscienza cosmica, le unità di coscienza cellulari si fondono in un organismo... L’unità di coscienza più complessa che si crea dalla fusione di unità più primitive è un campo di coscienza collettivo chiamato Buddhafield.

Questa fusione può avvenire perché la natura ultima della coscienza è unitaria e quindi permette che singole unità di coscienza possano unirsi in unità di coscienza estremamente più vaste, complesse ed evolute. Parallelamente all'evoluzione individuale si osservano infatti nella storia dell'evoluzione planetaria e cosmica dei progressivi salti quantici co-evolutivi, come dalle particelle agli atomi, dagli atomi alle cellule e dalle cellule agli animali multicellulari. Questo processo di unità di comunicazione crea sinergia e sintropia.

Nella teoria dei Cyber, questa unificazione tra le parti avviene qualora si vengano a creare condizioni di connessione-comunicazione energetico-informatica tra le unità stesse. Quando i quanti di coscienza si interconnettono profondamente, ossia entrano in armonia globale grazie ad una densissima comunicazione di informazioni, ricreano sul piano fisico un nuovo "quanto di coscienza" di livello superiore. Così decine di miliardi di atomi creano l’unità cellulare e decine di miliardi di cellule un animale. L’ipotesi Gaia e le antiche forme di spiritualità ritengono che miliardi di esseri umani potrebbero creare un’unica coscienza planetaria.

 

Dall’universale all’individuale

Fino ad ora abbiamo parlato di materia-energia e di informazioni-coscienza in modo relativamente impersonale, ossia come processi e leggi universali. Ripartiamo dal principio archetipico di creazione olografica-sincronica, per cui l'intero universo è formato da unità di energia-coscienza. La nostra esistenza quotidiana è, infatti, formata da persone, esseri umani, animali, piante e microoorganismi, atomi o particelle, ossia da unità viventi che manifestano indipendenza e individualità, ed è proprio su questa individualità che si vuole porre l'attenzione, per poterla comprendere in termini scientifici.

Le categorie individuo, persona, soggetto, organismo ecc., presuppongono il concetto di unità, individualità, identità, che è invece del tutto assente nella scienza contemporanea.

Con la definizione cibernetica di essere vivente come unità di coscienza, siamo arrivati alle soglie del concetto di individualità o sé, estremamente elusivo in quanto espressione di un processo in atto e non di un oggetto fisso e determinato. E' il concetto chiave di ogni fenomeno vivente e cosciente, già da millenni concepito nella sua natura impermanente dalle religioni orientali e occidentali.

 

Tavola sintetica dei Principia Cybernetica     

 Principio archetipico del vuoto primordiale

L’inizio dell’esistenza corrisponde ciberneticamente alla totale assenza di informazioni-coscienza.

 

 Principio archetipico dell’unità di coscienza del Tutto

Dal vuoto potenziale emerge l’essere, la coscienza della propria esistenza: la Coscienza del Tutto.

 Principio archetipico della creazione.distruzione multidimensionale

Il risveglio della Coscienza Vuota genera-crea attraverso il movimento-energia tutte le unità e le dimensioni dell’esistenza. L’esistenza è quindi completamente formata da unità energetiche di informazione-coscienza. Ogni unità esistente riflette olograficamente e sincronicamente la Coscienza del Tutto ed il Vuoto originario. Ogni Unità è quindi sacra e insostituibile parte di un unico Tutto.

 

 Principio di implicazione informatica

L’Energia implica informazione. Ogni unità di energia è un'unità di informazioni. Ogni forma implica in-formazione.

Ogni fenomeno fisico è costituito da quanti di energia che chiamiamo particelle elementari. Questi quanti di energia, dal punto di vista cibernetico, sono dei quanti di informazione. Ogni particella è un’unità di informazione (massa, spin, carica, velocità ecc.) che reagisce con altre particelle secondo leggi dettate dalle caratteristiche stesse delle informazioni. Ogni fenomeno fisico è quindi un fenomeno informatico, per cui simultaneamente alla lettura in chiave energetica, esiste una lettura in chiave informatica.

 

 Principio di implicazione noetica

L’informazione implica coscienza, l’informazione è coscienza. Ogni unità o campo di energia è quindi un'unità o campo di coscienza

Non può esistere informazione senza significato. Un’informazione senza significato è un non-senso e la percezione del significato dell’informazione è coscienza. L’informazione è coscienza della propria stessa informazione, è coscienza di sé. Ogni particella elementare, come il fotone, rappresenta un quanto inscindibile di informazione e quindi la più elementare unità di coscienza che rappresenta il senso globale delle sue informazioni.

 

Principio di conservazione

L’informazione-coscienza implica un principio di conservazione. Ogni unità di coscienza quindi conserva dell’informazione che chiamiamo memoria di .

Parallelamente al primo principio di termodinamica o principio di conservazione dell’energia e della massa, esiste un analogo principio di conservazione dell’informazione: nessuna informazione può essere eliminata ma solo cambiare di stato o di densità. La conservazione dell’informazione viene chiamata comunemente memoria.

 

Principio di sintropia

La coscienza implica unità, ordine, coerenza, sincronicità, amore. L’unità di coscienza implica una tendenza all’ordine delle informazioni.

Parallelamente al secondo principio di termodinamica o di entropia o caotico, secondo il quale nei sistemi chiusi esiste una tendenza al disordine-disgregazione, inteso come ordine al livello di energia e complessità più basso, esiste un principio complementare di sintropia o di coerenza, ordine e unità per cui, nei sistemi aperti, come ogni unità di coscienza, si osserva una tendenza ad organizzarsi verso un ordine sempre maggiore di efficienza-consapevolezza e di complessità-conoscenza.

  

Principio di auto-coscienza/conoscenza

La coscienza è la matrice della conoscenza. Ogni unità di coscienza conosce se stessa e le altre unità.

La coscienza, come capacità di percepire il senso o significato di una informazione, è il fondamento dell’atto del conoscere; per questo ogni unità di coscienza si autoconosce (attraverso circolazioni di informazioni retroattive o flussi informatici a feedback) e si identifica con le sue stesse informazioni. (immagine del flusso di un campo E.M). Ogni reazione tra particelle, atomi, cellule e così via, implica uno scambio di informazioni, una coscienza del loro significato e quindi un continuo processo di aumento della conoscenza.

 

Principio di evoluzione

La coscienza si evolve. L’unità di coscienza tende ad evolvere, ossia ad espandere e ordinare il proprio campo verso una maggiore complessità-densità informatica di consapevolezza e conoscenza.

Il principio di conservazione e di sintropia porta al principio di evoluzione e al successivo principio di unità. Ogni unità di coscienza, sulla base del principio di conservazione e di sintropia, manifesta quindi la tendenza ad aumentare ed espandere il proprio campo di informazioni e coscienza, aumentando la conoscenza di sé e delle altre unità nello spazio-tempo e nella complessità. Questo principio verrà trattato nel capitolo sull’evoluzione dei Cyber.

 

Principio di autotrascendenza o di unità dei campi di coscienza o del Buddhafield

La coscienza è Una. Le unità di coscienza si evolvono trascendendo se stesse nel processo di fusione in unità più vaste.

L’unità più complessa che si crea dalla fusione di unità più primitive è un campo di coscienza collettivo chiamato Buddhafield. Nella storia dell’evoluzione planetaria e cosmica si osservano dei progressivi salti co-evolutivi, come alle particelle agli atomi, dagli atomi alle cellule e dalle cellule agli animali multicellulari. Questo è un processo di unità di comunicazione creato dal principio di sintropia.

Nella teoria dei Cyber, questo processo di unità tra le parti avviene qualora si vengano a creare condizioni di connessione-comunicazione energetico-informatica tra le unità stesse.

 


 

TEORIA DEI CYBER

 

Il Sé interiore, come lo spirito primevo,
indivisibile, totale e vivente, splende in ognuno
come consapevolezza testimoniante.

Katha Upanishad

 

Cyber: il modello olistico

La sfera dell’anima è radiosa, quando risplende di quella luce per la quale vede la verità di tutte le cose. Marco Aurelio

Cyber è un modello unitario multidimensionale, l’archetipo di ogni essere vivente e cosciente, definito come un "campo di informazioni unificate da una coscienza". Cyber è la trasposizione in termini cibernetici olistici dei più antichi modelli di essere vivente o di unità di coscienza come l’Atman degli induisti, la Monade di Leibniz, l’Olone di Koestler, il campo olistico di Bohm, l’atomo dei presocratici, l’uovo mitologico, l’anima dei cristiani, l'eone degli gnostici, il corpo di luce dei mistici, il mandala dei tibetani, il modello sferoidale di Assagioli, l’atomo ultimo dei teosofi e il campo della fisica moderna.

Cyber riassume in sé le caratteristiche comuni dei modelli che lo hanno preceduto e che ne hanno anticipato l’esistenza, è come una loro nuova incarnazione, la sua essenza rimane immutata ma l'aspetto, le sue vesti e il suo linguaggio sono attuali. Cyber nasce in quanto le logiche e i linguaggi dei modelli spirituali precedenti non erano sufficientemente analitici e precisi per essere assimilati dalla cultura scientifica, e quindi per riportare all'interno di essa la coscienza - nel suo aspetto più reale di individualità o soggettività.

La Teoria dei Cyber si basa sui principi e sulle basi teoriche della Cibernetica Olistica, dell’Ipotesi Coscienza e dei Principia Cybernetica.

 

Il soggetto mancante

La nostra scienza, la scienza greca, si basa sull'oggettivizzazione, ma per questo si è preclusa un'adeguata comprensione del Soggetto della Conoscenza, della mente. Tuttavia sono certo che sia precisamente questo il punto dove il nostro attuale modo di pensare deve essere modificato, magari con una piccola trasfusione di pensiero orientale. Erwin Schrödinger, Nobel per la fisica

La cibernetica è la scienza che ha caratterizzato la fantastica rivoluzione tecnologica del nostro tempo: l'era dei computers, delle macchine digitali, della realtà virtuale, da cui sono nati termini come cyberspazio, cyberpunk, cybernauti e cybercaos. E' la cibernetica che, con Internet e le reti informatiche planetarie, ha inaugurato la libera cultura planetaria delle informazioni, che vari autori hanno rinominato cybercultura. E tuttavia la cibernetica, come tutte le scienze moderne, nasce senz’anima. I fondatori della cibernetica dichiararono esplicitamente che il loro scopo era quello di studiare le informazioni e la loro trasmissione, non il loro senso. Henry Margenau e molti pensatori, per contro, sostengono che ogni informazione implica la coscienza, che l'informazione senza la coscienza è un non senso. Per ridare un senso e un'anima alla scienza occorre quindi introdurre Cyber, il modello cibernetico di coscienza.

 

Il gioco dei Cyber

Cibernetica nasce dalla radice sanscrita Kubera, il timone; seguendo le migrazioni ariane, questa radice diventa in Grecia Kubernetes o Kybernetes: il timoniere e, per estensione, in un paese di navigatori e isole, Kybernao: l’arte di dirigere e di governare, da cui il latino Gubernator, il governatore.

Abbiamo un verbo, "governare", e dei complementi oggetto, le informazioni; ma chi è il soggetto che governa le informazioni e le conosce? Chi, in ogni organismo vivente, riceve l’intera massa delle informazioni sullo stato interno ed esterno, ne comprende il significato globale e decide le azioni e le strategie? Alla cibernetica manca totalmente il concetto di "Soggetto della Conoscenza": la "consapevolezza testimoniante", la coscienza, l’identità che in ogni organismo vive, conosce e decide.

Se la cibernetica è la scienza del governo e della gestione delle informazioni, Cyber è il soggetto, colui che governa se stesso, il timoniere vivente che naviga l’oceano dell’esistenza, conoscendola. Cyber è un "campo di informazioni con un centro di coscienza" che esiste nell'"infinito campo di informazioni" che è la coscienza del Tutto. Cyber è una coscienza individuale che percepisce le informazioni in modo globale, ne intuisce e comprende il senso, le elabora e le utilizza in modo intelligente, decidendo così la direzione e il senso della sua stessa vita. L’unità di informazione dei sistemi viventi complessi implica l’unità di coscienza. Ogni Cyber vive esperienze uniche e le memorizza in sé come informazioni, accumulando conoscenza. Il grande gioco della vita, che le tradizioni indiane chiamano Leela, diventava il grande gioco della conoscenza.

Attraverso questo modello l’esistenza non può più essere considerata un grande meccanismo composto di parti distinte, ma un grande sistema organico multidimensionale organizzato in sub-unità Cyber di differenti livelli di complessità e consapevolezza, come i fotoni, gli atomi, le cellule, gli animali, gli esseri umani, i pianeti, le galassie. Ogni Cyber è quindi in relazione sincronica con l’esistenza.

La coscienza oceanica del Tutto conosce se stessa e si evolve attraverso le unità di coscienza in cui si è moltiplicata. Ogni Cyber partecipa individualmente al grande gioco della conoscenza; può mantenere il suo stato, può involvere per ignoranza o entropia verso livelli più limitati e inconsci o evolvere attraverso la saggezza verso stati di coscienza più elevati realizzando la riunione, re-ligio, con il Tutto. Così un essere umano evolvendosi diventa dapprima cosciente di sé e successivamente realizza che la propria coscienza é la coscienza dell'esistenza stessa. L'evoluzione della vita diventa così l'evoluzione della conoscenza e della coscienza stessa.

 

L’oceano cibernetico della coscienza

Era come se case, porte, templi e ogni cosa fosse completamente svanita, come se non ci fosse più nulla da nessuna parte. E ciò che vidi era un mare di luce, infinito e senza sponde; un mare che era coscienza. Ramakrishna

Al poeta mistico che ha aperto la visione interiore questo universo appare come un infinito luminoso oceano di coscienza in cui si muovono iridescenti flussi di energie-informazioni, le immense maree gravitazionali delle galassie, i grandi vortici magnetici dei sistemi solari, i campi planetari; dove tutto è costituito da minuscole gocce,e gli esseri viventi sono spirali di vita che per un istante del grande tempo si trovano a girare intorno al proprio centro, trovando la loro identità, per poi ritornare a sciogliersi nella grande coscienza.

Immaginiamo anche noi, più scientificamente, di realizzare che dietro ogni oggetto e fenomeno tutto è informazione-coscienza e di visualizzare le informazioni come punti di luce che, ovunque ci sia relazione e comunicazione, si muovono creando fili o flussi luminosi. Se osservassimo il sottile lato informatico di questo nostro universo potremmo vedere le unità viventi come uova di luce: campi di coscienza ovoidali a grande concentrazione di conoscenza da cui partono e a cui giungono infiniti flussi informatici. Dai soli, alle cellule, ai fiori queste unità di coscienza ci apparirebbero con differenti luminosità a seconda della loro densità interna di informazioni e del loro livello evolutivo di conoscenza. Vedremmo le unità viventi formate da intricati circuiti informatici autoreferenti, a spirale, ad elevata coerenza e complessità, ritmici, pulsanti e ordinati (sistema circolatorio, nervoso, digestivo, metabolico ecc.), con centri di integrazione diversi (organi) ma unitari nella loro complessità, in continuo scambio di informazioni tra di loro e con l’esterno.

 

ANALISI DEL MODELLO CYBER

 Analisi del modello Cyber come modello dell’esperienza soggettiva

Questo corpo è chiamato il Campo e colui che lo conosce è chiamato il Conoscitore del Campo. E sappi che io, Krishna, sono il Conoscitore di tutti i Campi; e che solo la conoscenza del Campo e del suo Conoscitore io considero essere la vera conoscenza. Dalla "Bhagavad Gita" Dalla "Bhagavad Gita"

In questo particolare brano della Bhagavad Gita è magistralmente definito – in un linguaggio molto tecnico – il concetto di Cyber, come "campo di conoscenza". Cyber è il modello dell’essere vivente dal punto di vista delle informazioni e della coscienza, e si può comprendere solo attraverso la propria esperienza personale: partiamo dunque da noi stessi. Il modello rappresenta la struttura della nostra dimensione interiore o soggettiva. Come tutti gli esseri viventi, siamo un’unità che possiede alcune caratteristiche: 1) siamo un corpo materiale (fisico-energetico) che chiameremo campo di informazioni, 2) siamo coscienti del nostro corpo, ossia esiste una "coscienza delle informazioni del nostro campo", che chiameremo campo di coscienza 3) siamo un io, un , un centro di coscienza senza il quale nulla avrebbe senso né unità, che chiameremo il conoscitore del campo. Cyber è un "campo di coscienza" con un "centro di identità".

Analizziamo questi tre punti dettagliatamente.

 

 Coscienza di campo

Dio è il mio centro quando lo racchiudo in me, la mia circonferenza quando mi sciolgo in lui. Angelus Silesius

I primi due punti sono intuitivi: è evidente che abbiamo coscienza di tutte le informazioni che sono nel "campo" del nostro corpo fisico-energetico o che vi giungono dall’esterno. Cioè siamo coscienti di ogni parte del nostro corpo, dai piedi alla testa, e di tutte le sensazioni che giungono ai nostri sensi. Tutti gli esseri viventi hanno coscienza delle informazioni del loro campo, lo vediamo constatando la sinergia delle funzioni metaboliche, la facoltà di autoriparazione e la velocità con cui ogni animale fugge dal pericolo e protegge ogni singola parte del suo corpo.

 

Coscienza di Sé: il cuore del Cyber

Fondamentale per il tentativo di descrivere la Creatura è il problema di ottenere una descrizione fatta di molte parti e tuttavia unificata, con un’organizzazione logica che in qualche modo sia un modello della complessa organizzazione dei sistemi viventi... Al cuore della rete... sta l’esperienza del Sé. Mary Catherine Bateson

Il punto più importante è il terzo, il : l’unità di coscienza, il "centro di gravità" che unifica tutte le percezioni e informazioni del nostro campo. Benché ogni essere vivente sia cosciente delle informazioni del suo campo e abbia un’identità o centro di coscienza, solo l’uomo può diventare "cosciente della sua coscienza" ossia "autocosciente".

Il cuore del modello Cyber è proprio la coscienza che ogni essere vivente ha di se stesso: la vera comprensione del modello Cyber quindi presuppone la "consapevolezza di Sé", si fonda sull’esperienza luminosa del proprio essere, della propria coscienza, come si sperimenta in meditazione o nei momenti di lucidità in cui sentiamo veramente di esistere, o nel percepire il vuoto, o il silenzio interiore.

 

Esperienza olistica, empatia e coscienza planetaria

Per lo scienziato, la meditazione dovrebbe essere un dovere, non un insegnamento facoltativo, perché nelle sue mani c’è la vita e c’è la morte, e se non è consapevole della sua stessa vita, come potrà essere al servizio della vita che lo circonda? Se è consapevole della sua vita, allora sarà consapevole della vita delle piante, della vita delle montagne, della vita degli animali tutti, degli altri esseri umani. A quel punto non potrà fare la benché minima cosa contro la vita. Osho

Diventando consapevoli della nostra coscienza, lo diventiamo anche della coscienza di ogni essere. Chi ha fatto esperienza della propria dimensione interiore saprà riconoscere la stessa dimensione di coscienza in ogni essere vivente. Lo stesso rispetto, la stessa sacralità verrà così rivolta a tutti gli esseri senzienti, dall’ameba a Gaia. Chi non ha ancora vissuto pienamente questa esperienza avrà una comprensione del vivente e del modello Cyber esclusivamente intellettuale.

Diventare coscienti di Sé è il salto quantico evolutivo che l’intera umanità sta attuando. Se questo processo si estendesse, l’intero pianeta diventerebbe il nostro paradiso. Cyber, come modello di coscienza, intende provocare un aumento di consapevolezza riguardo ai fenomeni di coscienza e quindi accelerare l’intero processo di evoluzione scientifica e umana verso la coscienza planetaria.

Solo un modello che consideri la coscienza degli esseri viventi può sviluppare una scienza creativa e rispettosa dei delicati processi vitali ed ecologici, della necessità di non vivisezionare, di non violentare gli animali, le foreste così come il nostro stesso corpo... una scienza olistica consapevole della vita e dell’evoluzione di tutti gli esseri senzienti.

 

ARCHETIPI DEL MODELLO CYBER

 Cyberstruttura

Nel modello Cyber l'ovoide dell'unità di coscienza viene simboleggiato da un centro di luce più intensa, come fosse il "fuoco" di una lente in cui i raggi convergono in un solo punto concentrando luce e calore, il centro virtuale o "punto zero" che rappresenta l'identità più profonda dell'essere, come il Vuoto Originario che non si "vede" più ma rimane profondamente presente in ogni cosa. L'Uovo è di fatto la forma archetipica più utilizzata dalle varie tradizioni spirituali, artistiche e psicologiche per rappresentare l'anima o la coscienza vivente; nelle nostre sperimentazioni artistiche in meditazione, è risultata anche la forma più comune con cui le persone rappresentano graficamente, su di un foglio da disegno, l'esperienza del proprio essere interiore, vissuta nel silenzio della meditazione. Nella psicologia occidentale molti sono i modelli di psiche con una analoga struttura, come i modelli di Jung, Tart, Assagioli. L'uovo di Assagioli è soprattutto un modello di coscienza, simile al modello Cyber, anch'esso dotato di un centro individuale e di uno superiore tra loro connessi (fig.**).

 

Analisi comparata dei modelli archetipici

Prendiamo ora brevemente in considerazione i modelli di coscienza elaborati nel passato e cerchiamo di analizzarli in modo comparato tra loro, dividendoli in quattro tavole, per evidenziare gli aspetti e i concetti generali su cui poggiano e come sono ripresi nel modello Cyber.

L'uovo è il modello forse più comune di rappresentare graficamente il Tutto, l'universo nella sua unità. L'uovo è il più elementare archetipo di unità che implica un processo di creazione e divenire, è la forma naturale più vicina alla perfezione della sfera e ispira, in più, il senso del mistero della fertilità e della nascita, il fascino dell'essenziale. Vediamo come questo concetto primario è stato rappresentato nelle differenti culture.

 

L'uovo cosmico vuoto.

Espressione della Matrice Zero (Tavola I°), è un modello piuttosto raro, sia per la difficoltà concettuale di pensare al vuoto sia di darne raffigurazione grafica. Possiamo trovare, nella tavola uno, degli esempi nell'arte primitiva delle tradizione maya (in alto a destra) e cinese (in alto a sinistra) in cui il vuoto è rappresentato proprio dal centro vuoto del manufatto o della moneta, o nella tradizione induista (al centro) dove vediamo un uovo cosmico vuoto o "uovo di Brahma", simili modelli possono essere ritrovati nella cultura jainista, buddhista e zen (in basso). Questo antico modello rappresenta la natura-struttura di base del modello Cyber, il campo vuoto della coscienza.

 

L'uovo cosmico di luce..

Espressione della Matrice Uno, (Tavola II°), è più comune del precedente, e, come appare nella tavola due, viene raffigurato come ovoide (i due lingam in pietra in alto a sinistra e a destra), spesso con un "seme" nel centro come nell'uovo cosmico della tradizione Jainista (in alto al centro). A volte assume forme più allungate come nella "Creazione del Cosmo" di Hildegarde de Bingen, che possono assumere significato di vagina cosmica (in mezzo a sinistra). A volte viene associato al simbolo del sole inteso come luce pura irraggiante, come nella tradizione egizia di Ra o nel cerchio del "sole cosmico" indiano (in basso a destra). In basso a sinistra la creazione della luce secondo l'alchimista Robert Fludd, in basso al centro un particolare del dipinto "L'Uovo della Creazione" di Parmeggiani, o l'"Uovo Cosmico" de Dana Roman (al centro in mezzo).

Questi modelli raffigurano l'unità di coscienza e anticipano il concetto di centro, che diviene il "punto zero" del modello Cyber.

 

L'uovo cosmico con divinità

E’ una raffigurazione (Tavola III°) dell'unità di coscienza che, dal punto centrale, si manifesta come persona in un corpo fisico. Esso quindi rappresenta già un'espressione della trasformazione dalla Matrice Uno alla Matrice Creativa. E' un modello assai più comune rispetto ai precedenti; ne troviamo esempi praticamente in ogni religione, dalla cristiana alle tradizioni sciamaniche. Nella tavola tre vediamo (in alto a sinistra) un uovo cosmico della tradizione induista con Brahma e Sita seduti sul serpente Ananta, che simboleggia l'energia serpentina primordiale assopita e pronta a risvegliarsi, tipica della matrice creativa. Al centro in alto una più rara immagine di uovo con Dea Madre e (in alto a destra) un uovo cosmico della tradizione greca con al centro Fanete "protogonos" ossia primigenio. Al centro a sinistra un uovo cosmico con al centro Shiva Nataraj, il Dio creatore danzante e sulla destra un'immagine della Vergine Maria in un cerchio di luce. Comune nella tradizione induista (in basso a destra e a sinistra) la raffigurazione dell'uovo cosmico in cui la divinità è raffigurata con molte teste e molte braccia ad indicare l'infinita potenzialità della coscienza creatrice nel generare i mondi e le dimensioni (grossolane e spirituali) dell'esistenza. In basso al centro un'immagine di "Cristo in Gloria" del timpano del portale della cattedrale di Chartres inserito nell'uovo della luce.

E' evidente in questa tavola la sovrapposizione di una figura antropomorfa di divinità, più facilmente afferrabile della mente, al modello dell'uovo luminoso, decisamente più astratto. I codici più umani delle culture religiose locali si sovrappongono al concetto di coscienza assoluta. Questo modello umanizzato può essere considerato sovrapponibile al modello Cyber, applicato agli esseri viventi, come campo di informazione unitaria, come possiamo osservare ad esempio nella fig.** (cyber01.tif).

 

L'uovo cosmico con spirale

E’ un modello (Tavola IV°) che contiene gli elementi evolutivi caratteristici della Matrice Creativa o energetica. Si manifesta l'avvenuta rottura del perfetto stato di equilibrio statico della coscienza originaria ed inizia il processo creativo e dinamico dell'energia. Come possiamo osservare nella tavola quattro, in alto a sinistra, uno dei più antichi manufatti umani, un pezzo di avorio lavorato del periodo gravettiano (80 mila anni a.C. circa) ritrovato in Siberia, porta incisa una spirale formata da sette spire concentriche, simboli di questo tipo si possono osservare dal neolitico in poi nella forma di spirali: una spirale con viso umano della Val Camonica, cerchio (al centro nel mezzo), una spirale solare in un oggetto votivo delle Cicladi, Grecia (in alto a destra), spirale greca (nel mezzo a sinistra), serpenti avvolti indiani (in basso a sinistra), un "mandala cosmico" buddhista del Bhutan (nel mezzo e in basso a destra), simboli del Tao. Questi modelli evidenziano l'archetipo del Cyber7.

 

Analisi del modello energetico Cyber sette

Il modello Cyber di unità di coscienza è espressione di una realtà implicata e invisibile che si manifesta nella realtà esplicata e può essere rappresentato nel suo aspetto energetico e dinamico dal modello Cyber7.

Il modello Cyber unitario è a forma di sfera o di ovoide luminoso, con il centro caratterizzato da una maggiore luminosità, ma è senza un "alto" o un "basso", è senza divisioni o movimenti (in quanto questi concetti sono privi di significato in una dimensione aspaziale e atemporale di pura coscienza); Cyber7 invece è la manifestazione del Cyber nel mondo fisico-energetico, e quindi possiede una sua relazione con le dimensioni dello spazio (assi cartesiani) e del tempo, che creano una serie di strutture dinamiche interne. La struttura del Cyber7 è archetipica, è un ovoide costituito da flussi di energia-informazione ruotanti che circolano continuamente intorno al proprio centro formando la base dinamica strutturale del proprio asse centrale. La logica che differenzia e lega i due modelli è quella della luce pura rispetto ai suoi sette colori, o del suono unico rispetto alle note armoniche di cui è costituito.

 

Modelli dinamici di riferimento

La struttura dinamica a spirale autoreferente del Cyber7 è stata presa principalmente da due modelli scientifici: il campo elettromagnetico e gli attrattori caotici. Nella Tavola V° possiamo vedere (in basso a sinistra) il campo elettromagnetico, un vero "uovo energetico" formato dal flusso di elettroni che circolano in modo continuo su un centro-asse interno; dato che consideriamo l'energia come informazione, abbiamo un modello energetico generale dei sistemi viventi la cui struttura fondamentale è data da "un flusso di energia-informazione che circola su se stesso". L'altro modello di cui Cyber7 riprende fedelmente la struttura è l'attrattore caotico in genere e, specificatamente, l'attrattore del flusso d'acqua calcolato al computer in Germania e pubblicato su Nature, di cui riportiamo (in alto a destra) l'immagine di grande bellezza e complessità. Al centro nel mezzo le fibre del cuore umano. In alto a sinistra il moto spirale di una particella elementare.

Sul livello spirituale, il modello di riferimento di Cyber7 era l'"atomo ultimo" scoperto dai Teosofi nel corso delle loro indagini psichiche, (in mezzo a sinistra) e ritenuto la prima e più elementare forma di struttura energetica, una sorta di quark esoterico, di mattone energetico dalla cui complessificazione nasce l'intera esistenza.

Sul piano psicologico, Cyber7 ricorda l'uovo, diviso in bande orizzontali di sette colori, creato da Roberto Assagioli come modello di base della psicosintesi (Fig.**). La somiglianza è profonda anche se non contempla, come il Cyber7, un continuo flusso di energia-informazione, sia in direzione ascendente che discendente.

Cyber7 è una struttura dinamica che richiama l'energia spirale dei simboli primordiali e si sovrappone ai modellii spirituali tradizionali di corpo energetico il cui asse (spesso rappresentato come spirale di energia intelligente) è diviso in sette chakra, ruote di energia luminosa in vorticante rapidissimo movimento.

 

L’informazione che conosce se stessa

La forma autoricorsiva di flusso spirale dinamico e continuo che osserviamo nei modelli dinamici della Tavola V°, rappresenta la struttura elementare di ogni campo elettromagnetico e del modello Cyber7. Come esposto relativamente al principio di autoconoscenza (link**), questa struttura rappresenta l'archetipo delle funzioni viventi di autoconoscenza e della capacità di espansione del campo, che permette di comprendere la sua evoluzione verso modelli sempre più complessi.

Nel Cyber7 l’energia-informazione dell’intero sistema continua a riverberare su se stessa; così le informazioni generano un "flusso cibernetico circolare autoreferente" che si concentra nel centro o nell'asse del sistema.

Questo continuo "feed-back informatico autoreferente", che produce auto-informazione, rappresenta fondamentalmente la matrice del principio di autocoscienza-conoscenza, ossia una "spirale cibernetica" che "conosce se stessa". La natura dell'identità è la continua autoconoscenza, ossia: "esisto come io in quanto conosco costantemente le informazioni del mio campo".

Possiamo vederlo come un continuo processo cognitivo di auto-feed-back che porta alla coscienza globale delle informazioni, grazie al quale l’intero sistema inizia a comportarsi dinamicamente come un tutto. Questa è la base teorica dell’autopoiesi e dei sistemi aperti di conoscenza.

 

I livelli di coscienza nel modello Cyber7

Nel modello Cyber7 possiamo riconoscere una differenziazione, lungo l'asse verticale, delle sette frequenze armoniche in cui può essere scomposta un'energia, dalle più basse alle più elevate. Le frequenze più basse sono legate ad una maggiore fisicità mentre le più elevate ad un livello più complesso di informazione. Nel cervello le onde elettromagnetiche Delta, più lente (0.5-4 Hz), sono tipiche delle zone più primitive e istintive del cervello (archipallio) mentre le onde Beta (14-35 Hz) sono correlate alle funzioni superiori della neocorteccia. Questo modello può così essere analogicamente utilizzato per rappresentare i sette livelli di complessità dell'esistenza. Ogni livello corrisponde ad una spira-colore, ad un certo gradino evolutivo della coscienza.

 1) Primo livello: corrisponde all’inconscio cosmico, la mente e la memoria della materia dell’universo.

 2) Secondo livello: è l’inconscio collettivo, molto più ampio rispetto all’equivalente concetto Junghiano, che include la mente e la memoria di tutti gli esseri viventi del pianeta.

 3) Terzo livello: è l’inconscio personale, sede di istinti, passioni e desideri, dei condizionamenti (karma) passati.

 4) Quarto livello: corrisponde al conscio, alla coscienza di veglia, che si può trasformare in autocoscienza, primo passo verso i livelli superiori.

 5) Quinto livello: corrisponde al piano superiore della consapevolezza e può essere chiamato il superconscio individuale, sede delle memorie delle vite precedenti e della coscienza degli scopi evolutivi presenti e futuri. 

6) Sesto livello: è il superconscio collettivo, che raggruppa tutte le coscienze e intelligenze del pianeta, analogo alla Noosfera di Teilhard de Chardin o alla coscienza di Gaia.

 7) Settimo livello: è il superconscio cosmico, insieme di tutte le coscienze e memorie spirituali dell’intero universo: la mente di Dio, l’illuminazione.

 

Cyber definizioni

Campo di informazioni: ogni insieme matematico, sia esso fisico o mentale, viene considerato un campo di informazioni in relazione. Un campo di informazioni può essere unitario, ossia con una coscienza "centrale" che unisce tutte le informazioni, come una cellula o un animale, oppure non-unitario, come un sasso, un lago o una città, che sono privi di un'unità di coscienza.

 Unità di coscienza, identità o sé: coscienza globale delle informazioni di un campo. Senso unitario dell’intero campo. Coscienza dell’interconnessione e dell’unità delle informazioni di un campo, come il nodo centrale di una rete di informazioni.

 Campo unitario di coscienza o Cyber: campo di informazioni autocosciente e quindi dotato di vita relativamente autonoma.

 Densità cibernetica: numero di informazioni che circolano all’interno di un campo di coscienza. Le densità dipendono dal numero degli insiemi-livelli che caratterizzano il campo.

 

Riassunto delle caratteristiche analogico-sintetiche del modello Cyber

La complessità del modello Cyber si manifesta pienamente nella sua possibilità di comprendere il processo di evoluzione e i differenti livelli o densità di comunicazione e di organizzazione dell’essere umano.

Cyber è un modello che - come ogni essere vivente - incarna nella sua unità microcosmica le leggi universali dell’esistenza e ne esprime i simboli archetipici. Vediamo insieme di riepilogare le sue caratteristiche principali.

 

Cyber è l’unità cibernetica

La cibernetica è la scienza oggettiva del controllo e dell’utilizzo delle informazioni, Cyber è il soggetto, il centro di coscienza o self che controlla e dirige le informazioni. Il "corpo" di un Cyber è l’insieme delle informazioni gestite in flusso-rete-insieme unitario. Il Cyber si "nutre" di informazioni, le capta con i suoi organi di senso, ne percepisce il significato, le analizza, le elabora e le fa sue, le immagazzina nella sua memoria, le trasforma, le utilizza per sopravvivere, per vivere meglio e per evolvere. Nell’oceano informatico Cyber è un campo unificato ad alta densità di informazioni e a relativa autonomia.

 

Cyber è l’uno: l’uovo dell’essere

Cyber è la "misura" dell’unità dell’essere vivente. Ogni essere vivente è un Cyber. Un’ape è una unità vivente quindi è un Cyber, un'entità vivente, come unità di coscienza e di informazioni. Una mela non è un Cyber ma una parte di un Cyber che, in questo caso, è l’intero albero di melo. La mela non vive di vita propria, non è autonoma, non possiede un suo centro che unifica le sue informazioni, è l'organo riproduttivo del melo e da esso dipende costantemente per la sua crescita. Nella mela i semi sono dei Cyber potenziali: in essi, quando diventano maturi, si manifesta olograficamente l'unità di coscienza del melo stesso, unità che permette loro, una volta caduti nella terra, di auto-organizzarsi come entità viventi autonome.

La balena è un’insieme di "triliardi" di atomi e cellule; quando diciamo "una" balena poniamo l’accento sulla sua unità o individualità vivente: ciò che unisce le sue parti, la "struttura che connette".

Newton "scoprendo" la forza di gravità diede un nome e un concetto all’ovvia evidenza "che le cose cadono verso il basso". Cyber è un modello che dà consistenza e ragione scientifica a ciò che da sempre appare ovvio, ossia "che gli esseri viventi sono unità soggettive". L’Uovo che rappresenta il modello Cyber è raffigurazione olografica del mitico Uovo di Luce splendente che ha dato inizio all’esistenza. Cyber è un’unità di coscienza.

 

 Dall'unità di misura alla misura dell'Unità

Fino ad ora la scienza ha creato unità di misura per comprendere i fenomeni fisici del mondo: la Res Extensa. Cyber è la misura dell’unità, elemento chiave per investigare e conoscere la dimensione soggettiva, la Res Cogitans.

Mentre le unità di misura oggettive, come il metro, il grammo o il secondo, devono essere quantificate in maniera rigida ed esatta, Cyber è un'unità esistenziale fluida come un’onda che varia poeticamente dallo zero del non esistere, all’uno del nascere ed essere, all’infinito della libertà per tornare allo zero del cessare di vivere. Ogni scienza ha un suo Cyber come unità elementare di cui indaga la natura e la complessità: la fisica ha i quanti e le particelle elementari, la chimica ha l'atomo, la biologia ha la cellula, la zoologia ha l'animale, la medicina e la psicologia hanno l'essere umano, la geologia e le scienza geografiche hanno il pianeta Terra, l'astonomia ha i soli e le galassie, l'astrofisica ha il Tutto, l'Universo. (vedi Fig. tavola delle unità Cyber)

 

Punto Zero, Vuoto e non conoscenza

Il "centro" di coscienza del Cyber è virtuale: lo posizioniamo nel centro fisico dello sferoide per comodità simbolica e topologica, ricordando che esso è olograficamente distribuito in ogni punto del sistema. Chiamiamo "punto zero" il centro virtuale di coscienza per ricordare la sua natura di vuoto e quindi la sua costante connessione con il grande vuoto sub-quantistico universale.

La natura vuota della coscienza è sincronica e olografica con l'infinita coscienza vuota del Tutto. Questo contatto ci permette di evolvere verso una coscienza unitaria e infinita. Il centro di coscienza, come lo zero matematico e come il punto geometrico, è senza dimensioni: quando cerchi di afferrarlo fisicamente o logicamente non lo trovi. Quando guardi dentro di te e cerchi di scoprire chi sei, cos’è la sostanza del tuo "io", trovi solo spazio vuoto e silenzio: shunyata. Non c’è io, solo coscienza, in pace e vastità. Questa è la nostra vera natura, questo vuoto è la misteriosa radice originaria della non-conoscenza, che umilmente dobbiamo accettare.

 

Sincronicità, coerenza e sintropia

Un Cyber è un’area sincronica dello spazio-tempo, ossia un campo ad altissima coerenza. Un Cyber è esso stesso un evento sincronico del Tutto, che manifesta in ogni sua azione la legge di sintropia. Praticamente ogni evento biochimico, emozionale o psichico che avviene in un Cyber è un evento altamente sincronico, che ha un senso e un fine, che è frutto di una costante sinergia di eventi, e quindi, in gradi diversi, è sincronizzato con il funzionamento globale dell’intera unità e dell’esistenza. Cyber è un’unità sincronica.

 

Vortex

Prigogine utilizza il vortice in un fiume come modello di sistema vivente aperto. Cyber è un vortice nel cosmico flusso di informazioni dell’esistenza. Un’onda dell’oceano della coscienza.

Il centro del vortice è il cuore intorno a cui gravitano le informazioni che continuano a giungere dall’esterno e a cui ritornano dopo aver "girato" nel Cyber. Vortice e flusso sono due entità virtualmente separate di un unico indiviso movimento. Il centro di coscienza di un Cyber è come il punto di incontro di infiniti flussi di informazione, come il "fuoco" di una lente, dove le traiettorie di miliardi di fotoni si incrociano e si fondono.

Cyber è un vortice informatico aperto, con un centro virtuale.

 

 Ologramma

Nel fascio laser (prodotto con luce coerente) e nella lastra olografica l’informazione totale è distribuita in ogni singola parte.

Nelle nostre cellule ogni nucleo contiene nel suo DNA tutte le informazioni, non solo quelle relative alla sua microscopica vita ma anche quelle relative all’intera struttura. Ogni cellula, con la sua piccola identità e funzione locale è intimamente connessa con la globalità di noi stessi come un minuscolo microcosmo in un macrocosmo. La stessa relazione lega ogni singolo essere vivente ed in particolare l’uomo all’intero cosmo: "Pensa globalmente e agisci localmente".

Cyber è un’unità olografica, che deriva da un’informazione coerente col Tutto.

 

Ordine e caos

Le attività energetiche sono processi di informazione. Fuori dai Cyber (sistemi viventi) l’energia tende al disordine e alla stasi ossia tende all’entropia, mentre nei sistemi viventi l’informazione tende all’ordine e all’auto-organizzazione ossia tende alla sintropia. L’incredibile sinergia (sintonia di azione) che si osserva in tutte le attività metaboliche di ogni essere vivente rappresenta il riflesso energetico visibile dell’unità di elaborazione delle informazioni.

Il fenomeno dell’individualità degli esseri viventi dipende dall’unitarietà nella rete interna di comunicazioni che connette ogni parte atomica e cellulare del loro essere. Nel vivente tutto "pensa", tutto è "in rete". Cyber è una rete unitaria di relazioni.

 

Geometria cibernetica

 

Cyber è un mandala sferico

Proviamo a costruire un Cyber. Crea una sfera, disegnala o falla calcolare al computer grafico; dentro questa sfera poi crea un centro, puntiforme o sferico: questa è la forma archetipa del Cyber.

Come modello topologico tridimensionale, la sfera può ovalizzarsi, appiattirsi, allungarsi, o diventare eccentrica senza perdere la sua struttura originaria. Ad esempio l’essere umano nasce come sfera unicellulare (l’ovulo fecondato) e man mano modifica questa forma originaria introducendo innumerevoli variabili che ne alterano la superficie. Anche da adulto, pur avendo perso la forma sferica, l’alone elettromagnetico che circonda l’uomo è di forma sferoidale. Una galassia è un campo sferoidale particolarmente schiacciato sull'asse Nord-Sud, al contrario di un cipresso che, rispetto al medesimo asse verticale, invece è particolarmente allungato. Ovviamente una sfera da sola, come un pallone, non è un Cyber.

 Il centro

La caratteristica prima degli esseri viventi è di essere individui, ossia di essere un centro di coscienza. Raffiguriamo questo "io", questo "centro soggettivo" come punto zero centrale, un punto "vuoto", "senza dimensioni".

Esattamente come lo zero posto al centro delle coordinate cartesiane X, Y e Z, che ne rappresenta l’origine anche se è virtualmente inesistente (0=nulla), il punto zero rappresenta il centro di coscienza, il vuoto, la soggettività che virtualmente sta all’origine di tutte le funzioni del vivente, ma che (oggettivamente) non c’è.

Il punto zero chiarisce matematicamente la costante e implicita presenza della dimensione di coscienza, non spaziale e non temporale, nei fenomeni fisici. Il punto zero rappresenta il motore immobile, l’asse su cui gravitano le informazioni dell’unità vivente. In realtà il centro è diffuso in maniera olografica in ogni singolo punto del Cyber.

 Asse e poli

Essendo espressione della dimensione implicata della coscienza, il modello Cyber non ha dimensioni e quindi non può avere un asse di rotazione. Il modello energetico-esplicato Cyber7 può possedere un proprio asse di rotazione e quasi sempre un polo sud-caudale, chiamato punto alfa, e un polo nord-cefalico, chiamato punto omega. Esempi: atomo, cellula, pianeta.

 Spin

L’eventuale rotazione del flusso di energia-informazione di un Cyber7 può essere centrifuga o centripeta, destrogira o levogira, ascendente o discendente. O anche, nei Cyber più evoluti, una complessità di più flussi interdipendenti.

Codici colore

Daremo al Cyber la gamma delle intensità di luce dal buio abissale dello zero assoluto all'accecante bagliore delle nove. Mentre daremo al Cyber7 la gamma dei colori dello spettro completo della luce: dall’infrarosso (nero) all’ultravioletto (bianco) passando per i sette colori dell’arcobaleno. Questi colori designeranno arbitrariamente le differenti densità o livelli evolutivi dei Cyber.