RICERCHE SULLA MEDITAZIONE E SALUTE GLOBALE
Ricerche e dati sperimentali sugli effetti psicofisici della meditazione sulla salute
La meditazione è l'esperienza dell'unità di coscienza, dell'integrità psicofisica del proprio essere. La meditazione, libera da ideologie e dogmi religiosi è una delle più importanti "medicine" per l'uomo occidentale, è una delle esperienze capaci di trasformare la vita e la percezione di se stessi e del mondo.
Questa sezione comprende i seguenti capitoli:
IL VUOTO DEL CUORE E LA
FRAMMENTAZIONE DELL’ESSERE
- gli effetti neurofisiologici e
psicologici nell’inibizione della coscienza di Sé sullo sviluppo del
bambino. L’inconsapevolezza dei genitori, la dominanza sui figli, l’empatia
elettroencefalografica negativa e la creazione dei blocchi psicosomatici.
RICERCHE SULLA MEDITAZIONE E GLI STATI DI COSCIENZA AD ALTA SINCRONIZZAZIONE
EFFETTI PSICOFISICI DELLA MEDITAZIONE SULLA SALUTE - come la meditazione può influire sulla salute psicofisica.
IL VUOTO DEL CUORE E LA FRAMMENTAZIONE
DELL’ESSERE
L’INIBIZIONE DEL SE’ DEL BAMBINO, I
BLOCCHI PSICOSOMATICI COLLETTIVI E I SEI TIPI DI “IO”
di Nitamo Federico Montecucco
Nella visione olistica dell’essere umano l’elemento più significativo della crisi moderna è il vuoto che sperimentiamo quando si nasce e si vive senza l’energia del cuore e senza il riconoscimento del proprio Sé, della propria individualità profonda. Secondo la nostra concezione i blocchi psicosomatici collettivi osservabili nella larga maggioranza delle persone che vivono nella nostra società sono dovuti ad una causa fondamentale: l’inibizione della coscienza di Sé. Riteniamo che questa inibizione sia dovuta alla quasi totale mancanza di conoscenza che la società ha della “coscienza di sé” e quindi alla mancanza di riconoscimento del Sé del figlio, da parte dei genitori e delle persone che il figlio incontrerà nella sua crescita. Un circolo vizioso che vincola la modalità collettiva di educazione e di sviluppo umano. Ma quali sono le basi scientifiche del processo di inibizione della coscienza di sé? E in che modo questa mancanza condiziona lo sviluppo neuropsichico di un bimbo?
La coscienza si trasmette per sincronizzazione empatica
Le nostre ricerche sulla coerenza cerebrale tra i cervelli
delle persone in relazione (amici, partner, marito-moglie, terapeuta-paziente,
maestro-allievo, ecc.) provano in modo evidente che: parallelamente alla
“risonanza empatica”, basata sulla connessione emozionale tra persone in
relazione affettiva, esiste una “risonanza neuropsichica” che si manifesta come
“coerenza EEG” ossia come sincronizzazione tra le onde elettroencefalografiche
delle due persone. Questo è vero nel bene e nel male. Ciò che ci ha
realmente sorpreso, e a volte turbato, è la coerenza EEG che si instaura
tra persone in relazioni di dominanza-subordinazione. In questi casi si osserva
che la specifica struttura EEG della persona dominante (genitore, coniuge,
maestro) si impone su quella di chi è dipendente o subordinato (figlio, coniuge,
allievo) che l’adotta come sua, sia in senso positivo che in senso negativo.
Nella fig. 1 vediamo una straordinaria sincronizzazione EEG tra madre e figlia.
Nella fig. 2 vediamo la risonanza neuropsichica ( elevatissima coerenza EEG) tra
due persone in meditazione silenziosa. Nella fig. 3 vediamo invece il quadro
elettroencefalografico di due persone innamorate, che mostra una elevatissima
sincronizzazione in cui si nota una inversione di polarità (yin – yang). Abbiamo
quindi prove sperimentali che gli stati di coscienza sono “trasmessi” anche
come campi elettromagnetici. Abbiamo rilevato anche delle situazioni dove
una persona dominante in stato di stress e tensione, con una tipica coerenza eeg
negativa, influenzava sfavorevolmente la moglie (sottomessa) che, quando era con
lui, mostrava un abbassamento della sua normale coerenza eeg. Questo meccanismo
di sincronizzazione neuropsichica può quindi generare sia una accelerazione
positiva e costruttiva dei comportamenti e delle strutture emozionali e
psicologiche (come nel caso del terapeuta-paziente), sia un condizionamento
negativo e diventare così strumento di condizionamento psicofisico, di controllo
e di plagio. Possiamo con buona ragione ritenere che la comunicazione eeg
madre-figlio possa instaurarsi anche nella relazione madre-feto, e quindi che a
livello intrauterino questi condizionamenti siano attivi già dai primi mesi di
vita. Le ricerche sulle interferenze epigenetiche delle madri stressate sui
recettori del cortisolo e della serotonina del feto sono una delle possibili
conferme.
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
I genitori inconsapevoli di Sé
Le nostre ricerche mostrano quindi, sul piano famigliare, come i genitori con un alto livello di consapevolezza trasmettano al figlio messaggi verbali, empatici e “neuropsichici”che facilitano la coscienza di Sé e la coerenza EEG, generando uno stato di unità e integrità psicosomatica che favorisce stati di benessere e salute. Per contro i genitori con un’attitudine meno sensibile, che non hanno coscienza di sé, non solo, ovviamente, non la trasmettono, ma di fatto inducono l’inibizione del sé del figlio, compromettendo la sua integrità psicologica e la sua salute globale.
Ma quali sono i comportamenti tipici delle due modalità educative?
La tipologia più comune di genitori, quelli senza una reale coscienza di Sé, tende a procreare per motivi più istintivi o esteriori: “ci si deve sposare e fare figli”, “la nonna voleva tanto un nipotino”, “il padre voleva un erede”, “un figlio cementerà la nostra unione”, “un figlio mi aiuterà a dare senso alla mia vita”. La madre in gravidanza tende a considerare il bimbo come una parte del proprio corpo, preoccupandosi più delle cose pratiche e mediche che non del “lui” o della “lei” che c’è già dentro. Proprio perché non percepiscono l’anima (anche se ufficialmente possono essere molto religiosi) i genitori considerano il bimbo senza una sua propria individualità e coscienza, ma come un prodotto della propria genetica, da cui le tipiche frasi: “”ti ho fatto io”, “sei la mia vita”, “assomigli tutto a me”. Spesso gli viene dato il nome di un nonno o di una nonna (per gratitudine!). Il bimbo diventa una sorta di clone del modello genitoriale, che deve diventare quello che i genitori sono riusciti o avrebbero voluto essere. Aspettative, proiezioni, ambizioni ma anche sfiducie, delegittimazioni, critiche, se il bimbo non realizza le attese. È la base dell’”amore condizionato”: “ti amo se fai il bravo!” o “”sei stato cattivo e la mamma non ti vuole più bene”, “se sei mio figlio devi fare come dico io”. Il bimbo cresce con molto “super io”, molti giudizi e condizionamenti su come “deve” o “non deve” essere, con molta attenzione per quello che pensano gli altri e con poca (o nulla) percezione di Sé e dei propri veri bisogni e sentimenti, senza un “centro di gravità permanente” che gli dia stabilità interiore e integrità per realizzarsi nella vita. Spesso farà una vita mediocre, in linea con quello che i genitori avevano in qualche modo prestabilito per lui.
I genitori coscienti di Sé
I genitori che hanno coscienza di Sé, normalmente decidono di concepire un figlio partendo da uno stato di amore meno vincolato dall’esterno, con più considerazione per il bimbo, con l’idea di far nascere una creatura nuova, individuale. Spesso già nei mesi di gravidanza la mamma ha un contatto empatico col bimbo, lo “sente” e “ci parla”: un primo reale “riconoscimento del Sé” del nascituro. L’attesa è di vedere chi nascerà, che viso avrà, che tipo sarà; “ma, comunque sia, lo amerò”. Viene cercato un nome che si adatti a lui, alla sua personalità. Ponendo l’attenzione più sulla sua identità profonda, le aspettative e le proiezioni dei genitori (che sicuramente ci saranno) diventano meno intense: “ti vorrò bene qualsiasi cosa farai”, “anche se non condivido le tue scelte comunque è la tua vita e sono contenta per te”. Il bimbo cresce, aldilà degli immancabili condizionamenti famigliari e sociali, con maggiore coscienza di Sé, dei propri bisogni, sentimenti e aspirazioni. Il proprio Sé sarà il suo punto di riferimento interiore nei momenti critici e darà la direzione per realizzare la propria vita. In tal modo potrà anche fare scelte coraggiose e innovative.
Molti di queste modalità di condizionamento madre-figlio erano già state intuite da Freud, Jung, Bowlby e altri, ma poterle quantificare e studiare scientificamente è stato un vero passo in avanti.
Al Villaggio Globale di Bagni di Lucca rileviamo i tracciati eeg di tutti i pazienti e in particolare quelli tra coppie. Questo ci permette una particolare chiarezza nell’impostazione psicologica iniziale e una precisa conferma dell’efficacia terapeutica quando ripetiamo l’analisi dopo un periodo di un mese o due.
La coscienza cresce attraverso il riconoscimento e il rinforzo del Sé
Le nostre osservazioni sulle testimonianze di circa 1000 pazienti confermano che la grande maggioranza racconta di essere nata e cresciuta da genitori poco consapevoli e di percepire una cronica mancanza di “riconoscimento di Sé” che inibisce l’amore, l’accettazione e la stima di sé, e che viene vissuta come l’esperienza più dolorosa della loro vita: “la mamma non mi ama, non mi capisce”, “il papà non mi vede, non si cura di me”, da cui deriva il pensiero: “io non esisto”, “non sono degno”, “devo farmi accettare”. Il non riconoscimento di Sé (affettivo, somatico, emozionale e psicologico), genera il trauma centrale della propria identità - avvenuto in un istante o in anni di vita - da cui derivano le innumerevoli forme di disagio interiore e psicosomatico: sfiducia nei genitori e in sé stessi, senso di tradimento, solitudine, senso di non aver diritto di esistere, paura dell’abbandono, ecc.
I rari bimbi che raccontavano di essere nati da genitori con una reale interiorità, con una propria coscienza di Sé (anche se ufficialmente non credenti o non aderenti ad una precisa confessione), riferivano di aver percepito questo senso di riconoscimento profondo, di accettazione, di “sensazione di esistere”, che dava significato alla vita, sostegno e dignità interiore anche quando le condizioni economiche o famigliari erano oggettivamente difficili o addirittura tragiche (povertà, guerre, malattie, tragedie, ecc.).
Il non riconoscimento del Sé e i blocchi psicosomatici collettivi
Se la coscienza di Sé rappresenta il principale elemento che genera e mantiene il senso di unità psicofisica, l’inibizione della coscienza di Sé è il trauma centrale che genera i tre Blocchi Psicosomatici Collettivi: la frammentazione psicosomatica tra corpo, cuore e mente. Descriviamoli in sequenza cronologica funzionale: 1) La chiusura del Sé del cuore e dell’amore: è il principale blocco psicosomatico in quanto il cuore è associato alla coscienza di Sé, che si “chiude” o inibisce la sua azione per il forte dolore, la paura, la sfiducia, l’impossibilità di agire spontaneamente. La sua chiusura provoca mancanza di umanità e di senso della vita, e difficoltà nel condividere sentimenti di amore e di empatia. 2) L’iperattività della mente: ciò che non può essere vissuto spontaneamente col cuore deve essere immediatamente controllato e razionalizzato dalla mente. L’io della mente (l’ego, la testa), staccato dal Sé e dal cuore, sostituisce il sé e controlla le emozioni e il corpo attraverso le informazioni-convinzioni del super-io (la banca delle memorie su come ci si deve comportare per essere accettati socialmente). 3) Il controllo e l’inibizione del corpo e del piacere di vivere: l’eccessivo controllo mentale e la chiusura affettiva-emozionale portano all’inibizione del “corpo” inteso come vitalità, spontaneità, istintività e libera sessualità. Per approfondire questi argomenti rimando alla lettura della seconda parte del mio libro “Psicosomatica Olistica” per le Ed. Mediterranee, interamente dedicata a questo tema.
L’abdicazione del Sé e la formazione delle sei personalità dell’io: i sei tipi di ego
Se immaginiamo il Sé come il re dell’intero sistema (il corpo) e gli ormoni-neurotrasmettitori come le funzioni (esercito, guerra, difesa, educazione, diplomazia) possiamo immaginare l’inibizione del Sé come uno stato di guerra contro il re (il genitore che picchia, castiga o sgrida il figlio) o uno stato di destituzione del potere del re (i genitori che obbligano a non correre, non gridare, non ridere) o di carestia del regno e debolezza del re (i genitori non amano il figlio, gli sottraggono tenerezze, affetto, giocosità, attenzione, ecc.). In ogni caso il Sé non riesce più ad operare direttamente e si genera uno stato di grande allarme neuropsichico. Al posto del Sé-Re prendono potere degli “io” (personalità) ossia al posto della funzione centrale e globale della coscienza-governatore prendono il comando delle “funzioni PNEI” (psiconeuroendocrine) che offrono strategie geneticamente prestabilite, ossia istintive e automatiche, per reagire alle situazioni pericolose. Si attivano innanzitutto i due grandi sistemi di sopravvivenza attivo o passivo: l’asse dello stress: ipotalamo-ipofisi-surrene - l’io dominante-reattivo - (il capo dell’esercito) con i comportamenti attivi di forza e aggressività (mediati da adrenalina, noradrenalina e testosterone) oppure l’inibizione dell’azione o congelamento (freezing) - l’io sottomesso-inibito - (il debole ministro della difesa che firma la resa) con i comportamenti passivi di paura ed evitamento (mediati da serotonina e cortisolo). In casi meno gravi, in alternativa alle due risposte primarie, possono anche attivarsi risposte funzionali attive come quelle mediate dalla dopamina e dalla vasopressina che, nelle difficoltà, innescano comportamenti emozionali-relazionali di aumento della carica affettiva e sociale - l’io seduttivo-manipolatore – (l’abile diplomatico - consigliere) o risposte passive dove l’ossitocina-serotonina genera l’io timido-dipendente (la moglie fedele, la figlia buona) basato su comportamenti di bontà sottomessa e compromessi affettivi: “farò la brava per essere amata”. In ogni persona, ma soprattutto nelle persone più mentali o quando la base di forza fisica o emozionale non riesce a sostenere la situazione famigliare o sociale, il Sé cede le redini del governo all’ io controllante-razionale (il “capo” del governo tecnico, l’esperto) che dirige il tutto in modo rigido e strutturato tenendo in gran conto i giudizi esterni famigliari e sociali, o, nel caso di incapacità di controllo, di defaillance e confusione generale il Sé si abbandona all’ io sognatore-estraniato (il filosofo, l’astrologo di corte), che vive di false illusioni, di aspettative, che tendenzialmente crede in ogni sistema che dia speranza e illusioni per il futuro. Spesso le stesse religioni o le ideologie diventano le basi di questa strategia di sopravvivenza basata sull’estraniazione dalla realtà.
PSICOSOMATICA SPERIMENTALE
coscienza - cervello - salute
globale
Le
ricerche sulla coerenza e la sincronizzazione cerebrale
Nella nostra epoca l'uomo ha perso ideologicamente la strada... La scienza si è spinta troppo oltre nel distruggere la fiducia dell'uomo nella sua grandezza spirituale... e gli ha istillato la convinzione di essere semplicemente un insignificante animale, che si è evoluto per caso e necessità in un altrettanto insignificante pianeta, sperduto nella grande immensità del cosmo... Noi dobbiamo renderci conto dei grandi misteri della struttura materiale e del funzionamento dei nostri cervelli, della relazione tra cervello e mente e della nostra immaginazione creativa. Sir John Eccles, Nobel per la neurofisiologia
Esperimenti sugli stati della coscienza, il decennio del cervello.
Il cervello è l'interprete della coscienza. Ippocrate
Il fatto che gli anni Novanta siano stati dichiarati dalla comunità scientifica internazionale il "Decennio del Cervello" può essere particolarmente significativo ricordando quanto sosteneva Roger Sperry, ossia che la scienza studiando il cervello in realtà intende addentrarsi nella comprensione della coscienza.
Dagli inizi di questo decennio ho cercato, con le mie ricerche sulla coerenza cerebrale, di dare un personale contributo sperimentale alla comprensione della psicosomatica e degli stati di coscienza più elevati. Queste ricerche sono ancora in una fase iniziale di studio, quindi non sono ancora confermate da una seria e approfondita sperimentazione: tuttavia sembrano confermare con evidenza l'ipotesi psicosomatica olistica.
Brain Olotester: alta tecnologia per l'evoluzione
La coscienza non è riducibile a eventi neurali. Il significato del messaggio non sarà mai trovato nella chimica dell'inchiostro. Roger Sperry, Nobel per la neurofisiologia
Il Brain Olotester è uno strumento specificatamente studiato per l'analisi e la quantificazione dell'attività cerebrale al fine di avere informazioni sugli stati di coscienza e sulla situazione psicosomatica della persona. Il Brain Olotester non cerca di ridurre la coscienza ad eventi neurali, al contrario cerca di amplificare e interpretare globalmente i dati delle attività cerebrali per cogliere il significato del messaggio che viene dalla coscienza. Il Brain Olotester è un elettroencefalografo computerizzato, costruito secondo gli standard internazionali, capace di scomporre, con la "trasformata di Fourier", le onde cerebrali in 64 bande e di visualizzarle a colori sul monitor di un qualsiasi personal computer IBM compatibile. Nella fig.1 vediamo a sinistra le 64 bande dellemisfero sinistro e a destra, specularmente, le 64 bande dellemisfero destro. Tra le due bande vediamo riportati i valori in Hertz (Hz. = cicli al secondo) delle varie bande. Queste 64 linee, che vedete in tonalità di grigio, sono in realtà divise in differenti colori in relazione alle bande Delta (in basso, da 0.5 a 4 Hz., di colore rosso), Theta (in giallo, da 4 a 7 Hz.), Alfa (nel mezzo di colore verde, da 8 a 13 Hz.) e Beta (in alto nelle tre gradazioni del blu, indaco e viola, da 14 a 35 Hz.). La larghezza delle singole bande è espressa in microvolt e rappresenta l'intensità, la forza dell'onda, come il "volume" di un suono. In basso a destra si leggono i valori numerici medi delle singole bande di sinistra e destra raffigurate nel grafico. Delta=D, Theta=T, Alfa=A Beta=B, e il tempo di captazione. I punti da cui sono captati i segnali eeg sono il frontale sinistro e destro (F1 e F2). Il monitor ovviamente ci permette di vedere in tempo reale (un campionamento ogni 2 sec. circa) le continue variazioni di attività del cervello che sono parallele alle infinite sfumature della nostra mente, di quantificarle digitalmente e studiarle in modo olistico.
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fig.1
Questo strumento è dotato di un programma brevettato che consente di calcolare la "correlazione lineare di Pearson" analizzando e quantificando la similitudine o coerenza tra le onde dell'emisfero destro e sinistro, che possiamo chiamare "sincronizzazione" o sync. (abbreviato in inglese). Utilizzeremo questi due termini, sincronizzazione e coerenza, che per molti versi possono essere utilizzati come sinonimi, con un'accezione più generale e interpersonale per il primo e più energetico-matematica per il secondo. L'Olotester può così calcolare la coerenza (sync.) tra i due emisferi del cervello (come tra le onde cerebrali di persone vicine), come potete osservare dalla curva in basso nella stessa figura. La linea tratteggiata rappresenta un valore di coerenza (sync.) = 0 ossia nessuna sync. La parte alta del grafico coerenza = +100% ossia massima sync. la linea in basso coerenza = -100% ossia sync. negativa. La spiegazione del concetto di coerenza positiva, negativa o nulla è espressa graficamente nella fig.2.
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fig.2
Con lOlotester speriamo di poter contribuire ad una nuova fase della ricerca scientifica orientata allo studio e alla comprensione della natura della coscienza stessa e dei suoi stati più profondi ed evoluti. Lo strumento, dai primi dati, sembra poter favorire levoluzione della coscienza umana in questo gravissimo momento di crisi planetaria.
Lo studio dei primi dati ricavati dallOlotester è stato di parziale conferma dell'ipotesi psicosomatica olistica: alcuni stati di coscienza corrispondono ad un particolare quadro EEG, ad un particolare stato psicofisico. Quando la mente sta male, il corpo sta male e il cervello lavora in maniera squilibrata e disarmonica. Quando la coscienza è in armonia con se stessa, lattività elettromagnetica del cervello diventa armonica ed equilibrata. Gli stati di meditazione corrispondono allo stato più armonico e integrato del cervello. Fino ad ora l'evoluzione interiore è stata appannaggio delle religioni e delle scuole di ricerca interiore; oggi siamo in grado di iniziare un lavoro scientifico e laico nella stessa direzione.
L'intero gruppo di esperimenti è stato condotto sulla base di due ipotesi di partenza.
La prima ipotesi da verificare, sulla base dei modelli Cyber e Cyber7, è che gli stati di coscienza che tendono all'unità avrebbero dovuto produrre una più elevata coerenza nel campo elettromagnetico in generale, e a livello elettroencefalografico in particolare.
La seconda è l'ipotesi psicosomatica olistica, come parametro di lettura globale delle attività cerebrali in relazione a quelle somatiche e psichiche.
Unipotesi scientifica non è una verità ma un insieme di congetture da verificare; cercheremo quindi di confermarne la veridicità con una serie di esperimenti e di interpretazioni globali. Molto probabilmente, come in tutte le ipotesi di una certa complessità, vi saranno dei punti che verranno confermati e altri che verranno smentiti. La scienza non è unideologia che cerca di giustificare ogni cosa ai propri fini e siamo lieti di poter comprendere la verità dei processi psicosomatici anche se questo dovesse contraddire apertamente parti del nostro modello e della nostra ipotesi.
Entriamo ora nella parte più concreta osservando le mappe olistiche cerebrali, alcuni esempi reali di come il cervello può operare. Utilizzando lipotesi psicosomatica olistica interpreteremo casi di normalità e di patologia, squilibri, alterazioni, depressioni, eccitamento, creatività e stati di meditazione a differenti livelli di profondità.
Prendiamo innanzitutto in considerazione quadri di normalità. Nella fig.1 vediamo un quadro eeg di una persona in stato di buona salute psicofisica. Osserviamo una buona specularità tra emisfero destro e sinistro (sync. 67) con una bassa attività delta e theta, un buon picco alfa sui 10 Hz. e una bassa attività beta. Questo, sulla base del nostro modello psicosomatico, significa che la persona in questione aveva un corpo rilassato, un basso livello di attività istintiva inconscia (delta e theta), un "cuore" emotivamente aperto (picco alfa) e un'attività mentale calma (basse beta).
Nella fig. 3 si evidenzia un quadro eeg "normale" per la città di Milano, in cui osserviamo delta e theta, rispetto a quelle nella fig.1, molto più forti (tensione somatica e inconscia), alfa senza picco (poco piacere di vivere e cuore più chiuso) e maggiore attività beta (elevata attività mentale superiore). La sync.=81,9 ci mostra che il soggetto è comunque positivo e centrato, tipico di chi usa la propria intelligenza professionale per uno scopo determinato. A Milano questo secondo tipo di quadro rappresenta la normalità statistica di chi sta "bene".
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fig.3
Come abbiamo espresso nellintroduzione il concetto olistico di salute è intimamente legato al concetto di fluidità: la persona sana risponde alle differenti situazioni della vita in modo opportuno e diversificato. Rabbia, paura, amore, odio, ogni emozione, positiva o negativa trova il suo spazio e la sua utilizzazione naturale. Analogamente i due emisferi sono in equilibrio dinamico.
Squilibri di ampiezza: i tipi freddi e caldi
Rispetto alla media statistica, abbiamo delle persone che si trovano ai limiti inferiori e superiori. Mentre la maggior parte delle persone parla con un volume normale, sappiamo che alcuni parlano con un volume troppo basso o alto. Lo stesso accade nel cervello, il voltaggio delle singole bande è come dire lintensità o meglio il volume del nostro pensiero. Abbiamo osservato che a livello di attività cerebrale alcuni sono "freddi", introversi, Yin, e hanno un voltaggio ai limiti inferiori della media (fig.4), altri sono caldi, esuberanti, Yang e il loro quadro esce dallo schermo normale (fig.5). LOlotester può cambiare scala di registrazione e quindi includere quadri molto più larghi del normale.
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fig.4
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fig.5
Mancanza di centratura e squilibrio psichico
Nella fig.1 abbiamo visto un esempio di persona sana ed equilibrata. Notiamo che i margini (nel tempo medio di 60-180 secondi circa) sono omogenei e lisci. Abbiamo osservato che i quadri eeg delle persone meno integrate psicosomaticamente, ossia con una serie di squilibri interiori generali, solitamente mostra un margine più frastagliato. Ricordiamo che è opportuno comparare i quadri presi con tempi uguali tra loro (1 o 3 minuti di media), in quanto tempi più lunghi hanno ovviamente i margini più omogenei.
Predominanza sinistra e destra
Nei quadri eeg di persone sane e psicosomaticamente equilibrate abbiamo osservato che le bande della sinistra e della destra sono armoniche e speculari. Questo dato ci suggerisce che lemisfero sinistro.razionale.maschile e il destro.intuitivo.femminile sono in buon equilibrio. Il dato visivo viene poi confermato dallalto valore della sincronicità tra emisferi e rappresentato da una linea abbastanza alta. Vediamo nella prossime figure due esempi di quadri "normali" leggermente sbilanciati a sinistra (Sx), fig.6, e a destra (Dx), fig.7.
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fig.6
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fig.7
Squilibri a sinistra: stress e iperattività
Mentre una leggera predominanza emisferica rappresenta una normale capacità di adattarsi a certe condizioni, la predominanza cronica o eccessiva rappresenta uno squilibrio patologico che si osserva in soggetti con problemi psicosomatici. Lo squilibrio a sinistra, ossia liperattività dellemisfero sinistro, connesso al lato destro del corpo, è quasi sempre associato ad un'eccessiva attivazione del sistema simpatico che in generale crea tensione e ipereccitazione generale. È la sindrome classica da stress, i cui sintomi sono: difficoltà a dormire, problemi digestivi, incapacità a vivere e a lavorare in maniera rilassata, agitazione psicomotoria e senso di "obbligo" ad essere sempre attivi nonostante la poca energia e il senso di affaticamento. È una sindrome Yang. Nella fig.8 osserviamo un quadro grave di stress in cui lintera attività di sinistra è in fortissima iperattività e dove osserviamo un "buco", cioè un avvallamento, sulle alfa a dx e ovviamente una sync. vicina allo zero. Nella fig.9il quadro di un ragazzo in preda a crisi ansiosa con tendenza ipocondriaca dopo uno shock da incidente. Osserviamo un forte sbilanciamento nelle beta a sx, la mancanza di picco alfa e una sincronizzazione molto bassa (negativa), indice di profondo malessere e conflitto interiore. Nella fig.10 un quadro dello stesso ragazzo dopo una meditazione.
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fig.8
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fig.9
fig.10
Iperattività beta e attività intellettuale
L'iperattività beta è un dato che si riscontra comunemente nelle persone con forte attività mentale, che pensano molto; tale attività beta ovviamente può avere connotazioni positive o negative. Molti pazienti psichiatrici mostrano dei quadri "caldi" e con evidente iperattività beta. Nella fig.11, un giovane paziente mentalmente iperattivo ma emozionalmente bloccato.
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fig.11
Stiamo considerando lipotesi di associare la banda beta uno (14-21 Hz.) alla creatività e allautoespressione, la beta due (22-28 Hz.) al pensiero e allelaborazione intellettuale e concettuale e la beta tre (28-35 Hz.) allauto-controllo (super-io o consapevolezza sociale di sé) e allautocoscienza (consapevolezza di Sé).
Alfa: predominanza o carenza del cuore e dei sentimenti
L'iperattività alfa è un dato che si riscontra in persone che hanno una forte emotività; spesso si tratta di un momento di intensa emozione che poi si scioglie. Nella fig.12 osserviamo il quadro della stessa persona della fig.8 dopo una terapia di emotional release, (rilascio emozionale), in cui si vede una banda alfa particolarmente esuberante e un considerevole picco sulle beta 3 che potrebbe essere interpretato come eccesso di autocontrollo. Questo quadro si osserva spesso in situazione altamente emozionali o durante i gruppi di sviluppo del potenziale umano, in cui si lavora intervenendo con tecniche di apertura del corpo e delle emozioni represse (fig.13). Questa iperattività in alcuni casi può essere ai limiti della normalità sfociando nello squilibrio.
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fig.12
fig.13
La carenza di alfa è al contrario un aspetto che si rileva molto comunemente, soprattutto nelle città. Lo abbiamo associato alla "chiusura del cuore", termine psicosomatico che sottintende chiusura dei sentimenti di amore e dellaffettività, mancanza di amore e rispetto per se stessi, assenza di gioia di vivere. Queste situazioni purtroppo sono alquanto comuni nella nostra attuale società dei consumi, della competizione e della produttività, dove poco è lasciato ai sentimenti umani, allamicizia e alle relazioni di cuore.
Iperattività theta: ansia e tensioni inconsce
Una iperattività theta ad occhi aperti (in stato di veglia) è stata spesso osservata in pazienti molto tesi muscolarmente o che soffrivano di ansia e di crisi di paura. In generale l'iperattività theta-delta spesso è considerata un artefatto da tensione muscolare, dato peraltro estremamente interessante in relazione alla diagnosi delle patologie da stress. L'iperattività theta-delta, associata a delle beta molto limitate, è stata da noi osservata in molte persone in stato di rilassamento o meditazione, ed è connessa quindi con unattività profonda dei centri cerebrali. Una predominanza theta-delta a sinistra o a destra è sintomo, molto spesso, di malposizione vertebrale cervicale associata a tensione dei muscoli cervicali. Questa predominanza si riduce o addirittura scompare con il rilassamento e col trattamento manipolativo vertebrale a livello delle cervicali.
Sincronizzazione: artefatti da eccessi delta e theta
L'eccesso di onde delta e theta (dai 3 ai 6 Hz.) produce un deciso innalzamento del valore di sincronizzazione, fatto che, in apparenza, sembra contraddire la prima ipotesi, che lega la sincronicità al benessere.
Questa iperattività sembrerebbe dovuta alla corrente prodotta dalla tensione muscolare dei muscoli oculari, mascellari o della nuca, ed appare molto spesso allinizio delle prove elettroencefalografiche. Si pensa che il soggetto, intimorito dallapparecchio e dal giudizio intrinseco che ogni prova può riservare, si tenda inconsciamente e quindi provochi una tensione generalizzata. Alcuni ricercatori inglesi ritengono che questa banda sia dovuta ad uno stato di attenzione (allarme) di fondo prodotto dai centri profondi del cervello rettile dovuto alla novità della situazione. Di fatto comunque queste forti onde delta-theta (vedi fig.14) tendono ad aumentare sensibilmente la sincronizzazione generale, anche in soggetti chiaramente sofferenti. Per verificare se il valore di sincronizzazione è realmente dovuto ad uno stato di coerenza psicosomatica è sufficiente fare chiudere gli occhi alla persona (e magari farla coricare), una reale sincronizzazione rimane o adirittura si alza, mentre se è dovuto ad un artefatto da iperattività theta-delta la sincronizzazione scenderà a valori medi o bassi.
fig.14
Come abbiamo visto nella fig.2 le onde dei due emisferi possono essere uguali ma di segno opposto. Ad esempio, quando un'onda si alza a sinistra una curva identica si abbassa a destra. È un segno di polarità opposta che, normalmente, osserviamo nei quadri delle persone quando sono molto depresse o negative.
Nella fig.15 un caso di uomo in preda alla rabbia, che alzava la voce e inveiva contro la moglie (assente) che lo aveva abbandonato accusandolo di insensibilità. Il soggetto lamentava ovviamente una dualità evidente di sentimenti di amore e odio per la moglie che si manifestavano nella sync. negativa.
fig.15
La depressione psicosomatica è una sindrome che può avere numerose cause, dalla stanchezza generale alla mancanza di scopi nella vita. Si ha una tendenza al rallentamento, allintroversione, alla chiusura, allapatia, a giudicare tutto negativo. La persona lamenta poca energia e poca voglia di fare o di cambiare. Tranne che per i casi di stanchezza cronica, queste persone hanno di solito una grande riserva energetica che tuttavia non riescono ad utilizzare, solitamente per mancanza di una finalità. È una sindrome Yin, a volte successiva ad un periodo di stress e iperattività ma più spesso dovuta a delusione e senso di sconfitta, per tradimento dei valori affettivi, di amicizia, o per shock emotivi. Uno dei punti più caratteristici delle depressioni psicosomatiche è rappresentato da improvvisi abbassamenti della sincronizzazione, vere "cadute" della curva di sincronicità o "drop sync". Nella fig.16 vediamo un classico caso di caduta in un quadro di uomo in preda a depressione.
fig.16
La salita della sincronizzazione emisferica può avvenire anche in modo repentino, come il "salto quantico" dellelettrone da un livello ad un altro. Questo "jump sync" si osserva comunemente per unintuizione, quando qualcosa, come un improvviso suono di campanello, stimola il soggetto, per un gesto (che sincronizza molti neuroni) o spontaneamente. Il quadro normale dellistante ad alta sincronizzazione (solitamente 1 secondo) è caratterizzato spesso da onde quasi-armoniche, ossia che hanno picchi a distanza abbastanza regolare simili alle armoniche e da un diverso aspetto generale rispetto alla media (vedi fig.17).
fig.17
Stati ad alta sincronizzazione: creatività e integrità
Quando la mente si concentra su un oggetto o su uno scopo, lintera attività cerebrale sembra ritrovare un suo punto focale, uno scopo su cui sincronizzarsi. I quadri di soggetti molto coinvolti in attività creative o professionali mostrano spesso alti valori di sync. e dei picchi simmetrici su diverse bande.
Grande differenza esiste tra quadri di persone che giungono a questo risultato con lo sforzo egoico (attraverso aggressività, tenacia, competizione, ambizione) a discapito della propria umanità (relazioni umane, sentimenti, amore, rilassamento) e persone che realizzano se stesse in modo più umano e olistico, scoprendo il proprio essere profondo e la sua naturale espressione esteriore.
Nel primo caso abbiamo dei quadri spesso caratterizzati solitamente da ampie delta e theta, mentre nel caso di persone che partono da esperienza meditativa il quadro è assai più "sferico", armonico e con una maggiore presenza di onde alfa (vedi fig.18).
fig.18
RICERCHE SULLA MEDITAZIONE E GLI STATI DI
COSCIENZA
AD ALTA SINCRONIZZAZIONE
Le ricerche scientifiche sulla meditazione
A cura di Sebastiano Gelsomino
La meditazione definita da Wallance stato di veglia ipometabolico è una tecnica che permette di raggiungere uno stato di rilassamento più profondo del sonno in una condizione di veglia vigile. Da anni la scienza studia questi fenomeni per capirne i meccanismi e trovarne le cause.
La scienza occidentale fin dallinizio del secolo è stata sempre interessata alle praticate meditative orientali. Gli scienziati hanno studiato, attraverso una vasta gamma di strumenti, quali sono le modificazioni psicofisiologiche dei soggetti meditanti. Naturalmente, ciò non vuol dire che la strumentazione indaghi il vissuto soggettivo del praticante e ci spieghi quale sia il motivo dellesistenza millenaria di tali pratiche. Semplicemente analizza le manifestazioni fisiologiche del soma durante la meditazione. Le tecniche di meditazione più studiate dagli scienziati sono state: la Meditazione Trascendentale (MT) e la meditazione Zen della filosofia Buddista, queste due tecniche sono le più note in Occidente e sono praticate dai soggetti in maniera omogenea.
Negli ultimi anni le tecniche meditative sono state studiate confrontandole con le tecniche di rilassamento occidentali, questo al fine di valutare quanto le variazioni fisiologiche delle tecniche orientali fossero reali e significative. Questo paragone oggi ha portato la psicofisiologia a considerare la meditazione solo come una tecnica di rilassamento escludendo il contesto filosofico entro il quale trova la sua giusta dimensione.
Durante la meditazione il soggetto raggiunge uno stato di rilassamento molto profondo, questo è rilevabile attraverso registrazioni delle attività fisiologiche. In questo stato avvengono una serie di modificazioni: la diminuzione del consumo di O2, delleliminazione di CO2, del ritmo e della gettata cardiaca insieme al ritmo e volume della respirazione, una notevole diminuzione del lattato ematico e della resistenza cutanea e le modificazioni dell EEG con coerenza totale alfa sia intra che inter - emisferica e coerenza delle onde teta. Questi indici sembrano suggerire lesistenza di uno stato di coscienza diverso da quelli normalmente conosciuti come veglia, sonno e sogno.
La sincronizzazione dei due emisferi e la presenza di onde teta sono due caratteristiche peculiari della meditazione: il primo aspetto indica che cè una forte sinergia tra gli emisferi destro e sinistro e i neuroni stanno lavorando in maniera sincronica; il secondo, tipico del sonno, sembra teoricamente incompatibile con la veglia del soggetto meditante. Gli studi svolti suggeriscono che la pratica meditativa sembra provocare una risposta integrata, o riflesso, che è mediata dal sistema nervoso centrale.
Al contrario di quanto descritto da Cannon come "reazione di lotta o fuga", dove il sistema nervoso simpatico mette in moto una serie di risposte fisiologiche caratterizzate da un aumento della pressione sanguigna, ritmo cardiaco, flusso di sangue e consumo di ossigeno, la meditazione produce uno stato ipometabolico che può esser di aiuto ad alleviare ipertensioni e altri disturbi causati da continui stimoli dellambiente che evocano risposte "lotta o fuga".
La vigilanza e la stabilità del meditante è stata rilevata sottoponendo i soggetti a degli stimoli a sorpresa durante la pratica (Orme - Johnson). Un soggetto di fronte ad uno stimolo improvviso manifesta un abbassamento della reazione galvanica cutanea (G.R.S.). Questo indice indica che la sudorazione cutanea è maggiore e che lindividuo è più teso. La sistematica diminuzione di amplitudine della G.R.S. a ripetute esposizioni a un medesimo agente stressante, si chiama assuefazione. Una persona rilassata in genere si assuefà più rapidamente di una persona tesa a uno stress ripetuto che non richieda unattenzione o una reazione immediata. I soggetti meditanti manifestano una rapida assuefazione G.R.S. Questo dato indica che la meditazione porta ad una stabilità del sistema nervoso autonomo che permette allindividuo di essere più adattabile e resistente allo stress.
Classificazione delle onde elettriche del cervello.
Un individuo in condizioni di veglia di riposo, con occhi chiusi, il suo cervello emette prevalentemente delle onde sinusoidali abbastanza regolari della frequenza di 8 - 13 Hz (ritmo alfa). Se il soggetto apre gli occhi le onde diventano più veloci e con una ampiezza minore con una frequenza superiore ai 13 Hz (ritmo beta). Sono state trovate delle onde molto più lente delle prime due con un ampiezza maggiore che sono presenti durante il sonno e sono le onde teta con una frequenza tra i 4 e gli 8 Hz e le onde delta con frequenza inferiore ai 4 Hz. Queste ultime nelladulto in condizioni di veglia hanno sempre un significato patologico.
Linteresse scientifico dellOccidente verso la meditazione iniziò intorno agli anni Trenta. La cardiologa francese Therèse Brosse (1946) portò il suo elettrocardiografo in India nel 1935 per verificare se certi yogi erano effettivamente in grado di controllare il loro sistema nervoso autonomo. Le sue constatazioni parvero autenticare la possibilità del controllo volontario di svariate funzioni autonomiche. Una successiva indagine condotta con unattrezzatura più elaborata dai neurofisiologi indiani Wenger, Bagchi e Anaud (1961), negò che coloro che praticavano lo yoga potessero determinare del tutto le funzioni quali, ad esempio, il ritmo cardiaco al contrario nel corso di unaltra indagine Wenger e Bagchi (1961) trovarono un soggetto il quale, a comando, dimostrava il diretto controllo volontario sulla sudorazione della fronte. Sebbene Bagchi e Wenger fossero tra i primi fisiologi a studiare degli individui in meditazione, essi riferirono alla Società Americana di Elettroencefalografia nel 1958 che era difficile trovare persone veramente esperte nei problemi della meditazione. Si erano portati un elettroencefalografo portatile per 4.000 miglia di strade indiane e potevano riferire su tredici soggetti soltanto. Sulla base dei loro dati, anche se limitati, Bagchi e Wenger conclusero che la meditazione può rappresentare un singolare stato di riposo profondo, in particolare per il sistema nervoso autonomo.
Successivi studi dimostrarono che lo stato meditativo abbassa lindice metabolico. Su un numero limitato di soggetti, i fisiologi giapponesi Sugi e Akutsu (1964) trovarono in alcuni meditatori esperti un riposo molto profondo. Tali soggetti, nel corso della meditazione, diminuivano di circa il 20% il loro consumo di ossigeno e leliminazione di anidride carbonica. I fisiologi indiani Anand, China e Singh (1961) studiarono un meditatore indiano, Sri Ramanand Yogi, che per dieci ore stette chiuso in una cabina a tenuta daria del loro laboratorio. Ogni mezzora i ricercatori analizzavano un campione dellaria all interno della cabina. Sri Ramanand diminuiva il consumo di ossigeno durante il sonno. E notevole il fatto che, nelle dieci ore, Ramanand abbia consumato soltanto il 70% di quello che si riteneva essere il minimo di ossigeno necessario per tenersi in vita e che a un certo punto abbia consumato soltanto il 50% di questa quantità minima proposta. I ricercatori giudicarono significativi questi risultati perché infirmavano il principio fondamentale della fisiologia moderna secondo cui le funzioni vitali allinterno del corpo non sono alla portata del controllo volontario. Poiché recenti ricerche indicano che gli effetti fisiologici della meditazione sono naturali e spontanei, ci si potrebbe domandare se Sri Ramanand avesse davvero il controllo volontario delle funzioni involontarie del suo corpo. Lo studio di Anand è importante perché riferisce su uno stato di riposo senza precedenti.
Altri studi sulla meditazione hanno riportato modelli di onde cerebrali non riscontrati in altri stati di coscienza. Anand (1969) studiò quattro meditatori indiani che mostravano una prominente attività di onde alfa nei loro normali periodi di riposo e un marcato aumento dellampiezza delle stesse onde durante la meditazione. I neuropsichiatri giapponesi Kasamatsu e Hirai (1969) riferirono della comparsa di onde alfa in certi meditatori Zen nei primi 50 secondi dallinizio del periodo di meditazione. Le onde alfa generalmente aumentavano di ampiezza anche se i monaci meditavano ad occhi aperti. In alcuni monaci il ritmo alfa rallentava in maniera singolare per diventare una successione ritmica di onde teta con frequenza dimezzata rispetto a quella dellattività alfa. I ricercatori classificarono tali variazioni EEG in quattro stadi: la comparsa delle onde alfa (I), laumento dellampiezza alfa (II), la diminuzione della frequenza alfa (III) e la comparsa delle successioni ritmiche teta (IV). Ulteriori ricerche dimostrarono che più sono gli anni che un soggetto ha passato praticando lo Zen, più sono probabili delle pronunciate variazioni EEG nel corso della sua meditazione. I soggetti con meno di cinque anni di pratica meditativa mostrano una predominanza dello stadio I; in quelli invece che hanno praticato lo Zen per più di ventanni prevalgono gli stadi III e IV. Il livello di sviluppo spirituale dei monaci, valutato da un maestro Zen, è strettamente correlato al grado della variazione EEG. I ricercatori ipotizzano che "i gradi di variazioni EEG nel corso della meditazione Zen sono paralleli al profitto dei discepoli nella pratica dello Zen. I quattro stadi delle variazioni EEG riflettono sul piano fisiologico lo stato mentale durante la meditazione Zen."
Robert Keith Wallace fu il primo scienziato americano a intraprendere lindagine scientifica dello stato di coscienza nella pratica della Meditazione Trascendentale. La sua tesi di Ph. D., sostenuta nel 1970 alla scuola di Medicina dellUniversità della California a Los Angeles, sugli effetti fisiologici della Meditazione Trascendentale, costituisce una pietra miliare. In seguito, alla suola di Medicina di Harvard, assieme a Herbert Benson, cardiologo e professore aggiunto di medicina, egli proseguì le sue indagini sulla potenziale applicazione della MT al campo della salute. Fu scelta la Meditazione Trascendentale come tecnica orientale di meditazione perché era praticata da molti americani che costituivano un gruppo abbastanza eterogeneo facilmente raggiungibile e che avevano appreso la tecnica in maniera omogenea. Inoltre, a differenza dei meditatori indiani e giapponesi, precedentemente osservati, coloro che praticavano la meditazione Trascendentale erano esenti da speciali osservanze religiose, dietetiche o ritualistiche che potevano in parte essere delle variabili in sede di studio.
Wallace oggi viene considerato liniziatore dei lavori sistematici sulle tecniche meditative, questultime sono classificate dalla moderna psicofisiologia tra le strategie di rilassamento insieme al Training Autogeno, Rilassamento Progressivo e Biofeedback (Vaitl 84).
In questa classificazione è chiaro che per la scienza occidentale le tecniche meditative sono più vicine ad una tecnica di rilassamento che ad una forma di autoconoscenza. Le tecniche occidentali di rilassamento quali Training Autogeno, Rilassamento Progressivo ecc. sono utilizzate come forma di riposo soprattutto quando si è stressati. Luomo occidentale è propenso verso lazione e se questa diventa continua può portare ad un esaurimento delle proprie energie. Per loccidentale le tecniche di rilassamento non sono altro che delle forme concentrate di riposo. Questo discorso non può esser fatto per lOriente dove, escluso i Giapponesi, il concetto di stress non è molto diffuso e di conseguenza nemmeno le tecniche rilassamento. Cè da chiedersi: qualè la funzione delle tecniche meditative? Le tecniche di meditazione da noi conosciute provengono da delle scuole di discepolato i cui membri erano e sono persone che hanno scelto un determinato stile di vita; così la meditazione Buddhista proviene dai monasteri Buddhisti del Tibet, la Meditazione Trascendentale, divulgata in Occidente da Maharishi, proviene dalle scuole Shankaracharya dellIndia. In questi ambienti la pratica della meditazione era ed è una tecnica pratica verso il cammino autoconsapevolezza (illuminazione per gli orientali). Qualcosa di molto simile ma in forma ridotta avviene tra gli occidentali che praticano delle tecniche di rilassamento: le persone che praticano Training Autogeno riportano di essere più soddisfatte perché la pratica quotidiana del training rappresenta un rapporto con se stesse in unatmosfera di completo silenzio dei propri pensieri. Questo secondo noi potrebbe rappresentare il primo passo verso lautoconsapevolezza: il silenzio con se stessi. Un passo molto piccolo non cè dubbio, ma nel suo piccolo efficace.
Obiettivo di questi esercizi di concentrazione è l interruzione dell abituale decorso del pensiero e dell associazione, come conseguenza di uno stato di rilassamento psicofisico (Benson 1975). Negli individui che praticavano Meditazione Trascendentale si osservò un aumento della tendenza alla sincronizzazione elettroencefalografica nelle regioni centrali e frontali della corteccia cerebrale ( Wallance 1970). Questa sincronizzazione compariva con maggiore frequenza e durata nei soggetti esperti di meditazione che nei principianti (Brown 1972). Banquet (1972) condusse ricerche comparative per determinare per determinare le variazioni elettroencefalografiche durante la meditazione, durante un semplice rilassamento e nella fase di addormentamento. Tutti i soggetti che facevano meditazione mostrarono, allinizio e alla fine della meditazione, periodi alfa di ampiezza elevata e frequenza ridotta. Nei soggetti con avanzate esperienze di meditazione la stimolazione sonora e luminosa provocava la reazione di arresto del ritmo alfa dellEEG, sebbene i soggetti fossero in grado di rispondere prontamente a ogni domanda e di eseguire movimenti volontari. I periodi teta si differenziavano dalle forme miste osservabili durante la fase di addormentamento. In alcuni di tali soggetti fu inoltre possibile osservare dei fusi di ampiezza elevata (fino a 60 nV) e onde beta ritmiche di circa 20 Hz. In assenza di attività muscolare queste si differenziavano chiaramente dai modelli elettroencefalografici attivati durante lo stato di veglia normale. Sulla base di questi reperti si può supporre che la tecnica della meditazione favorisca una veglia corticale in cui la limitazione dellattenzione filtra gli stimoli esterni e le attivazioni elettroencefalografiche di breve durata risultano in tal modo represse.
Osservazioni analoghe sono state fatte su pazienti (monaci) che praticavano meditazione zen. Comune a entrambe le tecniche, quella della Meditazione Trascendentale e quella buddhista zen, è il metodo dellorientamento dellattenzione verso ununica e immutabile fonte di stimoli (come lascolto del respiro o luso di un mantra). Nei confronti degli stimoli distraenti si consiglia, e si apprende nel corso della meditazione, un atteggiamento di attesa e disinteresse. Le differenze consistono nel fatto che la meditazione Zen si effettua ad occhi aperti, quella Trascendentale invece ad occhi chiusi. Ciò può influire sulle trasformazioni dei processi nervosi centrali durante la meditazione. Le variazioni osservate nellEEG di monaci Zen (Kasamatsu e Hirai, !969) indicano che, analogamente agli altri procedimenti di induzione del rilassamento, si perviene a un abbassamento del livello eccitatorio della corteccia (aumento delle ampiezze alfa, presenza delle onde teta). Quanto allabituazione, per la reazione di arresto alfa in seguito ad una ripetuta presentazione di stimoli acustici, sembra esserci una differenza dei modelli di reazione corticali tra soggetti che non praticano la meditazione Zen e soggetti che la praticano. Lassenza di abituazione alla reazione di orientamento nei soggetti dediti alla meditazione Zen potrebbe indicare un livello di attenzione costante e stabilizzato. Come nel gruppo di controllo di questo studio anche nella Meditazione Trascendentale, in seguito a una ripetizione di stimoli, cessò la risposta di orientamento, il che sembra indicare una normale disponibilità allabituazione. La prontezza della reattività corticale diminuisce in questo caso con intensità maggiore che dopo una lunga meditazione Zen.
Wallace (1970) ha definito "stato ipometabolico" i modelli di variazione vegetative durante la Meditazione Trascendentale. Tale stato è caratterizzato da un abbassamento del tono muscolare, una diminuzione della frequenza cardiaca, del volume-minuto cardiaco e della frequenza respiratoria, una riduzione del consumo dossigeno, sotto un limite oltre il quale non si scende neppure durante il sonno, una diminuzione del pH del sangue e una riduzione del contenuto di lattato nel sangue. Orme-Johnson (1973) rilevò che la meditazione eleva la resistenza cutanea e ne riduce le oscillazioni spontanee. Tale osservazione condusse alla conclusione che la Meditazione Trascendentale favorisca la stabilizzazione delle funzioni autonome (Orme - Johnson 1973). In base alle ricerche psicofisiologiche pubblicate allinizio degli anni settanta, trovò ulteriore conferma lipotesi che le tecniche meditative siano in complesso adatte alla profilassi dello stress. Studi successivi indussero a mettere in dubbio che le variazioni psicofiologiche provocate siano da attribuire a una specifica tecnica. Non si poté così stabilire alcuna differenza nelle variazioni della frequenza respiratoria (Cauthen e Prymack 1977), della frequenza cardiaca (Puente e Beiman 1980) o dellattività elettrodermica (Morse, Martin 1977). Travis, Kondo e Knott (1976) osservarono persino che il gruppo di controllo riusciva a ridurre tanto la frequenza cardiaca che lattività elettromiografica meglio del gruppo dei soggetti sottoposti a meditazione.
Primi studi sulla sincronizzazione
Come abbiamo visto durante la pratica della MT le registrazioni EEG mostrano che vi è unalta sincronizzazione inter emisferica. Questo vuol dire che i due emisferi lavorano in modo sincrono e il cervello funziona come un singolo organo.
Durante lo stato di veglia i nostri emisferi sono desincronizzati, o meglio lo stato di veglia è caratterizzato dalla desincronizzazione inter ed intra emisferica. Nello stato di veglia una desincronizzazione cerebrale è associata ad una buona prestazione. Studi fatti dai russi (Simonov) hanno rilevato nei piloti dellaeronautica che una sincronizzazione intorno ai 15 Hz, prima del volo, era associata ad un alto rischio di incidenti, questo avveniva perché il pilota per poter pilotare il veicolo doveva adoperare contemporaneamente entrambi le mani in operazioni differenti.
Da studi fatti dalla USSR Acadamy of Pedagogical Sciences di Mosca è emerso che durante la risoluzione di compiti mentali non verbali lemisfero dominante è quello destro, mentre nella risoluzione di compiti verbali lemisfero dominane è quello sinistro.
Il fenomeno della desincronizzazione avviene perché durante la veglia noi utilizziamo parti specifiche del cervello per la risoluzione di problemi quotidiani. Al contrario il cervello in stato di riposo ad occhi chiusi presenta unattività elettrica diffusa ed ampia per tutto lo scalpo.
Ma cosa vuol dire che il nostro cervello in particolari stadi, quali la meditazione, è altamente sincronizzato?
Sulla sincronizzazione degli emisferi sono stati fatti molti studi proprio per valutare il significato di questo dato e i suoi effetti. Al Medical School of Hannover of Germany è stata studiata la relazione tra coerenza inter - emisferica ed emozioni; su uno studio fatto su 32 volontari addestrati ad immaginare eventi di vita conflittuali o piacevoli è emerso che situazioni di gioia erano associate ad un incremento della coerenza nelle onde alfa mentre situazioni di ansia e preoccupazioni provocavano una diminuzione della coerenza.
In Human Physiology 1990 i russi Konovalov e Serikov studiarono lassociazione tra la sincronizzazione tra i due emisferi e gli stati emozionali negativi in una persona soggetta allazione di un agente stressore. Questi autori scoprirono che una stato emotivo spiacevole era associato con unasimmetria interemisferica.
Ancora in Journal of Personality and Social Psycology 1990 Tomarken e coll. studiarono 32 soggetti adulti durante la proiezione di films studiati per provocare emozioni positive e negative. Gli sperimentatori trovarono una forte correlazione tra le risposte di paura ai films e la desincronizzazione nel ritmo alfa tra i due emisferi.
Questi studi ci mostrano come la sincronizzazione tra i due emisferi è associata a stati di benessere ed emozioni positive mentre la desincronizzazione è correlata con situazioni stressanti ed emozioni negative.
In un esperimento della Maharishi International University, Iowa U.S.A., fu studiato lo stato di coscienza durante la Meditazione Trascendentale. Ad un insegnante di MT fu chiesto di premere un pulsante quando, durante la meditazione, percepiva uno stato di consapevolezza e profondo benessere, unesperienza descritta come "pura consapevolezza". Dallo studio risultava che il soggetto premeva il pulsante quando lEEG registrava picchi di coerenza inter - emisferica del 100%, cioè quando lattività del cervello era perfettamente sincronica.
Fenomeni di alta sincronizzazione sono stati studiati durante gli stati meditativi in particolare nella pratica della Meditazione Trascendentale.
Attualmente si stanno svolgendo degli studi nellUniversità di Padova, con luso del Brain Olotester, sui livelli di sincronizzazione dei due emisferi durante gli stati di Meditazione Trascendentale e di Training Autogeno. Lo scopo è quello di vedere se è possibile fare il confronto tra due tecniche molto simili ma nello stesso tempo diverse, provenienti da due culture totalmente differenti. Scoprire se gli alti livelli di sincronizzazione sono raggiungibili anche attraverso il Training Autogeno, durante il quale i soggetti sperimentano una stato di profondo riposo attraverso delle induzioni date al proprio corpo. E noto che nel cervello esiste una mappa completa del nostro corpo (homunculus sensitivo) che ci permette di avere coscienza del corpo e una sua rappresentazione mentale. Attraverso il rilassamento del soma il Training Autogeno porta alla distensione della mente. Nella meditazione avviene il contrario, cioè attraverso la distensione della mente, di riflesso, il corpo si rilassa. Lipotesi che si vuole verificare è se la sincronizzazione è data dallo stato di profondo riposo in condizioni di veglia, caratteristiche comuni ad entrambe le tecniche.
Limportanza delle onde teta nella meditazione
Sono stati fatti parecchi studi sullattività elettrica del cervello dei soggetti praticanti Meditazione Trascendentale (MT).
In molti studi è risultato che durante la MT lEEG mostra lunghe tracce di onde teta in molti soggetti esperti meditatori (Wallance 1970; Banquet 1973; Glueck and Stroebel 1975; Levine 1976). Hirai (1974) osservò in monaci Zen che da oltre venti anni praticavano meditazione la presenza, durante la pratica, di onde teta di basso voltaggio. Anche gli studi fatti da Banquet (1973; 1974) con EEG durante la MT mostrano la presenza di brevi tratti di onde teta fino a 100 nV.
Hebert e Lehmann in un loro esperimento sulle onde teta studiarono un gruppo di soggetti che per lesperimento erano divisi in tre gruppi: 78 meditatori, 54 gruppo di controllo e 36 per il gruppo "inizio sonno". Per i primi due gruppi furono utilizzati 10 elettrodi per lEEG e contemporaneamente ECG, EMG, EOG; inoltre, fu registrato il ritmo respiratorio e la resistenza elettrica della pelle.
Il gruppo di controllo e il gruppo di addormentamento "inizio sonno" non mostrarono una significativa presenza di onde teta (4 - 7,5 c/sec). Al contrario nel gruppo dei meditatori erano presenti tracce di onde teta di uguale ampiezza in entrambi gli emisferi; i più alti voltaggi erano registrati nei canali frontali. La durata delle onde teta variava considerevolmente: da un secondo (non significativo per la ricerca) ad un massimo di 8 secondi. Durante lattività teta non era stata registrata nessuna alterazione significativa nei valori del ritmo cardiaco, della resistenza elettrica della cure e dell attività muscolare. In un solo soggetto il ritmo respiratorio ed in particolare la fase espiratoria era in stretta relazione con i picchi delle onde teta. In questo studio il 30% dei meditatori mostrava un EEG con brevi tratti di onde teta ad alto voltaggio. In media le onde teta apparivano ogni 2 minuti e duravano 1,8 secondi con una ampiezza media di 135 nV. I tratti di onde teta erano preceduti e seguiti da onde alfa. Durante i tratti teta i soggetti venivano interrotti per avere delle informazioni sul loro stato di coscienza. Le esperienze di quel preciso momento, prima di essere interrotti, erano indicate come uno stato di benessere dove il senso dell orientamento era inalterato e non cera nessuna esperienza legata al sonno. Il gruppo di controllo non mostrò nessun tipo di attività teta durante la fase di rilassamento.
Attività continua teta a basso voltaggio durante la meditazione (Wallance 1971; Hirai 1974; Glueck e Stroebel 1975) e durante le prime fasi di addormentamento è ben conosciuta (Hess 1964; Rechtschaffen e Kales 1968). Il tipo di attività teta presente in questo esperimento è tuttavia differente nel tempo di apparizione e nellampiezza da quelli descritti da tali esperimenti. Di solito le onde lente, parossistiche, ad alto voltaggio (Gibbs 1967), molto simili allattività teta dei meditatori, in soggetti normali sono interpretate come segnale dallarme per la presenza di disordine neurologico; in nove meditatori dellesperimento erano presenti questo tipo di segnali. I meditatori mostrano questo tipo di attività teta anche durante il rilassamento e nella prima fase di addormentamento. Lipotesi è che queste attività teta sono il risultato della pratica della MT. Studi indicano che esiste una distinzione tra il periodo di inizio sonno e la MT (Levine 1976). La presenza di tratti di onde teta durante la meditazione può rappresentare un meccanismo di regolazione dello stato funzionale del cervello, tale fenomeno è presente nella fase REM (Jouvet 1960). Altre caratteristiche presenti durante la MT sono la sincronizzazione EEG e la riduzione della frequenza dominante che, di solito, associate con una percezione soggettiva di rilassamento (Brown 1971), con esperienze gradevoli nei bambini (Maulsby 1981), in stati di inibizione interna in esperimenti di condizionamento con animali e nelluomo (ad esempio nelle dimostrazioni di tolleranza al dolore nei fachiri) (Larbig 1982), con comportamenti rilassanti come "il bere il latte" (Cervantes 1971), con le fusa nei gatti (Beyer 1971). I tratti di onde teta sono legate alle esperienze di soddisfazione e realizzazione riportate dai meditatori (Hjelle 1974; Glueck 1975). La sincronizzazione EEG ad alto voltaggio normalmente non è presente negli adulti durante lo stato di veglia. Lo stato psicofisiologico di veglia ipometabolica avviene durante la Meditazione Trascendentale, tecnica che fornisce una quiete compatibile con EEG sincronizzato. Durante la meditazione è presente un abbassamento dellattivazione senza la perdita della consapevolezza (Maharishi 1969), questo può essere attribuito a cambiamenti nellequilibrio delle funzioni del sistema di controllo neuronale. (Gellhorn 1972).
La persona che siede per praticare la meditazione diventa via via sempre più desta mentalmente nonostante il suo organismo si rilassi. La sua mente pensante si acquieta in uno stato di veglia soffuso di puro godimento. Lattività cellulare rallenta in tutto il suo corpo, riducendo il bisogno di ossigeno. Il crescente rilassamento permette un maggiore afflusso di sangue ai muscoli, diminuendo la mole di lavoro del cuore. La riduzione di quelle sostanze chimiche del sangue che sono associate alla tensione e alla angoscia facilita un senso di maggiore agio. Le cellule del cervello, infine, lavorano sincronicamente e ciò favorisce lintegrazione del funzionamento fra centri cerebrali inferiori e superiori e tra lemisfero destro e sinistro.
Potremmo dire che il soggetto passa da uno stato di più alta attivazione, quale è lo stato di veglia, dove è presente unattività mentale e le onde cerebrali sono caotiche e disorganizzate, ad uno stato di più bassa eccitazione dove le funzioni dellorganismo sono più regolari e lattività è più uniforme. Questo fenomeno può essere spiegato in termini fisici attraverso il Terzo Principio della Termodinamica.
Secondo tale Principio ogni grado di eccitazione della materia è associata ad un gradiente di entropia o disordine; in tal modo ad unalta eccitazione in un sistema corrisponde un alto livello di entropia mentre ad una più bassa eccitazione è associato ad un più basso livello di disordine. Tale processo continua fino ad arrivare al più basso stato di eccitazione (che corrisponde allo zero assoluto termico) dove il livello di entropia, o stato di disordine, è nullo.
Durante il processo di de-eccitazione della materia emergono dei fenomeni che potremmo definire di "ordine", "regolarità" e "simmetria" che sono insiti nel sistema ma sono usualmente oscurati dai livelli di eccitazione più alti.
Per rendere il concetto più comprensibile possiamo dire che lacqua a stati di alta eccitazione (stato gassoso) presenta una struttura disordinata e poco stabile. Viceversa se lo stato di eccitazione si abbassa passando allo stato liquido e poi a quello solido, la struttura del sistema diventa più stabile e più ordinata. Osservando al microscopio lacqua in condizioni di bassa eccitazione troviamo nella tipica struttura del ghiaccio fenomeni di simmetria, ordine e regolarità menzionati precedentemente.
Secondo il premio Nobel Brian Josephson esiste un singolare parallelo tra gli attributi della pura coscienza e le proprietà dello stato di "vuoto di vuoto" della meccanica quantistica. Lo "stato di vuoto" è per definizione lo stato di minima eccitazione della materia e dellenergia; è lo stato di "zero particelle". Tutte le possibili configurazioni sono eccitazioni del campo dello "stato di vuoto".
Le caratteristiche dello stato di vuoto sono: illimitatezza nello spazio, perfetta stabilità nel tempo, zero entropia o ordine perfetto.
La Meditazione ha molte similitudini con il Terzo Principio della Termodinamica, infatti nello stato meditativo si può rilevare una progressiva riduzione dellattività mentale, del ritmo metabolico, respiratorio, cardiaco e riduzione del cortisolo nel plasma. Questi valori nel loro insieme indicano una riduzione delleccitazione dellorganismo. Contemporaneamente in questo stadio di bassa eccitazione, lorganismo manifesta fenomeni di alta coerenza cerebrale intra e inter emisferica. Questultimo dato può esser visto come una conseguenza del Terzo principio della Termodinamica: aumento dellordine e della simmetria.
Durante la Meditazione solo negli attimi di completa sospensione del respiro, caduta del ritmo cardiaco e di massima sincronizzazione EEG, i soggetti riferivano uno stato da loro definito di "pura consapevolezza". In particolare è stato suggerito (Domash 72) che uno stato di minor eccitazione dovrebbe essere caratterizzato da un maggior grado di "ordine" nel funzionamento del cervello e forse perfino un ampio ordine spaziale analogo a quello osservato negli stati coerenti della materia a basse temperature. Qualche evidenza di tale "ordine" emerge dalle ricerche di Banquet (73) che notò una costante tendenza nellEEG alla sincronizzazione dei canali anteriori e posteriori dello scalpo nelle frequenze alfa, beta e teta. Su questa base può esser ipotizzato che durante la MT lordine spaziale EEG dovrebbe aumentare.
Ricerche sugli stati di coscienza ad alta sincronizzazione
Ricerche sugli stati di meditazione nei monasteri indiani
Cosa accade nel cervello quando si entra in meditazione, ossia in stato di consapevolezza vigile senza pensieri? Per rispondere a questa domanda abbiamo condotto due estese ricerche in monasteri indiani e himalayani, la prima nellinverno 1991-92 in India, presso lOsho International Commune, a Poona nel Maharastra, e la seconda sullHimalaya indiano, presso lAshram di Babaji, ad Hairakan. La nostra sperimentazione era orientata a scoprire le logiche del funzionamento cerebrale in meditazione, grazie alle potenzialità dal Brain Olotester.
I cinque stadi di coscienza profonda
Ho cercato di suddividere i quadri sperimentali delle persone ad occhi chiusi, ma ancora svegli, in cinque categorie, ipotizzando l'esistenza di cinque stadi progressivi di coscienza da quelli più superficiali e inconsapevoli a quelli più profondi e meditativi, in cui la coscienza entra in stati di intensa esperienza spirituale.
Primo stadio, fig.1, associato ad uno stato di coscienza a bassa attenzione, un po' assopito, con poca ideazione e sensazioni somatiche neutre o negative (senso di stanchezza, fatica). E' caratterizzato da un quadro "freddo", con una certa uniformità tra le onde e con assenza del normale picco alfa sui 10 hertz, con una forma a "colonna" e una sync. normale o bassa.
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fig.1
Secondo stadio, fig.2, associato ad uno stato di maggiore attenzione e moderato senso di benessere del corpo. E' caratterizzato da una maggiore varianza tra le onde con un normale picco alfa e una sync. media.
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fig.2
Terzo stadio, fig.3, associato ad uno stato di attenzione più focalizzata su di sé, concentrazione interiore, inizio meditazione. Nel quadro eeg appare, oltre al picco alfa, anche un picco sulle beta 3, la sync. è medio alta.
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fig.3
Nello stesso quadro osserviamo un tipico esempio di salita continua e regolare della curva di sincronizzazione da valori vicini allo zero fino a valori prossimi a cento, in persona leggermente stressata che inizia una tecnica di meditazione utilizzando un mantra, ossia una breve frase ripetuta, che in questo caso era: "Om Namaha Shivaya". Il tempo dell'intera registrazione è di circa 12 minuti.
Quarto stadio, fig.4, associato a stati di meditazione più profonda e attenzione interiore espansa. E' caratterizzato da un quadro più "caldo" e da picchi "quasi armonici" ossia a distanza relativamente simile tra loro, da lieve prevalenza delle theta e delta e da alta sync.
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fig.4
Quinto stadio, fig.5, associato agli stati più profondi di coscienza, all'esperienza di totalità o di esperienza dell'essere. E' caratterizzato da un quadro "caldo", da onde armoniche, a volte sinusoidali, ossia da picchi elettroencefalografici a distanza regolare tra loro, spesso con una forte attività theta e delta, e da altissima sncronizzazione.
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fig.5
Di questi cinque tipi di quadri i primi tre sono stati spesso rilevati in Italia su soggetti normali in rilassamento o in meditazione, mentre gli ultimi due, relativi ai quadri con onde armoniche e altissima coerenza, sono stati registrati in India su soggetti che praticavano meditazione da molto tempo e in condizioni ambientali e culturali ottimali. Riportiamo ora alcune precisazioni su queste ricerche indiane.
La scoperta degli stati armonici ad altissima coerenza
Nell'inverno del '91, presso lOsho International Commune di Poona, uno dei maggiori centri di crescita del mondo, dove vivono dalle cinque alle diecimila persone, abbiamo studiato 24 persone in meditazione, ognuna delle quali è stata monitorizzata durante unintera seduta di meditazione di unora. Abbiamo così rilevato, per la prima volta, una serie di quadri ad altissima coerenza, con valori dal 95% al 100%. Questi stati, come potete osservare nelle figg.6 e 7, sono caratterizzati da onde armoniche, tipiche degli strumenti musicali, esattamente come le "armoniche" che compongono un suono o le note tra loro quando formano un accordo.
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fig.6 |
fig.7 |
La coscienza, in quello stato ad altissima sincronizzazione, è silenziosa e vigile; si sperimenta uno stato di grande pace in cui la mente interrompe il suo ininterrotto parlare o "dialogo interiore" e la coscienza è lucida e vuota. Il corpo è in grande rilassamento psicosomatico e le sue energie sembrano fluire con grande piacere e benessere generale. Teoricamente questo dovrebbe essere il quadro "ideale" dello stato di salute globale a cui riferirsi per ogni valutazione generale. Va rilevato che le persone studiate erano di differenti età e nazionalità, ed avevano praticato da vari anni, oltre alla meditazione, varie terapie psicosomatiche individuali e di gruppo.
Abbiamo anche rilevato alcuni quadri ad altissima sincronizzazione in persone creative nel loro lavoro, ad occhi aperti e in piena attività psicofisica, caratterizzati da una forma "sferica" delle onde, come potete osservare nella fig.8.
fig.8
Le onde armoniche che abbiamo rilevato nel
corso delle ricerche sulla meditazione, nei monasteri indiani
e in Italia, sono caratterizzate da una forma a spirale.
La forma a spirale è affascinante e ci riporta alla terza matrice
archetipica, un vortice di energie.informazioni elettromagnetiche.intelligenti che sale coinvolgendo lintero
cervello in un'unica danza, un giro di walzer delle energie su se stesse (fig.9).
Sappiamo da sempre che londa
elettromagnetica armonica è una spirale regolare, ma osservarla sul monitor del
nostro computer è stata unesperienza fortissima. Di nuovo ci troviamo a constatare
la saggezza delle culture antiche che, per raffigurare ciò che osservavano interiormente,
utilizzavano la spirale o il serpente che sale lungo lalbero della coscienza o il serpente del bastone alato di
Mercurio. Noi scienziati olistici del terzo millennio, in modo più distaccato, osserviamo
sul monitor dei nostri strumenti, una spirale elettromagnetica armonica che sincronizza
lintero sistema nervoso.
fig. 9
Vari studi internazionali, tra cui quelli elettroencefalografici condotti presso lUniversitad Nacional Autonoma del Mexico dal Prof. Jacobo Greenberg-Zylberbaum e Julieta Ramos, confermano la tesi neurofisiologica secondo cui i campi neuronali possono interagire e influenzarsi a vicenda senza luso dei normali canali di comunicazione esterna. Nel loro esperimento (fig.10) hanno dimostrato che esiste un fortissimo aumento di sincronizzazione, sia tra le onde elettroencefalografiche degli emisferi dei singoli soggetti, sia tra i cervelli di soggetti tra loro sconosciuti, quando entrano in "comunicazione empatica silenziosa" (empatia dal greco: sentire dentro insieme). Questo dato testimonia come esista una sincronicità di onde che si trasmette e si riceve a distanza e può quindi provocare lincontro tra due persone simili per semplice legge di risonanza o simpatia (dal greco sun, insieme e pathos, sentire). Gli sperimentatori hanno anche evidenziato che le persone le cui onde interemisferiche erano più armoniche ed equilibrate hanno più potere di trasmissione e sono più influenti.
fig.10
Ricerche sulla coscienza collettiva
Sincronicità tra i cervelli (ved. Sommario)
La seconda ricerca è stata effettuata ad Hairakhan, sullHimalaya indiano, nellAshram di Babaji, il grande maestro spirituale che ha lasciato il corpo nel 1984. Questo magico posto è uno dei luoghi più sacri della tradizione shivaita, posto ai piedi del monte Kailash e bagnato dal Gotami Ganga, nellHimalaya indiano. Abbiamo fatto interessanti rilevazioni sullattività cerebrale di Yogi, Sadhu e devoti indiani e occidentali che da anni seguono questo antichissimo cammino di ricerca interiore chiamato Sanatan Dharma (religione eterna). Oltre ad aver ritrovato gli stessi stati armonici ad altissima coerenza, abbiamo fatto una scoperta di grande interesse sulla sincronizzazione tra i cervelli di persone vicine. Con il Brain Olotester, abbiamo rilevato che due persone vicine, in certi stati, possono avere unattività cerebrale profondamente interconnessa. Normalmente due persone che parlano o lavorano insieme hanno una sincronizzazione prossima allo zero (vedi fig. 1), ma se si sintonizzano più profondamente tra loro, se entrano in amicizia, in empatia, se condividono le stesse emozioni, la curva della sincronizzazione inizia ad aumentare. In meditazione poi la sincronizzazione raggiunge dei livelli altissimi, i due cervelli "sono sulla stessa onda".
fig.1
Come potete osservare nella fig. 2, che presenta i quadri di due persone in meditazione una accanto allaltra, lo schermo del computer presenta, affiancati, i due quadri di attività elettroencefalografica di due persone divisi in S1 e D1 (sinistra e destra della prima persona) e in S2 e D2 (sinistra e destra della seconda persona). Nella parte inferiore abbiamo quattro grafici di sincronizzazione: il primo a sinistra correla gli emisferi (S1-D1) della prima persona, lultimo a destra gli emisferi della seconda persona (S2-D2) e nel mezzo ci sono i grafici della sincronizzazione tra gli emisferi sinistri (S1-S2) e destri (D1-D2) delle due persone. Questo quadro elettroencefalografico mostra due meditatori. Sulla sinistra Pandeva, con più anni di esperienza di meditazione, ha la sincronizzazione (S1-D1) più alta e regolare, a destra Ayodhya, con solo qualche anno di pratica, rivela una sincronizzazione (S2-D2) leggermente inferiore e meno regolare. La cosa sorprendente è la loro sincronizzazione reciproca estremamente alta e significativa. Queste due persone lavorano ed operano con lo stesso intento e praticano le stesse meditazioni, gli stessi canti e gli stessi riti che da millenni vengono ripetuti da questa tradizione. Ritengo che questi risultati non siano da considerarsi limitati a questa specifica tradizione, ma siano certamente estendibili a ogni pratica spirituale simile, quando sia vissuta con sincerità e profondità. Nella fig.3 una coppia di meditatori tibetani che mostrano di essere realmente "sulla stessa onda".
fig.2
fig.3
Campo individuale e collettivo
Una domanda sorge spontanea a questo punto: come accade questo fenomeno? Abbiamo due ipotesi possibili. La prima è l'ipotesi elettromagnetica. La scienza sa da molto tempo che ogni nostra cellula, e quindi anche il nostro cervello, continua ad emettere onde elettromagnetiche che creano un campo elettromagnetico con differenti livelli di intensità intorno al corpo. Nella zona di pochi centimetri che circonda il corpo si trova il campo più intenso che via via si indebolisce con il quadrato della distanza. Ricerche sui campi elettromagnetici umani evidenziano come questo campo possa essere largo anche qualche metro intorno al corpo. Ogni campo avrà una sua frequenza e intensità caratteristica e assolutamente individuale, come le impronte digitali. Quando due campi elettromagnetici entrano in contatto probabilmente accade una reazione positiva o negativa. Può instaurarsi una sintonia tra le bande donda e le frequenze che porta ad una comunicazione empatica e amichevole, o al contrario una sensazione di disturbo e di incomunicabilità. Riteniamo che le onde elettroencefalografiche siano come una sorta di emissione sottile che riflette fedelmente la nostra energia psicofisica del momento, che esse vengono captate da chi ci circonda permettendo una sorta di comunicazione silenziosa di informazioni.
La seconda ipotesi si basa invece sul fenomeno della "non località" secondo cui ogni evento energetico neuropsichico del cervello, attraverso il vuoto subquantistico, medium senza dimensione né tempo, si sincronizza istantaneamente, senza più problemi di distanza, con altri eventi neuropsichici analoghi. Il Vuoto continuerebbe così la sua opera di presenza creativa e il suo ruolo di grande sincronizzatore degli eventi empatici dell'esistenza.
L'ineludibile relazione osservatore osservato
I nostri esperimenti sembrano dimostrare in modo inequivocabile che lenergia.coscienza delle persone si influenza vicendevolmente. Nella fig.4 vediamo una curva di sincronizzazione di un soggetto in meditazione che scende bruscamente e poi risale un poco. Questa desincronizzazione corrisponde al momento in cui una persona estranea si era avvicinata al meditante e, benché nessuno se ne fosse accorto, il suo campo energetico-psichico, del tutto estraneo a quanto accadeva, aveva turbato il silenzio, il campo del soggetto in meditazione, e quindi la sua coerenza cerebrale. L'allontanamento immediato dell'estraneo aveva avuto come risultato altrettanto immediato la risalita della sync. Lo stesso fenomeno di relazione tra persone (e cervelli) è stato rilevato anche in molti altri casi analoghi, come nella classica relazione di empatia tra terapista e paziente, vedi fig.5 o di persone amiche tra di loro. Questi fatti demoliscono uno dei punti fondamentali della metodologia sperimentale della scienza classica, per cui ogni esperimento deve essere svolto senza linterferenza dello scienziato, che viene considerato un puro osservatore imparziale e distaccato. In realtà è invece lo sperimentatore non può che influenzare attivamente e costantemente lattività del soggetto sperimentale.
La metodologia scientifica futura dovrà quindi necessariamente considerare la sottile influenza dell'osservatore, del suo stato d'animo e dei suoi giudizi di fondo mentre osserva un fenomeno neuropsichico o compie un esperimento su soggetti coscienti.
fig.4
fig.5
Sessualità e polarità: quantificare la telepatia
Una delle scene più commoventi e significative del famoso film E.T. di Spielberg è legata al momento in cui i medici e gli scienziati cercano di curare il piccolo extraterrestre che sta morendo e si rendono conto che è in profonda relazione empatica con il suo amico bambino. Il loro cuore batte allunisono... cè sintonia, amore, amicizia e telepatia. Questa non è solo una fantasia cinematografica. Letteralmente il termine telepatia (da tele che vuol dire "da lontano" e pathos emozione) non significa, come spesso si intende, trasmissione del pensiero, ma percezione a distanza delle sensazioni, dei sentimenti e delle emozioni.
Studiando le interrelazioni sincroniche tra cervelli, abbiamo scoperto che quando esiste forte attrazione sessuale tra due persone di sesso opposto, la sincronizzazione è altissima ma di segno opposto (vedi fig. 6); questo significa che, quando il cervello (altamente sincronizzato) della ragazza ha una curva "in su", sincronicamente nel cervello del ragazzo si osserva una curva identica ma "in giù". La logica del Tao può offrire una spiegazione: la polarità opposta tra Yin e Yang che rispecchia quella dellelettricità, crea attrazione tra esse.
L'analisi della sincronizzazione è quindi in grado di rilevare e quantificare se due persone sono in profonda comunicazione tra loro o no, il loro livello di relazione e sintonia. Spesso ho osservato il quadro, purtroppo comune, senza sincronicità di una coppia in crisi.
fig.6
In occasione del CyberGaia, un evento di esperienze olistiche di gruppo nell'ottobre 1994, rileviamo e documentiamo, per la prima volta, lesistenza di una trasmissione di informazioni tra cervelli allinterno di un gruppo di dodici persone. Con il Brain Olotester a dodici canali, e i suoi programmi di analisi dei dati, registriamo simultaneamente le onde elettroencefalografiche di dodici persone, ponendo un singolo elettrodo sulla parte alta della fronte in posizione centrale (tra F1 e F2), e seguiamo l'aumento della loro sincronizzazione collettiva durante la pratica di meditazione Vipassana della durata di trenta minuti. Le dodici persone non erano esperte in questa meditazione anche se alcune di esse avevano già meditato in passato. I risultati sono evidenti e significativi: la sincronizzazione collettiva è elevata. Testimoniamo la prima rilevazione scientifica di un campo di coscienza collettivo, ossia di un Buddhafield.
Secondo le conoscenze e i modelli della scienza ufficiale, laspettativa statistica di una similitudine tra le onde dei cervelli di persone vicine è praticamente nulla. Ogni cervello infatti dovrebbe avere la sua propria onda elettroencefalografica, una banda assolutamente individuale e unica non correlata a nessuna delle onde cerebrali delle persone vicine. La scienza non riconosce nessuna comunicazione di informazioni che non sia quella già conosciuta dei cinque sensi, e spesso si è opposta con decisione ai vari tentativi di dimostrazione dellesistenza di altre forme di comunicazione più "sottile". Tuttavia, chiunque abbia un minimo di sensibilità sa quanto la coscienza collettiva sia reale: pensiamo al sentimento di gruppo che si prova quando sentiamo unopera a teatro o linno nazionale o, più semplicemente, allemozione che dilaga tra i tifosi di una partita o in alcune manifestazioni di massa.
Certamente gli stati danimo collettivi possono anche essere negativi, come quando un dittatore riesce a influenzare, più attraverso le emozioni che le ragioni, grandi masse di persone. Così hanno fatto Hitler e Saddam Hussein.
Lesperienza religiosa è un altro chiaro esempio di senso di unità: i canti e le cerimonie, se vissute profondamente, portano spesso a queste esperienze. Chiunque poi abbia vissuto pienamente lesperienza di meditazione in gruppo, conosce lincredibile sensazione di essere tutti parte di ununica energia, come le cellule di uno stesso organismo vivente. Le varie pratiche spirituali e le cerimonie religiose sembrano proprio essere tecniche collettive per sincronizzare i cervelli e portarli ai loro massimi livelli di potenzialità e creatività. Tuttavia queste ipotesi sulla comunicazione sottile tra persone sono sempre state respinte dalla scienza come fatti non documentabili, illazioni che non potevano essere provate scientificamente.
Durante il primo incontro del Comitato Europeo per una Nuova Scienza, tenuto ad Arco di Trento nel '94, proponiamo un esperimento collettivo di sincronizzazione a cui partecipano, con grande interesse, un centinaio di persone tra relatori e partecipanti al congresso. Le dodici persone i cui elettroencefalogrammi sarebbero stati registrati, erano posti in cerchio al centro della sala, senza contatto fisico tra loro. Si sarebbe fatto un certo periodo di silenzio ad occhi chiusi, poi una meditazione collettiva fino a percepire il "campo collettivo" costituito dall'insieme delle energie individuali di tutto il gruppo. Nelle figure 7, 8 e 9 possiamo osservare l'inizio dell'esperimento ad occhi aperti, la prima fase di silenzio ad occhi chiusi e nella terza il momento di meditazione e di percezione del "campo collettivo". E' particolarmente evidente l'incremento di coerenza tra i dodici tracciati che, nel terzo quadro è elevatissima, sembra quasi di osservare un tracciato di dodici elettrodi presi dal cervello di una sola persona.
fig.7
fig.8
fig.9
I risultati degli esperimenti condotti e la possibilità di una corretta e ripetibile quantificazione della sincronizzazione aprono nuove possibilità all'interno della scienza ufficiale. I nostri dati, più volte ripetuti, sono fortemente indicativi di una reale trasmissione "telepatica". Tra i cervelli delle persone sedute ad occhi chiusi e in silenzio è stata registrata una sincronizzazione con punte superiori all'80%. Tra alcune coppie di persone la sincronicità era superiore al 90%. Essendo vicino allo zero il valore percentuale atteso, questi risultati sono di grande interesse. Se gli esperimenti successivi confermeranno i dati da noi registrati, si apriranno nuove prospettive scientifiche: la misurazione della telepatia in larghi gruppi potrebbe aiutarci a svelare la natura della coscienza collettiva e le sue logiche di sviluppo verso la coscienza planetaria. In alcune rilevazioni collettive abbiamo osservato che il gruppo sembra suddiviso in due sottogruppi, che manifestano una differente sincronizzazione collettiva.
Le ripercussioni sono vaste e di grande significato sociale e umano. La quantificazione della comunicazione empatica collettiva apre le porte ad una nuova concezione dei principi che regolano leducazione e la collaborazione umana, a una più profonda comprensione delle dinamiche di gruppo, di coppia, familiari, all'interno di staff o equipe di lavoro, tra medico e paziente, tra coppie, tra persone che lavorano insieme. Fino ad ora questa comunicazione silenziosa è rimasta inconscia e quindi in gran parte inutilizzata; ora sarà possibile comunicarsi delle informazioni (trasmetterle e riceverle) in modo più consapevole e deliberato.
RICERCHE SCIENTIFICHE
SULLA
COSCIENZA COLLETTIVA E PLANETARIA
Ricerche scientifiche sulla meditazione a distanza con sincronizzazione
elettroencefalografica collettiva: provata
scientificamente la sincronizzazione tra i cervelli di due gruppi di persone in
meditazione a più di
L’esperimento - svolto in concomitanza con la Giornata
della Meditazione/Preghiera Globale della Pace del 20 Maggio
Questi risultati testimoniano scientificamente l’esistenza di una profonda comunicazione neurofisiologica “non locale” tra individui, la possibilità che le persone possano connettersi a distanza grazie alla meditazione. L’esperimento dimostrerebbe l’esistenza di una “coscienza planetaria”che nella Giornata della Meditazione/Preghiera Globale della Pace connetteva 1.000.000 di persone tra loro superando i confini fisici, di razza, di cultura e di religione.
Queste ricerche sono l’ultimo risultato di una ricerca, iniziata 18 anni fa dal Dott. Nitamo Montecucco, sulla coerenza-sicncronizzazione cerebrale, che ha portato importanti risultati nella comprensione dei meccanismi neuropsichici e psicosomatici delle malattie e della loro possibile guarigione. Queste ricerche hanno provato che esiste una comunicazione (elettromagnetica e anche non-locale) tra le aree del cervello e gli emisferi di una stessa persona, tra i cervelli di due persone vicine (madre-figlio, medico-paziente, amanti, ecc.), tra i cervelli di persone in meditazione a distanza. Quest’ultima ricerca ha concluso un ciclo di sperimentazioni che portano a rivedere completamente le basi delle neuroscienze applicate alla medicina psicosomatica e all’evoluzione umana sul nostro pianeta.
Per maggiori informazioni scientifiche sugli elettroencefalografi computerizzati, sulle analisi statistiche, sui programmi di rilevazione della coerenza elettroencefalografica, e sugli usi di questi strumenti e metodologie in psicosomatica, inviare un’email al Dott. Nitamo Montecucco, Cyber Ricerche Olistiche, cyber@globalvillage-it.com o nitamo@globalvillage-it.com .
fig.10
Ricerca olistica per l'evoluzione globale
Queste prove scientifiche aprono le porte ad una nuova dimensione della ricerca scientifica dove medicina psicosomatica, psicologia e ricerca spirituale trovano finalmente una sintesi e una dignità scientifica. Grazie a questo strumento, dallestrema facilità di funzionamento e di lettura, ora è possibile per ogni medico, psicologo o terapista studiare, quantificare e diagnosticare gli squilibri, gli eccessi e le carenze, la sintonia o la disarmonia generale, gli stati di benessere e seguirli nel loro sviluppo. Sulla base di queste scoperte è possibile concepire una nuova didattica e una logica di lavoro basata sulla sintonia e sulla sensazione di appartenenza ad un gruppo. È logico ritenere che, se si comprendessero a fondo le logiche e larmonia che la comunicazione empatica comporta, si potrebbe imparare a vivere meglio insieme, a cooperare e a crescere insieme.
Riassumendo possiamo concludere, in conformità con il modello Cyber e con le ipotesi avanzate, che le potenzialità della psiche e del cervello umano sono in diretta relazione al suo stato generale, allequilibrio tra funzioni istintive del corpo, sensazioni, emozioni, pensieri e coscienza di sé. È evidente che ogni inibizione dei nostri istinti, delle nostre sensazioni, ogni blocco emozionale, ogni condizionamento culturale creerà dei blocchi nel nostro cervello impedendoci di vivere la nostra vera vita e quindi riducendo le nostre potenzialità a livelli sempre più bassi. La sensazione generale riportata dalle persone con bassa sincronizzazione è di vivere una vita inutile e senza significato, di non avere piacere di vivere. È fondamentale considerare che ci si può liberare da tutti questi blocchi e condizionamenti con opportune tecniche terapeutiche psicosomatiche individuali o di gruppo. Come lo stesso Dalai Lama ha recentemente suggerito, le terapie psicosomatiche possono rivelarsi preziosi strumenti di liberazione spirituale.
Coerenza e sviluppo del potenziale umano
Viene così confermata lipotesi di lavoro secondo cui lessere umano possiede la capacità di sviluppare uno stato di coscienza unitario e globale che lo connette con gli altri esseri umani e con lesistenza. Queste scoperte sono di evidente importanza per lo sviluppo del potenziale umano, in quanto permettono di comprendere scientificamente parametri fino ad ora non quantificabili come la salute, la creatività, il benessere o la depressione, lapertura o la chiusura affettiva ed emozionale, gli stati di meditazione e di contatto col Sé, e quindi aprono una nuova dimensione alla ricerca scientifica, medica e psicosomatica. Gli sviluppi umani e sociali di queste scoperte possono essere vastissimi: dalla medicina alla psichiatria, dalleducazione, alla psicologia sociale, alla spiritualità.
La comprensione delle logiche e delle modalità di sviluppo globale dellessere umano e della formazione della coscienza collettiva (come comunicazione attiva tra cervelli-coscienze) può quindi essere considerata una finalità immediata della ricerca scientifica, in modo che possa diventare parte di una medicina e di uneducazione più globale e consona alle attuali necessità storiche di trasformazione verso una coscienza planetaria.
E particolarmente interessante, dal punto di vista della medicina psicosomatica, considerare lopportunità di uneducazione psicosomatica preventiva attuabile già dai primi anni di vita del bambino. Vi sono diversi corsi e gruppi di crescita umana orientati alla coscienza globale, in cui vengono praticate le maggiori tecniche psicosomatiche (bioenergetica, gestalt, rebirthing, psicodramma ecc.) per la consapevolezza e la liberazione dei blocchi e le principali tecniche di meditazione (vipassana, mantra, yoga, preghiera). I risultati sono allaltezza delle aspettative, le persone alla fine del corso sperimentano una sorta di trasformazione interiore e del comportamento e vivono stati di coscienza molto positivi, unitari e creativi. Ritrovare lunità e la fluidità interiore è il primo passo verso una visione olistica dellesistenza, visione che potrà essere successivamente trasmessa ai bambini in un contesto di educazione globale.
Tavola riassuntiva delle quattro scoperte sulla coerenza neuropsichica 1) La prima scoperta è relativa allesistenza di una correlazione tra la coerenza tra le onde elettroencefalografiche tra i due emisferi e la salute psicosomatica. Losservazione di più di un migliaio di pazienti evidenzia che le onde elettroencefalografiche dei due emisferi possono essere più o meno coerenti in relazione al loro livello di integrità psicofisica: alti valori sono correlati a stati di salute, bassi valori sono correlati a stati di depressione psicofisica. Il valore di coerenza viene interpretato come indicatore generale della comunicazione e integrazione tra i due emisferi e tra le differenti aree funzionali del cervello (tre cervelli). Il campo principale di applicazione di questa scoperta è in medicina psicosomatica, come quantificazione globale dello stato di salute. 2) La seconda scoperta è quella degli "stati armonici ad altissima coerenza", caratteristici dei momenti di intensa creatività, di profondo benessere e degli stati di meditazione. La coerenza media durante le sessioni di meditazione è alta, tendente al 95-100%. La coerenza media di un gruppo di meditanti dopo una sessione di meditazione è significativamente più elevata della loro media prima della sessione. Due ricerche del 1990 e 1991 hanno permesso di scoprire che, in stati di meditazione, le onde cerebrali (oltre ad essere ad elevata coerenza) possono generare ununica onda armonica, con picchi regolari o a forma di onda sinusoidale, spesso stabile per decine di minuti, come se tutte le differenti frequenze dei vari centri cerebrali diventassero coerenti e iniziassero a "suonare ununica sinfonia comune" indice di profondo benessere psicofisico. Questa seconda scoperta trova la sua principale applicazione nell'ambito dello sviluppo del potenziale umano come quantificazione dello stato evolutivo individuale. 3) La terza scoperta è relativa alla "coerenza intercerebrale ", ossia alla "sincronizzazione interpersonale". I cervelli di coppie di persone vicine, che normalmente sono caratterizzati da onde completamente indipendenti e non coerenti, possono sincronizzarsi tra loro anche a livelli molto alti. Questi dati sono stati da me rilevati e quantificati con una serie di esperimenti su coppie svolti nel 1991 e 1992, analizzando i valori di coerenza tra i loro emisferi destri e sinistri. La ricerca ha evidenziato un'inaspettata comunicazione tra persone vicine, con punte di sincronizzazione tra cervelli superiori al 90%. Questa scoperta dimostra scientificamente una "comunicazione sottile" tra persone e permette di quantificare fenomeni come l'affetto di coppia, l'empatia, il feeling e la telepatia. 4) La quarta scoperta, strettamente derivata dalle terza, è relativa alla "sincronizzazione collettiva", ossia all'esistenza di un "campo di coerenza collettivo" tra persone in gruppo. Una serie di esperimenti, iniziati nel 1994, su gruppi di 12 persone, prima e durante una sessione di meditazione, hanno evidenziato un aumento della coerenza tra le onde EEG dei cervelli di persone vicine durante la fase di meditazione, con valori che hanno superato il 60% con punte massime che hanno raggiunto l'82%. E' la prima dimostrazione scientifica dell'esistenza di un "campo di coscienza collettiva". Questi dati permettono di comprendere le basi scientifiche della "telepatia collettiva", della cooperazione o delle difficoltà di relazione allinterno di gruppi di lavoro, classi scolastiche, società.
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SINCRONICITÀ,
COMUNICAZIONE E
FUNZIONAMENTO DEL CERVELLO
Sincronicità e funzionamento del cervello
di Karl Pribram - estratto da "La syncronicité l'ame et la
science"
Nel 1961 ho visitato il Museo della Scienza e dell'Industria di Chicago. Al centro del museo era esposto un dispositivo il cui scopo era di illustrare la natura dei modelli statistici.
Grosse biglie di acciaio vengono lasciate andare da un soffitto a volta alto quanto tre piani. Essi finiscono per arrivare al centro di un avvallamento di tipo gaussiano, provocando un rumore assordante. La descrizione che il Museo dà di questo dispositivo fa notare l'impossibilità di prevedere il percorso di una biglia in particolare, ma sottolinea che il risultato globale della caduta è sempre prevedibile, secondo la legge di distribuzione di Gauss: questo è il mistero delle probabilità ed è l'oggetto dei modelli statistici che ci permette di pervenire a un risultato.
Dieci anni dopo, Jacques Monod nell'affascinante opera 'Il caso e la necessità', manifestava il suo imbarazzo di fronte allo stesso mistero così come esso si presenta in biologia. Come era possibile, si domandava Monod, che tanti eventi, dovuti al caso, finissero per dare forme, manifestazioni stabili, di cui sono costituiti gli organismi?
Per me, l'enigma di Chicago era differente da quello contenuto nel libro di Monod. Ero sorpreso che il Museo non avesse menzionato, nella descrizione, il fatto che le biglie, cadendo, passavano attraverso un immensa griglia simmetrica in materia plastica!
Nell'analizzare il libro di Monod mi sono servito di questa esperienza per suggerire che esiste 'una reciprocità universale della costrizione', così come si manifesta, in una struttura fisica e biologica, dove il carattere fortuito degli eventi 'è costretto' da una struttura. Il sistema di Gauss è pertanto un riflesso della struttura simmetrica, attraverso la quale passano le biglie, ed è anche un riflesso dell'impossibilità di prevedere il percorso di ciascuna biglia, all'interno della struttura stessa. Oggi vorrei mantenere l'idea di reciprocità per approfondire un altro mistero: quello della sincronicità. Anche qui sembra si producano degli eventi dovuti al caso che descrivono modelli portatori di senso.
Jung ha inventato il concetto di sincronicità. Egli aveva fatto alcune osservazioni molto simili a quelle rilevate da numerosi altri ricercatori e venne sollecitato dalle connessioni evidenti fra queste diverse osservazioni e pensò che le scoperte in corso nella fisica quantica contenevano gli elementi che potevano permettere di risolvere questo enigma.
In fisica quantica e nucleare, come nelle osservazioni di Jung, apparivano in effetti degli eventi che sembravano essere connessi ma la cui relazione sfidava qualsiasi spiegazione in termini ordinari. Nella sperimentazione del 'paradosso' di Einstein-Podolsky-Rossem, o nelle osservazioni sollevate dal teorema di Bell, le perturbazioni di una particella elementare possono immediatamente 'influenzare' un'altra particella che si trova a distanza, quando la sola relazione fra le due particelle dovrebbe normalmente derivare dal fattore temporale. All'interno del nucleo, è possibile descrivere matematicamente l'apparizione di quarks, ma queste descrizioni implicano il rovesciamento occasionale della freccia del tempo o della causalità.
Quello che viene descritto in fisica e nelle osservazioni di Jung, sono delle correlazioni, cioè delle connessioni acausali e dunque a-temporali. Qualsiasi osservazione inizia notando delle correlazioni. Quello che produce difficoltà è il tentativo di determinare un ordine di casualità in seno alle correlazioni. Il famoso esempio di David Hume del gallo che canta e del sole che si leva è tipico. Il gallo canta, poi il sole si leva. Ci si aspetterebbe che il primo evento sia la causa del seguente, ma nel caso del gallo e del sole, la causalità sembra propagarsi in senso diverso: a un esame più profondo, risulta infatti che i ritmi circadiani del gallo sono determinati dal sorgere del sole.
In fisica quantica, Bohr e Heisenberg hanno sottolineato l'importanza dell'osservatore e dello strumento di osservazione scelto. Pertanto l'esempio del gallo e del sole dovrebbe suggerire che si studiano i cervelli per vedere se non ci siano certi meccanismi - come era il caso dei ritmi circadiani -, che spieghino le correlazioni osservate.
Io penso che questi meccanismi esistano e questo ci riconduce sia alla fisica che alla sincronicità.
Si è constatato che ciascun campo recettore di una cellula della corteccia si armonizza approssimativamente con un'ottava di frequenza spaziale. Le cure armoniche dei campi recettori adiacenti si sovrappongono; inoltre, come ognuno sa, esiste una corrispondenza fra le superficie sensoriali, i muscoli del corpo e le loro proiezioni su questa o quella area corticale. Dato il modo in cui il meccanismo sensorio-corticale funziona, esso può essere comparato a un pianoforte. Quando uno stimolo colpisce un recettore sensoriale, il recettore agisce pressappoco come reagisce un tasto di un pianoforte. L'eccitazione è sospinta fino al campo recettore (la corda), alla quale è collegata dalla 'tavola d'armonia' della corteccia, facendo nascere una risonanza.
A partire dalla massa di questi campi recettori, ciascuno armonizzato con una particolare banda di frequenza spaziale di larghezza ben delimitata, i criteri composti, per esempio, della visione spaziale possono essere riconosciuti. La matematica che descrive la relazione fra la configurazione spaziale delle griglie utilizzate per studiare i campi recettori e la curva armonica delle frequenze spaziali corrispondenti a questi campi, consistono in quelle che vengono chiamate trasformazioni di Fourier. Il teorema di Fourier stabilisce che ogni modello, qualsiasi sia il suo grado di complessità, può essere analizzato in fattori che si compongono di onde regolari e differenti di frequenza e di ampiezza.
In fisica quantica, l'effetto sembra precedere la causa, o meglio non abbiamo alcuna base che permetta di comprendere la correlazione osservata. Una volta compresa la natura del campo di trasformazione, la sua presenza può aiutare alla comprensione di numerosi livelli dove, questa ubiquità, è forse meglio posta in rilievo fra energia e massa: E = m. c2. In fisica quantica E, energia, viene misurata in termini di momento; m è la massa dei gravitoni che appaiono in certe posizioni; c è la velocità della luce che determina la freccia del tempo. (Alla velocità della luce, il tempo resta immobile). così la parte destra dell'equazione di Einstein rappresenta lo spazio/tempo così come abbiamo l'abitudine di percepirlo. Quanto alla parte sinistra, essa rappresenta il momento, cioè il potenziale di energia disponibile in ogni istante. Ed è perciò un termine non localizzato che, in effetti, è collegato allo spazio - tempo attraverso la trasformazione di Fourier.
Il cervello ha la capacità di operare secondo un modo spazio - temporale, e un modo non - localizzato. Perché in fisica quantica siamo costretti ad osservare o l'uno o l'altro? Riconoscere l'esistenza di un campo non - localizzato di trasformazione, nel quale hanno luogo delle correlazioni, e soltanto esse, ripone le osservazioni desunte, sotto il concetto di sincronicità, nel quadro generale in cui troviamo anche altre osservazioni di non - localizzazione. La sincronicità sembra bizzarra, perché i nostri sensi e i nostri cervelli sono programmati per ricercare causalità immediate, quando vengano osservate soltanto delle correlazioni. Nel caso della sincronicità, come nel caso del gallo e del sole e in quello di fisica quantica, le relazioni causali non possono essere introdotte che facendo riferimento all'osservatore che sta dietro le correlazioni. Il cervello dell'osservatore è dotato di capacità di trasformazione che permettono di stabilire un ordine non localizzato e un ordine spazio - temporale degli eventi.
Molte domande restano irrisolte, e difficili... perché l'ordine spazio - temporale è molto più facile da raggiungere dell'ordine non localizzato? Gli ordini complementari di spazio - tempo e della non - localizzazione sono esaustivi, coesistono altri ordini che ancora non sono stati scoperti? (Questa domanda pone il problema dei mondi multipli possibili). Per mezzo di quali meccanismi le esperienze mistiche, che manifestano sovente delle proprietà di non localizzazione, vengono ad accadere? E per finire, l'ordine spazio - temporale. l'ordine non - localizzato e tutti gli altri ordini possibili, sono interamente una costruzione dei nostri sensi e dei nostri cervelli, o riflettono una cosmogonia universale alla quale i nostri sensi e i nostri cervelli partecipano? Ai nostri giorni, sembra essenziale armonizzare gli sforzi realizzati dalle scienze della vita con quelli delle scienze fisiche.
E' solo un secolo che è stata elaborata una psicofisica sensoriale e quantitativa, a partire da questa convergenza.
Oggi si fa sentire il bisogno di sviluppo di una scienza fondata sullo studio del cervello, che possa ricomprendere sia la fisica moderna che la natura spirituale dell'essere umano.
Nuova teoria della sincronicità vede gli eventi psicologici come comunicazione fra emisferi
Una nuova teoria connessa alle sincronicità - come individuare queste coincidenze significative, come 'leggerne' il significato, o speculare sul loro possibile scopo - ha provocato un forte interesse ad un recente incontro annuale dei ricercatori di parapsicologia, associati al St. Mary's College, Moraga California.
Forse è avvenuta una svolta di metodo e di approccio: molti ricercatori hanno proposto alla tribuna una visione rinnovata della struttura statistica classica.
È stato da più parti auspicato che la ricerca assuma un approccio più esperienziale e immaginativo, per comprendere fenomeni così elusivi.
La teoria della sincronicità, proposta da Barbara Honegger del Washington Research Center di San Francisco è stato uno degli approcci più recenti che ha trovato vasta eco nel convegno.
La sincronicità fa riferimento alle coincidenze significative e sensazionali discusse per la prima volta dal biologo Paul Kammerer nel libro 'The law of seriality' del 1919 e definita da C.G. Jung ed il Nobel per la fisica Wolfang Pauli nel 1955.
Esempi di sincronicità: un incontro inaspettato, con una persona che ne aveva molto bisogno... una sequenza improvvisa ed improbabile di parole e simboli correlati in un breve periodo.
Questi eventi sembrano a volte evocare tutto lo spettro di fenomeni psichici quali, telepatia, propognizione e chiaroveggenza -piuttosto che una singola modalità, come ad esempio la telepatia.
La Honnegger suggerisce che le sincronicità sono strategie dell'emisfero intuitivo destro per comunicare bisogni inconsci e soluzioni, proposte all'emisfero sinistro per mezzo del linguaggio simbolico, di eventi, oggetti e 'coincidenze'. La ricercatrice sostiene che l'emisfero destro ha una cognizione vasta e sottile del linguaggio ma è ostacolata dalla pro pria incapacità neuronale di controllare la parola e lo scritto, pertanto manda avvertimenti all'emisfero sinistro - la mente 'conscia' - per mezzo dell'attenzione psichica involontaria verso certi oggetti o informazioni. Se uno prende nota della coincidenza e di altre occasioni con effetti insoliti - quando ci si trova attratti da qualcosa senza una ragione apparente - queste circostanze si legano con una specie di meta-linguaggio, lungo le settimane, con un filo di libera associazione di parole e simboli molto simile al filo delle associazioni provenienti dai sogni.
La Honnegger prospetta che le sincronicità accadono e vengono scoperte in una sorta di ricordo di sogno associato all'emisfero destro, infatti le persone che hanno subito la separazione chirurgica degli emisferi del cervello, non sono di solito in grado di ricordare i sogni. La Honnegger prospetta che le sincronicità accadono e vengono percepite in una sorta di stato di veglia paradossale, quale controparte del cosiddetto sonno paradossale REM. Cosi come la gran parte della gente non ricorda i sogni, la gran parte delle persone non si accorge delle sincronicità o se ne dimentica immediatamente.
La Honnegger ha tenuto testimonianza scritta sotto forma di diario di tali eventi per 17 anni, ha diretto workshops e seminari diretti alla percezione della sincronicità.
"Al contrario di quanto ritiene l'opinione popolare, gli eventi sincronici non sono rari ma piuttosto umani". "Cosi come le persone che ricordano poco i sogni riportano un aumento dei sogni ricordati, se svegliate durante il sonno REM, quelli che bloccano le sincronicità i cui eventi venivano loro presentati mentre stavano accadendo, hanno spesso espresso incredulità che tali coincidenze sensazionali avrebbero potuto essere percepite".
Questa teoria offre un nuovo approccio sperimentale al fenomeno (il diario e la sua analisi) e una possibile interpretazione del loro scopo, pur riconoscendo che tutto ciò non spiega come avvengano le sincronicità specialmente quelle che richiedono l'interazione di eventi nelle vite di parecchie persone contemporaneamente "possiamo iniziare a svelare alcune regole, possiamo imparare a vedere certe corrispondenze, ma il meccanismo in sé resterà probabilmente occulto - letteralmente nascosto".
Sincronizzazione degli emisferi: la chiave dell'intuizione?
L'intuizione, una funzione che negli scorsi anni è stata spesso attribuita all'emisfero destro del cervello, potrebbe invece essere il risultato di una inconsueta sincronizzazione tra entrambi gli emisferi.
Le indicazioni in questo senso vengono da delle ricerche di biofeedback dove i soggetti degli esperimenti imparavano a sincronizzare l'attività bilaterale delle loro onde cerebrali. Nelle prove alternavano periodi di quiete a periodi di attenzione costante focalizzata che si accompagna con la sincronizzazione bilaterale. In questi periodi di attenzione focalizzata i soggetti riportarono di aver spesso provato degli sprazzi di intuizione creativa.
La ricercatrice di biofeedback Jean Millay, a un recente congresso dell'associazione americana per la ricerca educativa, ha dato delle dimostrazioni della sincronicità bilaterale per mezzo della 'scultura di luce' usata nell'addestramento dei soggetti.
La 'scultura' è una scatola con delle righe di luce che si allontanano, ogni fila con un colore diverso, formando una parte di una struttura tridimensionale. I colori rappresentano diverse frequenze, alfa, beta, delta e theta. Ci sono anche dei colori per degli artefatti che non sono onde cerebrali, generati da attività muscolari..
La sincronizzazione viene segnalata sia da un suono che da una configurazione. La scultura era stata concepita quando la Milley, per gioco, aveva incorporato le luci di un albero di natale in una apparecchiatura di biofeedback e aveva scoperto che poteva accendere e spegnere le luci con certe frequenze del cervello.
L'ingegnere di biofeedback Tim Scully, che ha assistito la Millay nel disegno della scultura di luce, ha descritto la sua esperienza di sincronizzazione bilaterale con una terminologia di tipo aviatorio: "Un aeroplano ha un controllo positivo della stabilità se lasciate andare i comandi tende a volare dritto e in quota. Un elicottero, d'altro canto, ha un controllo negativo della stabilità se abbandonate i comandi tenderà a rovesciarsi.
Per me l'addestramento su un solo canale alfa è come volare su un aeroplano in un volo dritto e in quota; lasciate andare i comandi ed è probabile che tutto andrà bene. La sincronizzazione bilaterale in alfa è come volare su di un elicottero. Si ha la sensazione di un equilibrio dinamico. E' uno stato calmo e centrato, ma richiede una continua attenzione per mantenere la stabilità."
Tuttavia l'attenzione non può essere autoconsapevole. Nel momento in cui uno diventa consapevole di essere focalizzato, dice la Millay, sia la focalizzazione che la sincronizzazione EEG (Elettroencefalogramma) scompaiono.
L'apprendimento della focalizzazione avviene facilmente dopo l'addestramento di biofeedback. Un musicista ha descritto l'effetto positivo della sincronizzazione bilaterale sul suo modo di suonare la chitarra.
Questa forma di attenzione potrebbe essere una chiave per l'apprendimento. La Millay ritiene che: "Invece di misurare quanto siano stupidi o intelligenti gli studenti forse dovremmo insegnar loro come focalizzare l'attenzione".
Questo non è lo stesso tipo di focalizzazione consapevole che viene comunemente descritto come 'fare attenzione'. Menzionando la storiella dell'uomo che per richiamare l'attenzione del suo mulo lo bastonava sulla testa, la ricercatrice ha detto: "Nella scuola si è abusato del metodo del bastone. sarebbe meglio che gli studenti imparassero a usare l'attenzione focalizzata piuttosto che a lasciare che gli insegnanti la monopolizzino"
Ha inoltre aggiunto che la sincronizzazione bilaterale potrebbe essere un complemento molto potente alla 'intenzione di conoscere'. "Quando l'intenzione di conoscere si accompagna con la giusta focalizzazione dell'attenzione il cervello può produrre delle intuizioni molto potenti".
L'intuizione si accompagna ad uno stato di maggior organizzazione del cervello
In un'altra ricerca svoltasi a Chicago che ha usato la tecnica del 'focusing', cioè di attenzione focalizzata di cui si è parlato nel precedente articolo, si è trovato che le intuizioni o quelli che venivano chiamati gli 'spostamenti di sensibilità' erano accompagnati da delle caratteristiche configurazioni delle onde cerebrali che si presentavano contemporaneamente.
L'elettroencefalogramma (EEG) mostrava una breve stabilizzazione delle frequenze alfa dominanti e delle subarmoniche subito prima degli spostamenti di sensibilità.
Norman Don che ha svolto la ricerca, pubblicata sul Journal of Altered States of Consciousness, ha raggiunto le sue conclusioni basandosi sull'analisi computerizzata di 8.432 diversi tracciati EEG. I soggetti, che venivano impegnati in un processo di 'focusing', un processo terapeutico creato da E.T. Gendlin, registravano delle cassette audio che poi analizzavano alla fine dell'esperimento per trovare il punto in cui avveniva lo spostamento di sensibilità. L'analisi computerizzata dei dati ha provato che questi punti erano preceduti da periodi di picco nel ritmo delle onde alfa (10 cicli al secondo) e delle loro subarmoniche (5 e 2.5 cicli al secondo)
Spostamenti negativi nella sensibilità (cioè riduzione della sensibilità) 0 momenti di 'incapacità a percepire' erano invece accompagnati da un collasso del ritmo delle onde alfa e delle subarmoniche.
Don propone che le intuizioni o stati di accresciuta sensibilità rappresentino un livello superiore di riorganizzazione del cervello caratterizzato dai ritmi più lenti. Gli spostamenti negativi rappresenterebbero uno stato di sconnessione con i livelli più alti di organizzazione del cervello. Alla presentazione della sua ricerca lo scienziato menziona le speculazioni di David Bohm e di Niels Bohr sul processo di pensiero che considerano analogo a degli eventi quantistici e il suggerimento di Evan Walker che propone che il 'tunneling quanto- meccanico' sia coinvolto nel processo di trasmissione sinaptica del cervello 0'effetto tunnel in meccanica quantistica è un effetto per cui delle particelle, tipo elettroni, si trovano a superare una barriera di energia anche se non hanno un energia sufficiente per farlo, questo effetto viene spiegato con la delocalizzazione probabilistica della particella che ha una probabilità non nulla di trovarsi al di là della barriera). Le esperienze che portano a una trasformazione psicologica, dice il ricercatore, suggeriscono una discontinuità nel funzionamento.
"... In modo caratteristico il sistema cambia da un livello si energia a un altro con un salto 0 una discontinuità".
Uno dei soggetti dello studio ha descritto un'esperienza mistica spontanea che assomigliava molto a una visione del mondo della meccanica quantistica: 'Tutto è connesso.' Il soggetto vedeva una totalità indifferenziata. Un altro soggetto ha identificato uno stato che ha chiamato 'armonia', 'il nulla e il tutto da cui tutto deriva'. In questo stato il suo EEG si stabilizza alla frequenza alfa dominante e alla sua quarta subarmonica. In alcuni esperimenti di chiaroveggenza a doppio ceco (con dei controlli tali per cui ne il soggetto ne lo sperimentatore sono a conoscenza dell'oggetto dell'esperimento), dice Don, l'informazione che questo soggetto forniva era sempre perfetta quando mostrava questo tipo di EEG.
Sincronicità beta nella meditazione
Dolores Krieger della New York University che insegna una tecnica 'healing' chiamata 'tocco terapeutico', entra in rapida e sincronica attività beta (18-20 hertz) ogni qualvolta 'si immerge' nella meditazione 'healing', aggiungendo con tale fenomeno, ulteriore complessità al problema di cosa significhino i ritmi EEG come parametri degli stati di coscienza.
Erik Peper presso l'Albany Hospital Calif., presidente della Biofeedback Research Society e Sonia Ancoli dell'Istituto neuropsichiatrico Langley Porter hanno presentato studi psicofisiologici su quanto rilevato nella Krieger. È stato osservato che le prime tre relazioni descrivono rapidi e sincronici ritmi beta, nelle persone che meditano da lungo tempo. La pratica meditativa della Krieger coinvolge il controllo dell'energia del corpo, nei centri di energia nel corpo, noti come Chakra.
I ricercatori hanno fatto notare alcuni problemi nello studio di coloro che meditano, "specialmente alcuni singoli soggetti. 1) Il processo è fluttuante e può non essere possibile generalizzare o duplicare il processo con altri soggetti. 2) Le condizioni di base, le sessioni sperimentali sono confini artificiali posti dallo sperimentatore e possono non avere senso per il soggetto che medita. 3) Un soggetto che ha trascorso anni a sintonizzarsi con un differente stato di consapevolezza può non spostarsi più da stati meditativi a stati non meditativi. Sebbene lo scopo dell'esperimento non fosse la valutazione l'effetto 'healing' curativo, della meditazione, gli autori notavano che tre pazienti trattati avevano riportato un miglioramento clinico soggettivo.
Peper e Ancoli suggeriscono che l'attività EEG nei soggetti osservati potrebbe riflettere "un controllo passivo appreso sul proprio stato meditativo, in un ordine di grandezza tale da essere in grado di focalizzarsi ed essere svegli, senza neppure essere portati da fantasie ipnotiche". Lo stato alpha-beta, abitualmente associato alla meditazione può indicare un lasciarsi portare in una "quieta piacevolezza".
Maggiore correlazione tra gli emisferi delle donne
Secondo alcuni ricercatori messicani l'elettroencefalogramma a riposo mostra che gli emisferi destro e sinistro del cervello mostrano una maggior correlazione nelle donne che negli uomini. Le caratteristiche dell'elettroencefalogramma potrebbero avere degli effetti paradossali sulle capacità cognitive.
Maria Corsi Cabrera, P. Herrera e M. Malvido, dell'Istituto Nazionale Autonomo dell'Università di Città del Messico, hanno misurato l'EEG, di nove donne e nove uomini di età tra i venti e i trenta. Erano tutti laureati o professionisti. I soggetti, dopo che i loro EEG sono stati presi in vari punti degli intervalli alfa, beta e theta, sono stati esaminati per le loro capacità spaziali, verbali e di ragionamento astratto.
Il gruppo di Corsi - Cabrera ha trovato che le donne hanno una correlazione complessiva più forte, particolarmente nella banda alfa. Inoltre il grado di correlazione alterava le capacità degli uomini e delle donne in modo diverso. Nelle donne una forte correlazione faceva predire una esecuzione migliore delle prove. Gli uomini con una correlazione EEG più alta risultavano peggiori di quelli con una maggior differenziazione. In particolare le donne con una forte correlazione hanno dato migliori risultati nelle prove di tipo spaziale e astratto. Gli uomini con una maggior differenziazione, specialmente in certi intervalli EEG, sono risultati migliori in tutte e tre le prove. Gli autori della ricerca hanno detto che i risultati sono preliminari e che nn si possono ancora trarre conclusioni definitive sull'intelligenza.
Aggiungono nondimeno che il legame tra l'EEG a riposo e le capacità nei test cognitivi "suggeriscono una correlazione interemisferica e che la sua relazione con le capacità cognitive non è dipendente dalle circostanze o dal tipo di prova ma piuttosto riflette una caratteristica intrinseca dell'organizzazione cerebrale individuale".
Risata spontanea, artificiosa e attività emisferica
La risata spontanea e la risata artificiosa usano due diversi emisferi cerebrali.
C. H. Bick, un ricercatore della Germania Federale, ha trovato che quando ridiamo per educazione o per una qualunque ragione artificiale, il nostro emisfero sinistro, razionale, mostra una maggior attività di quello destro, emozionale.
La risata spontanea, d'altro canto, si basa su un'attività più intensa dell'emisfero destro. I soggetti di Bich mostravano un aumento della risposta dell'emisfero destro quando ridevano per una barzelletta o il ricordo di un film divertente, mentre veniva attivato l'emisfero sinistro quando tentavano di ridere a comando.
Questo risultato si è dimostrato vero anche sotto ipnosi. Bick dice che, invece che essere un'esperienza benefica e piacevole, il ridere a comando può produrre qualcosa di simile a un conflitto neurologico.
La ricerca è stata pubblicata sull'International Journal of Neuroscience 47:31 - 40.
Schizofrenia e corpo calloso
Una nuova teoria in cui la schizofrenia nasce da una scarsa comunicazione tra emisferi
Schizofrenia significa letteralmente mente divisa. Se la nuova teoria di tre ricercatori britannici è giusta, il termine è accurato anche neuro - anatomicamente.
Max Birchwood e due colleghi dell'ospedale All Saints di Birmingham, attribuiscono la schizofrenia a un difetto del corpo calloso, un corpo di 200 milioni di fibre che connettono i due emisferi del cervello.
Scartando un possibile ruolo biochimico, questi tre psicologi clinici mettono in dubbio la teoria dominante della schizofrenia che attribuisce la colpa della malattia a uno squilibrio del neurotrasmettitore dopamina. I tre scienziati sostengono che le autopsie degli schizofrenici e gli studi del loro fluido cerebrospinale, del sangue, delle urine e 1'indice neuroendocrino offrono una evidenza debole, al massimo di un possibile disturbo dell'attività dopaminica.
Il nuovo approccio potrebbe soppiantare anche quelle teorie che attribuiscono la schizofrenia a un cattivo funzionamento e a un'attività eccessiva dell'emisfero sinistro.
I ricercatori credono che l'emisfero sinistro reagisca in modo eccessivo perché non può ricevere informazioni da quello destro. Sostengono che la causa primaria sia una trasmissione difettosa attraverso il corpo calloso.
La teoria potrebbe spiegare una vasta gamma di fenomeni schizofrenici, incluse le allucinazioni auditive, in cui i pazienti sentono delle voci che fanno dei commenti sulle loro azioni e pensieri, e le illusioni comuni quali la credenza che i loro pensieri vengano dall'esterno o che siano trasmessi o tirati fuori da una forza esterna.
Il corpo calloso passa le informazioni tra gli emisferi e ne inibisce anche il passaggio. In prove di laboratorio in cui si usano test specifici per una delle due mani, gli schizofrenici, in genere, non riescono a trasferire l'informazione dalla destra alla sinistra.
Birchwood ha detto che gli emisferi non comunicano e non lavorano assieme. C'è un'interferenza. O c'è una cattiva connessione nel corpo calloso o una sconnessione parziale.
Secondo la teoria ogni emisfero considera l'altro come "non appartenente a sé". Quindi i pensieri, i sentimenti o i "comandi" dall'emisfero destro verrebbero recepiti dal sinistro come provenienti da una sorgente esterna e quindi estranei. Le illusioni primarie emergerebbero quando l'emisfero sinistro tenta di capire razionalmente l'origine di questi pensieri del cervello destro. Gli schizofrenici comunemente attribuiscono i pensieri a una persona in un quadro sul muro, in una rivista, alla televisione o seduta vicino a loro, o persino al diavolo.
I. pensieri che si muovono dalla sinistra alla destra apparirebbero al cervello sinistro come tirati via dal cervello e/o trasmessi fuori per radio. Quando invece le attività del cervello destro intrudono nel sinistro, sorgerebbe la sensazione che i propri pensieri siano bloccati.
La teoria, proposta in un libro pubblicato in Inghilterra un anno fa, ha ricevuto un'attenzione positiva da riviste autorevoli quali il British .Journal of Psychiatry. In questo momento che il libro viene diffuso a livello internazionale (Schizophrenia: An Integral Approach to Research and Treatment, di Birchwood, S.E. Hallett e M.C. Prestoman NewYork University Press, 1989), vari psichiatri e ricercatori negli Stati Uniti e in Canada hanno detto che la teoria merita di essere esplorata ulteriormente, pur invitando a prenderla con cautela.
Per esempio Paul Green, un neuropsicologo di Alerta, ha difeso la teoria della dopamina: "Il corpo calloso è parte del sistema che coinvolge la dopamina. Non penso che il corpo calloso sia la causa principale della malattia".
Prove dirette a sostenere la teoria sono venute da quattro diverse sorgenti:
1) Studi sulla manualità, di cui Green è stato il pioniere negli anni '70. I test hanno rivelato anche che molti figli di schizofrenici hanno problemi di comunicazione interemisferica.
2) Prove che misurano la velocità di trasmissione attraverso il corpo calloso. Negli schizofrenici sono stati trovati dei tempi anomali, ma gli autori delle ricerche hanno ammesso che la loro metodologia deve essere aggiornata.
3) Studi che mostrano che le persone senza corpo calloso sviluppano dei centri del linguaggio in entrambi gli emisferi e studi che trovano evidenza di questo anche in alcuni schizofrenici.
4) Autopsie di schizofrenici che rivelano processi gliali anomali del corpo calloso. La gliosi è alla base del processo vitale per cui gli assoni del cervello trovano i loro bersagli durante i mesi finali della gestazione per cui le guaine mieliniche circondano gli assoni e impediscono delle perdite attraverso le fibre (soprattutto durante l'infanzia). Sulla base di questi dati gli autori credono che la vulnerabilità alla schizofrenia si sviluppi molto precocemente.
Birchwood ha notato che gli schizofrenici hanno un'alta percentuale di complicazioni ostetriche e di nascita. Alcuni studi di 20 anni fa hanno rivelato che il 70% dei bambini schizofrenici hanno sofferto di un lungo travaglio, di privazione di ossigeno, di strangolamento da cordone ombelicale, breech birth o di parto prematuro.
Secondo il neuroscienzato Solomon Snyder, quando uno di due gemelli identici diventa schizofrenico, è in genere quello con minor peso e più difficoltà di respirare alla nascita. Particolare interessante, il 41% degli schizofrenici ha anche perso un nonno nei due anni seguenti la nascita.
Uno dei rimedi possibili sarebbe di addestrare il corpo calloso a diventare ambidestro. Nelle persone ambidestre è 1'11% più grande e l'istmo, una parte del corpo calloso, può raddoppiare la sua grandezza quando le persone che usano la mano destra imparano a eseguire alcune prove con la mano sinistra.
Per quanto riguarda invece la possibilità di spiegare l'attività degli emisferi destro e sinistro, direttamente agli schizofrenici, Birchwood ha detto: "E' molto difficile, per loro, riuscire a capire che queste voci che sentono sono il prodotto del loro cervello. Ma con alcuni pazienti ci proviamo. Non può far male e potrebbe aiutare. Per alcune persone ha avuto successo e in alcuni casi ha avuto benefici significativi."
Una cura per la dislessia
Rimodellare il cervelletto per parlare meglio
A Los Angeles un centro sui problemi dell'apprendimento ha dichiarato di aver attenuto successo nell'insegnare dei metodi di coordinazione del cervello a adulti e bambini con dei problemi di apprendimento. I creatori del programma, che si svolge in 16 sessioni, hanno detto di poter raggiungere dei notevoli progressi nel trattamento della dislessia.
Secondo Arnold e Marcia Stillman, la dislessia (scarsa capacità di leggere e sillabare) deriva spesso da errori di sincronizzazione e comunicazione tra l'emisfero destro e quello sinistro. Quelli che ne sono affetti, in particolare, trovano quasi impossibile "scorrere" un libro, perché il flusso di informazioni non entra chiaramente nella loro consapevolezza conscia. Dopo una diagnosi iniziale al centro, ai pazienti è stato fatto un elettroencefalogramma in un momento di lettura e in uno di rilassamento. Quindi gli emisferi destro e sinistro sono stati confrontati in termini di frequenza (alfa - beta, ) e intensità (ampiezza). La maggior parte dei lettori normali, mentre leggono, hanno un EEG nell'intervallo beta (attorno ai 13 hertz) e un'ampiezza media. I dislessici, d'altro canto, tendono ad avere le misure dell'emisfero sinistro, nell'intervallo alfa (attorno ai 10 hertz) e ampiezze maggiori della media, malgrado alcuni abbiano delle ampiezze inconsuetamente basse.
La coppia di ricercatori ha fatto notare che, quando finiscono il trattamento, la maggior parte dei loro clienti hanno un EEG che somiglia a quello dei lettori normali. La loro velocità e la loro qualità, in genere, continua a migliorare.
La strategia pionieristica degli Stillman è nota come rimodellamento del cervelletto (cerebral patterning), ed è basata sull'ipotesi che il cervelletto dei dislessici sia stato poco strutturato in giovane età. Gli Stillman credono che sia il cervelletto, il piccolo cervello di dimensioni di un pugno localizzato dietro il tronco cerebrale, nella nuca, che coordini gli emisferi destro e sinistro. I ricercatori sostengono che il cervelletto può essere energizzato e preparato per una "ristrutturazione" per mezzo della stimolazione dei sensori dell'equilibrio e del bilanciamento nell'interno dell'orecchio.
Questa idea deriva in parte dal lavoro del terapista del lavoro Jean Ayres che ha fatto delle ricerche estese sulla dislessia negli anni '70.
La Ayres concluse che il cervelletto dei dislessici non aveva ancora "imparato" la coordinazione e la sincronizzazione implicata nel bilanciamento interno del cervello e nemmeno il bilanciamento esterno del corpo, tutti fattori critici per lo sviluppo e l'uso del linguaggio.
Il suo programma includeva movimenti di rotazione e una ricreazione del processo di apprendimento dei camminare a gattoni del bambino, nel tentativo di: rieducare il cervelletto. Gli Stillman dicono che il loro trattamento attinge dalla filosofia della Ayres ma usa una diagnosi e una tecnologia migliore.
Un trattamento tipico tura due ore. Durante la prima ora i clienti vengono mossi in ritmi e figure complesse su uno di tre tavoli ruotanti. Uno si muove in un cerchio verticale di 20 cm. mentre il paziente giace sulla schiena. Un altro assomiglia all'altalena e muove la testa e i piedi su e giù. Il terzo si inclina a destra e a sinistra mentre ruota. Insieme, questi tre tavoli forniscono una stimolazione continua dei canali semicircolari dell'orecchio.
Durante la prima ora, i pazienti ascoltano anche delle cassette fatte per stimolare l'orecchio con dei bip ad alta frequenza, dei fischi e altri suoni. Questa idea, dicono gli Stillman, è venuta dal lavoro di un medico francese, Alfred Tomatis. Nella seconda ora il rimodellamento viene rinforzato da esercizi di scrivere a macchina, di lettura e di matematica fatti con programmi computer e con l'assistenza di un insegnante.
I ricercatori affermano che dopo quattro settimane di trattamento i pazienti riferiscono quasi sempre un aumento della velocità di lettura e di comprensione e spesso notano anche un miglioramento dello stato d'animo generale. Alcuni hanno persino cambiato carriera dopo il trattamento, sentendosi più liberi di perseguire delle alternative che lavoro della dislessia gli impediva.
Marcia Stillman, che ha insegnato per 33 anni nel Unified School Distric di Los Angeles, crede che molti bambini dislessici siano tra i più intelligenti e creativi. Sostiene inoltre che i metodi tradizionali inibiscono sistematicamente i loro progressi.
Estratto da Brain and Mind, aprile 90.
Apprendimento: stimolo coadiuvante dell'emisfero opposto
La stimolazione musicale di soggetti che tentano di imparare un labirinto da percorrere col dito produce effetti benefici o dannosi a seconda dell'orecchio in cui viene effettuata.
Alcuni ricercatori dell'università californiana di Fullerton, facendo alcune prove su 96 maschi che usavano la mano destra, hanno trovato che l'apprendimento del labirinto veniva ostacolato quando la musica veniva suonata nell'orecchio dallo stesso lato della mano usata. Quando la musica veniva suonata nell'orecchio opposto, tuttavia, gli studenti imparavano più in fretta di quelli che non avevano ricevuto alcuna stimolazione musicale.
I ricercatori suggeriscono che la competizione interemisferica per l'attenzione rende l'apprendimento più difficile quando sia la musica che il compito assegnato coinvolgono lo stesso lato del corpo, e quindi lo stesso emisfero. Ma quando una mano e l'orecchio sono opposti, la normale competizione tra emisferi può essere ridotta rendendo l'apprendimento più facile, perché il cervello lavora più efficientemente. Un altro gruppo che sentiva la musica contemporaneamente in entrambi gli orecchi imparava ad un livello paragonabile a quello dei soggetti stimolati solo nell'orecchio sinistro, confermando esperimenti precedenti che indicavano che la musica coinvolge l'emisfero destro.
"La lettura Braille o una qualunque prova manuale che implichi l'uso della mano destra può essere influenzata in questo modo", ha detto il ricercatore Richard Mc Farland. "Siamo stati molto contenti di ottenere una visione così chiara delle differenze emisferiche".
Quelli che ascoltavano musica drammatica, colma di presagi, tipo la Trauermusik di Paul Hindemith, imparavano più velocemente di quelli che ascoltavano una musica positiva, calmante come la sesta di Beethoven. Tuttavia il legame mano - orecchio rimaneva lo stesso, indicando che gli effetti emisferici fondamentali erano indipendenti dal tipo di musica usata.
Studi precedenti indicavano l'emisfero sinistro come sede delle emozioni positive e quello destro di quelle negative.
La pet rivela le regioni del cervello coinvolte in attacchi dl ansia e dl panico
Alcuni ricercatori pensano di aver trovato la regione del cervello coinvolta nel panico e nell'ansietà. Per giungere a questo risultato hanno usato la tecnica della tomografia ad emissione di positroni (PET).
Eric Reiman e i suoi collaboratori dell'università di Washington a St. Louis hanno pubblicato due diversi studi dove viene dimostrato che gli attacchi di panico e l ansia provocata dall'anticipazione di eventi ansiogeni aumenta il flusso di sangue nei poli bilaterali temporali.
Nella prima ricerca, alcuni pazienti facilmente preda del panico sono stati esaminati prima e dopo un attacco di ansia. Nello stato iniziale di calma hanno mostrato un'asimmetria sia del flusso che del volume del sangue (minore nel lato sinistro). Durante l'attacco il flusso del sangue è aumentato su entrambi i lati.
Il secondo studio comprendeva misure PET su volontari sani prima, durante e dopo un periodo in cui si aspettavano uno shock elettrico doloroso. Malgrado lo shock non fosse serio, ai soggetti veniva detto che più tardi arrivava, nei due minuti dell'esperimento, più forte sarebbe stato: come l'ansia aumentava il flusso del sangue cresceva rapidamente nei lobi temporali. I ricercatori sono anche stati così in grado di determinare che il flusso del sangue era connesso con l'ansia piuttosto che con altre funzioni del cervello quali il movimento volontario.
Negli stati non ansiosi invece l'analisi PET non ha rivelato nessuna asimmetria anormale. Questo indica che, sebbene gli attacchi di panico e l'ansia anticipatoria condividano un 'cammino comune', essi hanno un'origine differente.
Ricerche precedenti avevano mostrato che la stimolazione dei lobi temporali può produrre ansia e riluttanza. Primati hanno manifestato sintomi di ipervigilanza e nervosismo e i pazienti con epilessia dei lobi temporali hanno provato paura quando venivano stimolati. La paura è anche associata con colpi (traumi) ai lobi temporali.
E' stato suggerito anche che la corteccia temporopolare sia responsabile della valutazione delle informazioni ambientali e del dare inizio a risposte appropriate. Potrebbe essere che stimoli come l'anticipazione del dolore conducano a una incertezza corticale che provoca una reazione eccessiva.
Differenze nel cervello delle donne e dei mancini
Una differenza di dimensioni in un'area del cervello cruciale per la trasmissione delle informazioni, potrebbe aiutare a spiegare la differenza nelle capacità conoscitive tra uomini e donne e anche le differenze nell'uso delle due mani tra gli uomini. Sandra Witelson, una neuropsicologa della Università di Mc Master di Hamilton, Ontario, ha detto che l'istmo, una parte del corpo calloso che connette i due emisferi del cervello, è due volte più grande negli uomini che usano, almeno qualche volta, la mano sinistra rispetto alla loro controparte che usa solo strettamente la destra.
Nelle donne non sembra che ci sia nessuna relazione tra la grandezza dell'istmo e la mano usata. Tuttavia la Witelson ha trovato che, in media, l'istmo delle donne è significativamente più grande che negli uomini che usano solo la destra, che sono circa 1'85%. Potrebbe essere, quindi, che quello che porta alla preferenza di una mano nell'uomo non sia la stessa cosa che causa la preferenza nella donna.
La Witelson sostiene che: 'La scoperta che 1'anatomia del corpo calloso è correlata alla manualità è in favore della nostra ipotesi che sia correlata a una asimmetria funzionale dell'emisfero' Un istmo più grande potrebbe rendere capaci di una comunicazione migliore tra gli emisferi' ed è noto che i mancini hanno una rappresentazione biemisferica, delle attività conoscitive, più vasta.
'Tuttavia non sembra che la relazione struttura -funzione sia la stessa per 1 uomo e per la donna e non è chiaro il perché'.
La differenza di dimensioni tra i due sessi ha anche altre implicazioni. Poiché l'istmo unisce aree corticali critiche per 1 elaborazione delle informazioni sia verbali che spaziali, la differenza potrebbe aiutare a spiegare alcune delle differenze nelle capacità conoscitive tra gli uomini e le donne.
Per esempio le donne, in genere, sono superiori nella fluidità verbale lungo l'arco di tutta la vita, con la tendenza a parlare più precocemente in tenera età e ad avere risultati leggermente migliori in prove di tipo verbale. Gli uomini tendono ad avere una capacità superiore nel pensiero spaziale, come la lettura di mappe e la percezione di oggetti tridimensionali. La Witelson ha suggerito che la predisposizione biologica dei bambini potrebbe interagire con il loro livello di incoraggiamento e di aspettative nello sviluppo delle loro capacità complessive.
Ed ha aggiunto: 'Questo suggerisce una componente neurobiologica all'origine di alcune delle differenze tra i sessi nelle attività conoscitive, ma non significa che gli aspetti sociali e ambientali non abbiano alcuna parte in questa storia'.
La ricercatrice sottolinea che i risultati non implicano in nessun modo che un istmo più piccolo o più grande siano indicativi di una minore o maggiore intelligenza: In generale i risultati della neuroscienza suggeriscono soltanto che e molto probabile che ci siano differenze anatomiche e chimiche tra il cervello della donna e quello dell'uomo'. I ricercatori tenteranno di determinare la natura delle differenze nel corpo calloso con una analisi microscopica.
Questa ricerca è stata presentata a un meeting, in marzo, del gruppo di neuropsicologia di New York, cosponsorizzato dalla New York Academy of Science, e pubblicata sulla rivista Brain.
EFFETTI PSICOFISICI DELLA MEDITAZIONE SULLA SALUTE
Effetti fisici e psichici della meditazione
Uno sguardo scientifico sugli stati meditativi
a cura di Aurora Maggio Cooper
Michael Murphy e Steven Donovan dell'Istituto di Esalen di Sausalito in California hanno raccolto una vasta rassegna di ricerche scientifiche dal 1931 al 1988, sugli effetti della meditazione sulla salute fisica e psicologica. Ne daremo qui alcuni stralci, scelti dalle ricerche sugli effetti della meditazione sui sintomi da stress (ipertensione, colesterolo, riduzione degli ormoni da stress, ansietà).
Gli stress che l'uomo moderno deve affrontare sono molto diversi da quelli incontrati dall'uomo primitivo, le sfide della vita quotidiana odierna sono principalmente mentali, nondimeno queste sfide sollecitano gli stessi meccanismi psichici e fisici che le minacce del mondo naturale producevano nell'uomo primitivo. Le reazioni di 'lotta o fuga' comprendono l'innalzarsi della pressione sanguigna, del ritmo cardiaco, dei livelli di catecolamina, l'accelerarsi dei meccanismi di coagulazione del sangue e altri. Tali effetti sono altresì accompagnati da effetti a lungo termine derivanti dal cortisolo e sollecitati dallo stato di vigilanza cronica.
In Germania la ricerca sui vantaggi della meditazione sul terreno dell'organizzazione aziendale, dell'educazione e della prevenzione sanitaria sembra procedere con risultati estremamente interessanti e positivi. Gli insegnamenti tradizionali di meditazione hanno sempre sostenuto che i disturbi e la fatica quotidiana si possono attenuare se non eliminare per mezzo della meditazione. La quiete mentale e fisica dovuta alla meditazione crea una maggior chiarezza della mente e un benessere appagato del corpo.
Per quanto la meditazione in sé non persegua alcuno di questi scopi ed anzi sia leggerezza... silenzio... piacere di essere con se stessi... non finalizzato se non al momento presente... osservazione radiosa dei propri processi interiori..., nel respiro, nel corpo e nella mente... con distacco... testimoniare... accettare..., alcuni direbbero ritrovare un vecchio amico... celebrare il proprio esserci, il proprio esistere... un "non fare nulla" solo esteriormente improduttivo..., un'espansione di coscienza..., nondimeno per consolidarne il valore universale è utile il lavoro di ricerca svolto da molti ricercatori, in condizioni e presupposti molto diversi fra loro, che vogliamo proporre qui al lettore italiano, sugli effetti benefici della meditazione.
Chiarezza mentale e circolazione del sangue
Alcune delle caratteristiche generali dello stato di stress sono sicuramente la confusione mentale, un senso diffuso di malessere e un abbassamento di energia. D'altra parte la circolazione del sangue è direttamente o indirettamente coinvolta e contribuisce alla chiarezza mentale, al senso di benessere, ad una circolazione maggiore di energia o addirittura ad esperienze di emozione religiosa. I maestri tradizionali di meditazione non potevano misurare la circolazione sanguigna con esattezza scientifica ma erano in grado di orientare la pratica meditativa per mezzo dell'empatia, dell'intuizione, delle sensazioni cinestetiche, spesso osservando i messaggi corporei connessi alla circolazione sanguigna come il fluire del sangue al viso e al petto, modificazione nel tono della pelle e del colorito. Il quadro degli effetti della meditazione sulla circolazione sanguigna fornito da studi contemporanei è agli inizi e deriva in gran parte dalle ricerche sponsorizzate dalla Ricerca sulla Meditazione Trascendentale in USA.
Delmonte (1984) ha esaminato 52 soggetti ed ha scoperto che i meditatori mostravano un aumento significativamente più alto nel volume digitale sanguigno e del metabolismo durante la meditazione rispetto al normale stato di riposo.
Wallance e altri (1978) argomentavano che la caduta dell'acido lattico (associato a stress ed ad alta pressione) nel sangue durante la meditazione poteva essere dovuta all aumento di circolazione del sangue nei muscoli immediatamente associati allo scheletro, con conseguente aumento del metabolismo aerobico. Questi ricercatori hanno riferito a Riechert (1976), che ha riportato un aumento della circolazione sanguigna del 30% all'avambraccio con circolazione immodificata alle dita (usando un plethysmografo). Jevning e Wilson (1978) hanno scoperto che la circolazione sanguigna cerebro-frontale aumentava di circa il 65% durante la meditazione trascendentale in 10 insegnanti ( che avevano da 5 a 8 anni di pratica regolare) e restava elevata anche successivamente con punte sino a 100% (misurata per mezzo di rheoencefalografia quadripolare).
Pressione sanguigna e ipertensione
Esistono prove consolidate che la meditazione aiuta ad abbassare la pressione sanguigna in persone normali o moderatamente ipertese.
Questo dato sperimentale è stato riprodotto in più di 19 studi, alcuni dei quali hanno evidenziato riduzioni sistoliche, nei soggetti esaminati, di 25mmHg o più. In alcune ricerche la combinazione di meditazione con biofeedback o altre tecniche di rilassamento si sono dimostrate più efficaci della meditazione da sola per alcuni soggetti.
Diversi studi hanno comunque dimostrato che il sollievo all'alta pressione diminuisce o scompare totalmente se la meditazione è praticata in modo discontinuo. La meditazione aiuta a rilassare i grandi gruppi di muscoli che premono sul sistema circolatorio in varie parti del corpo. Potrebbe anche aiutare a rilassare i piccoli muscoli che controllano i veicoli stessi del sangue, quando ciò accade la risultante elasticità dei veicoli stessi aiuterebbe a ridurre la pressione all'interno. Potrebbero essere interessati altri meccanismi che ulteriori ricerche potranno rivelare.
Nella ricerca svolta da Simon e altri (1977) a 5 ipertesi cronici era stata insegnata la tecnica della meditazione trascendentale, dopo averla appresa e praticata per circa 32 settimane la loro pressione del sangue è diminuita da 153/101mmHg a 138/92.
Nella ricerca di Stone e DeLeo (1976) a 14 soggetti ipertesi era stata insegnata una meditazione buddhista che implica l'attenzione al respiro in cinque sessioni di venti minuti al giorno per sei mesi. Cinque soggetti ipertesi erano stati tenuti come controllo. Supini, i membri del gruppo esaminato hanno avuto riduzioni di 1mmHg sistolico /8mmHg diastolico. In piedi, la riduzione era di 15mmHg sistolico /10mmHg diastolico.
Il gruppo di controllo in posizione supina ha avuto una riduzione di 1mmHg sistolico/2mmHg diastolico. In piedi la riduzione nel gruppo di controllo era di 2mmHg /0mmHg diastolico. Nella ricerca di Patel e North (1975) 32 pazienti ipertesi venivano assegnati a caso a sei settimane di cura con metodi di rilassamento yoga con biofeedback o a terapie placebo ( rilassamento generale).
Entrambi i gruppi mostrarono una riduzione nella pressione sanguigna da 168/100 a 141/84mmHg nel gruppo trattato e da 169/100 a 160/96mmHg nel gruppo di controllo. La differenza era altamente significativa. Il gruppo di controllo venne in seguito istruito con metodi di rilassamento yoga e la pressione sanguigna cadde ai livelli dell'altro gruppo, ora usato come gruppo di controllo.
La pressione sanguigna è una delle variabili fisiologiche più facili da misurare. Le ricerche proposte dimostrano che molti pazienti con ipertensione moderata migliorano sensibilmente con la meditazione e che l'adozione della meditazione per la cura dell'ipertensione può essere efficace.
Altre modificazioni cardiovascolari
Esistono prove sperimentali che la meditazione allevi certe forme di disturbi cardiovascolari che confermano che lo yoga, il t'ai chi e altre discipline di trasformazione sostengano la salute. Vi sono anche prove sperimentali che coloro che meditano guariscono più in fretta dagli impatti stressanti presentando anche scarse reazioni eccessive allo stress di quanto non facciano i non meditatori. Tali prove sperimentali confermano tutti gli insegnamenti buddisti, taoisti e yogici sul comportamento adeguato e senza sforzo di coloro che praticano la meditazione.
Barr e Benson (1984) e altri hanno sperimentalmente provato che la meditazione è di aiuto per la ipercolesterolemia e l'angina pectoris. Solema e Schwartz (1976) mostrarono a 30 meditatori un film stressante e ne misurarono le risposte per mezzo della conduzione epidermica, del ritmo cardiaco, della descrizione personale dell'esperienza e dei parametri della personalità. Il ritmo cardiaco, sia in meditatori con lunga esperienza che in principianti, superò gli impatti di stress più rapidamente che nei soggetti di controllo, mostrando una configurazione psicofisiologica alle situazioni di stress opposta a quello osservata nelle sindromi da stress. In uno studio di Glueck e Stroebel (1975) i meditatori dimostrarono poche attivazioni croniche ed eccessive di reazione d'emergenza (fuggi o lotta).
Sistema corticale
EEG Onde alpha
Numerosissime prove sperimentali dimostrano che la meditazione porta ad un aumento dei ritmi alpha ( onde cerebrali lente, ad elevata ampiezza che si estendono ai canali anteriori con frequenza da 8 a 13 cicli al secondo).
Riportiamo indicativamente alcuni studi, che hanno utilizzato differenti tipi di meditazione, con gruppi da 1 a 50 soggetti, che comprendevano principianti e maestri Zen:
Delmonte (1984), Echenhofer e Coombs (1987), Woolfolk (1975), Glueck e Stroebel (1975) e molti altri, tutti riportati nella relazione di Esalen.
EEG onde teta
Una struttura caratteristica delle onde cerebrali di meditatori a lungo termine comprende forti bagliori dei ritmi teta dominanti nella zona frontale (da 5 a 7 cicli al secondo). Rao (1965) descrive la meditazione come una forma di autoipnosi parallela allo stato di trance o di sonno ipnotico.
Alcuni ricercatori hanno osservato i risultati EEG in base al modello ergotropico (eccitato) e tropotropico (rilassato) sviluppato da Gellhorn. Davidson (1976) afferma che gli stati mistici possono essere vissuti sia in condizioni ergotropiche che tropotropiche. Egli suggerisce che il girotondo Sufi e le violente contrazioni dei monaci Zen Ishiguro sollecitano reazioni tropotropiche, di rilassamento. Sargant (1974) sostiene che gli stati tropotropici, di rilassamento, possono awenire nel mezzo di un'e sperienza di eccitazione (ergotropica) indotta.. Gellhorn e Kielly (1972) hanno osservato che le modificazioni fisiologiche durante la meditazione sono dovute a un cambiamento dell'equilibrio ergo/tropotropico in direzione tropotropica, un'ottima strategia per migliorare la salute mentale.
Il loro modello è stato criticato da Mills e Campbell (1974) perché ignorava le differenze nelle tecniche di meditazione.
Chimica del sangue
Allo stato non sono possibili paragoni precisi fra la comprensione tradizionale dei cambiamenti corporei nella pratica contemplativa e le ricerche moderne sugli effetti della meditazione sulla chimica del sangue, sebbene le prove sperimentali in alcune ricerche dimostrino che la meditazione abbassa gli ormoni adrenalinici, i lattati e il colesterolo confermando che la pratica spirituale riduce lo stress e l'ansietà.
Ormoni adrenalinici
La meditazione in generale produce risultati psicologici opposti a quello dello stress, tuttavia i ricercatori sono perplessi sul fatto che i livelli degli ormoni adrenalinici non si riducono in modo costante nel sangue dei meditatori.
Tuttavia Benson (1983b) ha studiato 19 soggetti che praticavano tecniche edi rilassamento due volte al giorno per 30 giorni, trovando che i livelli accresciuti di norepinefrina non producevano aumenti nel ritmo cardiaco e nella pressione sanguigna e concluse che le tecniche di rilassamento riducevano la reazione del sistema nervoso centrale alla norepinefrina.
Ahuja e altri (1981) riportavano che coloro che praticavano MT avevano ridotti i livelli di cortisolo e che la riduzione variava in base alla durata della pratica.
Aminoacidi, penilalina e lattato
Esistono prove sperimentali che il metabolismo aminoacidico sia associato agli stati mentali, visto che l'alterazione dei livelli di aminoacido nel plasma è stato correlato a diversi tipi di comportamento.
Elevate concentrazioni di lattato nel sangue sono stati associati con ansietà e pressione alta, ed è stato scoperto che l'infusione di lattato nel sangue produce sintomi di ansietà. Molti studi hanno evidenziato riduzioni dei lattati sino al 33% durante la meditazione (Bagga e altri 1981, Jevning e altri 1978, Benson 1975, Orme Johnson 1973, Wallance e Benson 1972). Altri studi non confermano (Michaels e altri 1979).
Serotonina
Bujatti e Riederer (1976) riportano un eccezionale aumento del metabolita della serotonina 5-HIAA durante la meditazione trascendentale ed osservavano che la serotonina era 'l'ormone dell'appagamento e del riposo'. Gli stessi ricercatori riportano un aumento nella serotonina nell'urina durante l'agopuntura.
Colesterolo
L'eccesso di attività cronica del sistema nervoso simpatico è implicato come fattore in grado di aumentare e mantenere alti livelli di colesterolo indipendenti dalla dieta. Bagga e altri (1981) hanno studiato 40 studentesse in medicina che praticavano la meditazione trascendentale riportando che la media di colesterolo diminuiva da 196.3 mg/dl a 164.7 mg/dl.
Anche Cooper e Aygen (1979) hanno misurato i livelli di colesterolo all'inizio e alla fine di un periodo di undici mesi per 12 soggetti ipercolesterolemici che praticavano meditazione trascendentale e analoghe misurazioni su 11 soggetti che non la praticavano. I dati comparati dimostravano un calo per il gruppo di meditazione 254 mg ml 225mg ml alla fine, per il gruppo di controllo 259 all'inizio e 254 alla fine del periodo.
Ansia
Recenti studi hanno dimostrato che la meditazione riduce l'ansia sia acuta che cronica. I risultati sperimentali concordano con le affermazioni di tutti gli insegnamenti tradizionali secondo cui la contemplazione riduce la paure immotivate.
Delmonte (1985) ha rivisto tutto il materiale sulla meditazione e la riduzione dell'ansia ed ha concluso che coloro che meditano regolarmente tendono a mostrare diminuzioni di ansia, sebbene la meditazione non ha effetti superiori a quelli riscontrati in altri tipi di intervento come l'ipnosi.
Davidson e Schwartz (1984) hanno fatti studi su diversi tipi di meditazione ed hanno concluso che forme di meditazione Zen che richiedono che la persona osservi il respiro o dica un mantra in sincronia con il respiro sono particolarmente efficaci perché attenuano simultaneamente l'ansia cognitiva e quella somatica.
Muskatel e altri (1984) hanno esaminato 52 volontari per tre settimane e mezzo concludendo, fra le altre cose, che la meditazione riduceva l'impazienza e l'ostilità derivante dalle attese forzate (traffico, code) vedi anche Beiman e altri (1984), Heide e Borkevec (1983), Kindlon (1983), DeBerry (1982), Woolfolk e altri (1982)-.
Carrington e altri (1980) hanno studiato 154 impiegati del Telefono di New York, autoselezionatisi per i sintomi da stress sofferti, che a scelta hanno imparato una di tre tecniche di meditazione sul respiro, rilassamento progressivo, mantra o erano posti nella lista d'attesa come controlli.
Dopo 5 mesi e mezzo il gruppo trattato mostrava sensibili miglioramenti clinici ma solo i due gruppi di meditazioni mostravano una significativa riduzione dei sintomi rispetto al gruppo di controllo.
I ricercatori conclusero che la meditazione aveva un considerevole valore per i programmi di gestione dello stress negli ambienti aziendali.
Vahia e altri (1973) hanno studiato 99 pazienti diagnosticati psiconeurotici. Tutti non avevano avuto alcun miglioramento con le cure precedenti. Alla metà veniva insegnato una meditazione che praticavano per un'ora al giorno per sei settimane. All'altra metà venivano date delle pseudo-cure consistenti in esercizi che somigliavano alle asana yoga ed esercizi respiratori minimi. Ad entrambi i gruppi veniva dato lo stesso sostegno, rassicurazione e pastiglie placebo. Dopo la cura il gruppo sperimentale mostrava una riduzione significativa dell'ansia, misurata con la scala Taylor per l'ansia manifesta. Il gruppo di controllo non mostrava alcun cambio significativo. Complessivamente il 74% del gruppo sperimentale venne giudicato clinicamente migliorati dopo la cura.
Delmonte e Kenny (1987) considerano la meditazione come un complemento alla psicoterapia e ritengono che la meditazione possa ridurre i sintomi dell'ansia, dell'insonnia, dell'uso di droghe, migliorando anche l'autorealizzazione delle persone. Kuntz e altri (1985) presentano una struttura di integrazione di meditazione e psicoterapia mettendo in evidenza i vantaggi sinergetici della combinazione delle due pratiche.
L'intensificazione del processo psicoterapeutico per mezzo di questa disciplina, antica e nuova, non deve essere vista come una rivoluzione in psicoterapia ma come un'evoluzione delle idee dei suoi fondatori. Freud e Jung stavano entrambi cercando modi più diretti per espandere la coscienza e l'autoconsapevolezza... Oggi, dopo quasi mezzo secolo, si è modificata la nostra prospettiva biologica e psicologica e ciò offre un punto di vantaggio unico per sintetizzare elaborazioni diverse in modelli più comprensivi per l'autoesplorazione allo stesso modo in cui Freud e Jung usavano i blocchi cognitivi.
Osho Dynamic Project
L'Osho Dynamic Project di Monaco di Baviera è un progetto interessato a promuovere la meditazione dinamica nelle organizzazioni aziendali e nelle cliniche terapeutiche tedesche.
La meditazione dinamica è una tecnica ideata molti anni fa da Osho Rajneesh che aveva osservato i disagi esistenziali dell'uomo moderno occidentale. La meditazione dinamica è costituita da 5 stadi e dura un'ora complessivamente. I primi tre stadi sono ergotropici (in base al modello sviluppato da Gellborn: ergotropico di eccitamento energetico/ tropotropico di rilassamento), gli ultimi due sono tropotropici. La condizione comune da mantenere nei diversi stadi è distacco, osservazione rilassata di quanto accade nel corpo e nella mente, durante tutto il processo. Nel primo stadio per 10 minuti si attua una respirazione detta caotica, che apre i canali di espressione emozionale, nel secondo stadio la persona è lasciata libera di esprimersi emozionalmente con il corpo e con la voce, stadio detto catartico, in cui se c'è rabbia, pianto, risentimento, gioia o danza, essi si esprimono per 10 minuti in totale libertà; il terzo stadio comporta 10 minuti di intensa attivazione attraverso il mantra huh, huh, che colpisce i primi due centri energetici nella zona pelvica, espresso saltando ritmicamente ad ogni huh. Dopo questa forte eccitazione ergotropica d'un tratto si passa alla meditazione vera e propria alla fase tropotropica, di rilassamento, di silenzio e quiete, resa possibile dalla precedente attivazione. I1 terzo stadio infatti termina con uno STOP, che invita i partecipanti a fermarsi immediatamente e a restare immobili per 15 minuti, nella posizione in cui si trovano. La quiete dopo la tempesta. L'ultimo stadio è di celebrazione e invita a un movimento di danza sottile. Poiché questa meditazione è consigliata un'ora prima dell'alba, l'ultimo stadio diventa anche una celebrazione al sole nascente, interiore ed esteriore... Si tratta di una tecnica molto potente.
L'Osho Dynamic Projet di Monaco ha svolto un'inchiesta nell'area di Monaco ed ha scoperto che, particolarmente la meditazione dinamica viene regolarmente utilizzata in cliniche di cura e in organizzazioni aziendali, magari senza che se ne conosca la provenienza.
I1 gruppo di ricerca tedesco ha inoltre riscontrato che in diverse compagnie di assicurazione e scuole di formazione per adulti si riconosce il fatto che 1'85% delle malattie è psicosomatica e poiché la meditazione cura la mente può diventare una reale alternativa per molti malati. I1 direttore di una società assicurativa per le malattie di Monaco ha invitato un membro del Dynamic Project a tenere un corso di meditazione di 10 settimane proprio in questa prospettiva.
La ricerca dell'Osho Dynamic Project si è anche articolata nell'invio di questionari inviati a istituti e cliniche di cura in merito ai mezzi terapeutici adottati e un gruppo di medici si è offerto di studiare sul terreno gli effetti della meditazione dinamica su alcuni pazienti per un certo periodo di tempo. La meditazione dinamica è anche stata sperimentata in alcune prigioni di stato tedesche, in cui si è dimostrata la riduzione drastica del livello di violenza fra i detenuti.
Un membro del gruppo ha sperimentato esercizi di tipo catartico ispirati alla meditazione dinamica a scuola nel programma " silenzio in classe". I bambini e i genitori si sono espressi molto favorevolmente, tanto che il direttore della scuola ha voluto che anche gli altri insegnanti apprendessero le tecniche e le diffondessero nelle loro classi.
Osho Rajneesh ha frequentemente parlato della meditazione dinamica come di un potente mezzo per trasformare la nevrosi dell'uomo moderno in consapevolezza interiore e il team di Monaco ritiene che oggi in Germania ci sono condizioni che creano un'atmosfera matura per questa comprensione diffusa socialmente:
"Tutti vivono in uno stato di stress e di competizione e la riunificazione ha alterato la qualità della vita della gente in termini di frustrazione, rabbia e insoddisfazioni molto più vaste. La gente sta diventando di giorno in giorno più consapevole di non poter vivere in uno stato di tensione permanente, c'è il bisogno di rilassarsi, specialmente in Germania, in cui l'ossessione dell'ordine e della perfezione crea una pressione sull'individuo che colpisce la salute fisica e psichica".
"Molta più gente si rende conto delle cause dei sintomi da stress, come pressione del sangue, problemi cardiaci, sessuali e di digestione. Attraverso questi problemi essi diventano consapevoli del loro bisogno di rilassarsi e la dinamica offre una possibilità immediata di trasformare quelle condizioni"
Ornish, anima e cuore
Le difficoltà emozionali e la separazione dai sentimenti sono alla radice delle
malattie cardiache
A cura di Aurora Maggio Cooper
Presso la facoltà di Medicina dell'Università di California, San Francisco, il prof. Dean Ornish ha sviluppato una cura sperimentale con pazienti affetti da gravi disfunzioni cardiache, senza intervento chirurgico e senza medicamenti ma con uno stile di vita più sano, che comprende una dieta particolare, sostegno psicologico di gruppo e soprattutto pratiche di meditazione. La cura ha dato eccellenti risultati. Dato che le malattie di cuore uccidono più persone di tutte le altre cause di morte insieme, il lavoro del prof. Dean Ornish ha ricevuto forti riconoscimenti in tutto il mondo. I1 programma di Ornish "Apri il tuo cuore" è il primo esperimento terapeutico che unisce modificazione dello stile di vita, dieta, esercizio, appoggio psicologico e meditazione come soluzione alle più gravi disfunzioni cardiache: mai prima una ricerca controllata aveva dimostrato che il blocco delle arterie e altri disturbi cardiaci potevano regredire senza medicine né chirurgia.
Il cuore non è una pompa idraulica
La medicina occidentale ha fatto grandi progressi contro le malattie di cuore, negando però una nozione molto diffusa del cuore come centro emozionale. Trattando il cuore come una pompa meccanica, i chirurghi sono stati in grado di creare i pace-makers e fare grandi progressi nella medicina altamente tecnologica del cuore artificiale, ma mentre ciò accadeva altri scienziati sperimentavano medicinali, psicologia e meditazione arrivando alla conclusione che i disturbi cardiaci emergono spesso da "malattie dell'anima".
Meyer Friedman e Ray Rosenman, due ricercatori che per primi hanno descritto i tipi di comportamento a rischio per le disfunzioni e gli attacchi cardiaci hanno riscontrato: il primo un " bisogno spirituale" insoddisfatto spesso sottostante le crisi cardiache, il secondo un'"ansia profonda" nelle persone a serio rischio coronarico. Kenneth Pelletier dell'Università di California, che ha svolto interviste sistematiche a funzionari aziendali in condizioni lavorative di stress pesante (funzionari della compagnia dei telefoni e funzionari petroliferi), ha riscontrato che la caratteristica particolare di coloro che soffrono di attacchi cardiaci è una dimensione spirituale profonda irrealizzata nel lavoro e nella vita quotidiana.
Ornish stesso parla della separazione generalizzata dai sentimenti, nel mondo contemporaneo, come di un problema che investe la maggior parte dei suoi malati di cuore, costretti a sostenere una personalità fittizia, una "persona", una maschera sociale non corrispondente ai bisogni emotivi del sé profondo.
Il cardiologo di Harvard, Herbert Benson, autore del libro "The Relaxation Response" ha dimostrato che la pratica della preghiera induce forti riduzioni del battito cardiaco e della pressione sanguigna. La ricerca di Benson è andata oltre: la risposta di rilassamento riduce rabbia e ostilità. Unitamente al ricercatore Jared Kass, Benson punta ora a nuovi esperimenti che dimostrino la correlazione fra l'espansione spirituale e il miglioramento della salute.
Presso l'Università del Maryland, James Lynch continua ad esplorare gli aspetti psicologici dell'alta pressione sanguigna. La pressione sanguigna si alza quando parliamo e si abbassa quando ascoltiamo qualcuno. Lynch ha spesso in cura "coppie ipertese" che non si ascoltano mai. Altri ricercatori hanno scoperto che un coniuge o il capo al lavoro possono essere la miccia della rabbia e dell'ostilità e del conseguente innalzamento della pressione sanguigna.
Programma Apri il tuo cuore
I partecipanti alla ricerca iniziale di un anno proposta da prof. Dean Ornish, oltre a smettere di fumare, seguire una dieta povera di grassi, fare esercizio fisico moderato, praticavano almeno un'ora al giorno meditazione, visualizzazioni guidate ed esercizi respiratori. Inoltre si incontravano due volte alla settimana in un gruppo di appoggio in cui parlavano, scambiavano le proprie emozioni... aprivano il loro cuore ad altri!
"Molta gente soffre emozionalmente e spiritualmente," ha detto Ornish "senza affrontare questa sofferenza è difficile andare avanti. Ma quando tale sofferenza viene affrontata e si indicano i modi per gestirla, le trasformazioni in molti casi sono sorprendenti".
Un caso particolare ha spianato a Ornish la comprensione mettendo in chiara evidenza il legame fra emozioni e disturbi cardiaci. Nel resoconto il paziente si chiama Sam, un uomo atletico di 49 anni che aveva aderito al programma "Apri il tuo cuore", dopo aver sofferto di dolori al petto a seguito di una corsa a piedi ed aver saputo da un esame angiografico di soffrire di un grave blocco alle arterie coronariche. Sam fa parte del milione e mezzo di americani che ogni anno hanno attacchi di cuore e forse uno dei cinquecentomila per i quali l'attacco di cuore può essere letale.
Prima che entrasse nel programma di Ornish Sam si era sottoposto a un'angioplastia, un trattamento ordinario (ne vengono eseguite più di 200.000 ogni anno negli Usa), in cui un catetere con un palloncino sgonfiato alla sommità viene inserito nell'arteria e gonfiato al punto del blocco. Questa tecnica comprime i depositi di grassi sulle pareti dell'arteria e ampia il passaggio. Per un certo tempo si sono avuti risultati positivi, ma, come accade per un terzo delle angioplastie praticate, dopo alcuni mesi il dolore al petto di Sam si era ripresentato. E' a questo punto che Sam entra nel programma di Ornish a San Francisco, dove lo stesso dirige l'Istituto di Ricerca per la Medicina Preventiva. Sam non aveva mai fumato e poiché era un atleta da competizione impegnato in esercitazioni faticose, aderire alle regole di esercizio fisico e alla dieta non era per lui un problema. Nondimeno altre parti del programma non suscitavano alcun interesse in Sam, in particolare gli incontri bisettimanali di gruppo in cui i partecipanti erano sollecitati ad esprimere le proprie emozioni. Quando Ornish progettò la ricerca, inserendovi l'appoggio psicologico ad aprirsi emozionalmente e spiritualmente riteneva fosse una componente utile al programma ma non sapeva ancora quanto fosse essenziale nella inversione dell'aterosclerosi.
Così quando Sam sceglieva di starsene seduto durante i gruppi, dicendo che non credeva che "i sentimenti avessero qualcosa a vedere con il suo disturbo cardiaco", Ornish non lo sollecitò a partecipare attivamente.
Nonostante questo particolare, i progressi di Sam erano evidenti. La sua adesione rigorosa alla dieta aveva ridotto il colesterolo da 249 a 121, un livello che avrebbe fatto piacere a qualsiasi medico. Il dolore al petto era sparito. Quando era entrato nel programma, bastava una breve passeggiata per attivare un senso di oppressione al petto. Dopo nove mesi era tornato a correre e ad andare in bicicletta per oltre 100 miglia alla settimana, senza più provare dolore.
Il mese successivo, mentre si esercitava molto oltre le modalità suggerite da Ornish, Sam ebbe un collasso cardiaco mortale.
Sebbene Ornish sospettasse il ruolo delle emozioni nei disturbi cardiaci, la morte di Sam gli confermò che i disturbi cardiaci possono essere molto più del risultato di tassi alti di colesterolo o di mancanza di esercizio. Sam aveva ottemperato a questi parametri, ma il cuore di Sam era mancato per ragioni molto più profonde che non compaiono negli esami del sangue o ai raggi X!
Ornish comprese in seguito che ciò che aveva fermato il cuore di Sam era la sua tendenza coatta a vincere, ad essere il primo in ogni cosa. "Sam era la persona più competitiva che avessi mai incontrato" disse poi Ornish, aggiungendo che una simile attitudine verso di sè e il mondo può essere letale per il cuore. Ornish parla figurativamente di un muro che si forma attorno al cuore della persona che isola i sentimenti in questo modo, sostenendo che le emozioni, che sono i mattoni del muro, rilasciano ormoni che inducono la costrizione delle arterie. La ricerca di Ornish e di altri ricercatori indica che per mantenere le arterie aperte e il cuore sano occorre essere aperti emozionalmente, occorre non trattenere dentro le emozioni. Sam non aveva mai accettato "o era incapace o non voleva affrontare gli aspetti emotivi che possono condurre ai disturbi cardiaci."
La ricerca di Ornish, pubblicata anche sulla prestigiosa rivista medica inglese "Lancet", non era diretta a stabilire quale delle componenti desse l'effetto maggiore. Certamente i diversi aspetti del programma, esercizio fisico moderato, dieta, sostegno psicologico, meditazione sono diversamente determinanti rispetto ai diversi individui che vi partecipano. Tuttavia Ornish è convinto che per curare i disturbi cardiaci è vitale che le motivazioni del comportamento distruttivo vengano affrontate e superate.
L'introduzione da parte di Ornish delle tecniche di guarigione non provengono dalla sua ricerca medica. In effetti Ornish le ha sperimentate su di sè quando, da giovane, aveva sofferto di un isolamento emotivo molto intenso che poteva potenzialmente essergli fatale come lo era stato per Sam.
Ornish proveniva da una famiglia in cui i riconoscimenti sociali, i risultati e le apparenze erano molto importanti, si era iscritto per essere ammesso in un'università medica molto competitiva. In breve tempo cominciò a sentire lo stress della sua situazione. Era continuamente preoccupato di non essere all'altezza e iniziò a prendere tranquillanti e a bere alcolici. La depressione era intensificata, quando si rese conto che anche se fosse riuscito a superare le prove di ammissione alla scuola di medicina non sarebbe stato felice. Il giovane Ornish si sentiva in trappola e non vedeva la via di uscita.
"Ero quasi arrivato a pensare al suicidio" quando una mononucleosi lo indebolì al punto di dover lasciare la scuola e ritornare per curarsi a casa dai suoi genitori. A questo punto accadde l'imprevisto: sua sorella gli presentò Swami Satchidananda e Ornish, sebbene fortemente depresso, volle conoscerlo più a fondo... il "saggio amico", come Ornish lo chiama ancora adesso, gli insegnò tutte le tecniche che attualmente formano il suo programma. Egli stesso le aveva sperimentate e ben presto era uscito dalla depressione, aveva ripreso gli studi, senza farsi più travolgere dalla competizione e dai traguardi.
La ricerca sperimentale
La rivista Lancet 1990-336-129-33, riporta la prima sperimentazione del team di Ornish su 28 pazienti, in base alla quale è risultato che i cambiamenti radicali nello stile di vita proposti da Ornish influiscono sui disturbi coronarici e cardiaci. Sono state esaminate complessivamente 195 lesioni coronariche per mezzo di esami angiografici quantitativi. Il diametro medio delle stenosi si era ridotto da 40 a 37.8 nel gruppo sperimentale ed era aumentato contestualmente nel gruppo di controllo da 42.7 a 46.1. Nell'esame di stenosi superiori al 50% la media del diametro si era ridotta dal 61.1 al 55.8 nel gruppo sperimentale ed era aumentato nel gruppo di controllo da 61.7 al 64.4. Complessivamente 1'82%.dei pazienti del gruppo sperimentale ha presentato modificazioni di riduzione.
I cambiamenti radicali nello stile di vita sono in grado di ridurre anche gravi aterosclerosi coronariche dopo solo un anno, senza l'impiego di medicamenti per l'abbassamento dei grassi nel sangue.
L'esperimento "stile di vita e cuore" è il primo esperimento clinico controllato volto a determinare se i pazienti fuori dall'ospedale possano essere motivati ad attuare e mantenere radicali cambiamenti di stile di vita e in caso affermativo se possa risultarne una riduzione dell'aterosclerosi coronarica. L'intervento iniziava con un ritiro residenziale di una settimana in un albergo per insegnare al gruppo sperimentale i cambiamenti di vita richiesti. La dieta era vegetariana, a basso contenuto di grassi e doveva essere seguita per almeno un anno. La dieta includeva frutta, verdura, cereali, legumi, derivati dalla soia, senza restrizioni caloriche. Nessun cibo animale era consentito eccetto il bianco dell'uovo e una tazza al giorno di latte magro o yogurt. I1 sale veniva ridotto solo ai pazienti ipertesi, la caffeina eliminata, l'alcool limitato ed escluso per chiunque avesse precedenti di abuso. La dieta risultava adeguata e vi si aggiungeva solo la vitamina B12.
Le tecniche di gestione dello stress includevano esercizi dolci di stretching, tecniche respiratorie, meditazione, rilassamento progressivo e visualizzazioni. Scopo di ciascuna tecnica era aumentare il senso di rilassamento del paziente, la concentrazione e la consapevolezza. Si richiedeva ai pazienti di praticare queste tecniche di gestione dello stress per almeno un'ora al giorno.
Gli incontri bisettimanali fornivano un sostegno collettivo per aiutare i pazienti ad aderire al programma di cambiamento dello stile di vita. Le sessioni erano guidate da psicologi clinici che facilitavano la discussione sulle strategie per mantenere l'adesione al programma, la capacità di comunicazione e di espressione emozionale relativa ai rapporti di lavoro e di casa.
Le tecniche di rilassamento di Ornish
Ecco alcune delle tecniche suggerite da Ornish per curare il cuore:
- le visualizzazioni: la mente pensa in parole, ma il tuo corpo risponde alle immagini come se stessero effettivamente accadendo. La visualizzazione può produrre cambiamenti misurabili nel corpo. Uno psicologo registra l'attività muscolare mentre uno sciatore visualizzava se stesso mentre scende da una montagna, e le registrazioni erano simili a quelle fatte su qualcuno che effettivamente sciava. Altre ricerche hanno dimostrato che se si immaginano cose terribili il flusso del sangue al cuore diminuisce. La visualizzazione positiva può comprendere le seguenti immagini: il tuo cuore batte regolarmente; il tuo cuore pompa una sana e consentono un maggiore flusso di sangue; stanno creandosi nuovi passaggi che forniscono ossigeno e altri nutrimenti al tuo cuore.
- il respiro è il ponte fra il corpo e la mente. Quando sei ansioso, il tuo respiro è rapido e superficiale. Quando sei rilassato il respiro è più lento e profondo. Nei periodi di stress emozionale il ritmo del tuo cuore, la pressione sanguigna, la tensione muscolare aumentano. Le tecniche respiratorie producono un effetto calmante profondo nella mente e nel corpo e riducono la stimolazione del sistema nervoso.
La respirazione profonda è una tecnica che puoi usare in qualsiasi momento in cui ti senti teso o ansioso. Prima ispira attraverso il naso, poi inizia a ispirare riempiendo l'addome con l'aria. Continua a ispirare e riempire il basso torace, espandi la cassa toracica e senti l'aria salire più in alto nel petto. Quando l'aria raggiunge l'apice del polmoni sentirai le clavicole sollevarsi. Espira ripetendo il processo alla rovescia. L'espirazione è la fase più rilassata della respirazione, usa maggior tempo che nella ispirazione. Molti maestri suggeriscono un rapporto di 2:1 fra espirazione e ispirazione. Se ti gira la testa, torna semplicemente ad una respirazione normale e poi riprendi.
- la meditazione ha dimostrato di abbassare la pressione sanguigna ed aumentare le prestazioni fisiche. Ma il processo di guarigione fisica è solo una delle manifestazioni della più profonda guarigione che inizia con la meditazione a livello emozionale e spirituale. La meditazione ti aiuta ad essere più consapevole del normale di come la tua mente si agita e ti dà più conoscenza per affrontarne gli squilibri.
Ci sono differenti metodi di meditazione. Porre attenzione al respiro è una delle più semplici ma molto potente. Mettiti in una posizione comoda in un posto tranquillo e chiudi gli occhi. Siediti e stai fermo. Senza cambiare il respiro, osserva semplicemente l'aria che entra ed esce. Senti la sensazione dell'aria che entra e che esce, osserva poi le pause fra ogni ispirazione e ogni espirazione.
Se preferisci puoi contare i respiri. Quando espiri conti "uno", alla successiva espirazione conti "due" e così via. Dopo la quinta espirazione inizia daccapo e conta sino a cinque. Conta solo quando espiri. Se perdi il conto o vai oltre il cinque, allora sai che la tua mente sta vagando. Torna semplicemente alla tua attenzione sul respiro e inizia il conto un'altra volta.
La dieta e la meditazione riducono l'indurimento delle arterie e i livelli dl colesterolo
Un regime di esercizio fisico, dieta vegetariana e la pratica di tecniche quali lo yoga e la meditazione possono aiutare a liberare le arterie intasate senza usare delle medicine. Pazienti in cura per un anno hanno manifestato il 4% di diminuzione del restringimento delle arterie e una caduta dei livelli di colesterolo da 227 a 136. Si tratta della più grande riduzione mai raggiunta con metodi naturali. Dean Ornish, clinico associato all'università di California, San Francisco, ha riferito i risultati al congresso annuale della American Heart Association, dicendo anche che un progamma del genere potrebbe sia prevenire che invertire gli effetti delle malattie. Ornish ha organizzato un programma sperimentale per pazienti soggetti a indurimento delle arterie, che include un regime alimentare praticamente privo di prodotti animali. In media i pazienti prendevano solo quattro mg al giorno di colesterolo, che corrisponde al 1% della media americana. Il gruppo di pazienti inoltre si riuniva due volte la settimana per fare esercizi fisici, yoga, meditazione e tecniche correlate. Un secondo gruppo di confronto che seguiva un trattamento più tradizionale, cioè con assunzione moderata di colesterolo e un po' di esercizio fisico, non rivelava alcun abbassamento dei livelli del colesterolo e un aumento complessivo dell'indurimento delle arterie. Ornish dice: 'Il mio obbiettivo non è di persuadere la gente a cambiare ma piuttosto fornire informazioni per scelte appropriate. In passato ci mancava la tecnologia per misurare gli effetti di un programma completo'. Gli scienziati e i medici, dice Ornish, tendono a credere solo a quello che può essere misurato. Poiché è stato difficile quantificare lo stress emozionale, i dottori tendono a focalizzarsi sulla pressione del sangue, il colesterolo e altri fattori misurabili. Le nuove tecnologie, come la tomografia a emissione positronica rendono possibile misurare gli effetti dell'attività cerebrale sul cuore.
Ornish: 7 Miller Ave., Sausalito, Calif. 94965. U.S.A.
Fattori psicologici, meditazione e malattia
Candice Pert: la ricerca scientifica sui meccanismi che legano benessere mentale e
benessere fisico
di Melissa Ludtke
Negli anni '70, la neurofarmacologa Candice Pert dell'U.S. National Institute of Mental Health ha individuato l'azione delle neuropeptine, molecole staffetta che viaggiano nel corpo collegando il sistema nervoso, immunitario e endocrino. Esse si legano ai recettori delle singole cellule, dando inizio ad una catena di reazioni tra cui la sintesi delle proteine e la divisione delle cellule e la loro attività varia a seconda degli stati emozionali della mente stessa, l'eccitazione dà l'avvio a certe peptine, la depressione ne blocca altre: è proprio dopo questa scoperta della Pert che la ricerca e lo studio delle connessione tra mente e corpo hanno subìto una notevole accelerata. Recentemente una ricerca anglo-americana su 1000 soggetti cui era stato iniettato il virus del raffreddore ha dimostrato come sia possibile stabilire prima ancora di inoculare il virus chi lo prenderà, semplicemente basandosi sul profilo psicologico e la misurazione delle funzioni immunitarie. Quale ruolo giocano le emozioni nel prevenire o curare le malattie? L'interrogativo è vecchio, più vecchio della stessa medicina occidentale, ma attualmente gli è stata data nuova importanza a causa delle recenti ricerche sui metodi per misurare l'impatto della funzione mentale sul corpo. Gli scienziati stanno studiando se e fino a che punto le malattie possono essere influenzate dalla pratica di tecniche quali la meditazione, lo yoga, le terapie di gruppo, l'immaginazione guidata e il rilassamento. Il dr. Robert Adler, docente all'Università di Rochester e pioniere in questo tipo di ricerca, afferma: 'Se effettivamente si può alterare il corso della malattia manipolando i fattori psicologici, è importante capire quali sono i meccanismi di questo processo, e ciò potrebbe portare a una rivoluzione della medicina'.
Sempre più persone utilizzano terapie mente/corpo per proprio conto, magari affiancate a trattamenti medici convenzionali. Al di là del riscontro popolare, il vero lavoro che è in corso nei laboratori di tutto il mondo è volto a individuare le sottili connessioni fra mente e corpo, separando il mito dalla realtà, le intuizioni dai fatti, la fede dalla scienza. Tale ricerca parte dalla scoperta dell'influenza della psiche sull'attività delle neuropeptine. D'altro canto sempre più centri medici utilizzano diverse tecniche di crescita mentale e i risultati sono concreti. Un esempio viene dalla Nuova Zelanda dove l'80% dei pazienti affetti da ipertensione dopo un periodo di pratica di meditazione buddista Zen hanno visto abbassarsi notevolmente la pressione sanguigna, dove pazienti affetti da cancro reagiscono molto meglio, riducendo la nausea durante la chemioterapia.
Persino certi bastioni conservativi dell'establishment medico americano si stanno interessando alle terapie mente/corpo come un'aggiunta alle cure convenzionali. L'American Medical Associations Council on Scientific Affairs ha dedicato una sua riunione all'argomento off limits delle terapie mente/corpo. Scuole tradizionali di ricerca come Harvard e l'Ucla stanno includendo ricerche sulle relazione mente/corpo nei loro corsi. Tutto ciò che la medicina occidentale sta cercando di porre su basi scientifiche è sempre stato certo per le medicine orientali. La medicina ayurvedica, ad esempio, iniziata in India circa 6000 anni fa, usa da sempre la meditazione, il massaggio e le erbe per stimolare il naturale processo di guarigione dell'organismo. I1 dr. Deepak Copra, un endocrinologo che pratica la medicina ayurvedica, pone un interrogativo interessante: 'Dentro di noi ci deve essere un "corpo pensante" che risponde ai comandi della mente. Ma dove è realmente e come è fatto?' In ogni caso la medicina, nonostante gli strumenti moderni a disposizione, è ben lontana nel suo complesso dall'aver trovato il 'segreto guaritore del corpo'. Nel frattempo la ricerca sembra evidenziare nuovi modi in cui i medici possono aiutare i loro pazienti. E questo fa stare meglio tutti.
Differenze nell'EEG durante l'apprendimento di giovani meditatori
Ricercatori nello stato dell'Iowa hanno pubblicato sull'International Journal of Neuroscience che giovani praticanti la meditazione hanno mostrato una maggior coerenza delle onde cerebrali tra i due emisferi durante alcune prove di apprendimento rispetto ad alcuni giovani studenti della stessa età, sesso e punteggio scolastico.
I meditatori hanno anche mostrato un aumento dell'attività muscolare (eccitazione) durante l'apprendimento rispetto al gruppo di controllo e una riduzione dell'attività muscolare durante i periodi di non apprendimento. Sulla base della nozione secondo cui le persone con danno ai lobi frontali hanno difficoltà a formulare concetti che permettano loro di risolvere problemi, i ricercatori avevano ipotizzato che la coerenza tra gli emisferi potesse variare durante il periodo di risoluzione di problemi, e supposto che i meditanti avessero un funzionamento cerebrale (brain style) meno eccitato e più integrato nei compiti che implicano feed - back e flessibilità. Nell'esperimento i soggetti dovevano identificare i modelli (patterns) stabiliti in precedenza dagli sperimentatori sulla base di esempi dati. Essi dovevano cercare di indovinare i parametri chiave di misura, colore, eccetera basati sul feed - back. Dopo una serie di risposte corrette, dovevano cimentarsi con un cambio di parametri (concept reversal), ossia un nuovo feed - back che suggeriva una differente serie di parametri. Questi problemi rappresentano una simulazione di situazioni proprie al manifestarsi della flessibilità, e della capacità di adattamento ai differenti problemi di ogni giorno. Prima di questi test, il primo gruppo ha meditato per dieci minuti, mentre il gruppo di controllo si è rilassato per lo stesso tempo.
Dopo l'avvenuto apprendimento dei parametri chiave dei test, dimostrato da una certa serie di risposte positive, i meditatori mostravano una maggior coerenza nel ritmo alfa dell'EEG rispetto ai non meditatori.
I ricercatori hanno evidenziato come durante il periodo di confusione, nel momento del cambio dei parametri sperimentali, vi sia stata una significativa diminuzione della coerenza solo nel gruppo dei non meditatori. Gli sperimentatori Michael Dillbeck e Susanne Veseley, della MIU, riferiscono che i meditatori erano più calmi durante il periodo di confusione, laddove gli altri soggetti mostravano un aumento dell'eccitazione. Essi hanno formulato l'ipotesi secondo cui i meditatori avevano mostrato una risposta più selezionata agli improvvisi cambi di informazione o a notizie incongrue, anche se mostravano una maggior eccitazione durante il periodo di apprendimento. Il gruppo dei meditatori, di età superiore ai vent'anni, aveva praticato la meditazione per un periodo di circa quattro anni.
Meditazione e gestione aziendale
Nell'ottobre 1990 sulla rivista tedesca Capital è uscito il reso conto di un convegno con la presenza di 597 fra dirigenti aziendali, di politici ed economisti, che riporta anche l'intervento di Gerd Genken, consulente aziendale che ha sintetizzato alcune delle proposizioni del convegno che riportiamo: "La futura gestione aziendale non ha bisogno di nuove strategie ma di una coscienza migliore nell'individuo. La coscienza individuale sarà uno dei più forti fattori di successo perché aggiunge qualificazione alle strategie. Se la coscienza individuale è ristretta e sbagliata anche le migliori strategie falliscono. Ma se si vuole cambiare la propria coscienza occorre una sorta di grimaldello che apra la porta alle dinamiche interiori. Uno di questi strumenti è senz'altro la meditazione. La meditazione è la tecnica in grado di far vedere la propria mente e individuare la coscienza interiore. La meditazione diventerà negli anni '90 di diretta competenza dei dirigenti aziendali che vogliano qualificarsi per una gestione valida ed espansa dei problemi da affrontare nel mondo del lavoro".
L'International Herald Tribune del 14 giugno 1990 riporta una conferma di quanto discusso nel convegno tedesco. Molti dirigenti e funzionari esecutivi americani combattono con un'incapacità quasi nevrotica di comunicare i propri desideri e i propri obbiettivi di lavoro. Ciò può ostacolare l'efficienza, la produttività e il profitto delle società. I costi dello stress aziendale sono valutati negli Usa in 50 miliardi di dollari l'anno per terapie di sostegno psicologico, inabilità e assenteismo.
Solo dieci anni fa, coloro che menzionavano la parola spirituale, i valori spirituali, la guarigione spirituale e la spiritualità come strumenti di cura erano senz'altro derisi ma ora, riporta l'Herald Tribune, vi è una maggiore comprensione dell'importanza del benessere interiore di chi ha responsabilità aziendali e vengono introdotti programmi di crescita mentale e spirituale idonei a migliorare la qualità della consapevolezza individuale e di conseguenza delle relazioni di lavoro.
Meditazione e gestione aziendale
Nell'ottobre 1990 sulla rivista tedesca Capital è uscito il reso conto di un convegno con la presenza di 597 fra dirigenti aziendali, di politici ed economisti, che riporta anche l'intervento di Gerd Genken, consulente aziendale che ha sintetizzato alcune delle proposizioni del convegno che riportiamo: "La futura gestione aziendale non ha bisogno di nuove strategie ma di una coscienza migliore nell'individuo. La coscienza individuale sarà uno dei più forti fattori di successo perché aggiunge qualificazione alle strategie. Se la coscienza individuale è ristretta e sbagliata anche le migliori strategie falliscono. Ma se si vuole cambiare la propria coscienza occorre una sorta di grimaldello che apra la porta alle dinamiche interiori. Uno di questi strumenti è senz'altro la meditazione. La meditazione è la tecnica in grado di far vedere la propria mente e individuare la coscienza interiore. La meditazione diventerà negli anni '90 di diretta competenza dei dirigenti aziendali che vogliano qualificarsi per una gestione valida ed espansa dei problemi da affrontare nel mondo del lavoro".
L'International Herald Tribune del 14 giugno 1990 riporta una conferma di quanto discusso nel convegno tedesco. Molti dirigenti e funzionari esecutivi americani combattono con un'incapacità quasi nevrotica di comunicare i propri desideri e i propri obbiettivi di lavoro. Ciò può ostacolare l'efficienza, la produttività e il profitto delle società. I costi dello stress aziendale sono valutati negli Usa in 50 miliardi di dollari l'anno per terapie di sostegno psicologico, inabilità e assenteismo.
Solo dieci anni fa, coloro che menzionavano la parola spirituale, i valori spirituali, la guarigione spirituale e la spiritualità come strumenti di cura erano senz'altro derisi ma ora, riporta l'Herald Tribune, vi è una maggiore comprensione dell'importanza del benessere interiore di chi ha responsabilità aziendali e vengono introdotti programmi di crescita mentale e spirituale idonei a migliorare la qualità della consapevolezza individuale e di conseguenza delle relazioni di lavoro.
La Rosa Mistica
Una nuova terapia meditativa per l'uomo moderno: ridere piangere meditare
a cura di Aurora Maggio Cooper
La rinuncia, divenuta inconsapevole, alla libera espressione emozionale e sensibile che il moderno stile di vita impone per agire e operare nel mondo sociale quotidiano, è alla base del malessere generalizzato di cui, chi più chi meno, conosciamo gli effetti negativi. Dietro la famosa sindrome da stress, dietro la mancanza di gioia di vivere, dietro la noia e l'indifferenza diffusa ci sono emozioni e frustrazioni represse e compresse dentro di noi, che costituiscono il potenziale terreno dell'indebolimento vitale.
Le emozioni represse
Il processo meditativo denominato 'La Rosa mistica' offre un'occasione di libera espressione, per mezzo del riso e del pianto, le forme biologiche con cui la natura ha provvisto l'uomo per liberare propri canali energetici vitali. Si tratta di un processo fondato su un'osservazione illuminata dell'uomo moderno e delle sue difficoltà reali a vivere liberamente. Il processo offre un'occasione semplice/non semplice di dare uno spazio privilegiato a noi stessi e di alleggerire la nostra vita dal passato e dalla rigidità che ci portiamo dietro.
Un metodo semplice che richiede però un forte desiderio di migliorare la qualità della propria vita. Non si tratta di una terapia nel senso di fornire aiuto esterno ai problemi psicofisici ma di una terapia autoresponsabile, che ognuno può decidere di darsi, in piena libertà e responsabilità individuale. Da quando è stato introdotto da Osto Rajneesh tre anni fa molte migliaia di persone vi hanno partecipato, a Poona e in Europa e altrove.
Ya-hoo e Ya-boo, mantra senza terapia
Il processo della Rosa Mistica crea unicamente un ambiente protetto e privilegiato in cui ogni partecipante può, attraverso il riso e il pianto e la meditazione che ne consegue, aiutarsi a integrare consapevolmente angoli rimossi di emozioni passate che inquinano lo slancio vitale di ognuno. Nella sua struttura pratica 'La Rosa Mistica' è molto particolare perché unisce una coralità oggettiva, tutti sono partecipi ma ognuno è da solo con la propria dimensione emotiva e la propria consapevolezza individuale. Tutti insieme e ognuno per sé. Le uniche 'tecniche' suggerite all'inizio di ogni sequenza sono due mantra molto potenti che stimolano l'espressione 'oggettiva', cioè a dire senza motivo attuale, del riso e del pianto. E' un gruppo di 21 giorni, suddiviso in tre parti. Nella prima si inizia con il mantra 'Yahoo!' tutti insieme a piena voce, poi per tre ore al giorno si ride a partire da niente, si ride senza motivo, per sette giorni consecutivi. Nella seconda si inizia con il mantra 'Yaabhoo!' tutti insieme a piena voce e poi si piange senza un motivo immediato per sette giorni sempre per tre ore al giorno. Nella terza parte denominata 'l'osservatore sulla collina' si sta seduti in silenzio in giardino per tre ore, sempre per sette giorni. Diamo qui uno stralcio di un'intervista di Ma Anand Nirved che lo conduce sin dall'inizio.
Un metodo semplice e rivoluzionario
Nirved parla della sua esperienza con questo metodo semplice e rivoluzionario: 'Per quanto sembri incredibile sono tre anni da quando abbiamo iniziato a gridare 'Yahoo!' la prima volta, è stato un grande regalo. Ho appena finito un'altra Rosa Mistica con circa 100 persone e sono veramente stupita di riscoprire ancora una volta quanto questo lavoro sia la mia meditazione preferita. Nel discorso in cui ha introdotto questo processo Osho diceva" Vi sorprenderà scoprire che nessuna meditazione vi può dare tanto quanto questa piccola strategia". 'Ed è vero, sono sempre più sorpresa della magia che accade nella Rosa Mistica, il segreto sembra la semplicità nessuna terapia, nessuna parola, nessuna analisi. Ognuno resta da solo con la propria energia nel presente, ogni istante una scelta, ogni istante una nuova occasione per andare più a fondo in se stessi. Un processo molto pulito, non si deve aggiungere niente, solo creare un riparo, una protezione, uno spazio chiaro per la scoperta di ognuno.
Una nuova terapia meditativa
"Possiamo dire che questa è veramente una terapia di nuovo tipo, una terapia meditativa in cui ognuno si confronta soltanto con se stesso e prende la propria responsabilità di espressione. Si tratta di un gruppo che parte da una prospettiva di libertà individuale totale, di pulizia delle emozioni rimosse attraverso il riso e il pianto. Un'esperienza 'oggettiva' delle nostre espressioni emozionali, svincolate da sollecitazioni esterne ma fondate sulla consapevolezza che ci sono troppe emozioni rimosse che abbiamo dentro e da cui vogliamo ripulirci, per ritrovare l'innocenza di quando eravamo bambini. 'Vedendo le facce alla fine di una Rosa Mistica -guardando gli occhi dei partecipanti non ho dubbi che quell'innocenza si è affacciata di nuovo. Vedo anche dei cambiamenti nei gruppi, sono intervenute un'intensificazione e un approfondimento collettivi. Chi prende la responsabilità con se stesso di partecipare alla Rosa Mistica qui a Poona ha fatto un lungo viaggio in senso pratico e interiore e afferra l'occasione per superare le proprie difficoltà di espressione emotiva, nella certezza di procedere sulla strada giusta per avvicinarsi maggiormente a se stesso. Il gruppo avviene dentro una delle nostre piramidi di marmo, costruita apposta per questo processo. A parte il fatto di trovarci in un luogo bellissimo, anche una scettica come me può sentire l'intensificazione energetica che avviene sotto la grande piramide!
Per me è un processo che faccio in continuazione e lo sento sempre nuovo e sorprendente, essenzialmente è una meditazione. In ogni stadio si vede così tanto di se stessi - nel cercare di ridere per tre ore. Come non potrebbe essere così! Provate... Si crea un'intimità fra i partecipanti in un mondo senza parole, uno spazio nudo - momenti di condivisione intensa, senza associazioni, senza aspettative, senza storia - una condivisione di umanità pura. Poi c'è l'osservatore sulla collina e le sorprese continuano, mentre scendiamo in giardino. Molti non avrebbero scelto di fare Vipassana per una settimana e si ritrovano tranquilli a fare niente, a essere testimoni di se stessi e felici di farlo. Eccoci qua a ridere, piangere e meditare nella pace di questo splendido giardino...
Medicina yogica e scienza medica occidentale
Il nesso tra respirazione, mente e metabolismo
di David Hannahoff - Khalsa
Presentiamo una sintesi divulgativa di un lavoro presentato da David Hannahoff - Khalsa alla prima conferenza internazionale sulla "Medicina dell'Energia", tenutasi a madras dal 27 febbraio al I marzo 1987. In esso vengono evidenziati i numerosi punti di contatto tra medicina yogica e scienza medica occidentale, relativi al funzionamento bipolare dell'organismo umano. L'autore è stato un discepolo di Yogi Bhajan, da cui ha appreso le conoscenze relative all'antica scienza del Kundalini Yoga.
Nella visione della medicina yogica vengono individuati tre canali principali che sono dei veicoli dell'energia pranica (il soffio vitale), vale a dire ida (il meridiano sinistro), pingala (il meridiano destro) e sushumna (il meridiano centrale che scorre lungo la colonna vertebrale). Inoltre ida e pingala vengono associati all'attività delle fibre nervose del sistema nervoso simpatico e parasimpatico, sui due lati del corpo.
Quando predomina pingala (meridiano destro), si ha un maggior flusso d'aria attraverso la narice destra, mentre la narice sinistra è relativamente congestionata. Quando viceversa predomina ida, la situazione è invertita: il flusso d'aria è maggiore nella narice sinistra, mentre quella destra è relativamente congestionata.
Le prime osservazioni storicamente documentate sul bipolarismo del corpo vennero compiute dal fisiologo tedesco Kayser verso la fine del secolo diciannovesimo. Kayser osservò questo processo di relativa congestione/decongestione delle narici e descrisse questo fenomeno come "ciclo nasale", collegandolo all'alternarsi del tono vasomotorio periferico sui due lati del corpo. Kayser notò altresì come il ciclo nasale fosse collegato ad altre manifestazioni: la relativa dilatazione/contrazione delle pupille, la maggiore o minore attività delle ghiandole salivari e le secrezioni mucose nasali. Questi risultati di Kayser sono contenuti in una serie di articoli che rappresentano il primo documento scientifico che attesta la conferma delle conoscenze della medicina yogica da parte della scienza occidentale. Il ciclo nasale venne in seguito studiato in diversi laboratori sparsi per il mondo; e fu oggetto di articoli su varie riviste scientifiche; ma fu solo nel 1951 che uno studioso di nome Beickert riprese l'esplorazione simultanea di diverse manifestazioni fisiologiche correlate tra loro e soggette al controllo del sistema nervoso.
Beickert fece delle osservazioni simili a quelle di Kaysar, descrivendo le suddette manifestazioni fisiologiche come "ritmi bipolari dell'innervazione vegetativa" (halfsided rhythms of vegetative innervation); e andò al di là delle conclusioni di Kaysar suggerendo l'esistenza di simili cicli anche nella circolazione cerebrale (un'ipotesi che tuttavia non riuscì a dimostrare), e riscoprendo anche un articolo di Springorum e Centenaro, del 1957, che conteneva dei risultati sperimentali che dimostravano l'andamento ciclico del flusso renale.
Il ciclo nasale veniva nel frattempo studiato soprattutto dagli otorinolaringoiatri, con finalità più applicative che teoriche. Tali ricerche erano infatti orientate alla terapia delle ostruzioni nasali croniche, sia monolaterali che bilaterali, e per alleviare le congestioni nasali. Ciò portò ad una conoscenza più approfondita dell'anatomia e della fisiologia che stanno alla base del ciclo nasale. Venne ad esempio constatata l'alternanza del predominio delle innervazioni del sistema simpatico e di quelle del sistema parasimpatico, che sono presenti nelle mucose delle due narici, sottolineando come questo avvicendamento determini il ciclo nasale. Il predominio del simpatico sulla narice destra causa la vasocostrizione e la conseguente decongestione di tale via nasale, facendo aumentare il flusso d'aria; tale predominio si accompagna al prevalere del :parasimpatico nella narice sinistra che ne provoca la congestione. Questa relazione destro - sinistro è ciò che gli yogi chiamano "maggiore attività del pingala". Una maggiore attività dello ida avrebbe l'effetto opposto: un prevalere del simpatico nella narice sinistra e del parasimpatico nella destra.
Mente e metabolismo
Dunque il ciclo nasale ci fornisce la chiave interpretativa per studiare ed interpretare i legami esistenti tra la mente ed il metabolismo. Lavori più recenti (Werntz, Bickford, Bloom e Shannahoff-Khalsa, 1980, '81, '83) hanno ancora messo in risalto il legame esistente tra il ciclo nasale ed i ritmi ultradiani bipolari dell'attività cerebrale. In questo studio vennero applicate per la prima volta le tecniche moderne della fisiologia, nel tentativo di dimostrare l'eventuale presenza di cicli di alternanza nell'attività dei due emisferi cerebrali, in soggetti umani allo stato di veglia. Questo ritmo innato del Sistema Nervoso Centrale non solo è collegato al ritmo del Sistema Nervoso Autonomo, ma è anche un'altra espressione del medesimo fenomeno, studiato sotto una diversa angolatura. Non può mancare di stupire il fatto che la relazione tra ritmo cerebrale e ciclo nasale e ad altre regioni periferiche correlate costituiva parte integrante della scienza yogica già migliaia di anni fa.
Anche gli esperimenti compiuti con l'elettroencefalogramma durante il sonno su soggetti umani hanno confermato l'esistenza di ritmi di attività dei due emisferi cerebrali alternantisi tra loro, un fenomeno che è legato alle fasi di sonno REM e sonno NON-REM (REM - Rapid Eye Movement, si tratta di quella fase del sonno accompagnata da rapidi movimenti degli occhi). Osservazioni simili sono state effettuate anche sugli animali (conigli, gatti, delfini ed artocefali).
Negli studi di Werntz, Bickford, Bloom e Shannahoff-Khalsa, 1980, '81, '83 venne adoperata un'apparecchiatura EEG standard per registrare l'attività di entrambi gli emisferi, prelevando i segnali di entrambi gli emisferi (le cui ampiezze nel campo di frequenze da 1 a 33 Hz vennero elaborate elettronicamente mediante un processo di rettifica, integrazione e sottrazione, con un integratore tipo Drohochi), in modo da evidenziare quale dei 2 emisferi generasse un segnale di ampiezza maggiore. Contemporaneamente veniva registrato il volume d'aria inspirato/espirato attraverso ciascuna narice. Gli esperimenti furono effettuati su 43 soggetti ignari della finalità della ricerca, per un tempo correlato alla capacità del soggetto di rimanere immobile (e senzatensioni muscolari suscettibili di causare interferenze nell'elettroencefalogramma) e al tempo necessario a registrare, se possibile, almeno una transizione del ciclo nasale.
Un esame critico dei risultati evidenzia una correlazione statisticamente significativa tra l'ampiezza. del segnale EEG di un emisfero e il prevalere della narice controlaterale (= dal lato opposto all'emisfero), con una corrispondenza tra transizione del ciclo cerebrale e transizione del ciclo nasale, ed uno sfasamento (positivo o negativo) tra le due transizioni di alcuni minuti.
Ora secondo il Kundalini Yoga l'emisfero cerebrale predominante è quello che si trova dal lato opposto rispetto alla narice attiva. Tuttavia in buona parte degli articoli su riviste scientifiche relativi agli studi EEG si avanza l'ipotesi che un aumento dell'ampiezza del segnale EEG corrisponda ad una riduzione dell'attività mentale. Si tratta di u n punto controverso. Anche se gli studi di Klein e Armtege ('79) suggeriscono un alternarsi dei due emisferi cerebrali nello stato di veglia, il loro studio non include il ciclo nasale o altre manifestazioni fisiologiche correlate. Uno studio del '88 effettuato su .126 soggetti maschi e 70 soggetti di: sesso femminile, tutti destrorsi, ha evidenziato come il predominio della narice destra corrisponda aduna superiore capacità verbale, mentre il predominio della narice sinistra è associato ad una maggiore abilità spaziale. Tale conclusione è coerente con la tesi del "predominio controlaterale" sostenuta dalla medicina yogica, tesi che tra l'altro è anche la più ragionevole dal punto di vista anatomico. Una maggiore attività mentale è presumibilmente correlata ad un aumento della circolazione di sangue, se il ritmo cerebrale ed il ciclo nasale sono il riflesso del medesimo fenomeno dominato dalla dilatazione/contrazione dei vasi sanguigni. Poiché le fibre nervose del Sistema Autonomo non si incrociano con quelle del sistema somatosensorio, il predominio della narice destra (ovvero l'aumento di attività del simpatico) corrisponde ad una maggiore attività del parasimpatico nell'emisfero controlaterale e quindi ad un maggiore afflusso di sangue, che consente una maggiore attività mentale.
Un altro studio dell'87 conferma la relazione controlaterale di narici ed emisferi cerebrali, mantenendo tra l'altro una correlazione tra respirazione forzata attraverso una sola narice ed aumento di attività dell'emisfero controlaterale, a prescindere da quale fosse l'emisfero inizialmente predominante. La relazione tra emisfero cerebrale e flusso dell'aria inspirata/espirata è stata studiata da Bell e Shanna ('85) mediante delle misure simultanee della temperatura della membrana del timpano dell'orecchio (mediante microsonde a termistore applicate al timpano) e del volume d'aria inspirato/espirato. Vi sono altri tre studi che suggeriscono l'esistenza di un nesso tra l'aumento dell'attività corticale e la relativa diminuzione della temperatura della membrana del timpano (TMT). Tali studi riguardano rispettivamente
a) l'abilità di esecuzione di esercizi verbali e spaziali; b) la suscettibilità rispetto all'ipnosi; c) l'esecuzione di esercizi verbali e spaziali in situazioni di forte stress ed in situazioni normali.
Il ragionamento che sta alla base dell'esperimento è che un aumento dell'attività mentale richiede un maggior apporto di sangue dal resto del corpo, che è a temperatura inferiore rispetto al cervello; ragione per cui la temperatura del timpano che si trova dal lato dell'emisfero dominante deve tendere a scendere. In effetti ciò viene confermato sperimentalmente; tuttavia questo tipo di misura appare essere più delicato e meno affidabile delle misure EEG.
Altri studi indicano concordemente che la transizione del ciclo nasale (cambio della narice più attiva) è accompagnata sempre da un'analoga transizione relativa agli emisferi cerebrali. Secondo la medicina yogica questo ritmo in individui sani ed in condizioni normali (diverse quindi da quelle artificiali di un laboratorio, in cui le attività dei soggetti sono ridotte al minimo) corrisponde a 10 cicli al giorno, ovvero ad un periodo di 2,5 ore di durata media di un ciclo. Gli studiosi occidentali hanno riscontrato dei tempi medi variabili, dell'ordine di alcune ore (da 3 a 8). I risultati variano da un gruppo di ricerca all'altro e si riferiscono a condizioni di laboratorio, per cui l'accordo con il dato di 2,5 ore può essere considerato, tutto sommato, accettabile. I ritmi ultradiani del sonno REM e del sonno non - REM corrispondono ad un periodo medio di 80 - 120 minuti, con il progressivo allungamento della fase REM nell'arco della notte. Il corrispettivo notturno del ritmo cerebrale deve evidentemente rispecchiare una qualche forma di compensazione che aiuti a ristabilire l'omeostasi. Nel Kundalini Yoga il "sonno della narice destra" è l'equivalente del sonno REM ed il "sonno della narice sinistra" è l'equivalente del sonno non - REM. Il sonnambulismo avviene durante il predominio della narice sinistra.
Altri ricercatori (Sperrv et al., 1964) hanno caratterizzato il "profilo" dei due emisferi, studiando pazienti con i due emisferi cerebrali non comunicanti. Tali pazienti si comportano come se avessero due menti separate, due diverse personalità, che possono operare in modo indipendente. L'emisfero cui arriva lo stimolo reagisce senza "consultarsi preventivamente" con l'altro emisfero. Bear si occupa dello stesso tema ed afferma che i pazienti con lesioni all'emisfero destro hanno disturbi nel comunicare emozioni, mentre quelli con lesioni all'emisfero sinistro, sono spesso affetti da afasia.
Il lavoro di Flor - Henry (1979) e quello di McIntyrf (1976), entrambi su pazienti epilettici, mettono in risalto come nei soggetti con affezioni interessanti il lobo temporale destro vi fosse una preponderanza di disordini relativi alla sfera emotiva/affettiva e manifestazioni di aggressività; mentre quelli con problemi al lobo temporale sinistro presentavano difficoltà di ideazione (psicosi schizofreniforme, profilo riflessivo).
Un altro contributo alla caratterizzazione del profilo di ciascun emisfero deriva dai lavori di Terzian e Cecotto (1959) e Rossi e Rosadini (1967), che ricorrono alla tecnica di disattivazione di uno dei due emisferi mediante iniezione di un barbiturico (sodio amo - barbital), constatando come la "barbiturizzazione" dell'emisfero sinistro provochi una reazione di estrema depressione, mentre quella dell'emisfero destro induce una reazione euforica - maniacale.
Un altro studio di estremo interesse, i cui risultati sono ora più facilmente comprensibili, viene portato avanti da Lynn (e viene citato da Ischlondsky in un suo lavoro del 1955) su pazienti MPD (affetti cioè da disordini da "personalità multipla") di sesso femminile. In tali soggetti il tono vasomotorio periferico si alternava simultaneamente sui due lati del corpo; mentre coesistevano due personalità diversissime alternantesi tra loro, con un passaggio talora quasi istantaneo, secondo il seguente schema:
Personalità 1: impulsiva, irresponsabile, vendicativa, ribelle verso l'autorità, che fa uso di un linguaggio offensivo e scurrile. (corrisponde al predominio della narice destra.
Personalità 2: dipendente, sottomessa, timida, affezionata, obbediente, in cerca di affetto e di approvazione da parte delle stesse persone precedentemente maltrattate. Corrisponde al predominio della narice sinistra.
L'esame neurologico rivelava che i due lati del corpo rispondono in modo diverso agli stimoli sensori, vista, udito, tatto, olfatto, salivazione, sudorazione, ecc. e congestione/decongestione delle narici.
Nella medicina yogica si parla di due personalità corrispondenti al predominio dell'una o dell'altra narice. La m. y. ci insegna inoltre che l'individuo può operare la transizione dall'una all'altra personalità in modo deliberato e cosciente, al fine di adattarsi alle circostanze, con un meccanismo di adattamento che probabilmente è presente anche nei pazienti MPD.
Abbiamo due menti, due computer separati, due diversi tipi di intelligenza, ciascuno dei quali, nell'arco delle 24 ore, sorge e si eclissa più volte. Il computer di sinistra è associato alla maggiore attività dello ida ed il computer di destra alla maggiore attività del pingala. Secondo la medicina yogica il predominio di ida o di pingala si manifesta in tutta la periferia del corpo, come risulta anche dall'analisi dei pazienti MPD. Ciò suggerisce che lo studio della funzione SNA in altre zone della periferia potrebbe rispecchiare anche il "ritmo ultradiano di ida e pingala".
Altri studi sulla lateralizzazione dell'attività del SNA alla periferia.
Si è a conoscenza di altri ritmi ultradiani, che interessano la concentrazione ematica delle catecolamine del plasma nella circolazione periferica, in particolare la norepinefrina (NE), la epinefrina (E), e la dopamina (D).
Il ritmo ultradiano della NE viene riscontrato negli uomini, nelle scimmie e nei topi In alcuni esperimenti su esseri umani si effettuava un prelievo in entrambe le braccia ogni 7,5 -15 minuti. Tapp conclude che si tratta di una caratteristica dei mammiferi; mentre altri autori (Mullen et al.) che però effettuano i prelievi ogni mezz'ora - sono molto cauti.
Alcuni studiosi (Kennedy, Ziegler e l'autore) usano la tecnica del prelievo simultaneo ogni 7,5 minuti mediante cateteri in vene equivalenti dei due avambracci e trovano che NE, E e D hanno dei ritmi sfasati sui due lati del corpo. Quando predomina la narice sinistra, (risp. destra) si osservano livelli di NE relativamente elevati sul braccio sinistro (risp. destro).
L'altra osservazione interessante è quella relativa alla cosiddetta "colorazione arlecchino" nei neonati prematuri (Neligen - Strang). Quando sono coricati su di un fianco, assumono una diversa colorazione dei due lati del corpo, (con il lato superiore più pallido), con una linea di demarcazione molto evidente in tutti i tessuti del corpo, ad eccezione delle labbra e della lingua. Il fenomeno dura da 30 secondi a 20 minuti, e cessa se il neonato viene tolto dalla sua posizione. Viene immediato associare tale fenomeno alle manifestazioni riscontrabili nei pazienti MPD, che presentano uno stato di ipo ed iperattività del SNA.
Anche nella medicina yogica si insegna che il dormire su di un lato può indurre il cambiamento a livello SNA. Se si dorme sul lato destro, o si applica una pressione sul quinto spazio intercostale sotto l'ascella destra, (risp. sinistra), su un soggetto in posizione eretta, vengono attiviate la narice sinistra (risp. destra) e l'emisfero destro (risp. sinistro). Questo è un surrogato primitivo delle tecniche yogiche di controllo mediante la mente dello SNA o del SNA. Si sa anche che quando ci si corica sul lato destro ci si addormenta più profondamente.
Anche nella scienza occidentale esistono delle osservazioni simili relative all'effetto sul ciclo nasale della pressione applicata allo spazio intercostale, nonché all'effetto della forza di gravità o del coricarsi su di un lato.
La pressione simultanea sulle due anche crea nella parte superiore del corpo uno schema bipolare di sudorazione, che viene riprodotto in modo invertito nella metà inferiore del corpo. Alcuni studiosi (Eccles ed Eccles, 1981) affermano che questo funzionamento pendolare che corrisponde ad una situazione di equilibrio viene alterata in situazioni di stress o di instabilità dell'ipotalamo. Riga (1957) studia i pazienti che presentano un'ostruzione cronica di una narice (destra o sinistra); e trova che l'ostruzione cronica della narice destra era più spesso associata a problemi fisici e psicologici. I sintomi dei pazienti affetti da disordini psicosomatici e gli stati mentali in persone sane dipendono da questo pendolo ida/pingala. Ida e pingala descrivono la relazione funzionale tra mente,(ossia: "i due computer") ed i corrispettivi metabolici nel ritmo pendolare del SNA, che rappresenta il "trait - d'union" tra mente e metabolismo.
Il sistema neuroendocrino ha molte asimmetrie funzionali significative, che si manifestano nel controllo delle gonadi, della tiroide, nella reazione differenziata in seguito alla mastectomia o alla vagotomia sul lato sinistro piuttosto che sul destro, alla diversa mortalità osservata in seguito ad interventi di chirurgia cerebrale monolaterale. Anche il sistema immunologico è influenzato dall'azione dei due emisferi. E' stato dimostrato su animali che l'ablazione parziale della corteccia cerebrale fronto-parietale sinistra fa diminuire il numero di cellule T nella milza, disattiva l'eritrocita Ig-alfa nella pecora e rallenta la risposta agli alloantigeni; mentre una lesione simmetrica della regione neocorticale destra ha l'effetto opposto E' noto che la regione neocorticale modula l'attività dei "killer naturali" e l'efficacia dei fattori sierali specifici della cellula T, ma gli studi appena citati mettono in risalto l'influenza dei ritmi naturali nell'attività corticale ed aprono un nuovo campo di indagine; quello della relazione tra ritmi naturali ed immunità (psiconeuroimmunologia).
Il Ciclo BRAC
I1 Ciclo BRAC (Basic Rest Activity Cycle), ciclo-di base in cui si altema, no riposo ed attività), descritto per la prima volta da Keitman nel 1957, consiste di una variazione fondamentale del funzionamento del SNC la cui durata aumenta con la progressione filogenetica. In ciascuna specie di mammiferi la durata del BRAC aumenta anche durante lo sviluppo ontogenetico. Il concetto di ciclo BRAC fa seguito alla scoperta dei due tipi principali di sonno, il sonno caratterizzato da segnali EEG a bassa tensione ed alta frequenza (che verrà poi chiamato sonno REM) ed il sonno caratterizzato da segnali EEG ad alta tensione e bassa frequenza (sonno non REM).
Secondò Kleitman questa periodicità del sonno REM rispecchia una periodicità fisiologica di base che provvede anche a modulare le funzioni del cervello nello stato di veglia. Vi sono altre attività ritmiche correlate alle fasi REM e non - REM del sonno, ad esempio le variazioni dell'attività di locomozione durante il sonno. Nell''81 Werntz ed altri proposero l'esistenza di una relazione tra i numerosi fenomeni ultradiani ed il ritmo ciclo nasale / emisferi cerebrali, suggerendo che l'ipotalamo fosse responsabile del controllo e dell'integrazione dei vari fenomeni ciclici. Si sa che l'ipotalamo è il principale centro di controllo del funzionamento del SNA. La tesi di W. rappresenta un ampliamento della relazione tra SNA e SNC. L'elenco dei fenomeni ultradiani che sarebbero connessi all'attività ipotalamica comprende la dilatazione/contrazione delle pupille, l'attività onirica diurna (day-dreaming), l'attività locomotrice, la secrezione/motilità gastrointestinale, la capacità di resistenza motoria, la salivazione, la fame e le attività orali, il battito cardiaco, la temperatura del corpo, l'urinazione, i tempi di reazione, la pressione arteriosa e specialmente gli ormoni della ghiandola pituitaria: ormone luteinizzante, ormone somatotropo e prolattina. Stocksed ed Eccles avevano già avanzato l'ipotesi secondo cui era possibile che l'ipotalamo fosse responsabile del controllo delle transizioni cicliche della resistenza nasale. Degli esperimenti sui gatti hanno escluso l'influenza diretta - sia mono che bilaterale - dell'ipotalamo sulle innervazioni del simpatico nella mucosa nasale.
Nell' '82 Rossi teorizzò l'esistenza di una relazione tra i ritmi ultradiani e quella che chiamò "normale stato di trance quotidiano". Rossi osservò che Milton Erickson nelle sessioni di ipnoterapia sceglieva un particolare momento per indurre lo stato di trance: "... quando il paziente annuiva tranquillamente col capo, lentamente e ritmicamente mentre le palpebre si abbassavano e lo sguardo diventava assente". Rossi ipotizzò che questo stato, simile alla trance, fosse connesso alla fase di riposo del ciclo BRAC. Un importante insight sull'integrazione tra soma e SNA deriva dalla pluriennale attività di Gellbron, Hess, Cannon, Bard ed altri ricercatori che riuscirono a dimostrare la peculiare relazione esistente tra funzione psicologica ed attività vegetativa o attività del SNA. Anche in questo caso si identificò l'ipotalamo come regione chiave del cervello deputata al coordinamento delle varie manifestazioni cicliche. Gellbron discusse in modo approfondito sui termini "sistema ergotrofico" (che promuove lo stato di veglia e d'attività) e "sistema trofotropico" (che favorisce la letargia, il riposo), coniati da Hess. La relazione antagonistica tra simpatico e parasimpatico venne ancora una volta identificata come base del sistema di controllo di questa continua oscillazione tra le due polarità.
Secondo Yogi Bhajan gli antichi ritenevano che l'emisfero sinistro fosse specializzato in "conoscenze di base ed iniziali" (linguaggio della vita di ogni giorno, abilità elementari; ad esempio, il cacciare per l'uomo primitivo). Il predominio dell'emisfero opposto sarebbe invece associato alla performance e al desiderio di essere performante. La parte destra del cervello serve a "vederci in relazione all'universo" e a "proiettare all'esterno". Assumendo che ciascun emisfero
disponga di cognizioni adeguate, e funzioni bene, possiamo dire che la metà destra ci dice la direzione in cui andare nella vita e la destra ci permette di arrivarci. Aggiunge che l'emisfero sinistro serve per pensare, il destro per fare esperienze.
Tutto ciò è coerente con i modelli del ciclo BRAC e la concezione dei sistemi ergotrofico e trofotropico.
Secondo la scienza yogica, quando l'individuo si trova impegnato in una situazione in cui deve decidere se affrontare il pericolo o fuggire, viene istantaneamente attivato il sistema narice destra/emisfero sinistro, anche quando predomina il sistema antagonista. La transizione può richiedere meno di un secondo. Si tratta di un meccanismo di adattamento che permette di accedere istantaneamente all'intelligenza dell'emisfero sinistro, che possiede le conoscenze di base, necessarie alla sopravvivenza. Ciò è evidentemente in relazione con le attività ergotrofiche del simpatico, connesse alla rabbia. Il caso dei pazienti MPD, con i loro diversi profili di personalità, è un altro esempio di meccanismo di adattamento finalizzato alla sopravvivenza, anche se in questi pazienti è presente anche la rapida transizione ad un'altra modalità comportamentale, in cui sono estremamente passivi e ricettivi, secondo un meccanismo di adattamento che probabilmente non è necessario negli individui e non è stato sviluppato. Spesso i pazienti MPD sono stati sottoposti in età tenerissima ad esperienze terrificanti e ripetitive senza possibilità alcuna di sottrarvisi o di resistere; e hanno sviluppato una particolare strategia di sopravvivenza. Apparentemente è l'emisfero destro che configura la personalità che crea "un sé" in grado di sopravvivere, una persona speciale. In alcuni casi la personalità passiva/ricettiva presenta il predominio della narice sinistra. In molti casi gravi esiste uno stato di amnesia per cui la personalità principale e la personalità passivo/ricettiva sono del tutto inconsapevoli della personalità vendicativa che subentra ad esse. Questa separazione delle personalità è resa possibile dall'iperattivazione di un meccanismo che rientra nell'ambito delle attività ipotalamo/SNA/cervello, meccanismo che è più labile o adattabile di quanto non lo sia ne soggetti normali. Come nel caso di neonati prematuri, nelle prime fasi evolutive è possibile avere un'attività più labile o un'iperattività delle funzioni del SNA.
Una simile bipolarità' della mente viene osservata nei tre casi estremi - già citati - del trattamento con barbiturici di uno dei due emisferi dell'ipereccitabilità di un lato corpo nel caso dell'epilessia accompagnata da lesioni ad -uno dei lobi temporali, e infine dei pazienti MPD. Nella medicina yogica pingala (predominio della narice destra e dell'emisfero sinistro) ed ida (predominio dell'emisfero destro) vengono rispettivamente .descritti come "caldi" e "freddi", o come "sole" e "luna", "maschile" e "femminile". Apparentemente 1e oscillazioni pendolari descritte dagli yogi sono in pieno accordo con la concezione della scienza occidentale.
Sushumna
Il terzo meridiano maggiore, quello centrale, è vicino alla spina dorsale. Secondo la medicina yogica quando la chimica del cervello e del fluido spinale è opportunamente condizionata e le energie di ida e pingala sono armonicamente miscelate, è possibile raggiungere uno stato di elevata consapevolezza. Ciò accade però solo quando la ghiandola pituitaria e quella pineale raggiungono una determinata relazione di equilibrio secretorio e quando vengono attivate delle determinate terminazioni nervose che fanno da tramite. In senso figurato, le energie sia di ida che di pingala esercitano la loro influenza su sushumna, e quando questa influenza è equilibrata, avvengono dei mutamenti importanti. In primo luogo, esiste un punto di transizione che corrisponde all'uguaglianza dell'influenza esercitata dai due emisferi. In quasi tutte le persone, questa transizione è di breve durata, e non viene percepita. Si tratta di un momento di massima creatività, ed è il punto di partenza per il raggiungimento del dominio di sé stessi. Partendo da esso, lo yogi controlla in modo cosciente l'equilibrio delle energie ida e pingala. Sceglie di attivare l'emisfero più adatto alla situazione, e non è condizionato dal mare tempestoso, dalle onde di pensiero ma sceglie il tipo di intelligenza che più gli serve. Questo stato di equilibrio è la porta della trascendenza. Lo yogi impara a mantenere questo equilibrio in ogni situazione, non è più soggetto a difficoltà emotive, e non è più alla mercé dei suoi ritmi autonomi. Si dice che ha attivato la sua "mente neutra" (mente yogica), che è obiettiva e scientifica.
Secondo questa teoria, è possibile insegnare anche ad un bambino di 3 anni a controllare questo ritmo autonomo il che suggerisce la maggiore flessibilità/adattabilità, della relazione tra SNC e SNA nei primi anni di vita.
E' rarissimo che un individuo non allenato sappia attivare uno dei due emisferi, "a volontà". Viene riferito il caso di una donna di 31 anni che aveva sviluppato questa facoltà di indurre deliberatamente la transizione, anche se non era poi in grado di "consolidare" lo stato raggiunto. La donna aveva dichiarato di trovare utile questa sua capacità in quanto le consentiva di adattarsi a diversi tipi di attività o per entrare in uno stato d'animo in grado di rasserenarla in determinate circostanze. Secondò la medicina yogica il meccanismo primario di autocontrollo, si basa sul controllo esercitato consapevolmente del volume d'aria inspirato/espirato in ciascuna narice. Oltre al modo più ovvio, che consiste nell'agire direttamente sul volume d'aria che passa per la narice, esiste una tecnica meno ovvia, basata sul suono, che influisce sul SNC.
Werntz, et~ al. (1981. '87), e Srinivasan (1986) hanno studiato in laboratorio mediante tecniche EEG gli effetti corticali degli schemi respiratori alterati, dimostrando che. è possibile stimolare selettivamente l'uno e l'altro emisfero. Fu chiesto ai soggetti non allenati di eseguire una respirazione forzata in una sola narice, e vennero constatate delle significative alterazioni dei segnali EEG, attestanti l'avvenuta transizione al predominio dell'emisfero opposto.