L'IPOTESI GAIA


Questa sezione comprende i seguenti capitoli:


IPOTESI GAIA

dalla Madre Terra alla Coscienza Planetaria
di Nitamo Federico Montecucco

Gaia: dalla complessità alla totalità

L'emergere della cultura planetaria ha portato alla riscoperta dell’unità del nostro pianeta, della nostra intima connessione ecologica e affettiva con questa antica Madre Terra e al riconoscimento estetico e interiore della sua sacralità. Questa riscoperta, frutto di una rinnovata sensibilità ecologica e naturale, si è concretizzata a livello scientifico nell'Ipotesi Gaia, dal nome della dea greca della Terra. E' un'ipotesi scientifica largamente riconosciuta anche se non completamente accettata a livello di scienza accademica, e rappresenta il primo passo verso una coscienza dell'unità globale che comprende tutto ciò che viviamo e conosciamo: il nostro pianeta, il Tutto che ci contiene e che noi costituiamo. Il concetto di Gaia è del tutto sovrapponibile al concetto di Cyber planetario: una visione olistica della nostra Terra come unità vivente e cosciente, dotata di una propria intelligenza e capacità di autoequilibrio.

Siamo persuasi che Gaia possa diventare la Terra Promessa quando sapremo riscoprirla negli infiniti fenomeni e piani di coscienza che la caratterizzano, in quell'immensa ricchezza che l’uomo ha purtroppo dimenticato e svalorizzato. La coscienza del nostro pianeta offre un contesto globale ed ecosistemico, un costante punto di riferimento, una scala di valori e di relazioni macro-microcosmiche essenziali per una scienza e un’esperienza olistica.

 

Ipotesi Gaia di James Lovelock

Nel 1979 la Oxford University Press pubblicava Gaia A New Look at Life on Earth di James Lovelock, membro della Royal Society, professore di cibernetica e specialista in gascromatografia presso la NASA. In questo libro Lovelock racconta come attraverso una ricerca scientifica sull’atmosfera sia giunto ad una visione dell’intero pianeta come un unico organismo vivente e come, sorretto e ispirato da altri suoi colleghi, abbia deciso di proporre questa sua visione alla comunità scientifica internazionale come Ipotesi Gaia.

Citiamo ora qualche passo tra i più significativi di questo testo che ha segnato una rivoluzione globale nell’ambito delle scienze ecologiche degli ultimi anni, aprendo così la strada ad una visione realmente olistica e multidisciplinare del nostro pianeta e di tutto ciò che in esso vive, pensa e si evolve. Dalla traduzione italiana "Gaia, nuove idee sull'ecologia":

 "...ipotesi secondo cui l’intera gamma della materia vivente sulla Terra, dalle balene ai virus e dalle querce alle alghe, poteva essere considerata come costituente una singola unità vivente, capace di manipolare l’atmosfera terrestre per le proprie necessità globali e dotata di facoltà e poteri di molto superiori a quelli dei suoi singoli costituenti.

A quel momento un’entità a dimensione di pianeta, benché ipotetica, era nata. Le sue proprietà non potevano essere previste dalla pura somma delle sue parti. Bisognava darle un nome. Fortunatamente William Goldin faceva parte del gruppo di studio. Senza esitazione suggerì che questa creatura fosse chiamata Gaia, dal nome della dea greca della Terra conosciuta anche come Gea... Ho anche l’impressione che nell’antica Grecia il concetto di Terra Madre che la parola Gaia esprime fosse un sentimento diffuso e familiare dell’esistenza... io trovo che la gente di campagna che vive vicino alla Terra spesso è perplessa che qualcuno debba enunciare formalmente qualche cosa di così ovvio come l’ipotesi che noi abbiamo deciso di chiamare Gaia. Per costoro, essa è una verità che è sempre esistita.

Da allora abbiamo definito Gaia come un’entità complessa comprendente la biosfera della Terra, l’atmosfera, gli oceani e il suolo, l’insieme costituendo una retroazione (feedback) o un sistema cibernetico che cerca un ambiente fisico e chimico ottimale per la vita su questo pianeta... L’ipotesi Gaia è per coloro che amano camminare o semplicemente stare a guardare e pensare ai fatti della Terra e della vita di essa, nonché meditare sulle conseguenze della nostra stessa presenza qui. E’ un’alternativa alla visione pessimistica che considera la natura come una forza primitiva da soggiogare e da conquistare... questa potrebbe essere una fase di transizione verso la rinascita di un altro meraviglioso periodo di armonia tra l’uomo e il suo ambiente.

Questo capitolo inizia autobiograficamente in modo che io possa più facilmente far notare gli aspetti più teorici, ipotetici e inafferrabili dell’ipotesi Gaia, quelli che riguardano il pensiero e l’emozione nell’interrelazione fra l’uomo e Gaia...

Un altro dei nostri istinti che probabilmente favorisce la sopravvivenza è quello che associa buona salute e proporzioni armoniose con la bellezza. I nostri corpi sono formati da cellule che collaborano. Ciascuna cellula con il suo nucleo è una associazione di entità minori in simbiosi. Se il prodotto di questo sforzo di collaborazione, l’essere umano, appare bello quando è correttamente e abilmente costruito, è forse troppo suggerire che possiamo riconoscere con lo stesso istinto la bellezza e la proprietà di un ambiente creato da un insieme di creature, incluso l’uomo, ed altre forme di vita? Là dove ogni aspettativa è fonte di piacere, l’uomo, accettando il suo ruolo come partner su Gaia, non ha bisogno di essere abietto...

Se noi siamo una parte di Gaia diventa interessante chiederci: in quale misura la nostra intelligenza collettiva è pure una parte di Gaia? Costituiamo noi come specie un sistema nervoso gaiano e un cervello che può coscientemente anticipare i mutamenti ambientali?... Ancora più importante è l’implicazione che l’evoluzione dell’Homo Sapiens, con la sua capacità inventiva tecnologica e la sua sempre più sofisticata rete di comunicazioni, abbia enormemente accresciuto la gamma di percezioni di Gaia.

Attraverso noi, essa è ora conscia di se stessa.".

Gaia, definita da Lovelock come un sistema cibernetico unitario e cosciente di Sé, in costante feedback, capace di autoregolazione intelligente, in cui l'umanità rappresenta un cervello planetario capace di evolvere verso l'autocoscienza, corrisponde esattamente alla definizione di Cyber: un'unità vivente e cosciente di dimensioni planetarie, dotata di una vasta gerarchia di livelli di relazione e intelligenza, ma soprattutto di capacità di evuluzione e autotrascendenza.

 

 

Atterraggio su Gaia
di Isaac Asimov

Chiudiamo questa sezione su Gaia con un pezzo scelto di Isaac Asimov, dal suo libro L’orlo della fondazione, in cui esprime in termini futuristici, ma estremamente pertinenti, l’ipotesi Gaia di Lovelock; Asimov, attraverso una ricca descrizione, ci dà l’immagine di un pianeta in cui si è giunti alla completa coscienza planetaria, un vero Cyber pianeta con un'unità di coscienza un po' più avanzata di quella del nostro globo... è come un invito agli esseri umani a ritrovare questa profonda unità tra le culture e il pianeta. Ecco un brano del libro in cui una ragazza di nome Bliss (in inglese significa Beatitudine) torna sul suo pianeta Gaia, insieme a Pelorat e Trevize, due scienziati che provengono dal pianeta Terminus e che non conoscono ancora l’incredibile complessità e bellezza della mente collettiva planetaria.

"E dopo ci potete accompagnare dalla persona che chiamate Gaia?" disse Trevize.

Bliss apparve divertita. "Non so se ci crederete, ma io sono Gaia."...

"Sì, io. E la terra. E quegli alberi. E quel coniglio fra l’erba, laggiù. E l’uomo che si intravede fra gli alberi. L’intero pianeta e tutto quanto c’è sopra è Gaia. Siamo individui, siamo organismi separati, ma condividiamo tutti una coscienza globale. La materia inorganica è meno di tutti partecipe di questa coscienza e gli esseri umani ne sono partecipi più di tutti, ma ognuno contribuisce all’insieme."

"Credo che intenda dire che Gaia è una specie di coscienza collettiva, Trevize." disse Pelorat.

Trevize annuì. "L’avevo capito, in tal caso, Bliss, chi governa questo mondo?"

"Si governa da solo" disse lei "Quei meli crescono in filari regolari di comune accordo. Si riproducono solo quel tanto che serve a riempire gli spazi vuoti lasciati dagli alberi che muoiono. Gli esseri umani raccolgono la quantità di mele di cui hanno bisogno, altri animali, compresi gli insetti, mangiano la loro, parte e soltanto quella.

"Non mi dire che gli insetti sanno qual è la loro parte!" disse Trevize.

"Sì, in un certo modo lo sanno. Piove quando è necessario, a volte ci sono periodi di piogge più intense e prolungate, a volte periodi di siccità. Entrambi si verificano quando è necessario.

"Anche la pioggia sa cosa deve fare?"

"Sì" disse Bliss, serenissima. "Non è forse vero che nel vostro corpo tutte le varie cellule sanno cosa devono fare? Sanno quando moltiplicarsi e quando smettere di moltiplicarsi, quando creare certe sostanze e quando no, e quando le creano sanno perfettamente in che quantità vanno create. Ciascuna cellula è, fino a un certo grado, una fabbrica chimica indipendente, ma tutte quante attingono ad un fondo comune di materie prime che vengono portate loro attraverso un sistema di trasporto comune, tutte quante versano i rifiuti in canali comuni, tutte quante danno un contributo alla coscienza collettiva globale."

"Straordinario" disse Pelorat con entusiasmo. "State dicendo che il pianeta è un super organismo e che voi siete una cellula di questo super organismo?"

"Era solo un’analogia. Siamo come cellule, ma non siamo veramente cellule, capite?"

"In che senso non siete cellule?" disse Trevize.

"Nel senso che esiste, come ho detto, una coscienza collettiva, ma ne esiste anche una individuale, la coscienza del singolo organismo, nel mio caso un essere umano... Questa coscienza è enormemente più avanzata di quella di una singola cellula. Il fatto che ciascuno di noi faccia parte di un’entità ancora più grande che si trova su un livello più alto non ci riduce al rango di cellule. Io rimango un essere umano, al di sopra di noi però c’è questa consapevolezza collettiva che supera di molto la mia comprensione, tanto quanto la mia consapevolezza individuale supera quella, che so, di una cellula muscolare del mio braccio."

"Però qualcuno avrà pure ordinato di prendere il controllo della nostra nave." disse Trevize.

"No, non qualcuno. L’ha ordinato Gaia. L’abbiamo ordinato noi."

"Anche gli alberi e la terra, Bliss?"

"Hanno contribuito in grado minimo, ma hanno contribuito. Sentite, quando un musicista compone una sinfonia voi gli chiedete quale cellula particolare del suo corpo abbia ordinato di comporre la sinfonia ed abbia sovrinteso alla sua creazione?"

"A quanto ho capito," disse Pelorat "la mente collettiva, chiamiamola così, della coscienza collettiva è molto più forte di una mente individuale, proprio come un muscolo è molto più forte di una singola cellula muscolare. Di conseguenza Gaia ha potuto impadronirsi a distanza della nostra nave assumendo il controllo a distanza del computer, cosa che nessuna mente individuale del pianeta avrebbe mai potuto fare, vero?"

"Avete compreso perfettamente, Pel." disse Bliss.