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Il 9 settembre 2011 presso il Palazzo Reale di Budapest è stata presentata la Giordano Bruno Globalshift University sotto l’egida del Club Of Budapest ed alla presenza di tante personalità che del COB fanno parte, fra cui Ervin Laszlo, Luis Goodman, Marbra Marx Hubbard, George Smoot, Jane Goodall, Robert Mundell, Francisco Leon Olea e Deepak Chopra (con due interviste video registrate).
Ospiti speciali Sri Sri Ravi, Andrea Rost, Lady Fiona Montgau of Beaulieu, Thomas Halm, Alexander Laslo, Tomoyo Nonaka.
Nelle quattro parole Giordano Bruno Globalshift University troviamo la sintesi della missione del Club di Budapest.
Iniziamo dal logo scelto per l’Università: il monumento in bronzo di Giordano Bruno che è nella piazza romana di Campo de' Fiori, opera dello scultore Ettore Ferrari.
La scelta di Bruno non è casuale, egli sviluppò un pensiero, una filosofia, una nuova teologia per cui Dio è intelletto creatore e ordinatore di tutto ciò che è in natura, contemporaneamente è Natura divinizzata, in una inscindibile unità di pensiero e materia.
Per questo pensiero fu giudicato eretico e condannato al rogo.
Il Club di Budapest propugna una nuova filosofia ed un nuovo modello sociale che riconosce l’idea che “non si può risolvere un problema con la stessa mentalità con cui esso si è creato”.
Inoltre la visione “Olistica” è una delle chiavi di volta per poter sviluppare una nuova Coscienza Individuale: una inscindibile unità fra corpo, mente e anima.
Ci si ritrova così integralmente nella figura di Giordano Bruno, una nuova visione integrale, olistica.
Il Globalshift è il risultato finale cui il Club di Budapest tende: lo sviluppo delle Coscienze Individuali ed il raggiungimento di una massa critica di persone porterà alla strutturazione di una Coscienza Globale, Planetaria e di conseguenza l’Umanità attuerà il Globalshift, cioè un cambiamento radicale di paradigma per ottenere un mondo sostenibile, vivibile dove l’essere umano sia unito con la natura e si riconosca in essa.
L’Università tratta la formazione. Anche qui ci sarà una sostanziale innovazione.
Non la solita modalità: aule prefissate con un insegnante dietro una cattedra che manda informazioni in attesa che l’aula le carpisca.
Una innovativa piattaforma informatica sarà la base sostanziale, questa consentirà la continua reciprocità fra studenti e fra studenti e professori, indipendentemente da luogo e distanza, consentendo di sviluppare – sempre on line – dibattiti e riflessioni.
Questa nuova modalità sarà unita al classico campus associando migliaia di scuole nel mondo.
Si otterrà così una formazione integrata on-
Il metodo dell’università sarà trans-
Inoltre saranno facilitati gli scambi e la totale integrazione di programmi su scala mondiale, questo faciliterà la possibilità di viaggiare, di conoscere, di integrarsi, di scambiare idee, conoscenze, esperienze.
Al momento i centri sono due:
Il Consiglio Globale per l’Educazione Superiore basato a Firenze che agirà come punto di riferimento globale per l’istituzione, e sede di Washington DC, che è il braccio operativo dell’organizzazione.
Fra gli interventi più significativi quello di Ervin Laszlo che ha ricordato che non abbiamo più il tempo di aspettare il processo naturale perché il mondo non crolli in maniera definitiva, siamo andati troppo oltre, ora c’è la necessità ineluttabile di raggiungere la mèta prefissa il prima possibile.
Con le parole “un piccolo evento può cambiare il mondo” e ricordando l’effetto farfalla (è la base della teoria del caos, un battito di ali di una farfalla in Brasile può causare un tornado in Nord America – quindi un piccolo evento iniziale può provocare un grande evento nel lungo periodo), Laszlo si è chiesto chi effettuerà il cambiamento.
Saranno i giovani, da qui scaturisce la proposta di una nuova università, di un Ente che abbia un ruolo attivo. Raggiungere milioni di persone nel mondo per favorire la massa critica.
Ha testualmente detto: “We want to empower young people to learn, we do not want to indoctrinate”. Vogliamo dare piena forza ai giovani per imparare, noi non vogliamo indottrinare – (anche se il significato di to empower è molto più profondo della traduzione fornita n.d.r.)
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